Macintosh Classic

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Macintosh Classic
computer
Macintosh Classic
Tipopersonal computer
Paese d'origineStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
ProduttoreApple
Presentazione15 ottobre 1990
Fine vendita14 settembre 1992
Prezzo di lancio$ 999
CPUMotorola 68000
Frequenza8 MHz
FPUnon presente
MMUnon presente
Bus8 MHz
ROM512 KB
RAM di serie1 MB / 2 MB
RAM massima4 MB con scheda opzionale
Slot RAM2 su scheda opzionale da 120 ns
Slot interni1 SE PDS
Tastiera incorporatano
Display incorporato9" monocromatico 512 x 384
Drive incorporati1 FDD (1 440 KB) e 1 HDD
Risoluzioni video512 x 342
Uscita audio8 bit
Disco rigido40 MB SCSI
PorteADB,
2 Seriali,
1 Presa cuffie,
1 Altoparlante,
SCSI
SO di serieSystem 6.0.7
Consumo76 Watt
Peso7,3 kg
Dimensioni (A x L x P)33,6 x 24,6 x 24,5 cm
Sito webwww.apple.com/it/

Il Macintosh Classic è un personal computer di tipo "all-in-one" prodotto da Apple dal 1990 al 1992. Il computer è stato messo in commercio come sostituto del Macintosh SE e, come questo, è stato assemblato utilizzando un case simile a quello del primo Macintosh 128K. È stato sostituito dal Macintosh Classic II, presentato nel 1991. È il primo modello della serie Macintosh a costare meno di 1.000 dollari.[1] Fa parte della serie dei Macintosh Classic.

Dopo che il cofondatore di Apple Steve Jobs fu cacciato l'azienda nel 1985, lo sviluppo dei computer fu affidato a Jean-Louis Gassée, precedentemente manager di Apple France. Gassée spinse Apple affinché si concentrasse su prodotti di fascia alta, dove i profitti erano maggiori.[2] Computer sempre più costosi furono prodotti finché le vendite, alla fine del 1989, dopo diversi anni sempre in crescita, fecero registrare un netto calo. Gassée si dimise ed i vertici societari di Apple decisero di rivedere le politiche commerciali ampliando il listino ed offrendo computer in ogni fascia di prezzo: il Macintosh Classic fu sviluppato come computer per la fascia più bassa, a cui si aggiunsero due computer a colori, il Macintosh LC, di fascia media pensato per le scuole, ed il Macintosh IIsi, per le piccole aziende.[3]

Il Macintosh Classic fu presentato da John Sculley il 15 ottobre 1990 e messo in vendita ad un prezzo di 999 dollari per la versione base, che comprendeva 1 MB di RAM e l'unità floppy. Opzionalmente era possibile acquistare il computer con 2 MB di memoria e dotarlo anche di un disco rigido interno da 40 MB: questa configurazione costava 1.499 dollari.[4]

Furono investiti 40 milioni di dollari per promuovere il computer,[5] che fu accolto così bene da prendere in contropiede la stessa Apple che ne aveva sottostimato la domanda, causando problemi di scorte e ritardi nelle consegne. Per sopperire alle richieste Apple fu costretta ad ampliare gli stabilimenti di Singapore e Cork (Irlanda) dove il computer era assemblato.[6] La scarsità di computer creò scontento fra i rivenditori, che accusarono Apple di scarse capacità di pianificazione commerciale.[6]

Per l'assenza di porte di espansione e l'utilizzo dell'ormai obsoleta CPU Motorola 68000 a 8 MHz, la stessa dell'originale Macintosh 128K, il computer era giudicato valido principalmente per un impiego domestico, come la scrittura di testi, l'uso di fogli elettronici e di programmi di grafica base ma non idoneo per un utilizzo professionale, come ad esempio per la grafica ad alta risoluzione o per il desktop publishing.[7][8]

A livello educazionale il Macintosh Classic fu accolto discretamente bene grazie al prezzo di 800 dollari che Apple applicava agli istituti scolastici,[9] rendendolo una valida alternativa ai sistemi MS-DOS. L'assenza del colore non convinceva però tutti i dirigenti scolastici: nel caso fosse richiesta questa caratteristica, restando in ambito Apple era consigliato l'acquisto del Macintosh LC.[10]

Caratteristiche tecniche

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Queste le principali caratteristiche tecniche dal computer:[4][11]

La CPU del computer era la stessa del primo Macintosh 128K, un Motorola 68000 operante a 8 MHz. Ciò rendeva il computer lento per applicazioni pesanti ma comunque in grado di far girare programmi per lavorare sui testi o sui fogli elettronici. La memoria RAM di serie del modello base era di 1 MB, aumentabile a 2 MB: per fare ciò, era necessario acquistare una speciale scheda di espansione denominata Memory Expansion Card che, oltre a montare 1 MB di RAM, offriva anche ulteriori 2 connettori SIMM per altrettanti moduli da 1 MB, per un totale complessico installabile sul computer di 4 MB.[4][11]

Il computer era fornito con la sola unità floppy, capace di leggere dischetti da 3"½ formattati a 1,44 MB. Opzionalmente l'utente poteva acquistare un disco rigido interno di tipo SCSI da 40 MB.

Una caratteristica interessante era la possibilità di avviare il computer direttamente dal sistema operativo contenuto nella ROM premendo all'accensione la combinazione di tasti Comando+Opzione+X.[4]

  1. ^ Apple Macintosh Classic Specs, su everymac.com. URL consultato il 4 settembre 2015.
  2. ^ Jim Carlton, Apple: The inside story of intrigue, egomania, and business blunders, Random House, 1997, pp. 79-80, ISBN 0-8129-2851-2.
  3. ^ Jim Carlton, Apple: The inside story of intrigue, egomania, and business blunders, Random House, 1997, pp. 117-129, ISBN 0-8129-2851-2.
  4. ^ a b c d Apple Macintosh Classic, su apple-history.com. URL consultato il 4 settembre 2015.
  5. ^ Zachary G. Pascal, Demand turns new Macintosh into rare Apple, in Wall Street Journal (Western Edition), 21 novembre 1990.
  6. ^ a b Borrell Jerry, How does Apple deal with success? In fiscal 1991 Apple Computer will ship over 1 million Macintoshes, in Macworld, marzo 1991, p. 23.
  7. ^ Bethoney Herb, Mac Classic could be faster, but it fits the bill. (Hardware Review), in PC Week, 15 ottobre 1990, p. 16.
  8. ^ Schafer Liza, Apple Macintosh Classic 2/40 – Hardware Review, in Home Office Computing, BNET, findarticles.com, 04/1991, p. 1.
  9. ^ Hertzberg Lanny, New Macs from Apple, in Electronic Learning, 11/1990, p. 6.
  10. ^ Robert McCarthy, The new Macs go to school, 02/1991, p. 19.
  11. ^ a b Caratteristiche tecniche del Macintosh Classic, su tevac.com. URL consultato il 4 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).

Voci correlate

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Altri progetti

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