Al di là del principio di piacere: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 7: Riga 7:
«Empedocle di Agrigento, nato all’incirca nel [[495 a.C.]], si presenta come una figura fra le più eminenti e singolari della storia della civiltà greca [...] Il nostro interesse si accentra su quella dottrina di Empedocle che si avvicina talmente alla dottrina psicoanalitica delle pulsioni, da indurci nella tentazione di affermare che le due dottrine sarebbero identiche se non fosse per un’unica differenza: quella del filosofo greco è una fantasia cosmica, la nostra aspira più modestamente a una validità biologica. [...] I due principi fondamentali di Empedocle – ''[[philìa]]'' (amore, amicizia) e ''[[neikos]]'' (discordia, odio) – sia per il nome che per la funzione che assolvono, sono la stessa cosa delle nostre due pulsioni originarie Eros e Distruzione.»<ref>Sigmund Freud, ''Analisi terminabile e interminabile'' (1937), in ''OSF vol. 11. L’uomo Mosè e la religione monoteistica e altri scritti 1930-1938'', Torino, Bollati Boringhieri, 2008, pp. 527-529. <small>ISBN 9788833901152.</small>Ed. ''paperback'' 2009. <small>ISBN 9788833904818.</small></ref>
«Empedocle di Agrigento, nato all’incirca nel [[495 a.C.]], si presenta come una figura fra le più eminenti e singolari della storia della civiltà greca [...] Il nostro interesse si accentra su quella dottrina di Empedocle che si avvicina talmente alla dottrina psicoanalitica delle pulsioni, da indurci nella tentazione di affermare che le due dottrine sarebbero identiche se non fosse per un’unica differenza: quella del filosofo greco è una fantasia cosmica, la nostra aspira più modestamente a una validità biologica. [...] I due principi fondamentali di Empedocle – ''[[philìa]]'' (amore, amicizia) e ''[[neikos]]'' (discordia, odio) – sia per il nome che per la funzione che assolvono, sono la stessa cosa delle nostre due pulsioni originarie Eros e Distruzione.»<ref>Sigmund Freud, ''Analisi terminabile e interminabile'' (1937), in ''OSF vol. 11. L’uomo Mosè e la religione monoteistica e altri scritti 1930-1938'', Torino, Bollati Boringhieri, 2008, pp. 527-529. <small>ISBN 9788833901152.</small>Ed. ''paperback'' 2009. <small>ISBN 9788833904818.</small></ref>


Il nome di [[Eros]] deriva da quello della divinità greca dell’amore, e «tende a creare organizzazioni della realtà sempre più complesse o armonizzate, [mentre] Thanatos tende a far tornare il vivente a una forma d’esistenza inorganica.»<ref>[[Umberto Galimberti]], ''Enciclopedia di psicologia'', Garzanti, Torino, 2001, p. 802. <small>ISBN 8811504791</small></ref>
Il nome di [[Eros (mitologia)|Eros]] deriva da quello della divinità greca dell’amore, e «tende a creare organizzazioni della realtà sempre più complesse o armonizzate, [mentre] [[Tanato (mitologia)|Thanatos]] tende a far tornare il vivente a una forma d’esistenza inorganica.»<ref>[[Umberto Galimberti]], ''Enciclopedia di psicologia'', Garzanti, Torino, 2001, p. 802. <small>ISBN 8811504791</small></ref>


«Thanatos [o [[Destrudo]]] non compare negli scritti di Freud, ma egli, a quanto riferisce [[Ernest Jones|Jones]],<ref>Ernest Jones, ''Vita e opere di Freud'', vol. 3: ''L’ultima fase (1919-1939)'', Milano, Garzanti, 1977. <small>{{NoISBN}}.</small></ref> l’avrebbe talvolta usato nella conversazione. L’uso nel linguaggio psicoanalitico è probabilmente dovuto a [[Paul Federn|Federn]].»<ref>[[Jean Laplanche]], [[Jean-Bertrand Pontalis]], a cura di [[Luciano Mecacci]] e [[Cyhthia Puca]], ''Enciclopedia della psicoanalisi'', vol. 2, Bari-Roma, Laterza, voce ''Thanatos'', 8<sup>a</sup> ed. 2008. <small>ISBN 9788842042594.</small> {{en}} ''The language of psycho-analysis'', Karnac, ''Paperbacks'', 1988. <small>ISBN 0946439494; ISBN 9780946439492.</small> [http://books.google.it/books?id=DCpokE8C2WgC&pg=PA447&dq=Thanatos+%22Greek+term%22+(%3D+Death)#v=onepage&q=Thanatos%20%22Greek%20term%22%20(%3D%20Death)&f=false Disponibile online, p. 447].</ref>
«Thanatos [o [[Destrudo]]] non compare negli scritti di Freud, ma egli, a quanto riferisce [[Ernest Jones|Jones]],<ref>Ernest Jones, ''Vita e opere di Freud'', vol. 3: ''L’ultima fase (1919-1939)'', Milano, Garzanti, 1977. <small>{{NoISBN}}.</small></ref> l’avrebbe talvolta usato nella conversazione. L’uso nel linguaggio psicoanalitico è probabilmente dovuto a [[Paul Federn|Federn]].»<ref>[[Jean Laplanche]], [[Jean-Bertrand Pontalis]], a cura di [[Luciano Mecacci]] e [[Cyhthia Puca]], ''Enciclopedia della psicoanalisi'', vol. 2, Bari-Roma, Laterza, voce ''Thanatos'', 8<sup>a</sup> ed. 2008. <small>ISBN 9788842042594.</small> {{en}} ''The language of psycho-analysis'', Karnac, ''Paperbacks'', 1988. <small>ISBN 0946439494; ISBN 9780946439492.</small> [http://books.google.it/books?id=DCpokE8C2WgC&pg=PA447&dq=Thanatos+%22Greek+term%22+(%3D+Death)#v=onepage&q=Thanatos%20%22Greek%20term%22%20(%3D%20Death)&f=false Disponibile online, p. 447].</ref>

Versione delle 21:01, 1 ott 2009

Giuditta I di Gustav Klimt, 1901, Vienna,
Österreichische Galerie Belvedere.

In psicoanalisi, Eros e Thanatos sono rispettivamente la pulsione di vita e la pulsione di morte (Todestrieb[e]).

Il dualismo di Empedocle

Se Sigmund Freud formula il conflitto psicologico in termini dualistici fin dai suoi primi scritti, è solo nel 1920, con Jenseits des Lustprinzips (Al di là del principio del piacere),[1] che egli presenta tale conflitto mediante concetti desunti dal pensiero di Empedocle, il quale parla d’un dissidio cosmico fra i princìpi o forze di Amore (o Amicizia) e Odio (o Discordia).

«Empedocle di Agrigento, nato all’incirca nel 495 a.C., si presenta come una figura fra le più eminenti e singolari della storia della civiltà greca [...] Il nostro interesse si accentra su quella dottrina di Empedocle che si avvicina talmente alla dottrina psicoanalitica delle pulsioni, da indurci nella tentazione di affermare che le due dottrine sarebbero identiche se non fosse per un’unica differenza: quella del filosofo greco è una fantasia cosmica, la nostra aspira più modestamente a una validità biologica. [...] I due principi fondamentali di Empedocle – philìa (amore, amicizia) e neikos (discordia, odio) – sia per il nome che per la funzione che assolvono, sono la stessa cosa delle nostre due pulsioni originarie Eros e Distruzione.»[2]

Il nome di Eros deriva da quello della divinità greca dell’amore, e «tende a creare organizzazioni della realtà sempre più complesse o armonizzate, [mentre] Thanatos tende a far tornare il vivente a una forma d’esistenza inorganica.»[3]

«Thanatos [o Destrudo] non compare negli scritti di Freud, ma egli, a quanto riferisce Jones,[4] l’avrebbe talvolta usato nella conversazione. L’uso nel linguaggio psicoanalitico è probabilmente dovuto a Federn[5]

Sabina Spielrein e Barbara Low

Su esplicita influenza di Sabina Spielrein, citata in nota nel libro del 1920,[6] per Freud Thanatos segnala il desiderio di concludere la sofferenza della vita e tornare al riposo, alla tomba. Concetto che non deve essere confuso con quello di destrudo, vale a dire con l'energia della distruzione (il contrario di libido).

Thanatos è il principio di costanza,[7] accennato fin dal capitolo sette de L'interpretazione dei sogni (1899) e che adesso, sotto l'influsso del pensiero di Schopenhauer,[8] diventa identico al principio del Nirvana proposto da Barbara Low:[9] le eccitazioni della mente, del cervello, dell'"apparato psichico" non vengono più solo sgombrate, tenute costanti al più basso livello possibile, bensì estinte, eliminate sino al grado zero della realtà inanimata.[10][11][12]

La coazione a ripetere

Nel testo del '20 Freud sostiene che «nella vita psichica esiste davvero una coazione a ripetere la quale si afferma anche a presindere dal principio di piacere[13][14] Definita per quattro volte «demoniaca»,[15] essa è riscontrabile nella nevrosi traumatica dei reduci della prima guerra mondiale oppure di chi tende a rivivere o reinterpretare gli eventi più violenti.

Freud rileva qusta coazione nelle circostanze più ordinarie e naturali, persino nel gioco dei bambini come quello con il rocchetto usato dal suo piccolo nipote di diciotto mesi. Il bimbo, lanciando il rocchetto lontano da sé, simbolizza la perdita della madre e, ritraendo il rocchetto a sé, rappresenta il ritorno della madre. Imparerebbe così a padroneggiare l’assenza materna attraverso un duplice movimento, che è sempre seguito dalla vocalizzazione di un "oooo..." (fort, «via!»), quando il rocchetto è lontano, e da un "aaaaaaa..." (da, «Eccolo!»), quando il rocchetto è di nuovo vicino.[16]

Dopo l'esposizione d'una serie di ipotesi (in particolare l'idea che ogni individuo ripete le esperienze traumatiche per riprendere il controllo e limitarne l'effetto dopo il fatto), Freud considera l'esistenza di un essenziale desiderio o pulsione di morte, riferendosi al bisogno intrinseco di morire che ha ogni essere vivente. Gli organismi, secondo quest'idea, tendono a tornare a uno stato preorganico, inanimato – ma vogliono farlo in un modo personale, intimo.

Conclusione

In definitiva, «sembrerebbe proprio che il principio di piacere si ponga al servizio delle pulsioni di morte [...]. A questo punto sorgono innumerevoli altri quesiti cui non siamo in grado attualmente di dare una risposta. Dobbiamo aver pazienza e attendere che si presentino nuovi strumenti e nuove occasioni di ricerca. E dobbiamo esser disposti altresì ad abbandonare una strada che abbiamo seguito per un certo periodo se essa, a quanto pare, non porta a nulla di buono. Solo quei credenti che pretendono che la scienza sostituisca il catechismo a cui hanno rinunciato se la prenderanno con il ricercatore che sviluppa o addirittura muta le proprie opinioni.»[17]

Implicazioni

Uno psicoanalista con competenze pure di antropologia filosofica come Sciacchitano sostiene che «la vera psic[o]analisi fu il frutto tardivo dell'attività teoretica di Freud. Bisogna aspettare la svolta degli anni Venti, con l'invenzione della pulsione di morte, per parlare di vera e propria psic[o]analisi. [...] [Essa] comincia con la rinuncia alle pretese e alle finalità mediche della psicoterapia. [...] Il nuovo modello freudiano [...] individuava nello psichico un nucleo patogeno fisso, qualcosa che non si scarica mai, ma continua a ripetersi identicamente a se stesso e insensatamente, cioè fuori da ogni intenzionalità soggettivistica e contro ogni teleologia vitalistica. Ce n'era abbastanza per far crollare ogni illusione terapeutica. Parecchi allievi a questo punto abbandonarono il maestro che toglieva avvenire, come si dice terreno sotto i piedi, alle loro illusioni umanitarie».[18]

Dal 1920 sino al 1939, anno della propria morte, Freud non cambierà più idea. Ciò significa che il fondatore della psicoanalisi asserirà la sostanziale incurabilità del disagio psichico per lo stesso arco di tempo, un ventennio, in cui egli precedentemente aveva affermato l'esatto contrario.

Wilhelm Reich, in La funzione dell'orgasmo e Analisi del carattere, propone un'ampia confutazione alla teoria della pulsione di morte.

Note

  1. ^ Sigmund Freud, Al di là del principio di piacere (1920), in Opere di Sigmund Freud (OSF) vol. 9. L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Torino, Bollati Boringhieri, 1986. ISBN 9788833900599. Ed. paperback 2006. ISBN 9788833904795.
  2. ^ Sigmund Freud, Analisi terminabile e interminabile (1937), in OSF vol. 11. L’uomo Mosè e la religione monoteistica e altri scritti 1930-1938, Torino, Bollati Boringhieri, 2008, pp. 527-529. ISBN 9788833901152.Ed. paperback 2009. ISBN 9788833904818.
  3. ^ Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Torino, 2001, p. 802. ISBN 8811504791
  4. ^ Ernest Jones, Vita e opere di Freud, vol. 3: L’ultima fase (1919-1939), Milano, Garzanti, 1977. ISBN non esistente.
  5. ^ Jean Laplanche, Jean-Bertrand Pontalis, a cura di Luciano Mecacci e Cyhthia Puca, Enciclopedia della psicoanalisi, vol. 2, Bari-Roma, Laterza, voce Thanatos, 8a ed. 2008. ISBN 9788842042594. (EN) The language of psycho-analysis, Karnac, Paperbacks, 1988. ISBN 0946439494; ISBN 9780946439492. Disponibile online, p. 447.
  6. ^ Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, op. cit., p. 240.
  7. ^ Sigmund Freud, op. cit., p. 195.
  8. ^ Sigmund Freud, op. cit., p. 235.
  9. ^ Sigmund Freud, op. cit., p. 241.
  10. ^ Matteo Mugnani, Analisi del testo di S. Freud: "Il problema economico del masochismo". URL consultato il 4 settembre 2009.
  11. ^ Leonardo Della Pasqua, Al di là del principio di piacere: sul principio di Piacere e la Coscienza. URL consultato il 26 agosto 2009.
  12. ^ Jean Laplanche, Jean Bertrand Pontalis, op. cit., voce Principio di piacere. (EN) Op. cit., disponibile online, pp. 272-3.
  13. ^ Sigmund Freud, op. cit., p. 209.
  14. ^ Jean Laplanche, Jean Bertrand Pontalis, op. cit., voce Coazione a ripetere. (EN) Op. cit., disponibile online, pp. 78-80.
  15. ^ Sigmund Freud, op. cit., pp. 207, 221-2. Cf. anche Il perturbante (1919), OSF vol. 9, p. 99.
  16. ^ Cf. Sigmund Freud, Al di là del principio di piacere, op. cit., pp. 200-1.
  17. ^ Sigmund Freud, op. cit., pp. 248-9.
  18. ^ Antonello Sciacchitano, Il demone del godimento, in AA.VV., Godimento e desiderio, aut aut 315 (2003), pp. 134-6.

Voci correlate

Collegamenti esterni

(EN) Jean Laplanche, Jean-Bertrand Pontalis, The language of psycho-analysis, Karnac, Paperbacks, 1988. ISBN 0946439494; ISBN 9780946439492. Thanatos, p. 447, Nirvana Principle, pp. 272-3 e Compulsion to Repeat, pp. 78-80.

  Portale Psicologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di psicologia