Referendum sulla Repubblica Islamica iraniana del 1979

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Referendum sulla Repubblica islamica
«Nel nome dell'Onnipotente [Dio]
il Governo Provvisorio della Rivoluzione Islamica
Il Ministero dell'Interno
Voto elettorale per il referendum
Il cambio secolare del regime [monarchico] in repubblica islamica, la cui costituzione sarà approvata dalla nazione: sì o no?[1]
»
StatoBandiera dell'Iran Iran
Data30-31 marzo 1979[2]
Esito
  
99,31%
No
  
0,69%
Affluenza89%[3]

Il 30 e 31 marzo 1979 si tenne in Iran il referendum sulla creazione di una Repubblica islamica.

Anche se alcuni gruppi si opposero alla formulazione e alla scelta boicottando il referendum,[4] il testo fu approvato dal 98,2% dei cittadini aventi diritto al voto, secondo i risultati ufficiali.[3] Nessun gruppo si schierò per il no al referendum.[5]

Per includere i giovani iraniani che parteciparono alla rivoluzione, l’età per votare fu abbassata da 18 a 16 anni.[3]

In seguito all'esito positivo, la costituzione del 1906 venne dichiarata non valida; fu creata una nuova costituzione per il nuovo Stato islamico che fu ratificata da un altro referendum nel dicembre 1979.

Posizioni politiche dei partiti[modifica | modifica wikitesto]

Il quesito referendario in due parti, con il foglio verde che indica il "Sì" e il foglio rosso che indica il "No"[1]
Posizione Organizzazioni Note
Partito Islamico Repubblicano [4]
Fronte Nazionale [4][6]
Movimento di Liberazione [4][6]
Partito del Tudeh [4][6]
Organizzazione dei Mojahedin del Popolo [4]
Partito della Repubblica Popolare Musulmana [4]
Partito dei Lavoratori [7]
Partito d'Iran
Partito Paniranista
Partito Nazionale
Bocottaggio
Fronte Nazionale Democratico [4]
Organizzazione dei Guerriglieri Fedai del Popolo [8]
Guerriglie Fedai del Popolo [9]
Peykar
Partito Democratico del Kurdistan iraniano [10]
Partito Komala del Kurdistan iraniano [10]

Formulazioni alternative proposte[modifica | modifica wikitesto]

Quando le autorità si prepararono a redigere un nome per il futuro sistema politico, i partiti si appellarono a un referendum aperto per fornire una terza scelta, diversa da monarchia e repubblica islamica. Alcuni dei nomi suggeriti furono:

La risposta di Ruhollah Khomeini ai nomi proposti per il successivo regime fu contraria all'uso del termine "democratica":[11]

«Ciò che la nazione vuole è una “Repubblica islamica”, né una parola di più né una di meno. Non solo una Repubblica, non una Repubblica democratica, non una Repubblica islamica democratica. Non usate la parola “democratica” per descriverla. Questo è lo stile occidentale.»

Voto[modifica | modifica wikitesto]

Donna che esprime il suo voto

Il governo ad interim dell'Iran allo scopo di monitorare la votazione invitò una delegazione di quattro giuristi internazionali dell'Associazione internazionale degli avvocati democratici.[12] Secondo il Washington Post, nei seggi non c'erano cabine elettorali e le schede colorate potevano essere chiaramente viste dagli osservatori. Secondo le parole del capo delegazione, "questo non è il modo in cui facciamo le cose in Occidente e non soddisfa i nostri criteri di democrazia".[13] Sadegh Zibakalam descrive il referendum come “libero e giusto”.[14] Michael Axworthy afferma che nel referendum potevano esserci state alcune irregolarità, ma gli osservatori più equilibrati accettarono qualsiasi condizione poiché in quel momento tale quesito avrebbe sempre dato una maggioranza massiccia per lo stesso risultato".[15]

A livello nazionale si registrò un'enorme affluenza, ad eccezione della regione del Turkmen Sahra e del Kurdistan iraniano, dove il referendum non si svolse pienamente a causa dei conflitti armati in corso.[16]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Scelta Voti %
Per 20.147.855 99,3
Contro 140.996 0,7
Voti validi 20.288.851 100
Fonte: Nohlen et al[2]
Scelta Voti
Numero di elettori aventi diritto 20.857.391
Numero di elettori effettivi 20.440.108
Affluenza alle urne 98%
Fonte: Portale dati Scienze Sociali dell'Iran[17]

Risultati per Provincia[modifica | modifica wikitesto]

Provincia Voti Percentuale dei voti
No No
Azerbaigian Orientale 2,001,628 5,354 99.73% 0.27%
Azerbaigian Occidentale 640,323 5,547 99.14% 0.86%
Provincia di Esfahan 1,357,605 4,470 99.67% 0.33%
Provincia di Ilam 161,942 16 99.99% 0.01%
Provincia di Bakhtaran 612,830 6,159 99.00% 1.00%
Provincia di Province 200,023 333 99.83% 0.17%
Provincia di Tehran 3,462,449 72,980 97.94% 2.06%
Provincia di Chahar Mahal e Bakhtiari 210,936 885 99.58% 0.42%
Provincia del Khorasan 1,983,458 6,712 99.66% 0.34%
Provincia del Khūzestān 1,248,591 8,557 99.32% 0.68%
Provincia di Zanjan 765,786 875 99.89% 0.11%
Provincia di Semnan 185,674 424 99.77% 0.23%
Provincia di Sistan e Baluchistan 314,319 1,052 99.67% 0.33%
Provincia di Fars 1,224,821 5,281 99.57% 0.43%
Provincia del Kurdistan 318,360 2,570 99.20% 0.80%
Provincia di Kerman 651,011 1,507 99.77% 0.23%
Provincia di Kohgiluyeh e Buyer Ahmad 159,463 254 99.84% 0.16%
Provincia di Gilan 810,708 7,539 99.08% 0.92%
Provincia del Lorestan 643,216 821 99.87% 0.13%
Provincia di Mazandaran 1,205,501 3,871 99.68% 0.32%
Provincia di Markazi 771,189 1,052 99.86% 0.14%
Provincia di Hormozgan 252,791 3,842 98.50% 1.50%
Provincia di Hamadan 744,636 1,023 99.86% 0.14%
Provincia di Yazd 241,024 187 99.92% 0.08%
Estero 118,069 12,444 90.47% 9.53%
Total 20,286,353 153,755 99.25% 0.75%
Fonte: Ministero degli Interni[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Yvette Hovsepian-Bearce, The Political Ideology of Ayatollah Khamenei: Out of the Mouth of the Supreme Leader of Iran, Routledge, 3 luglio 2015, p. 13, ISBN 978-1-317-60581-2.
  2. ^ a b (EN) Dieter Nohlen, Florian Grotz e Christof Hartmann, Elections in Asia and the Pacific: a data handbook, Oxford university press, 2001, p. 68, ISBN 978-0-19-924958-9.
  3. ^ a b c (EN) Dilip Hiro, Holy Wars (Routledge Revivals): The Rise of Islamic Fundamentalism, Routledge, 5 novembre 2013, p. 169, ISBN 978-1-135-04831-0.
  4. ^ a b c d e f g h i j (EN) Parvin Paidar, Women and the political process in twentieth-century Iran, collana Cambridge Middle East studies, 1. paperback ed, Cambridge University Press, 1997, p. 226, ISBN 978-0-521-59572-8.
  5. ^ (EN) Houchang Esfandiar Chehabi, Modernist Shi'ism and Politics: The Liberation Movement of Iran (TXT), I/II, Yale University, 1986, p. 499.
  6. ^ a b c d e f (EN) Bahman Baktiari, Parliamentary politics in revolutionary Iran: the institutionalization of factional politics, Univ. Press of Florida, 1996, p. 55, ISBN 978-0-8130-1461-6.
  7. ^ (EN) Gholamali Haddad Adel, Mohammad Jafar Elmi e Hassan Taromi-Rad, Muslim Organisations in the Twentieth Century: Selected Entries from Encyclopaedia of the World of Islam, EWI Press, 31 agosto 2012, p. 209-215, ISBN 978-1-908433-09-1.
  8. ^ (EN) Dilip Hiro, Iran under the Ayatollahs (Routledge Revivals), Routledge, 5 settembre 2013, p. 128, ISBN 978-1-135-04381-0.
  9. ^ (EN) Maziar Behrooz, Rebels with a cause: the failure of the left in Iran, Tauris, 2000, p. 109, ISBN 978-1-86064-630-0.
  10. ^ a b (EN) David Romano, The Kurdish Nationalist Movement: Opportunity, Mobilization and Identity, Cambridge University Press, 2 marzo 2006, p. 236, ISBN 978-0-521-85041-4.
  11. ^ (EN) Manouchehr Ganji, Defying the Iranian revolution: from a minister to the Shah to a leader of resistance, Praeger, 2002, p. 77, ISBN 978-0-275-97187-8.
  12. ^ (FR) Albala, Nuri; Dossou, Robert; Dreyfus, Nicole; Youssoufi, Abderahmane (May 1979), Commission internationale d'enquete en Iran sur la preparation et le deroulement du referendum des 30 et 31 mars, la situation actuelle des droits de Phomme et la mise en place des nouvelles institutions, les crimes du regime Pahlavi, Association Internationale des Juristes Démocrates
  13. ^ (EN) Ronald Koven, Khomeini Decrees Islamic Republic After Vote in Iran, in Washington Post, 2 aprile 1979.
  14. ^ (EN) Sadegh Zibakalam, To Rule, or Not to Rule? An Alternative Look at the Political Life of Ayatollah Khomeini between 1960 and 1980, 1ª ed., Cambridge University Press, 10 febbraio 2014, pp. 256–274, DOI:10.1017/cbo9780511998485.014, ISBN 978-1-107-01267-7.
  15. ^ (EN) Michael Axworthy, Revolutionary Iran: A History of the Islamic Republic Second Edition, Penguin Books, Limited, 2019, pp. 373-374, ISBN 978-0-14-199033-0.
  16. ^ (EN) Gregory Jaynes; Special to The New York Times, Landslide Victory for Khomeini Reported in Voting, in The New York Times, 1º aprile 1979.
  17. ^ Referenda, su irandataportal.syr.edu, The Iran Social Science Data Portal, Princeton University.
  18. ^ (FA) نتایج همه‌پرسی نظام جمهوری اسلامی (PDF) [collegamento interrotto], su moi.ir.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]