Ottavio Corsini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ottavio Corsini
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato12 agosto 1588 a Firenze
Nominato arcivescovo17 marzo 1621 da papa Gregorio XV
Consacrato arcivescovo21 marzo 1621 dal cardinale Ottavio Bandini
Deceduto30 luglio 1641 (52 anni) a Roma
 

Ottavio Corsini o Ottaviano (Firenze, 12 agosto 1588Roma, 30 luglio 1641) è stato un arcivescovo cattolico e letterato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Firenze nel 1588, Ottavio era figlio di Lorenzo di Bernardo e di Marietta Rinuccini. Si laureò in diritto nel 1606 all'Università di Ingolstadt, dopo gli studi umanistici.

Si trasferì a Roma col fratello Filippo, dove iniziò la sua carriera ecclesiastica con l'appoggio della famiglia Barberini: Fu nominato da papa Paolo V chierico della Camera apostolica. A Roma frequentò gli ambienti letterari, partecipando all'incontro con Galileo Galilei assieme all'arcivescovo Piero Dini. Fece parte dell'Accademia della Crusca.[1]

Grazie all'appoggio del cardinale Maffeo Barberini (futuro Urbano VIII), venne nominato nunzio apostolico in Francia,[1] presso la corte di Luigi XIII nel 1621, contestualmente alla nomina ad arcivescovo titolare di Tarso. Fu consacrato dal cardinale Ottavio Bandini, coadiuvato dall'arcivescovo Volpiano Volpi e dal vescovo Innocenzo Massimo. Durante la sua nunziatura riuscì a far riprendere al re le campagne di allontanamento degli ugonotti, accontentando la Santa Sede e scongiurando un intervento francese nella Valtellina.[1] Si oppose fermamente alla nomina cardinalizia di Armand-Jean du Plessis de Richelieu.[1]

Ritornato a Roma, dopo aver svolto alcuni funzioni temporanee, fu nominato presidente di Romagna nel 1625 per volere di Carlo Barberini. Nel 1632 assieme a Fabio Chigi (futuro Alessandro VII) fu invitato con una commissione pontificia per salvaguardare i confini del Polesine, a causa di una disputa la Repubblica di Venezia che voleva impadronirsi del porto di Goro. Si recò dunque a Ferrara e a Comacchio e si dimise dall'incarico per problemi di salute, rimanendo nel gennaio del 1633, a Ravenna.[1]

Morì a Roma il 30 luglio 1641 e fu sepolto nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e DBI.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Governatore pontificio di Civitavecchia Successore
Girolamo Vidoni 12 gennaio 1614 - 17 febbraio 1616 Girolamo Vidoni
Predecessore Arcivescovo titolare di Tarso Successore
Henri Boyvin de Péricard 17 marzo 1621 - 30 luglio 1641 Carlo Rossetti
Predecessore Nunzio apostolico in Francia Successore
Guido Bentivoglio 25 febbraio 1621 - 30 dicembre 1623 Bernardino Spada
Predecessore Vice-legato pontificio di Avignone Successore
Guillaume du Nozet dicembre 1622 Bartolomeo Guidotti
(poi Cosimo Bardi)
Predecessore Presidente della Legazione di Romagna Successore
Giovanni Benini 25 giugno 1625 - 4 giugno 1636 Emilio Altieri
Controllo di autoritàVIAF (EN69044296 · ISNI (EN0000 0000 5959 8415 · CERL cnp01936443 · LCCN (ENno2009079441 · GND (DE188440321 · BNF (FRcb125497487 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2009079441