Logfia

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Logfia
Logfia minima
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Sottotribù Gnaphaliinae

Flag clade

Genere Logfia
Cass., 1819
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Gnaphalieae
Genere Logfia
Specie
(Vedi testo)

Logfia Cass., 1819 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Gnaphalieae e sottotribù Gnaphaliinae).[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere è un anagramma del genere Filago.[3]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione " Bulletin des Sciences, par la Société Philomatique" ( Bull. Sci. Soc. Philom. Paris 1819: 143) del 1819.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Logfia gallica
Le foglie
Logfia minima
Infiorescenza
Logfia gallica
I fiori
Logfia minima

Portamento. Le specie di questo gruppo hanno un habitus di tipo erbaceo annuale. I cauli di queste piante sono provvisti del floema, ma non di canali resiniferi; mentre i sesquiterpeni lattoni sono normalmente assenti (piante senza lattice).[5][6][7][8][9][3]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta con portamenti variabili da ascendenti fino a prostrati. La ramosità è minima. Altezza media: 1 – 50 cm.

Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato e sono sessili. La lamina è intera con forme generalmente strette e lineari (o da subulate a obovate); i margini sono continui (in alcuni casi variano da concavi a involuti). Spesso la superficie è tomentosa o lanosa su entrambe le facce.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose o composte da pochi capolini (glomeruli di 2 - 10 capolini) raccolti in formazioni spiciformi (anche a dicasio). Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato (o sessile) di tipo discoide (con fiori omogami) o disciforme (con fiori eterogami). Possono essere presenti capolini radiati (o sub-radiati). I capolini sono formati da un involucro, con forme da cilindriche a campanulate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le brattee, a consistenza cartilaginea e colorate di marrone, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie e possono essere connate alla base (strati di stereoma indiviso); talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma normalmente è conica.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre tubulosi, attinomorfi e si distinguono in:

  • fiori del disco esterni (da 14 a 45): sono femminili e filiformi;
  • fiori del disco centrali (da 2 a 10): sono ermafroditi; le forme sono tubulari;

In questo gruppo di piante i fiori radiati (ligulati o del raggio) sono assenti; a volte sono confusi con i fiori femminili (tubulosi) del disco esterno più o meno sub-zigomorfi con un lembo piatto e possono essere interpretati come fiori del raggio.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la forma della corolla normalmente è tubolare con 5 lobi (raramente 4); i lobi hanno delle forme da lanceolate o deltate a lineari. I colori della corolla sono porpora.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) sono prive di sperone, ma hanno la coda (una sola); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica è formato inoltre da due strati di ectesine, mentre lo strato basale è spesso e regolarmente perforato (tipo “gnafaloide”).[7]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero o biforcato con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno una forma allungata; possono essere ricoperti da minute papille o avere dei penicilli apicali o dorsali. Le superfici stigmatiche sono separate.[7]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, dimorfici (i fiori esterni non hanno pappo), sono piccoli a forma oblunga; la superficie può essere ricoperta di piccoli peli doppi a forma clavata; il pericarpo può essere percorso longitudinalmente da alcuni fasci vascolari. Il pappo è formato da 13 - 28 setole capillari barbate connate alla base.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere sono distribuite in Europa, Magreb e Medio Oriente. Sono introdotte in Nord America e Australia.[2] Gli habitat delle specie di questo genere sono quelli asciutti e aperti dei climi temperati mediterranei, semiaridi, aridi e, talvolta, umidi.[3]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce è descritto nella tribù Gnaphalieae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae. Da un punto di vista filogenetico, la tribù Gnaphalieae fa parte del supergruppo (o sottofamiglia) "Asteroideae grade"; l'altro è il supergruppo "Non-Asteroideae" contenente il resto delle sottofamiglie delle Asteraceae. All'interno del supergruppo è vicina alle tribù Senecioneae, Calenduleae, Astereae e Anthemideae.[14][15]

La sottotribù Gnaphaliinae è caratterizzata da portamenti di vario tipo con specie ginomonoiche e monoiche, da foglie con margini interi, da capolini disciformi omogami o eterogami e raramente radiati (o subradiati), dallo stilo con rami troncati e superfici stigmatiche separate apicalmente, da acheni glabri o con tricomi allungati e pappo ridotto.[16]

Il genere Logfia appartiene al clade Flag, un gruppo informale monofiletico della sottotribù Gnaphaliinae che occupa una posizione più o meno "basale" e con il clade Australasian forma un "gruppo fratello". Il clade "FLAG" prende il nome dai suoi quattro generi più grandi: Filago, Leontopodium, Antennaria e Gamochaeta. In questo gruppo sono presenti specie dioiche (solo fiori femminili o solo fiori maschili) e piante a portamento cusciniforme. I capolini, in formazioni corimbose o spiciformi, possono essere sottesi da foglie bratteali. Il ricettacolo in alcuni casi è squamoso.[16]

Il "Flag clade", da un punto di vista filogenetico, può essere suddiviso in due parti: il "Lucilia-group" basato sui tricomi degli acheni e il resto del clade (in posizione "basale") considerato "gruppo fratello" del primo. Il genere di questa voce appartiene al gruppo "basale" caratterizzato dall'assenza di tricomi.[17].[18]

In particolare nel gruppo "basale" si individua un clade ben definito: il Filago group formato dai seguenti generi: Ancistrocarphus, Bombycilaena, Chamaepus, Cymbolaena, Evacidium, Evax, Filago, Logfia, Micropus, Psilocarphus e Stylocline, alcuni attualmente considerati sinonimi di Filago e inclusi in esso (Cymbolaena, Evacidium, Evax). Il principale carattere morfologico che definisce il gruppo sono le palee ricettacolari che sottendono, e più o meno racchiudono, i fiori femminili. La tabella seguente pone a confronto i caratteri dei generi di questo gruppo.[19]

Genere Distribuzione Distribuzione delle foglie Rapporto tra i fiori femminili e le palee del ricettacolo Struttura dei fiori interni Pappo
Ancistrocarphus California Alternate Profondamente inclusi Tutti ermafroditi e funzionalmente maschili Assente
Bombycilaena Eurasia e Nord America Alternate Profondamente inclusi Tutti ermafroditi e funzionalmente maschili Assente
Chamaepus Afghanistan Alternate Profondamente inclusi Tutti ermafroditi e funzionalmente maschili Assente
Filago Eurasia, Nord Africa e Nord America Alternata Mediamente sottesi Alcuni femminili e altri ermafroditi Assente nei fiori esterni; presente in quelli interni
Logfia Dall'Europa a Afghanistan Alternate Profondamente inclusi Alcuni femminili e altri ermafroditi Assente nei fiori esterni; presente in quelli interni
Micropus Eurasia e Nord Africa Opposte Profondamente inclusi Tutti ermafroditi e funzionalmente maschili Assente
Psilocarphus America Opposte Profondamente inclusi Tutti ermafroditi e funzionalmente maschili Assente
Stylocline Nord America Alternate Profondamente inclusi Tutti ermafroditi e funzionalmente maschili Assente nei fiori esterni; presente in quelli interni

Logfia, in base alle ultime analisi di tipo filogenetico del DNA, sembra essere più strettamente imparentato con i rappresentanti americani della sottotribù Gnaphaliinae che non il genere morfologicamente affine Filago.[20]

Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica di questo gruppo evidenziando il genere di questa voce.[17][18]


_Flag_clade_

(Lucilia group)

Leontopodium

Omalotheca

Psilocarphus

Micropus

Hesperevax

Logfia

Stylocline

Castroviejoa

Filago

Bombycilaena

I caratteri distintivi del genere Logfia sono:[9]

  • le brattee interne dell'involucro si piegano attorno ai fiori;
  • il ricettacolo è privo di pagliette;
  • alcuni fiori sono femminili e altri sono ermafroditi;
  • il pappo è assente nei fiori esterni, presente in quelli interni.

In particolare Logfia si distingue da Filago per i capolini solitari o in piccoli gruppi, per il numero delle brattee involucrali (5), inoltre quelle esterne includono profondamente i fiori femminili, in questi le corolle sono debolmente aderenti al frutto con forme oblunghe.[21]

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 28.[9]

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha 4 specie:[2]

Specie della flora spontanea italiana[modifica | modifica wikitesto]

Nella flora spontanea italiana del gruppo di questa voce sono presenti le seguenti specie:[21]

Nella "Flora d'Italia" sono elencate le specie Logfia neglecta e Logfia lojaconoi considerate da altre checklist appartenenti al genere Filago.[22]

Visione sinottica del genere in Italia[modifica | modifica wikitesto]

L’elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue un taxon dall'altro):[23]

  • 1A: le brattee medie dell'involucro alla fruttificazione non induriscono né avvolgono gli acheni;
Logfia minima (Sm.) Dumort. - Bambagia minima: l'altezza massima della pianta è di 2,5 - 15 cm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Centro Europeo / Sud Siberiano; l'habitat tipico sono i campi, gli incolti e i sentieri; in Italia è una specie rara e si trova con una certa discontinuità fino ad una quota compresa tra 200 e 1.300 m s.l.m..
  • 1B: le brattee medie dell'involucro alla fruttificazione avvolgono gli acheni in una guaina indurita;
  • 2A: i capolini sono in parte isolati e si trovano su brevi peduncoli;
Logfia heterantha (Raf.) Holub - Bambagia peduncolata: l'altezza massima della pianta è di 5 - 30 cm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Sud Ovest Mediterraneo; l'habitat tipico sono i pendii aridi e i pascoli; in Italia è una specie rara e si trova solamente al Sud fino ad una quota compresa tra 400 e 1.500 m s.l.m..
  • 2B: i capolini sono raccolti in glomeruli e sono sessili;
Logfia gallica (L.) Coss. & Germ. - Bambagia francese: l'altezza massima della pianta è di 2 - 25 cm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Euri-Mediterraneo; l'habitat tipico sono i campi e gli incolti aridi; in Italia è una specie rara e si trova su tutto il territorio fino ad una quota di 1.500 m s.l.m..

Specie della zona alpina[modifica | modifica wikitesto]

Delle 3 specie spontanee della flora italiana solo 2 vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[24].

Specie Comunità
vegetali
Piani
vegetazionali
Substrato pH Livello trofico H2O Ambiente Zona alpina
Logfia gallica 4 collinare Si acido medio arido B1 B2 F2 CN TO VC NO
Logfia minima 4 collinare Si e Ca/Si acido medio arido B1 B2 C1 tuttol'arco alpino con discontinuità
Legenda e note alla tabella.

Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 4 = comunità pioniere a terofite e succulente.
Ambienti: B1 = campi, colture e incolti; B2 = ambienti ruderali, scarpate; C1 = ambienti sabbiosi, affioramenti rocciosi; F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino.

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Xerotium Bluff & Fingerh.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato l'11 luglio 2023.
  3. ^ a b c eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato l'11 luglio 2023.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'11 luglio 2023.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ a b c d Judd 2007, pag.517.
  8. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 562.
  9. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, p. 271.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Judd 2007, pag. 520.
  12. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  13. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  14. ^ Mandel et al. 2019.
  15. ^ Zhang et al. 2021.
  16. ^ a b Smissen et al 2020.
  17. ^ a b Luebert et al. 2017.
  18. ^ a b Freie et al. 2019.
  19. ^ Galbany et al. 2010.
  20. ^ Santiago Andrés-Sánchez, M. Montserrat Martínez-Ortega & Enrique Rico, Taxonomic revision of the genus Logfia (Asteraceae, Gnaphalieae) in the Mediterranean region, in Anales del Jardín Botánico de Madrid, vol. 70, n. 1, 2023, pp. 7-18.
  21. ^ a b Pignatti 2018, vol.3 pag. 767.
  22. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 20 giugno 2023.
  23. ^ Pignatti 2018, vol.4 pag. 855.
  24. ^ Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 446.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Logfia Royal Botanic Gardens KEW - Database
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