Max Leitner

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«Non mi prenderanno vivo, piuttosto la faccio finita, di certo non tornerò in carcere.»

Leitner nel 2014

Max Leitner (Elvas di Bressanone, 27 maggio 1958) è un criminale italiano.

Leitner è anche noto come "Il re delle evasioni", essendo riuscito ad evadere per ben 5 volte da differenti carceri.

Tra il 1988 ed il 2003, è tornato alla ribalta delle cronache non tanto per aver rapinato alcune banche e furgoni portavalori assieme alla sua banda, ma per le sue evasioni dalle carceri.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La sua carriera criminale inizia a essere nota dopo una serie di rapine effettuate negli anni Ottanta sia in Alto Adige, sia nell'Italia settentrionale[2]. Successivamente si spinse anche in Austria, dove nell'agosto del 1990 presso l'uscita di Innsbruck-sud della Brenner Autobahn, provò ad assaltare un veicolo portavalori che trasportava 90 milioni di scellini. A seguito di una sparatoria fu arrestato dalla Bundesgendarmerie, la gendarmeria austriaca, e condannato da una giuria a dodici anni di carcere.[3] Messo in prigione, evase dopo pochi giorni, definendo quel carcere una "prigione medioevale". In seguito si consegnò alla polizia italiana presso il confine di stato a Prato alla Drava, dichiarando: meglio stare in un carcere italiano che in uno austriaco.[4]

Da qui fu incarcerato a Bolzano, dove diede l'illusione di tenere un comportamento esemplare, per riuscire ad evadere per la seconda volta nel 1992, utilizzando la più classica delle tecniche, ovvero calandosi con dei lenzuoli da una finestra. Da qui decise di rimanere latitante per 6 mesi, fino a farsi nuovamente imprigionare nel 1993 a Padova, da dove evase per la terza volta il 2 giugno 2002, durante un permesso premio dal tribunale di sorveglianza.[4][5] Nel luglio del 2003, Leitner assieme ai suoi due complici Jean Giusto e Antonio De Notaris, rapinarono la Cassa Raiffeisen di Molini di Tures in Alto Adige. I tre criminali fuggirono a bordo di una Fiat Uno rubata, inseguiti dai Carabinieri ma dopo pochi metri l'auto si ribaltó finendo in un fossato, Leitner riuscì a fuggire infiltrandosi in un campo di mais ma poco dopo venne catturato ed arrestato dai Carabinieri e successivamente condannato a sette anni di reclusione venne trasferito nel carcere di Bergamo, così fu anche per Giusto suo fedele complice, condannato a 4 anni e mezzo di prigione scontati nel carcere di Trento. Nel veicolo rubato furono rinvenuti i 30.000 euro rapinati ed un vero arsenale fra cui una mitragliatrice Beretta, con munizionamento, parrucche, attrezzi da scasso, esplosivo, due ricetrasmittenti e un visore notturno. Leitner sarebbe dovuto restare in carcere fino al 2012 per rapina e fabbricazione di armi e materiale esplodente, ma dopo circa due mesi di reclusione riuscì nuovamente ad evadere. Il 14 ottobre 2004 assieme ad Emanuele Radosta, aiutato dal clan Radosta. Il 29 dicembre 2004 Leitner e Radosta vennero nuovamente arrestati a Rabat, in Marocco e trasferito in Italia.[4] La corte di Brescia condannò entrambi per quest'evasione a ulteriori 3 anni e 8 mesi di reclusione.[6]

Il 6 aprile 2011 Leitner, ottenuto un permesso premio, aveva visitato la sua famiglia, genitori con i tre fratelli, per tre ore, sempre tenuto sotto stretta sorveglianza di quattro agenti della polizia penitenziaria.[7] La quinta evasione è avvenuta all'età di 52 anni, il 27 ottobre 2011, quando Leitner era detenuto presso il carcere di Asti da giugno 2007, dove doveva scontare il resto della sua pena detentiva fino al 2019. Egli chiese al cappellano del carcere, don Giuseppe Bussolino, di poterlo accompagnare al suo paese natio per incontrare la madre Frieda e per rendere visita alla tomba del padre, deceduto due mesi prima.[8] Il 27 ottobre 2011, il cappellano decise di accompagnarlo, ma presso l'area di servizio dell'Autostrada A22 di Rovereto si è dato alla fuga.

Leitner ha da sempre avuto un ottimo rapporto con i fratelli Luis, Walter e con la figlia Bettina, residente in Irlanda la quale diverse volte si è recata a fargli visita in prigione. La polizia italiana, dato questo forte legame, ha anche messo in allerta la Garda Síochána (la polizia irlandese), per una eventuale fuga di Leitner all'estero.[9]

Il 29 novembre 2011, invia un video messaggio al quotidiano di Bolzano Neue Südtiroler Tageszeitung, che lo pubblica poco dopo sul web. Il messaggio contiene la richiesta di Leitner al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano della sua grazia, e recita: «Egregio dottor Giorgio Napolitano, Capo dello Stato, sono Max Leitner una povera vittima di persecuzione. Le chiedo gentilmente di provvedere se potrò ottenere la grazia per poter vivere una vita normale e leale».[10][11]

Al carcere di massima sicurezza di Asti doveva scontare un totale di 25 anni di cui ha trascorso oltre 20 anni in carcere; prima di questa quinta evasione doveva terminare la sua carcerazione nell'ottobre del 2019.[5] All'ultima evasione ha dichiarato: "non mi prenderanno vivo - non ho mai fatto male a nessuno - ho soltanto rapinato delle banche - merito una seconda chance". Leitner afferma di stare fisicamente e mentalmente molto male e che non avrebbe sopravvissuto altri 10 anni in carcere. Leitner, che ha subito quattro attacchi cardiaci ed un ictus in prigione, ritiene di dover essere liberato per motivi di salute.[9]

Alle ore 7:55 del 7 dicembre 2011 Leitner viene arrestato, dopo 42 giorni di latitanza. Dopo che i carabinieri hanno tenuto sotto controllo la zona per circa 15 giorni. 50 carabinieri, di cui alcuni facenti parte del comando provinciale di Bolzano e altri al reparto del gruppo di intervento speciale (GIS), hanno effettuato un'irruzione in un condominio isolato appartenente ad un suo cugino, Erwin Heinrich Purer (61 anni), nei pressi di Vandoies di Sopra in Val Pusteria.[12][13][14] Prima di arrestare Leitner, i carabinieri hanno arrestato il cugino, proprietario dell'appartamento, dopo che questi era uscito con il cane.[15] I carabinieri sono riusciti ad individuare Leitner in un breve periodo grazie ad un errore da lui commesso: aveva dimenticato una foto del cugino nel carcere di Asti. Ora anche il cugino è agli arresti per favoreggiamento.[16]

Durante l'interrogatorio di garanzia, Leitner ha accusato don Giuseppe Bussolino, il cappellano del carcere di Asti, di averlo ricattato. Sempre Leitner dice che il sacerdote è a sua volta ricattato da una donna, che detiene un video pornografico che minaccerebbe la credibilità del prete stesso.[17]

Problemi di salute[modifica | modifica wikitesto]

Durante la sua rocambolesca vita, Leitner ha sempre sofferto di problemi di salute. Durante la sua ultima visita ai genitori (aprile 2011), egli ha affermato di non riuscire più a dormire a causa di insonnia. Inoltre, Leitner soffrirebbe di attacchi d'ansia, di problemi cardiaci e non riesce più a muovere la mano sinistra.[5]

Dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari, nel marzo del 2017 il giudice di sorveglianza, ha rilevato un peggioramento delle condizioni mentali di Leitner dovute ai frequenti litigi in famiglia soprattutto con un suo fratello. Egli ha quindi deciso per il suo trasferimento presso il reparto psichiatrico del nosocomio brissinese[18] ed infine ha dovuto accettare gli arresti domiciliari in una struttura adeguata in provincia di Verona.[19] Il termine del suo arresto dovrebbe concludersi il 13 novembre 2019.[18]

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua quinta evasione, Leitner è riuscito a divenire una sorta di leggenda sul web, con molti supporti sulla sua pagina personale di Facebook.[4][20]

Le sue numerose evasioni, e soprattutto il fatto che le vittime erano banche, hanno attirato un gran numero di fan, dai quali viene considerato una sorta di Robin Hood.

Il cantautore sudtirolese Dor Doggi Sing gli ha dedicato una canzone.[21]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Evaso dal carcere per la quinta volta[collegamento interrotto], su ansa.it, 3 novembre 2011
  2. ^ Le molte evasioni di Max Leitner, su Il Post, 17 settembre 2021. URL consultato il 18 settembre 2021.
  3. ^ (DE) Max Leitner su Der Standard, derstandard.at, 29. ottobre 2011
  4. ^ a b c d Evasioni di Max Leitner Archiviato il 4 novembre 2011 in Internet Archive., su gazzettino.it
  5. ^ a b c Susanna Petrone, Leitner, tre ore al capezzale del papà, su altoadige.it, 7 aprile 2011. URL consultato il 28 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2016).
  6. ^ (DE) Max Leitner ist wieder auf der Flucht Archiviato il 30 novembre 2011 in Internet Archive., su stol.it
  7. ^ Susanna Petrone, Leitner, tre ore al capezzale del papà - Cronaca - Alto Adige, su web.archive.org, 17 aprile 2016. URL consultato il 18 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2016).
  8. ^ Il cappellano fu complice involontario, e fu costretto a dimettersi
  9. ^ a b (EN) Simon Tomlinson, Prison break king in hiding in Ireland after fifth escape from Italian jail, su dailymail.co.uk, 8 novembre 2011
  10. ^ Messaggio di Leitner, su youtube.com
  11. ^ Leitner, la vittima sono io: il rapinatore evaso parla su Youtube - Cronaca - Alto Adige, su web.archive.org, 22 aprile 2016. URL consultato il 18 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2016).
  12. ^ Quinta fuga di Leitner, su gazzettino.it
  13. ^ Arrestato il re evasioni Max Leitner, su ansa.it, 7 dicembre 2011
  14. ^ Videointervista al colonnello Rispoli[collegamento interrotto], su altoadige.it, 7 dicembre 2011
  15. ^ Preso Leitner: era in una villetta di Vandoies | Alto Adige, su web.archive.org, 10 gennaio 2012. URL consultato il 18 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2012).
  16. ^ Susanna Petrone, L'errore di Max: in cella teneva la foto del cugino - Cronaca - Alto Adige, su web.archive.org, 22 aprile 2016. URL consultato il 18 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2016).
  17. ^ Max Leitner accusa il cappellano del carcere, mi ricattava, su ansa.it, 9 dicembre 2011
  18. ^ a b L'ex rapinatore Max Leitner ricoverato in psichiatria Archiviato il 20 marzo 2017 in Internet Archive., su altoadige.it
  19. ^ (DE) Max Leitner wieder im Gefängnis Archiviato il 15 giugno 2017 in Internet Archive., su suedtirolnews.it, 15 giugno 2017
  20. ^ Pagina personale di Leitner su facebook.com
  21. ^ "Max Leitner Tribute", su youtube.com

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clementine Skorpil, Max Leitner. Il re delle evasioni, Raetia, 2021, ISBN 978-8872837504.