Mario Francese
«Uomini del Colorado, vi saluto e me ne vado»
Mario Francese (Siracusa, 6 febbraio 1925 – Palermo, 26 gennaio 1979) è stato un giornalista italiano, vittima di mafia.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Francese incominciò la carriera come telescriventista dell'ANSA, successivamente cominciò a collaborare come giornalista e scrisse per il quotidiano La Sicilia di Catania. Nel 1958 venne assunto dall'ufficio stampa dell'assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Siciliana e il 30 ottobre dello stesso anno sposò Maria Sagona, con la quale ebbe quattro figli, Giulio, Fabio, Massimo e Giuseppe. Nel frattempo intraprese una collaborazione con il Giornale di Sicilia di Palermo. Nel 1968 si licenziò dalla Regione per lavorare a tempo pieno al giornale,[2] dove si occupò della cronaca giudiziaria, entrando in contatto con gli scottanti temi del fenomeno mafioso.
Divenuto giornalista professionista si occupò della strage di Ciaculli, del processo ai corleonesi del 1969 a Bari, dell'omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e fu l'unico giornalista a intervistare la moglie di Totò Riina, Antonietta Bagarella. Nelle sue inchieste entrò profondamente nell'analisi dell'organizzazione mafiosa, delle sue spaccature, delle famiglie e dei capi, specie di quella corleonese legata a Luciano Liggio e Totò Riina.[3] Fu un fervente sostenitore dell'ipotesi che quello di Cosimo Cristina fosse un assassinio di mafia.
Un certo costruttore, don Peppino Garda, presunto "boss" di Monreale, vendette frettolosamente molti degli edifici, costruiti in via Sciuti in società con Peppino Quartuccio, e si ritirò in eremitaggio. Dalla vendita degli edifici si ricavarono circa cento milioni e questi soldi furono reinvestiti in un latifondo nei pressi del Lago Garcia. Il Garda realizzo così un progetto che, nel giro di dieci anni, avrebbe fatto intascare ai clan quasi un terzo dei 17 miliardi stanziati dallo Stato per la costruzione della "faraonica" diga.[4]
Così quando nel 1975, approvato il progetto dell'opera, cominciano le procedure per gli espropri, don Peppino e compagni vanno all'incasso: per i terreni pagati complessivamente due miliardi di lire, con i soldi della Cassa del Mezzogiorno ai nuovi e antichi proprietari, in tutto 240 possidenti, ne incassano diciassette, denaro che in gran parte finisce nelle casseforti mafiose in piccolissima parte agli altri proprietari e agli affittuari. Uno sfregio anche all'impegno di Danilo Dolci, che per la costruzione delle dighe si era battuto.
L'affare però non riguarda solo i terreni, ci sono tanti altri soldi da agguantare: subappalti, forniture di cemento, pietrame e quant'altro, posti di lavoro da distribuire, mezzi meccanici da affittare. Un intreccio di appetiti che lascia sul suolo una dozzina di morti e una scia di attentati. Francese indaga, annota e scrive sul Giornale di Sicilia, dove è cronista giudiziario, quel che accade nel territorio, facendo nomi e cognomi; è il primo a farlo ed è ancora il primo a rivelare l'ascesa dei Corleonesi e a chiamare "commissione" il vertice della cupola. Collega anche alcuni morti ammazzati alla guerra nelle cave e uno dei primi delitti eccellenti, quello del colonnello Giuseppe Russo nel 1977 a Ficuzza, a controversie per i subappalti.
Francese paga con la vita, ad appena 54 anni, il suo coraggio e il suo fiuto di cronista. La sera del 26 gennaio 1979 venne assassinato a colpi di pistola[5] a Palermo da Leoluca Bagarella davanti a casa sua.
Per il suo omicidio sono stati condannati: Totò Riina, Leoluca Bagarella (che sarebbe stato l'esecutore materiale del delitto), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano.[6][7][8] Le motivazioni della condanna nella sentenza d'appello furono: «Il movente dell'omicidio Francese è sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un'approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni '70».[9][10][11]
Il 3 settembre 2002 si suicidò il figlio trentaseienne Giuseppe,[12] che per anni si era dedicato a inchieste sulla ricostruzione dell'omicidio del padre.[13]
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1996 è stato istituito un premio alla sua memoria, il Premio Mario Francese.
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 2018 su Canale 5 viene mandata in onda la fiction Liberi sognatori, la cui seconda puntata è dedicata proprio alla vita di Mario Francese, interpretato da Claudio Gioè.
- Mario Francese appare nella miniserie televisiva La mafia uccide solo d'estate di Pif.
- Mario Francese appare anche nella miniserie televisiva di due episodi, trasmessa nel 2016 su Rai 1, Boris Giuliano - Un poliziotto a Palermo, nella quale è interpretato da Vincenzo Crivello.
- Nel 2021 su Rai 3 ha trasmesso una puntata de La Grande Storia dedicata alla figura del giornalista: Mario Francese - L'uomo che scriveva troppo di Peter Freeman.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 26 Gennaio 1979 Palermo. Assassinato Mario Francese, giornalista del "Giornale di Sicilia", su VittimeMafia.it, 26 gennaio 1989. URL consultato il 26 gennaio 2024 (archiviato il 24 febbraio 2023).
- ^ Particolari biografici citati in Copia archiviata, su marioegiuseppefrancese.it. URL consultato il 12 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2008).
- ^ Eugenio Arcidiacono, Mario Francese, il giornalista che sfidò Totò Riina, su Sapere.it. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2007).«Mario Francese è stato il primo giornalista a scrivere che un contadino di Corleone di nome Salvatore Riina era diventato il capo della "nuova mafia"»
- ^ Tano Gullo, La diga della mafia così Francese indagò sul business dell'acqua, su la Repubblica, 22 giugno 2013. URL consultato il 26 gennaio 2024 (archiviato il 10 febbraio 2023).
- ^ Memoria Mario Francese in Ossigeno per l'informazione, su notiziario.ossigeno.info. URL consultato l'11 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2015).
- ^ Sette condanne per Francese, su la Repubblica, 12 aprile 2001. URL consultato il 26 gennaio 2024 (archiviato l'11 gennaio 2023).
- ^ Enrico Bellavia, Francese, delitto di Cupola 7 condanne, 2 assoluzioni, su la Repubblica, 12 aprile 2001. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato l'11 gennaio 2023).
- ^ Biografia Mario Francese, su Mario e Giuseppe Francese. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2015).
- ^ Francese, delitto dimostrativo 'Era l'unico cronista scomodo', su la Repubblica, 18 febbraio 2003. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato il 10 febbraio 2023).
- ^ 17 febbraio 2003 - Mafia: omicidio Francese, motivazioni sentenza, su Almanacco dei misteri d'Italia, ANSA. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2003).
- ^ Omicidio Francese, la Cassazione assolve tre boss, su la Repubblica, 3 dicembre 2003. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato il 5 marzo 2023).
- ^ Suicida il figlio del cronista Francese, vittima di mafia, in Corriere della Sera, 4 settembre 2002, p. 16 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2012).
- ^ Nicola Monterosso, Giuseppe Francese: l'uomo, lo studioso, il suo impegno civile e culturale, i suoi ideali, su Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato", 3 ottobre 2002. URL consultato il 27 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2011).
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Mario e Giuseppe Francese, su marioegiuseppefrancese.it.
- Biografia di Mario Francese sul sito del Ministero dell'Interno (PDF), su interno.gov.it. URL consultato il 28 gennaio 2023 (archiviato il 25 settembre 2021).
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