Physalis alkekengi
Alkekengi | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Solanales |
Famiglia | Solanaceae |
Genere | Physalis |
Specie | P. alkekengi |
Nomenclatura binomiale | |
Physalis alkekengi L. |
L'alkekengi o alchechengi o alchechengio (Physalis alkekengi L.) o Frutto di Kenjo è una pianta perenne che produce bacche commestibili; appartiene, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae.
Generalità[modifica | modifica wikitesto]
L'alchechengi ha origini in Asia, a differenza delle altre specie dello stesso genere che sono originarie dell'America. Date le sue proprietà medicinali è coltivata fin dall'antichità.
È un'erbacea perenne e si riconosce facilmente per i calici che avvolgono la bacca, simili a piccole lanterne arancioni. Al tatto il calice ha consistenza quasi cartacea e spesso è poroso. Ci si aspetta un petalo ma se si cerca di spezzarlo è molto più tenace e resistente. Nonostante questo si apre facilmente a mani nude.
Non è da confondere con il Physalis peruvianus (chiamato anche Cape gooseberry) che è della stessa forma e struttura ma beige o con la Physalis ixocarpa che produce una bacca molto più grossa, verde o porpora, sempre simile a un pomodoro ma rivestita da un calice verde o porpora con forma simile all'alkekengi.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Si coltiva facilmente, dà origine ad un rizoma strisciante interrato molto profondamente: in questo modo è permessa la propagazione e la rivegetazione conseguente alla stasi invernale.
Fiore[modifica | modifica wikitesto]
Bianco, piccolo e a forma di campanella, spunta all'ascella delle foglie; tipici i calici arancioni di consistenza simile alla carta. Fioritura estiva (da luglio ad agosto).
Foglia[modifica | modifica wikitesto]
È verde chiara e ovale, di una lunghezza tra i 5 e gli 8 cm. Quando i frutti maturano lascia la sua sede. Le foglie e il rizoma sono velenosi perché contengono solanina che provoca mal di testa, vomito, nausea e diarrea che compaiono entro 2-24 ore. L'unico sintomo che dura più di 24 ore è la diarrea che può manifestarsi per più giorni.
Fusto[modifica | modifica wikitesto]
Può arrivare fino a 1m di altezza, è eretto, ramificato, subglabro ed angoloso.
Terreno[modifica | modifica wikitesto]

Secco. Non è di grande importanza la sua composizione. L'habitat ideale è in boschi umidi o in siepi fino a 1000 m s.l.m.
Esposizione[modifica | modifica wikitesto]
La crescita della pianta è favorita dall'esposizione non diretta ai raggi solari.
Costituenti chimici[modifica | modifica wikitesto]
Come molte altre specie del genere Physalis, contiene una grande varietà di fisaline.[1][2][3] Se isolati dalla pianta, questi svolgono attività antibatterica[4] e leishmanicida[5][6] in vitro.
Contiene anche caffeato di etile, 25,27-deidro-fisalina L, fisalina D e cuneataside E.[7]
Usi[modifica | modifica wikitesto]
Secondo l'uso popolare, possiede molte proprietà terapeutiche tra le quali spiccano azioni contro i calcoli renali e vescicali, come forte diuretico e inoltre anche come integratore di vitamina C.[8][9] I calici di colore arancione acceso tendente al rosso che avvolgono le bacche di questa specie rendono la pianta adatta a fini decorativi.
Bacche[modifica | modifica wikitesto]
Unica parte commestibile della pianta. In genere sono mature a settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia, mentre il gusto ricorda quello del lampone o quello del pomodoro. Dalle bacche si può ricavare un'ottima marmellata. Si possono mangiare da sole o aggiunte alle insalate. Se seccate leggermente si possono mettere sott'aceto o in salamoia. Contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. In erboristeria si usava per le malattie in cui c'era bisogno di un'azione diuretica marcata. Vengono preparate candite o ricoperte di cioccolato fondente.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Matsuura, T, Kawai, M, Makashima, R e Butsugan, Y, Structures of physalin A and physalin B, 13,14-seco-16,24-cyclo-steroids from Physalis alkekengi var. Francheti., in Journal of the Chemical Society, Perkin Transactions 1, vol. 5, n. 5, 1970, pp. 664–70, DOI:10.1039/j39700000664, ISSN 0300-922X , PMID 5461642.
- ^ Qiu, L, Zhao, F, Jiang, Zh, Chen, Lx, Zhao, Q, Liu, Hx, Yao, Xs e Qiu, F, Steroids and flavonoids from Physalis alkekengi var. franchetii and their inhibitory effects on nitric oxide production., in Journal of Natural Products, vol. 71, n. 4, Apr 2008, pp. 642–6, DOI:10.1021/np700713r, PMID 18348534.
- ^ Kawai, M, Yamamoto, T, Makino, B, Yamamura, H, Araki, S, Butsugan, Y e Saito, K, The structure of physalin T from Physalis alkekengi var. franchetti., in Journal of Asian Natural Products Research, vol. 3, n. 3, 2001, pp. 199–205, DOI:10.1080/10286020108041391, ISSN 1028-6020 , PMID 11491395.
- ^ M.T.G. Silva, S.M. Simas, T.G. Batista, P. Cardarelli e T.C.B. Tomassini, Studies on antimicrobial activity, in vitro, of Physalis angulata L. (Solanaceae) fraction and physalin B bringing out the importance of assay determination, in Memórias do Instituto Oswaldo Cruz, vol. 100, n. 7, 2005, pp. 779–82, DOI:10.1590/s0074-02762005000700018, PMID 16410969.
- ^ leishmanicidal (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2010).
- ^ Choudhary M.I., Yousaf S., Ahmed S., Samreen, Yasmeen K., Atta-ur-Rahmang, Antileishmanial physalins from Physalis minima, Chemistry and Biodiversity, 2005 2:9 (1164-1173).
- ^ YUAN Ye, XU Nan, BU Xian-kun, ZHAN Hong-li, ZHANG Meng-meng, Chemical constituents of Physalis alkekengivar. franchetii (Ⅱ), "Chinese Traditional and Herbal Drugs" [1] Archiviato il 19 marzo 2022 in Internet Archive. (Liaoning University of Traditional Chinese Medicine, Dalian 116600, China).
- ^ Curarsi con le Erbe e le Piante.
- ^ Alchechengi - Erboristeria - Fitoterapia.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Chinese lantern, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | NDL (EN, JA) 00927976 |
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