Narasiṃha
Narasiṃha (devanāgarī: नरसिंह; "uomo-leone") è un avatara della divinità indù Visnù.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Le caratteristiche e le vicende inerenti all'avatara Narasiṃha sono narrate in particolar modo nei Viṣṇu Purāṇa (I, 17-22), Agni Purāṇa (IV), Brahmā Purāṇa (189), Liṅga Purāṇa (I, 95-96), Padma Purāṇa (VI, 265), Bhāgavata Purāṇa (VII, 8-10); anche se una prima menzione della divina incarnazione dell'uomo-leone la si riscontra nel più antico Taittirīya Āraṇyaka (ad es. in X, 1, 7) e nel Mahābhārata (III, 273).
Mito
[modifica | modifica wikitesto]Quando il devoto di Visnù, Prahlāda, venne perseguitato dal proprio padre, il demone Hiraṇyākaśipu, il quale, grazie a una concessione di Brahmā, era invulnerabile alle aggressioni da parte di dèi, uomini e animali e non poteva essere ucciso né di giorno né di notte, né all'interno della sua dimora né fuori, Visnù prese la forma di "uomo-leone" (quindi né dio, né uomo, né animale) apparendo al crepuscolo[1] (quindi né di giorno, né di notte), uscendo da una colonna (quindi né fuori, né dentro il suo palazzo), sventrando e divorando il demone.
Simbolismo
[modifica | modifica wikitesto]- L'apparizione di Narasiṃha indica quindi l'onnipresenza e la protezione che Dio dà ai suoi devoti[2].
- La devozione di Prahlāda indica come la fede non sia un attributo ereditario, ma una scelta: il giovane è un asura, e ciò nonostante manifesta una grande bhakti.
Culto
[modifica | modifica wikitesto]L'uccisione di Hiraṇyākaśipu con le sembianze di Narasiṃha è una delle gesta più famose di Visnù, e nel sistema di festività indù è celebrato nella Holi, una delle quattro più importanti feste dell'India, e il culto è perciò esteso all'intera nazione. Nell'arte del Sud dell'India, l'incarnazione di Visnù come Narasiṃha è un tema molto frequente in sculture, bronzi e dipinti, e tra gli avatara è secondo solo a Rāma e Kṛṣṇa.
I luoghi di pellegrinaggio associati a Narasiṃha sono quelli in cui la storia avrebbe avuto luogo:
- Ahobilam
- Antarvedhi
- Kadiri
- Simhachalam
- Yadagirigutta
- Mangalagiri
- Namakkal
- Melkote
- Devarayana Durga
- Savana Durga
- Chintalvadi
- Ghatikachala (oggi Sholingur, da Chola singa oor)
- Saligrama
I primi sei si trovano nell'odierno Andhra Pradesh in India; Namakkal, Ghatikachala e Chintalvadi nel Tamil Nadu; Devarayana Durga, Savana Durga, Melukote, e Saligrama nel Karnataka.
Templi dedicati a Narasiṃha
[modifica | modifica wikitesto]- Shri Yogananda Narasimha Swamy, Vedadri, vicino Vijayawada
- Shri Lakshmi Narasimha Swamy, Antarvedi, distretto Godavari Occidentale, Andhra Pradesh
- Shri Lord Lakshmi-Narasimha Swamy, Korukonda, vicino Rajahmundry
- Shri Narasimha temple, Malakonda, distretto Prakasham, Andhra Pradesh
- Shri Prasanna Narasimha Swamy temple, Singarakonda, distretto Prakasham, Andhra Pradesh
- Ad Ahobalam, secondo la leggenda il luogo di nascita di Sri Narasimha, ci sono i Navanarsimha (nove Narasimha):
- Ugra Narasimha
- Krodha Narasimha
- Malola Narasimha
- Jwala Narasimha
- Varaha Narasimha
- Bhargava Narasimha
- Karanja Narasimha
- Yoga Narasimha
- Chhatravata Narasimha/Pavana Narasimha/Pamuleti Narasimha
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Va tenuto presente infatti che se la percezione moderna è solita dividere il tempo in giorno e notte, quella antica inframmezzava queste due dimensioni con il crepuscolo, questo considerato a sé stante (cfr. Philippe Swennen, Hinduismo antico, a cura di Francesco Sferra, Milano, Mondadori, 2010, p. 56, nota 43, ISBN 978-88-04-59417-8.).
- ^ Klaus K. Kostermaier, Induismo. Una introduzione, Fazi Editore, 2004, p. 74.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alain Daniélou, The Gods of India, New York, Inner Traditions Internationals, 1985, ISBN 0-89281-101-3. ISBN 978-0-89281-101-4.
- Klaus K. Kostermaier, Induismo. Una introduzione, Roma, Fazi Editore, 2004, ISBN 978-88-8112-472-5.
- Eckard Schleberger, Le divinità indiane. Aspetto, manifestazioni e simboli. Manuale di iconografia induista, Roma, Edizioni Mediterranee, 1999, ISBN 978-88-272-1304-9.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Narasiṃha
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]Il testo recita:
«namas te narasiḿhāya
prahlādāhlāda-dāyine
hiraṇyakaśipor vakṣaḥ-
śilā-ṭańka-nakhālaye
ito nṛsiḿhaḥ parato nṛsiḿho
yato yato yāmi tato nṛsiḿhaḥ
bahir nṛsiḿho hṛdaye nṛsiḿho
nṛsiḿham ādiḿ śaraṇaḿ prapadye
tava kara-kamala-vare nakham adbhuta-śṛńgaḿ
dalita-hiraṇyakaśipu-tanu-bhṛńgam
keśava dhṛta-narahari-rūpa jaya jagadīśa hare»
«Offro i miei omaggi a Narasiṃha, che dà gioia a Prahlāda e le cui unghie sono come scalpelli sulla pietra come nel petto del demone Hiraṇyākaśipu.
Narasiṃha è qui e anche lì. Ovunque io vada Narasiṃha è lì. Egli è nel mio cuore ed è anche all'esterno. Mi arrendo al Narasiṃha, l'origine di ogni cosa e il rifugio supremo.
O Kesava! O Signore dell'universo! O Signore Hari che ha preso la forma di metà uomo e metà leone Tutte le glorie a Te! Proprio come si può facilmente schiacciare una vespa tra le unghie, allo stesso modo il demone Hiraṇyākaśipu è stato squartato dalle splendide unghie appuntite delle vostre meravigliose mani di loto.»
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