Riccardo Filangieri (storico): differenze tra le versioni

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===Ricostruzione della Cancelleria angioina ===
===Ricostruzione della Cancelleria angioina ===

Versione delle 07:46, 20 apr 2010

Il primo volume de I registri della cancelleria angioina editi dall'Accademia Pontaniana, opera massima di Filangieri, edita dall'Accademia Pontaniana

Riccardo Filangieri di Candida Gonzaga (Napoli, 16 aprile 1882Napoli, 21 luglio 1959) è stato un archivista, storico ed erudito italiano. La vastità dei suoi interessi è testimoniato dal ventaglio delle pubblicazioni, che spazia su campi come l'archivistica, la storia, la numismatica medievale, la storia di famiglia e al genealogistica, fino alla storia dell'arte.

Figlio del conte Berardo e di Maria Masala dei marchesi di Trentola, era fratello minore dello Suo fratello era lo storico dell'arte Antonio (1867-1916).

Biografia

Studi e carriera

Dopo gli studi al Real Collegio Militare della Nunziatella, e la laurea in giurisprudenza all'Università di Napoli (1906), Filangieri abbandonò il diritto per seguire la propria vocazione per la storia, la genealogia e l'araldica, campo, quest'ultimo, in cui divenne ferratissimo, anche grazie alla discendenza dai Filangieri, famiglia di antichissima nobiltà del Regno delle due Sicilie.

Il suo lavoro in campo archivistico iniziò per concorso, nel 1911, all'Archivio di Stato di Napoli, che da alcuni anni poteva beneficiare dell'ammodernamento operatovi da Bartolommeo Capasso[1]. Proprio la dottrina e la tecnica di Capasso contribuirono a fare di lui un «esemplare archivista moderno»[1]. Dell'archivio statale napoletano sarà soprintendente dal 1934 al 1956[1], guidandolo egregiamente nella fase difficile delle distruzioni belliche[1].

Senza lasciare l'archivio napoletano, Filangieri divenne soprintendente archivistico per la provincia napoletana dal 1939, e ispettore generale per gli archivi dal 1947[1].Fu inoltre Presidente dell'Associazione Archivistica Italiana, del Comitato internazionale per la bibliografia archivistica e del Consiglio internazionale degli archivi del quale era stato delegato costituente dell'Italia nel 1952[1][2].

Fu autore di lavori di paleografia, diplomatica, numismatica, ma si occupò, in misura non trascurabile[1], anche di storia dell'arte, materia per la quale ricoprì inoltre un incarico di insegnamento nell'ateneo federiciano, dal 1928 al 1934[1].

Svolse inoltre un'intensa opera di sensibilizzazione e persuasione a evitare lo smembramento di importanti archivi di famiglia, in favore della loro tutela, dell'accessibilità e della loro acquisizione[3]. Nel 1956 Filangieri istituì, presso l'archivio napoletano, una sezione dedicata alla loro raccolta: cercando la collaborazione delle famiglie proprietarie, con una «politica di contemperamento delle norme coercitive e di legge con particolari accorgimenti di natura psicologica»[3], tentando di appianare le apparenti divergenze d'interesse pubblico-privato. Il risultato fu l'acquisizione, nel 1956, di 40 importanti fondi provenienti dagli archivi privati di famiglia[3].

Ricostruzione della Cancelleria angioina

Il nome di Riccardo Filangieri è legato proprio al periodo bellico e postbellico, dopo che, il 30 settembre 1943 una rappresaglia della Wehrmacht[4] aveva portato all'inaspettata distruzione di 866 casse di documenti, una massa di documentazione archivistica che si credeva aver messo al sicuro a villa Montesano a San Paolo Belsito, nell'agro nolano[1][5]. Tra quelle casse era compresa la «gemma»[1] più preziosa dell'archivio di Stato di Napoli, la Cancelleria Angioina: «375 registri in pergamena e 3 in carta; 4 registri frammentari detti " registri nuovi "; 66 volumi in carta, intitolati "fascicoli"; 37 volumi di atti in pergamena, originali, detti "arche in pergamena" e 21 volumi di atti in carta, pure originali, detti "arche in carta"»[5].

Unici superstiti della sciagura furono i pochi materiali lasciati in sede: qualche frammento, i repertori di Onofrio Sicola, Michelangelo Chiarito, Carlo Borrelli e tre volumi dei Notamenta di Carlo De Lellis[5].

Filangieri concepì allora un'opera colossale, che appariva allo stesso tempo discutibile e disperata allo scetticismo dei più, ma che egli portò avanti con perseveranza fino alla morte, grazie al finanziamento dell'Accademia Pontaniana[1], coinvolta su indicazione di Benedetto Croce[5]: la ricostruzione minuziosa degli archivi perduti basandosi su tutte le tracce rimaste in vita - «originali, copie, manoscritti, microfilm e fotocopie esistenti nell'AS Napoli e altrove, trascritti, pubblicati o raccolti da studiosi italiani e stranieri di ogni tempo»[5] - anche attraverso l'interlocuzione dei 350 studiosi che vi avevano avuto a che fare negli ultimi 40 anni[1].

L'Ufficio della ricostruzione angioina, da lui istituito nel 1944, riuscì a condurre in porto, dal 1950 al 1959, la pubblicazione, nella collana editoriale pontaniana "Testi e documenti di storia napoletana", dei primi 12 volumi de I Registri della Cancelleria angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione degli archivisti napoletani, l'ultimo dei quali postumo, oltre al completamento di altri tre in forma manoscritta[1][5].

Il lavoro di Filangeri si avvalse, nella struttura e nell'ordinamento, degli studi compiuti da Paul Durrieu[6], potendo valersi di lavori e repertori compilati nel tempo da altri studiosi ed eruditi, come i tre volumi di Carlo De Lellis, salvatisi e si avvantaggiò del «magistrale riordinamento della Cancelleria angioina» dovuto a Bartolomeo Capasso[7]. Con questa scelta si è potuto ricostruire l'originaria struttura dell'archivio medievale, secondo l'ordine in cui era stato formato dalla cancelleria medievale, anziché in quello raggiunto al momento della distruzione[5].

L'Ufficio della ricostruzione angioina, la creatura da lui predisposta allo scopo, ha proseguito il lavoro anche dopo la sua morte, sotto gli auspici dell'Accademia Pontaniana e con la direzione di Jole Mazzoleni, ed è tuttora operante, guidato attualmente da Stefano Palmieri[5]

Opere

  • Storia di Massalubrense, Napoli, 1910
  • Notizie sulle monete in uso in Puglia dal sec. X al XII, in Supplemento alle Monete del Reame delle Due Sicilie, III (1913)
  • Sulla Ramesina pugliese, in Supplemento alle Monete del Reame delle Due Sicilie, IV (1914),
  • Appunti di cronografia per l'Italia meridionale, in Gli Archivi italiani, I (1914), pp. 136-149
  • Il Capasso sulla storia di Sorrento, in Sorrento, III (1915)
  • Sorrento e la sua penisola, coll. "Italia artistica", Istituto Italiano d'Arti Grafiche, Bergamo 1917
  • Codice diplomatico amalfitano, I, Le pergamene di Amalfi dell'Archivio di Stato di Napoli (907-1200), Napoli, 1917
  • La "Charta amalphitana", Siena, 1919
  • I "Curiales" di Amalfi, Napoli, 1921
  • Una raccolta di pergamene amalfitane in Scala, in Gli Archivi italiani, VIII (1921)
  • Storia della Università di Napoli. Scritta da Francesco Torraca, Gennaro Maria Monti, Riccardo Filangieri di Candida, Nino Cortese, Michelangelo Schipa, Alfredo Zazo, Luigi Russo, R. Ricciardi, Napoli, 1924
  • La chiesa e il monastero di San Giovanni a Carbonara, L. Lubrano, Napoli, 1924
  • Codice diplomatico barese, X, Le pergamene di Barletta dell'Archivio di Stato di Napoli, Bari 1928
  • Notamenti e repertori delle Cancellerie napoletane compilati da Carlo De Lellis e da altri eruditi dei secc. XVI e XVII, in Atti dell'Accademia Pontaniana, LVIII (1928)
  • La casa di Federico d'Aragona in Castel Nuovo, in Studi in onore di Michelangelo Schipa, Napoli, 1926
  • Castel Nuovo, reggia angioina ed aragonese di Napoli, Ed. Banco di Napoli, 1934
    • ristampa: L'Arte tipografica, Napoli, 1964
  • Restauri e riordinamenti nel R. Arch. di Stato di Napoli, in Archivi, V (1938), p. 233 e segg.
  • I banchi di Napoli dalle origini alla costituzione del Banco delle Due Sicilie (1539-1808), Napoli, 1940 (primo volume della Storia del Banco di Napoli, per il quarto centenario dell'istituto di credito)
  • Relazione sulla distruzione del deposito di documenti di maggior pregio storico dell'Archivio di Stato di Napoli operata dai Tedeschi il 30 settembre 1943, in Hilary Jenkinson - Henry E. Bell, Italian archives during the war and its close, His Majesty's Stationery Office, Londra, 1946, pp. 44 e ss.
  • Programma di ricostruzione dell'archivio della cancelleria angioina, in Notizie degli Archivi di Stato, VIII (1948), p. 36 e segg.
  • L'archivio dei principi di Bisignano, in Notizie degli Archivi di Stato, VIII (1948), pp. 98-100
  • Il codice miniato [degli stemmi che si conservava presso la Confraternita di Santa Marta] illustrato da Riccardo Filangieri, Electa editrice, Firenze, 1950
  • I Registri della Cancelleria angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri con la collaborazione degli archivisti napoletani, 12 volumi, coll. "Testi e documenti di storia napoletana", Accademia Pontaniana, 1950-1959
  • Comunicazione su di un saggio di ricostruzione degli Archivi angioini di Napoli, in "Archivum", 1951, fasc. I, pp. 135-137
  • Codice diplomatico amalfitano, II, Le pergamene di Amalfi già nell'Archivio di Stato di Napoli (1201-1322). Appendice (860-1291), Trani, 1951
  • Perdita e ricuperi del diplomatico farnesiano, in Miscellanea archivistica Angelo Mercati, Città del Vaticano 1952, pp. 269 e ss.
  • L'archivio della real casa di Borbone in Napoli, in Archivio storico italiano, CXI (1953)
  • Una cronaca napoletana figurata del Quattrocento, Accademia di architettura, lettere e belle arti (Cronica napoletana del Ferraiolo, da un codice napoletano, Ms. 801 della Pierpont Morgan Library di New York), L'Arte tipografica, Napoli, 1956
  • Scritti di paleografia e diplomatica, di archivistica e di erudizione di R. Filangieri, "Pubblicazioni degli Archivi di Stato", presentazione di Jole Mazzoleni e introduzione di Ernesto Pontieri, Roma, 1970
  • L'Archivio di Stato di Napoli durante la seconda guerra mondiale, a cura di Stefano Palmieri, Napoli, Arte tipografica, 1996

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Guido Fagioli Vercellone, «FILANGIERI DI CANDIDA GONZAGA, Riccardo», in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Roma (on-line)
  2. ^ Riccardo Filangieri, archivista e storico dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
  3. ^ a b c Antonio Saladino, Fonti di provenienza privata serbate presso l'Archivio di Stato di Napoli, in «Archivio Storico per le Province Napoletane», nuova serie, XXXVIII-LXXVII (1959), p. 216
  4. ^ cfr. R. Filangieri, Relazione sulla distruzione del deposito di documenti di maggior pregio storico dell'Archivio di Stato di Napoli operata dai Tedeschi il 30 settembre 1943, in Hilary Jenkinson - Henry E. Bell, op. cit.. L'atto di ritorsione di una pattuglia di guastatori avvenne nel frangente insurrezionale delle quattro giornate di Napoli (27-30 settembre). Alcune fonti, come il Dizionario Biografico degli Italiani, riportano invece la data del 23 settembre.
  5. ^ a b c d e f g h Cancelleria Angioina, dalla Guida generale degli Archivi di Stato italiani
  6. ^ Paul Durrieu, membro dell'Académie des inscriptions et belles-lettres di Parigi, sotto la direzione di Capasso, lavorò sui registri primitivi di Carlo d'Angiò, dando un saggio di ricostruzione inventariale sistematica, per anno di indizione. Il lavoro apparve negli anni 1886-1887, soprattutto nei due volumi de Les archives angevines de Naples, étude sur les registres du roi Charles I (1265-1285), Paris 1886-1887, e in altri studi.
  7. ^ Serena Morelli, Il "risveglio" della storiografia politico-istituzionale sul regno angioino di Napoli, da Reti Medievali, I - 2000, Firenze University Press. Il lavoro di Bartolommeo Capasso aveva prodotto le seguenti pubblicazioni: I registri angioini dell'Archivio di Stato di Napoli che erroneamente si credettero finora perduti. Nota, 1888; Nuovi volumi di registri angioini ora formati con quaderni e fogli che già esistevano dimenticati e confusi nell'Archivio di Stato di Napoli, 1886; Inventario cronologico-sistematico dei registri angioini conservati nell'Archivio di Stato di Napoli, 1894

Fonti

Approfondimenti

  • Antonio Allocati, Riccardo Filangieri, in "Rassegna degli archivi di stato", XIX (1959), n. 3

Collegamenti esterni