Silene latifolia alba

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Silene alba)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Silene bianca
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
Ordine Caryophyllales
Famiglia Caryophyllaceae
Tribù Sileneae
Genere Silene
Specie S. latifolia
Sottospecie S. latifolia alba
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Caryophyllidae
Ordine Caryophyllales
Famiglia Caryophyllaceae
Sottofamiglia Silenoideae
Genere Silene
Specie S. latifolia
Sottospecie S. latifolia alba
Nomenclatura trinomiale
Silene latifolia alba
(Mill.) Greuter & Burdet, 1982
Sinonimi

Lychnis alba
Mill., 1768
Lychnis dioica var. alba
(Mill.) O.F.Müll., 1767
Melandrium album
(Mill.) Garcke, 1858
Melandrium dioicum subsp. album
(Mill.) D.Löve, 1944
Silene alba
(Mill.) E.H.L.Krause in J.W.Sturm, 1901

Nomi comuni

Orecchiella
Boccon di pecora
Licnide bianca

La silene bianca (Silene latifolia subsp. alba (Mill.) Greuter & Burdet, 1982) è una piccola pianta (alta fino a 60 – 70 cm) bienne (o perenne), molto villosa e di aspetto erbaceo appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere (Silene) si riferisce alla forma del palloncino del fiore. Si racconta che Bacco avesse un compagno di nome Sileno con una gran pancia rotonda. Ma probabilmente questo nome è anche connesso con la parola greca “sialon” (= saliva); un riferimento alla sostanza bianca attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie del genere.
L'epiteto specifico (e quello comune = “alba/bianco”) si riferisce al candido colore bianco dei suoi petali.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta

La forma biologica della nostra pianta è emicriptofita scaposa (H scap) : pianta perennante per mezzo di gemme al suolo (emicriptofita), e con asse fiorale più o meno privo di foglie (scaposa).

Radici[modifica | modifica wikitesto]

La radice è fittonante. Ovvero ha una radice principale, dalla quale se ne diramano delle altre.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

Il fusto è ascendente, ramificato, viscoso – glanduloso e molto villoso.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono intere di forma lanceolata (quelle inferiori sono ellittico – spatolate), sessili, molto villose in disposizione opposta (a coppie). A volte, nello stesso nodo fogliare (nodo ascellare), è presente un fascetto di foglie più piccole. Dimensioni massima delle foglie: larghezza 5 cm; lunghezza 10 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è del tipo bipara ossia i fiori crescono da ambo i lati rispetto al fiore apicale (chiamata anche “dicasio”). I fiori sono solitari alla fine del peduncolo. Lunghezza del peduncolo: 3 cm.

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

Calice tubuloso con denti ottusi
Corolla a 5 petali bilobati (maschio)
Stami anneriti dalle clamidospore prodotte dal fungo Ustilago violacea Pers.

I fiori sono pentameri e dioici (unisessuali) : esistono quindi fiori maschili e fiori femminili. Si distinguono in quanto quelli femminili sono dotati di vistosi bianchi pistilli sporgenti (quelli maschili sono dotati di piccoli stami brunastri). Diametro massimo del fiore: 3 cm.

  • Calice: il calice è gamosepalo ed è rigonfio, di forma tubulosa e con denti terminali ottusi (lunghi meno della metà del tubo); il colore è bruno – rossastro ed è molto peloso. Delle piccole bratteole pelose sono presenti alla base del calice. Dimensione massime del calice femminile: larghezza 15 mm; lunghezza 30 mm. Quello maschile è più corto di 1/5 e più stretto.
  • Corolla: la corolla è formata da 5 petali liberi (dialipetali) con unghia, bianchi e bilobati per metà lunghezza. Lunghezza dell'unghia: 18 mm; dimensione del lembo spatolato: larghezza 8 mm, lunghezza 13 mm.
  • Androceo: gli stami sono 10. Nei fiori femminili di alcune sottospecie sono visibili degli stami atrofizzati (sterili) che però possono essere riprodotti per l'azione del fungo Ustilago violacea Pers. : le antere di questi, ricoperte di clamidospore, appaio nere e ingrossate.
  • Gineceo: gli stili sono 5 con gineceo supero tricarpellare e sincarpico.
  • Fioritura: da maggio a settembre.
  • Impollinazione: da farfalle crepuscolari, per cui i fiori si aprono alla sera.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono delle capsule piriformi – ovali con 10 denti, deiscenti nella parte alta con molti semi. Dimensione del frutto: 10 – 15 mm; lunghezza del carpoforo 3 mm.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

  • Geoelemento: il geoelemento è di provenienza eurasiatica (Paleotemp). È una pianta nativa dell'Europa, Asia occidentale e Nordafrica.
  • Distribuzione: in Italia è comune su tutto il territorio.
  • Habitat: nelle nostre zone la si può trovare sui detriti (ambienti ruderali) o negli incolti, ai margini delle strade e aree antropizzate (la nostra pianta è sinatropa e a volte è infestante nei campi e negli orti). Preferisce i terreni ricchi di sostanze azotate.
  • Distribuzione altitudinale: da 0 a 1300 m s.l.m..

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Ibridi[modifica | modifica wikitesto]

  • Silene × hampeana Meusel & K. Werner, 1976 (ibrido fra S. latifolia subsp. alba × S. dioica var. dioica)

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

  • Silene latifolia Poiret, 1789 : si differenzia dall'avere il calice con denti acuminati e i petali lievemente rosati. Questa pianta per alcuni autori è solo una variante in quanto si differenzia solamente per il fatto di essere perenne.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie se raccolte appena nate (prima della fioritura) sono eduli. Con esse si possono preparare minestre o saltate in padella con le uova. Questa pianta è una delle 27 erbe che servono a preparare la “minestrella”, antica zuppa dei poveri.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Silene latifolia subsp. alba, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 14 settembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Teresa della Beffa, Fiori di campo, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2002.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 709.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 252, ISBN 88-506-2449-2.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica