Organizzazione dell'Energia Atomica dell'Iran
Organizzazione dell'Energia Atomica dell'Iran | |
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(irn) سازمان انرژی اتمی ("Sazman-e Energy-e Atomi") | |
Fondazione | 1974 |
Sede centrale | Tehran |
Direttore | Mohammad Eslami |
Lingua ufficiale | persiano |
Sito web | |
L'Organizzazione dell'Energia Atomica dell'Iran (OEAI, in persiano سازمان انرژی اتمی, trasl. Sazman-e Energy-e Atomi) è l'agenzia governativa del governo iraniano responsabile del settore dell'energia nucleare in Iran.[1] Fondata nel 1974, ha la propria sede a Tehran. Fa parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fondata nel 1974 dallo scià Mohammad Reza Pahlavi, prendendo all'epoca accordi con gli Stati Uniti e con diversi paesi europei, essa ebbe il suo programma di costruzione di centrali nucleari frenato sia dalla rivoluzione iraniana del 1979-1980, sia dalla guerra Iran-Iraq degli anni '80.
Il programma nucleare riprese nel 1995, con un accordo con la Russia, riguardante anzitutto l'ultimazione della prima centrale nucleare a Bushehr.[2]
Persone chiave dell'agenzia sono state Reza Amrollahi (direttore dal 1981 al 1997) e Gholam Reza Aghazadeh (direttore dal 1997 al 2009).
Anni recenti
[modifica | modifica wikitesto]A seguito dell'ultimazione e dell'entrata in servizio del primo reattore operativo, gli Stati Uniti hanno cercato di regolare la produzione nucleare dell'Iran, giungendo all'accordo sul nucleare nel 2015. Nel maggio 2018 gli Stati Uniti decidono unilateralmente di ritirarsi dall'accordo e imporre pesantissime sanzioni economiche contro l'Iran[3], nonostante quest'ultimo non avesse mai violato l'accordo[4], spingendo di conseguenza l'Iran stesso a riprendere alla massima velocità il programma nucleare, incluso l'arricchimento dell'uranio senza limiti.[5]
Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Divisioni
[modifica | modifica wikitesto]- Nuclear Fuel Production Division (NFPD)
- Nuclear Power Plant Division (NPPD)
- Engineering and Technical Supervision Department (ETSD)
- Research Division
- International Affairs Department (IAD)
Siti nucleari
[modifica | modifica wikitesto]Reattori e centrali nucleari operative
[modifica | modifica wikitesto]- Centrale nucleare di Bushehr - reattore 1 (tipo VVER1000, attivo dal luglio 2012)[6][7]
Reattori e centrali nucleari in costruzione
[modifica | modifica wikitesto]- Centrale nucleare di Bushehr - reattore 2 (tipo VVER1000, costruzione iniziata nel settembre 2019, produzione commerciale prevista per il 2026)[8][9][10]
- Centrale nucleare di Bushehr - reattore 3 (tipo VVER1000, costruzione iniziata nel gennaio 2021, produzione commerciale prevista per il 2027)[11]
Reattori e centrali pianificati
[modifica | modifica wikitesto]Sono stati pianificati altri reattori aggiuntivi per il futuro.
Impianti di supporto
[modifica | modifica wikitesto]- Impianto di conversione di ossido di uranio (il cosiddetto yellowcake) in esafluoruro di uranio (UF6, il gas di uranio impiegato per arricchire l'uranio nelle centrifughe nucleari) a Isfahan[12].
- Impianto che ospita 6.000 centrifughe, a Natanz.[12]
Reattori nucleari a scopo di ricerca
[modifica | modifica wikitesto]Sono operativi tre reattori nucleari a scopi scientifici a Esfahan e uno nella capitale.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) S. R. Rafiee, E. Eftekhari-Zadeh e Y. Gholami, A review on the status and future trends of radiation processing in Iran, in Journal of Radiation Research and Applied Sciences, vol. 10, n. 4, 1º ottobre 2017, pp. 331–337, DOI:10.1016/j.jrras.2017.08.004. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ Bushehr, una storia lunga 35 anni - Mondo - ANSA.it, su www.ansa.it. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ (EN) Mark Landler, Trump Abandons Iran Nuclear Deal He Long Scorned, in The New York Times, 8 maggio 2018. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ (EN) IAEA Director General's Introductory Remarks at Press Conference, su www.iaea.org, 5 marzo 2018. URL consultato il 19 giugno 2024.
- ^ ZEIT ONLINE | Lesen Sie zeit.de mit Werbung oder im PUR-Abo. Sie haben die Wahl., su www.zeit.de. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ World Nuclear Association - World Nuclear News, su www.world-nuclear-news.org. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ Iran's first nuclear power plant to get official launch - CNN, su archive.is, 15 febbraio 2013. URL consultato il 6 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2013).
- ^ Iran and Russia celebrate start of Bushehr II - World Nuclear News, su www.world-nuclear-news.org. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ Iran starts building unit 2 of Bushehr plant, su web.archive.org, 18 marzo 2017. URL consultato il 6 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2017).
- ^ Concrete poured for Bushehr unit 2 : New Nuclear - World Nuclear News, su www.world-nuclear-news.org. URL consultato il 6 settembre 2022.
- ^ Power Reactor Details - BUSHEHR 3, su web.archive.org, 4 giugno 2011. URL consultato il 6 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
- ^ a b La mappa dei siti nucleari, in Ansa, 27 novembre 2010. URL consultato il 27 novembre 2010.
- ^ Welcome to Research Reactor Database (RRDB), su nucleus.iaea.org. URL consultato il 6 settembre 2022.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Organizzazione dell'Energia Atomica dell'Iran
Collegamenti esterni
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 145741038 · ISNI (EN) 0000 0004 0611 7306 · LCCN (EN) no99026961 · J9U (EN, HE) 987010649141505171 |
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