Monte San Michele
Monte San Michele | |
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Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Provincia | Gorizia |
Altezza | 275 m s.l.m. |
Catena | Carso |
Coordinate | 45°52′48″N 13°31′48″E / 45.88°N 13.53°E |
Mappa di localizzazione | |
Il monte San Michele, chiamato così in modo improprio visto che la sua massima elevazione è 275 metri sul livello del mare,[1] è un rilievo carsico situato a cavallo tra i comuni di Sagrado ed in particolare nella frazione di San Martino del Carso, e Savogna d'Isonzo nella provincia di Gorizia non distante né dal mare Adriatico, che si percepisce dalla sua sommità, né dal sacrario di Redipuglia.
La sua fama è legata al fatto che esso fu teatro di numerose battaglie durante la Prima guerra mondiale. Ancora oggi, infatti, la zona tra Fogliano Redipuglia e Sagrado è disseminata di trincee, camminamenti, caverne e gallerie nonché di molti piccoli monumenti spontanei sorti dopo il conflitto. Il San Michele viene citato nel componimento Sono una creatura del famoso poeta ermetico Giuseppe Ungaretti, che partecipò al dramma di quella guerra.[2]
Dalla sua sommità è visibile una buona porzione di Alto Adriatico, con una visione che spazia dalla città di Monfalcone, alla foce dell'Isonzo ed all'intera laguna di Grado, mentre verso sud-est nelle giornate nitide si può arrivare a percepire l'estremità nordoccidentale della penisola istriana di punta Salvore, nei pressi di Pirano.
Il San Michele durante la prima guerra mondiale
Il San Michele grazie alla sua posizione dominava la bassa valle dell'Isonzo e permetteva di tenere sotto controllo la città di Gorizia. A seguito della Prima battaglia dell'Isonzo, la postazione venne pesantemente fortificata dagli austroungarici, tramite un ampio sistema di caverne e ricoveri, e munita di cannoni di grande calibro. L'esercito italiano tentò per mesi di conquistarlo, tanto che la sanguinosa Seconda battaglia dell'Isonzo è nota anche come battaglia del San Michele,[3] perché ivi lo sforzo italiano fu più concentrato e intenso. Le estese fortificazioni, difese da reparti ungheresi, resistettero a diversi attacchi e il monte cadde nelle mani dell'esercito italiano solo durante la Sesta battaglia dell'Isonzo.
Fu teatro del primo attacco condotto con i gas sul fronte italiano: il 29 giugno del 1916 l'esercito austroungarico attaccò di sorpresa l'esercito italiano utilizzando una miscela di cloro e fosgene con relativo successo.[4]
La sommità del monte è stata restaurata e dichiarata zona monumentale. Sono visitabili diverse opere, tra le quali la galleria del comando austroungarico generale Lukacich e l'ampia galleria della III Armata, accessibile dal piazzale su cui si trova anche il Museo del Monte San Michele.
Progetti futuri
La Regione Friuli-Venezia Giulia e la Provincia di Gorizia hanno dato avvio ad un progetto nei primi mesi di gennaio 2010 che prevede la realizzazione all'interno della fortezza del San Michele del più grande museo d'Europa dedicato alla Prima guerra mondiale con una prevista capacità ricettiva di oltre 1 milione di visitatori annui.[5]
Note
- ^ Tomasi, 2000, p. 41
- ^ Analisi del testo: “Sono una creatura” di Giuseppe Ungaretti
- ^ Schindler, 2007, cap. IV
- ^ Schindler, 2007, pp. 236-238
- ^ il Gazzettino - 23 gennaio 2010
Bibliografia
- John R. Schindler, Isonzo, il massacro dimenticato della Grande Guerra, traduzione di Alessandra De Poi, commento alle fotografie Antonio Sema, quinta, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, dicembre 2007 [2001], ISBN 88-86928-54-8.
- Ettore Tomasi, Il Carso per il turista e l'escursionista, Tamari, 2000, ISBN 88-8043-084-X.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Pro Hereditate, su prohereditate.com.
- Progetto Carso 2014, su carso2014.it.
- Museo del San Michele, su museifriuliveneziagiulia.it.