Pomellato
Pomellato | |
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Stato | Italia |
Forma societaria | Società per Azioni |
Fondazione | 1967 a Milano |
Fondata da | Pino Rabolini |
Sede principale | Milano |
Gruppo | Kering S.A. |
Persone chiave | Pino Rabolini (Fondatore), Sabina Belli (A.D.), Vincenzo Castaldo (Creative Director) |
Prodotti | gioielleria |
Fatturato | € 212.594.528[1] (2022) |
Dipendenti | 467 (2023) |
Sito web | www.pomellato.com/ |
Pomellato è un'azienda orafa italiana fondata da Pino Rabolini nel 1967, fra i primi cinque produttori europei di gioielli in termini di fatturato[2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Pomellato esordisce nel 1967 introducendo il concetto di gioielli prêt-à-porter. L'azienda si caratterizza negli anni '90 per l'utilizzo delle “pietre di colore”.
Da ottobre 2009 Andrea Morante è il nuovo Amministratore Delegato del Gruppo e azionista di minoranza della RA.MO, la Holding della famiglia Rabolini che controlla i marchi Pomellato e Dodo.
Nell'aprile 2013 l'azienda diventa controllata dalla holding Kering, che conferma come amministratore delegato Andrea Morante[3].
A Dicembre 2015 Sabina Belli è stata nominata nuova amministratrice delegata.[4]
Collezioni
[modifica | modifica wikitesto]Nudo, Fantina, Iconica, Capri, Sabbia, M'Ama Non M'Ama, Victoria, Tango.
L'espansione internazionale
[modifica | modifica wikitesto]Pomellato ha più di trenta Boutique nel mondo situate a Milano, Parigi, Madrid, Capri, Montecarlo, Taipei, Venezia, Roma, Singapore, Mosca, Düsseldorf, Verona, Firenze, Anversa, Dubai, New York, Torino, Kuwait, Londra, Miami, Monaco di Baviera, Jedda, Amburgo, Chicago, Pechino, Tokyo, Beirut e Zurigo.
Dodo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1995 Pomellato lancia un secondo brand, Dodo, con il quale instaura una collaborazione con WWF Italia[5]. Dal 2002 Dodo è diventato un marchio autonomo, con una propria struttura di vendita. Il marchio è stato venduto a Kering (ex PPR) nell'aprile 2013[6].
Comunicazione
[modifica | modifica wikitesto]Le campagne anni '60 vengono affidate a Franco Scheichenbauer. Dal 1971 risale la collaborazione con il maestro della fotografia in bianco e nero, Gian Paolo Barbieri. Per le campagne dal 1982 al 1984 Pomellato si affida al fotografo Helmut Newton. Dal 1988 al 1989 ritorna Gian Paolo Barbieri, autore non solo delle campagne di advertising classico ma anche di progetti di più ampio respiro come il libro Le mappe del desiderio del 1989, e il più recente Innatural del 2004 in cui i gioielli sono fotografati immersi in atmosfere tropicali. Gli anni '90 vedono l'avvicendamento dei fotografi Alistair Taylor Young, Lord Snowdon e Javier Vallhonrat. Nel 2001 Pomellato abbandona la fotografia in bianco e nero e sceglie il colore attraverso la firma di Michel Comte. Dopo Paolo Roversi, autore della campagna 2010, il 2011 vede il ritorno di Javier Vallhonrat che ritrae la testimonial di Pomellato, Tilda Swinton, nella campagna della griffe. Da febbraio 2015 Salma Hayek è la testimonial della firma, e dal 2018 lo è anche Chiara Ferragni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ ufficio camerale
- ^ Bain&Company “The Luxury Goods Market”, 2009
- ^ Pomellato ceduta ai francesi. Parigi acquisisce un altro gioiello italiano - Il Fatto Quotidiano
- ^ Pomellato, lascia Morante, su Corriere della Sera. URL consultato il 20 aprile 2016.
- ^ WWF Italia - Titolo Archiviato il 17 marzo 2012 in Internet Archive.
- ^ Dodo | I marchi del lusso non più italiano - Yahoo Finanza Italia
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pomellato
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su pomellato.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 771157040161067040001 |
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