Jack Arnold: differenze tra le versioni

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Con ''[[Il mostro della laguna nera]]'' (1954), Arnold lanciò l'archetipo della creatura anomala, incarnazione dell'umana inquietudine<ref name="BE"/>, spianando la strada alla serie dei mostri horror che appassionerà generazioni di spettatori. Nel film, un gruppo di scienziati impegnati in una spedizione in [[Amazzonia]] deve fronteggiare una terrificante creatura coperta di squame, che minaccia l'unica donna del gruppo ([[Julie Adams]])<ref name="DA"/>. Nel sequel ''[[La vendetta del mostro]]'' (1955), la creatura viene rinchiusa in un acquario della [[Florida]], da dove riesce a fuggire, rapisce una ragazza ([[Lori Nelson]]) e con lei tenta la fuga verso il mare<ref name="DA"/>. Altri suoi successi di questo filone furono ''[[Tarantola (film)|Tarantola]]'' (1955), in cui la minaccia è rappresentata da un ragno ingigantito dalle radiazioni, ''[[Radiazioni BX: distruzione uomo]]'' (1957), tratto da [[Richard Matheson]], in cui un uomo cerca di sopravvivere dopo essere stato ridotto a dimensioni miniaturizzate<ref name="BE"/>, e ''[[I figli dello spazio]]'' (1958).
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Arnold si discostò più volte dal suo filone abituale per dirigere film di genere western come ''[[Duello a Bitter Ridge]]'' (1955), melodrammi a sfondo sociale come ''[[La tragedia del Rio Grande]]'' (1957) e ''[[Il vestito strappato]]'' (1957), commedie brillanti come il romantico ''[[La signora prende il volo]]'' (1957), ''[[Il ruggito del topo]]'' (1959), con [[Peter Sellers]] che interpreta tre ruoli diversi nella vicenda incentrata sul minuscolo e immaginario ducato di Ruritania, che diventa a sua insaputa una superpotenza nucleare, e ''[[Uno scapolo in paradiso]]'' (1961) con [[Bob Hope]]<ref name="DA"/>. Con il declino del filone di fantascienza alla fine degli anni cinquanta, anche la carriera di Arnold volse a opere di sempre minor impegno<ref name="DA"/>.
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==Filmografia==
==Filmografia==

Versione delle 19:41, 2 gen 2021

Jack Arnold (New Haven, 14 ottobre 1916Woodland Hills, 17 marzo 1992) è stato un regista cinematografico statunitense, tra i più popolari cineasti di film di fantascienza e horror degli anni cinquanta.

Biografia

Dopo gli studi all'Ohio State University[1], Arnold ottenne alcune parti da attore e si assicurò una solida posizione in ambito teatrale. Passato alla regia, nel 1950 diresse With These Hands, che si guadagnò una candidatura all'Oscar[2] e fu il primo di una serie di documentari che egli realizzò per l'esercito e l'industria[1]. Durante gli anni cinquanta fu maestro indiscusso del cinema di fantascienza e dell'horror, dirigendo pellicole incentrate su mondi popolati da rettili con sembianze umanoidi, creature provenienti da altri pianeti, ragni giganti e uomini in miniatura[2], soffermandosi sulle alienità, le diversità, sui mostri terrificanti che sconvolgono la quotidianità, causando influenze molteplici e più o meno durature sull'avvenire.

Fu tra i primi cineasti a definire le direttive di tutta una produzione pluridecennale di horror d'intrattenimento, realizzati con budget limitati e volti a suscitare le emozioni più immediate dello spettatore medio, fino ad esasperare gli aspetti sensazionalistici e spettacolari della violenza. In rapporto al suo tempo, Arnold s'inserisce in parte in quella serie di produzioni tipiche degli anni cinquanta per cui l'alieno e il diverso incarnano malignità e provocano sconvolgimenti sia interni (la possessione) che esterni, come la distruzione totale del pianeta o la conquista militare, temi presenti anche in opere come La guerra dei mondi (1953) di Byron Haskin, La cosa da un altro mondo di Christian Nyby e Howard Hawks o L'invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel; tuttavia, per Arnold è più difficile interpretare l'invasore marziano, o di quale altro pianeta o zona segreta della Terra si tratti, come una metafora del "pericolo" comunista, perché in lui entra in gioco un elemento nuovo per quei prodotti di cosiddetto cinema di "serie b": il punto di vista.

In Destinazione... Terra! (1953), tratto da Ray Bradbury, gli alieni sono sì dei mostri e dei cattivi, ma solo agli occhi dei terrestri, che li temono e non li capiscono, e li giudicano ostili, mentre in realtà essi sono dei naufraghi che tentano, con mezzi apparentemente malvagi, di riparare il proprio veicolo interstellare e ripartire verso casa. Al di là delle chiare caratteristiche di un cinema di serie B o da "drive-in", come venne definito, emergono nuovi terrori, dettati dall'incomprensione e dalla mancanza di comunicazione, dall'impossibilità di esistere e agire entro limiti analoghi per due specie tanto diverse e lontane fra loro.

Con Il mostro della laguna nera (1954), Arnold lanciò l'archetipo della creatura anomala, incarnazione dell'umana inquietudine[1], spianando la strada alla serie dei mostri horror che appassionerà generazioni di spettatori. Nel film, un gruppo di scienziati impegnati in una spedizione in Amazzonia deve fronteggiare una terrificante creatura coperta di squame, che minaccia l'unica donna del gruppo (Julie Adams)[2]. Nel sequel La vendetta del mostro (1955), la creatura viene rinchiusa in un acquario della Florida, da dove riesce a fuggire, rapisce una ragazza (Lori Nelson) e con lei tenta la fuga verso il mare[2]. Altri suoi successi di questo filone furono Tarantola (1955), in cui la minaccia è rappresentata da un ragno ingigantito dalle radiazioni, Radiazioni BX: distruzione uomo (1957), tratto da Richard Matheson, in cui un uomo cerca di sopravvivere dopo essere stato ridotto a dimensioni miniaturizzate[1], e I figli dello spazio (1958).

Arnold si discostò più volte dal suo filone abituale per dirigere film di genere western come Duello a Bitter Ridge (1955) e Tramonto di fuoco (1956), melodrammi a sfondo sociale come La tragedia del Rio Grande (1957) e Il vestito strappato (1957), commedie brillanti come il romantico La signora prende il volo (1957), Il ruggito del topo (1959), con Peter Sellers che interpreta tre ruoli diversi in una satira antimilitarista incentrata sul minuscolo e immaginario ducato di Ruritania, che diventa a sua insaputa una superpotenza nucleare, e Uno scapolo in paradiso (1961) con Bob Hope[2]. Con il declino del filone di fantascienza alla fine degli anni cinquanta, anche la carriera di Arnold volse a opere di sempre minor impegno[2].

Filmografia

Note

  1. ^ a b c d Le Garzantine - Cinema, Garzanti, 2000, pag. 26-27
  2. ^ a b c d e f Il cinema, grande storia illustrata, De Agostini, 1982, Vol. IV, pp. 72-73

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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