Ophiophagus hannah

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Cobra reale
Ophiophagus hannah
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Reptilia
Sottoclasse Diapsida
Infraclasse Lepidosauromorpha
Superordine Lepidosauria
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Infraordine Caenophidia
Superfamiglia Elapoidea
Famiglia Elapidae
Sottofamiglia Elapinae
Genere Ophiophagus
Günther, 1864
Specie O. hannah
Nomenclatura binomiale
Ophiophagus hannah
Cantor, 1836
Sinonimi
Areale

Il cobra reale (Ophiophagus hannah Cantor, 1836) è il serpente velenoso più lungo del mondo. Dotato di un veleno tanto potente da uccidere un elefante indiano adulto con un solo morso[2], è diffuso nel nord dell'India, nel sud della Cina, in Malaysia, nelle Filippine e in buona parte del Sud-est asiatico, comprese alcune isole, dove può vivere anche ad altitudini superiori ai 2000 m.[3][4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È un serpente facilmente riconoscibile per via della presenza di due squame post-occipitali nella parte posteriore della testa. Il colore della pelle è variabile e negli esemplari adulti va dal giallo al verde, dal marrone al nero. I giovani sono più scuri e a volte anche neri. In genere presentano strisce trasversali di colore più chiaro sul dorso, mentre la zona ventrale chiara può presentare strisce trasversali più scure. Di solito sono lunghi circa 3 m, ma esistono esemplari che raggiungono e superano i 5 m. Il peso, per gli esemplari più lunghi, può superare i 10–12 kg. Le zanne velenifere non sono eccezionalmente lunghe se paragonate alla taglia del rettile, raggiungendo raramente i 1 cm di altezza e 5-6 mm di larghezza.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Questo serpente vive in media 20 anni, abitualmente nelle foreste tropicali e nei mangroveti, in prossimità di corsi d'acqua e in zone umide, dal momento che è un esperto nuotatore. Il suo habitat negli ultimi anni è stato distrutto dagli uomini, tanto che oggi il cobra reale rischia l'estinzione. Si spinge anche in aree coltivate, dove può creare problemi ai contadini a causa del pericoloso veleno, il quale non è potente di per sé, ma per la grandissima quantità iniettata in un singolo morso pari a 7 ml.

Anche se in genere cerca di evitare il confronto, quando il cobra reale si sente minacciato e vuole allontanare i possibili predatori dal territorio, inizia a sibilare rumorosamente, solleva la parte anteriore del corpo ed estende le nervature del collo, aprendo così il famoso cappuccio tipico dei cobra, in modo da assumere un aspetto minaccioso. Inoltre sibila rumorosamente e mostra una sola zanna. Con la testa sollevata ad oltre un metro da terra, è in grado di inseguire l'intruso a una certa velocità e per tratti piuttosto lunghi in modo da allontanarlo dalle vicinanze della nidiata. Questo grande serpente, a differenza della maggior parte dei suoi simili che è attiva prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne, è tipicamente diurno.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

La sua alimentazione si basa soprattutto su animali pecilotermi (vale a dire a sangue freddo), in special modo altri serpenti. Le sue notevoli dimensioni gli permettono di catturare gran parte degli ofidi con i quali condivide l'habitat, dai serpenti che si cibano di roditori ai grandi pitoni che possono superare i 3 m di lunghezza. Il veleno del cobra è abbastanza potente da ucciderli prima di passare all'ingestione, che avviene sempre a partire dalla testa in modo che le squame della preda non feriscano l'apparato digerente e risulti più facile ingoiarla. Se necessario, pratica il cannibalismo. Proprio questa tendenza a cibarsi di altri serpenti gli ha valso il nome scientifico di Ophiophagus, che in greco significa «mangiatore di serpenti».

I serpenti che costituiscono la dieta abituale del cobra reale hanno sviluppato particolari strategie difensive. Visto che il cobra si muove a forte velocità, la fuga non è sufficiente e molto spesso questi serpenti restano immobili con la testa nascosta sotto il proprio corpo, in modo tale che il cobra non possa morderne questa parte, da cui di solito inizia l'ingestione.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Cobra reale con il tipico "cappuccio" aperto

Il cobra reale è oviparo e la sua stagione riproduttiva va da gennaio ad aprile, periodo in cui questi ofidi vivono in coppia per proteggere, in modo estremamente aggressivo, prima le uova e poi i piccoli. Le femmine costruiscono, caso unico fra tutti i serpenti, un nido di foglie e rami schiacciati nel quale depongono da 20 a 40 uova[5].

La decomposizione della vegetazione fornisce il calore necessario per l'incubazione durante la primavera e l'estate, periodo in cui la femmina resta sempre molto vicina alla nidiata e sviluppa un comportamento particolarmente aggressivo nei confronti di predatori e fonti di disturbo. Neppure il maschio abbandona la zona. I piccoli nascono in autunno e sono subito in grado di provvedere a se stessi, tant'è vero che, al momento della schiusa delle uova, la madre si allontana per evitare di mangiare i piccoli.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono stati riportati i seguenti sinonimi:[3]

  • Dendraspis bungarus Fitzinger, 1843
  • Dendraspis hannah borneensis Deraniyagala, 1960
  • Dendraspis hannah brunnea Deraniyagala, 1961
  • Dendraspis hannah bungarus Deraniyagala, 1960
  • Dendraspis hannah elaps Deraniyagala, 1960
  • Dendraspis hannah hannah Deraniyagala, 1960
  • Dendraspis hannah nordicus Deraniyagala, 1961
  • Dendraspis hannah sinensis Deraniyagala, 1960
  • Dendraspis hannah vittata Deraniyagala, 1960
  • Hamadryas elaps Günther, 1858
  • Hamadryas hannah Cantor, 1836
  • Hamadryas ophiophagus Cantor, 1838
  • Naia bungarus Wall, 1908
  • Naja bungarus Schlegel, 1837
  • Naja hannah Smith, 1943
  • Naja hannah Taylor, 1922
  • Naja hannah Tweedie, 1954
  • Naja ingens Van Hasselt, 1882
  • Naja vittata Elliott, 1840
  • Ophiophagus elaps Günther, 1864
  • Ophiophagus hannah Bogert, 1945
  • Ophiophagus hannah Welch, 1994
  • Ophiophagus hannah Manthey & Grossmann, 1997
  • Ophiophagus hannah Cox et al., 1998
  • Ophiophagus hannah Sang et al., 2009

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Non sono state riconosciute sottospecie.[3]

I cobra reali nella cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il cobra reale occupa un posto importante nella cultura del sud est asiatico. In alcuni villaggi della Birmania si pratica il bacio del cobra: consiste nel provare a baciare un cobra, offrendogli prima una scodella di latte e poi provare con le labbra a sfiorare la testa del serpente. Ovviamente si verificano molti incidenti[5].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stuart, B., Wogan, G., Grismer, L., Auliya, M., Inger, R.F., Lilley, R., Chan-Ard, T., Thy, N., Nguyen, T.Q., Srinivasulu, C. & Jelić, D., 2012, Ophiophagus hannah, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Cobra Reale (Ophiuphagus hannah), su latelanera.com, 3 maggio 2011. URL consultato il 17 dicembre 2019.
  3. ^ a b c Ophiophagus hannah, su The Reptile Database. URL consultato il 6 agosto 2013.
  4. ^ Itis
  5. ^ a b Cesare Conci Angelo Solmi, Il mondo degli animali, Vol 9, Italia, Milano, Rizzoli Larousse, 1975.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bhaisare, D., Ramanuj, V., Shankar, P.G., Vittala, M., Goode, M. and Whitaker, R., Observations on a Wild King Cobra (Ophiophagus hannah), with emphasis on foraging and diet, in IRCF Reptiles & Amphibians, vol. 17, n. 2, 2010, pp. 95-102.
  • Burnie, D., Grande enciclopedia per ragazzi (animali), Vol. 1, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 0-19-566099-4.
  • Daniel, J.C., The Book of Indian Reptiles and Amphibians, Oxford, Oxford University Press - Bombay Natural History Society, 2002.
  • Das, A., Nair, M.V., Firoz Ahmed, M. & Sharma, P.K., Distribution of King Cobra (Ophiophagus hannah) in northwestern India with new altitudinal record and notes on its habitat, in Tigerpaper, vol. 35, n. 4, 2008, pp. 1-6.
  • Das, I., A Photographic Guide to Snakes and Other Reptiles of India, Londra, New Holland Publishers, 2002.
  • David, P., Vogel, G., The Snakes of Sumatra: an annotated checklist and key with natural history notes, Edition Chimaira, 1996.
  • De Haas, C.P.J., Checklist of the snakes of the Indo-Australian Archipelago (Reptilia: Ophidia), in Treubia, vol. 20, 1950, pp. 511-625.
  • O'Shea, M., Venomous Snakes of the World, Londra, New Holland Publishers, 2005.
  • Schleich, H.H. and Kästle, W. (eds), Amphibians and Reptiles of Nepal., Ruggell, A.R.G. Ganter Verlag Kommanditgesellschaft, FL 9491, 2002.
  • Sharma, R.C., Handbook - Indian Snakes, Calcutta, Zoological Survey of India, 2003.
  • Smith, M.A., The Fauna of British India, Ceylon and Burma, including the whole of the Indo-Chinese region, Vol. III. Serpentes, Londra, Taylor and Francis, 1943.
  • Sodhi, N. S., Koh, L.P., Clements, R., Wanger, T.C., Hill, J.K., Hamer, K.C., Clough, Y., Tscharntke, T., Posa, M.R.C. & Ming Lee , T., Conserving Southeast Asian forest biodiversity in human-modified landscapes, Biological Conservation, 2010, DOI:10.1016/j.biocon.2009.12.029.
  • Sodhi, N.S., Lee, T.M., Koh, L.P. and Brook, B.W., A meta-analysis of the impact of anthropogenic forest disturbance on Southeast Asias biotas, in Biotropica, vol. 41, 2009, pp. 103-109.
  • Angelo Solmi, Cesare Conci, Il mondo degli animali, Vol 9, Milano, Rizzoli Larousse, 1975.
  • Somaweera, R. and Somaweera, N., Serpents in jars: the snake wine industry in Vietnam, in Journal of Threatened Taxa, vol. 2, n. 11, 2010, pp. 1251-1260.
  • Wang, S. and Xie, Y. (eds.), China Species Red List Vol. II - Vertebrates Part 2, Pechino, Biodiversity Working Group of China Council for International Cooperation on Environment and Development, 2009.
  • Whitaker, R. and Captain, A., Snakes of India. The Field Guide, India, Draco Books, 2004.
  • Zhao, E., China Red Data Book of Endangered Animals: Amphibia and Reptilia, Pechino, Science Press, 1998.
  • Zhao, E. and Adler, K., Herpetology of China, Society for the study of Amphibians and Reptiles, 1993.
  • Zhou, Z. and Jaing, Z., International trade status and crisis for snake species in China, in Conservation Biology, vol. 18, 2004, pp. 1386-1394..

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) King Cobra, su animals.nationalgeographic.com.
  • (EN) Itis, su itis.gov.
Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007543424305171