Sesleriinae

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Sesleriinae
Sesleria albicans
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Poeae
Sottotribù Sesleriinae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Poeae
Sottotribù Sesleriinae
Parl., 1845
Generi

Sesleriinae Parl., 1845 è una sottotribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia delle Poacee (ex Graminaceae) e sottofamiglia Pooideae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Sesleria Scop., 1760 il cui nome è stato dato in onore di Lionardo Sesler (? –1785) medico e botanico veneziano.[3]

Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dal botanico italiano Filippo Parlatore (Palermo, 8 agosto 1816 – Firenze, 9 settembre 1877) nella pubblicazione "Flora Palermitana ossia Descrizione delle Piante che Crescono Spontanee nella Valle di Palermo" (Fl. Palerm.: 127. Mar-Dec 1845) del 1845.[4][5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Sesleria heufleriana
Le foglie
Mibora minima
Infiorescenza
Echinaria capitata
I fiori
Oreochloa disticha
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questo gruppo è formato da piante annuali o perenni (cespitose) alte in genere non più di 40 cm (al massimo 60 o 70 cm). I rizomi sono brevi o assenti; gli stoloni sono presenti o assenti. I culmi sono eretti (o decombenti), robusti o snelli, generalmente senza rami laterali.[2][6][7][8][9][10][11]
  • Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto (tubolare per la maggior parte della lunghezza o aperta) e in genere è priva di auricole; i sciami fogliari sono fusi.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente da filiformi a lineari con margini cartilaginei. L'apice della foglia è mutico o pungente.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali (capitate), in genere sono ramificate e sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una pannocchia densa e unilaterale. Alla base delle infiorescenze spesso sono presenti due brattee o squame (rappresentano delle spighette sterili). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. In Echinaria le infiorescenze sono pungenti.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente con forme lanceolate-oblunghe, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono costituite da 2 a 5 fiori (un fiore in Mibora; fino a 7 in Oreochloa). Possono essere presenti dei fiori addizionali sterili (Echinaria e Oreochloa); in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. In queste piante è presente l'estensione della rachilla (assente in Mibora) e la disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sopra le glume e tra i fiori.
  • Glume: le glume, con forme lanceolate o ovate, persistenti e leggermente disuguali, sono più corte dei fiori (più lunghe in Mibora), ed hanno apici acuti o muticosi. La gluma inferiore può essere bicarenata. In Oreochloa le glume sono ialine.
  • Palea: la palea è un profillo con alcune venature (in Mibora è pubescente).
  • Lemma: il lemma, più o meno da lanceolato a ellittico e membranoso, a volte può essere pubescente; l'apice è intero o con 3 - 5 denti. In Echinaria è coriaceo e con 5 - 7 vene che si estendono oltre l'apice come lobi o punte. In Oreochloa il lemma è ialino.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule (assenti in Mibora), delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa sottotribù è prevalentemente europea/mediterranea (o Africa mediterranea e Asia temperata).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa sottotribù (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la sottotribù Sesleriinae è posizionata all'interno della sottofamiglia Pooideae.[2][6]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù Sesleriinae, più precisamente, è descritta all'interno della tribù Poeae R.Br., 1814 e quindi della supertribù Poodae L. Liu, 1980. La tribù Poeae (formata da diverse sottotribù suddivise in alcune supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae). La sottotribù Sesleriinae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Poeae" (definito "Poeae chloroplast groups 2 "[12])

All'interno della tribù, il gruppo Sesleriinae occupa una posizione "basale" in disposizione politomica insieme ad altre sottotribù (Airinae, Scolochloinae, Holcinae, Aristaveninae e Helictochloinae). Questa incertezza può essere spiegata in quanto le analisi sul DNA mostrano che questa sottotribù, insieme alla sottotribù Scolochloinae, ha una origine ibrida, creando quindi incertezze nella costruzione degli alberi filogenetici.[13]

Le seguenti sinapomorfie sono relative a tutta la sottofamiglia (Pooideae):[2]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Le sinapomorfie relative alla tribù Poeae sono:[2]

Per la sottotribù sono descritte le seguenti sinapomorfie:[2]

  • Echinaria: le infiorescenze sono capitate e spinose; il lemma ha una consistenza coriacea, con 5 - 7 vene che si estendono oltre l'apice come lobi o punte; la palea termina con due barbe;
  • Mibora: la palea è pubescente; le lodicule sono assenti;
  • Sesleria: alla base delle infiorescenze sono presenti due brattee o squame (interpretate generalmente come spighette sterili).

Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato[13] e semplificato, mostra una possibile struttura filogenetica della sottotribù.

Sesleria

Sesleriella sphaerocephala

Oreochloa

Mibora minima

Echinaria capitata

Generi della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 5 generi e 33 specie:[1][2]

Genere Specie Numeri cromosomici Distribuzione e habitat
Echinaria
Desf., 1799
Una specie:
Echinaria capitata (L.) Desf.
2n = 14 e 18 Mediterraneo e Medio Oriente
Mibora
Adans., 1763
2 2n = 14 Europa e Nord Africa
Oreochloa
Link, 1827
4 Europa
Sesleria
Scop., 1760
24 2n = 28 e 56 Europa
Sesleriella
Deyl., 1946
2

Nota: il genere Sesleriella da alcuni Autori è considerato sinonimo di Sesleria.[14]

Specie della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea della penisola italiana sono presenti i seguenti generi di questo gruppo (il numero delle specie può essere approssimativo):

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Soreng et al. 2017, pag.285.
  2. ^ a b c d e f g Kellogg 2015, pag. 250.
  3. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 266.
  4. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 10 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 ottobre 2019.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 ottobre 2019.
  12. ^ PeerJ 2018, pag. 22.
  13. ^ a b Tkach et al. 2019.
  14. ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/search?q=Sesleriella. URL consultato il 10 ottobre 2019.
  15. ^ Conti et al. 2005, pag. 88.
  16. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato l'11 ottobre 2019.
  17. ^ Conti et al. 2005, pag. 129.
  18. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato l'11 ottobre 2019.
  19. ^ Conti et al. 2005, pag. 137.
  20. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato l'11 ottobre 2019.
  21. ^ a b Conti et al. 2005, pag. 165.
  22. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato l'11 ottobre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]