Massimiliano Mirabelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Massimiliano Mirabelli

Massimiliano Mirabelli (Rende, 15 agosto 1969) è un dirigente sportivo italiano, responsabile dell'area tecnica e direttore sportivo del Padova.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Rende, in provincia di Cosenza, il 15 agosto 1969,[1] è sposato dal 2002 con Serena Arcuri. La coppia ha due figlie: Loredana (nata nel 2004) e Chiara (nata nel 2009).

Dopo alcuni anni da calciatore (ex Crotone)[2], inizia la sua carriera da dirigente al Rende con cui vince l'Eccellenza Calabria 1996-1997.[1]

Nel corso della stessa stagione sportiva collabora anche con l'Empoli come osservatore. Nella stagione 1997-1998 diventa direttore sportivo del San Calogero con cui vince il campionato di Promozione (girone B).[1][3] Passa quindi alla squadra dell'Acri, con la quale vince nuovamente l'Eccellenza Calabria 1999-2000, mentre l'anno successivo diventa direttore sportivo della Rossanese, vincendo ancora una volta il campionato di Eccellenza Calabria 2000-2001.[1]

Nel 2001 torna quindi al Rende, guidato dal presidente Franco Ippolito Chiappetta, con cui ottiene diversi successi in sequenza: due promozioni di fila (il Rende vince infatti l'Eccellenza Calabria 2002-2003 e il girone I della Serie D 2003-2004) e, nella stagione 2005-2006, la finale dei play off per la promozione in Serie C1, persa contro il Taranto.[1][3] Dal 2004 è inoltre iscritto all'Albo Speciale FIGC dei Direttori sportivi.

Nel 2007 il Rende assume la denominazione di Fortitudo Cosenza, ereditando la storia del fallito Cosenza Calcio: Mirabelli ne diventa direttore sportivo e affida la panchina del Cosenza a un allenatore esordiente, Domenico Toscano: il Cosenza vince subito il girone I della Serie D 2007-2008 e l'anno successivo il girone C della Lega Pro Seconda Divisione 2008-2009.[1] La collaborazione di Mirabelli con il Cosenza si rompe il 12 luglio 2010, per contrasti con la nuova proprietà, salvo un successivo fugace ritorno a cavallo tra gennaio e febbraio 2011.[1]

Dopo una breve esperienza come consulente di mercato alla Ternana nell’estate del 2011 diventa osservatore dell'Inter. Il 4 luglio 2013 si trasferisce per una stagione al club inglese del Sunderland, in Premier League.[4] Il 3 luglio 2014 viene quindi ufficializzato il suo ritorno all'Inter come capo osservatore,[5][6] incarico che lascia ufficialmente nel settembre 2016. Il 19 aprile 2017, dopo l'ufficializzazione del passaggio di proprietà del Milan da Fininvest all'imprenditore cinese Li Yonghong, Mirabelli diventa ufficialmente direttore sportivo e responsabile dell'area tecnica del club rossonero.[7] Il 24 luglio 2018, in seguito al passaggio del Milan a Elliott Management Corporation, viene esonerato.[8]

Il 23 gennaio 2022 viene assunto come responsabile dell’area tecnica e direttore sportivo dal Calcio Padova, subentrando al precedente DS Sean Sogliano, siglando un accordo fino al 30 giugno 2024.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Chi è Massimo Mirabelli: da Cosenza alla gloria della “grande Milano”, su iacchite.com, 8 settembre 2016. URL consultato il 12 ottobre 2016.
  2. ^ Milan, Mirabelli a Crotone: vinse 32-0, colpì una traversa pazzesca e poi..., in La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 25 luglio 2017.
  3. ^ a b Pasquale Guarro, Ecco chi è Massimo Mirabelli e perché Fassone lo vuole al Milan, 9 settembre 2016. URL consultato il 12 ottobre 2016.
  4. ^ Esclusiva: Sunderland, ha firmato Mirabelli, su alfredopedulla.com, 4 luglio 2013.
  5. ^ Inter, Mirabelli è il nuovo capo degli osservatori dopo il miracolo Sunderland, su gazzetta.it, 3 luglio 2014.
  6. ^ Ufficiale: Inter, Mirabelli nuovo capo osservatori, su tuttomercatoweb.com, 3 luglio 2014.
  7. ^ AC Milan Comunicato ufficiale, su acmilan.com. URL consultato il 19 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2017).
  8. ^ Milan, Massimiliano Mirabelli esonerato dall’incarico di Direttore Sportivo, su sport.sky.it, 24 luglio 2018. URL consultato il 25 luglio 2018.
  9. ^ Comunicato Ufficiale, su padovacalcio.it, 23 gennaio 2022. URL consultato il 23 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2022).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]