Lapsanastrum

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Lapsanastrum
Lapsana apogonoides
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Crepidinae
Genere Lapsanastrum
Pak & K.Bremer, 1995
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Genere Lapsanastrum

Lapsanastrum Pak & K.Bremer, 1995 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dai botanici Jae Hong Pak e Kåre Bremer (1948-) nella pubblicazione " Taxon; Official News Bulletin of the International Society for Plant Taxonomy. Utrecht" ( Taxon 44(1): 19 ) del 1995.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Lapsanastrum humile
Le foglie
Lapsanastrum humile
Infiorescenza
Lapsanastrum humile

Habitus. Le specie di questo gruppo sono piante annuali o bienni di tipo scaposo non molto alte con abbondante latice amaro. Sono presenti specie perenni di breve durata.[4][5][6][7][8][9]

Fusto. Gli scapi fiorali sono gracili. In alcuni casi i fusti sono ramificati. Le radici in genere sono di tipo fittonante.

Foglie. Le foglie formano delle rosette radicali, ma alcune (poche) sono disposte anche lungo il caule in modo alterno e spesso sono abbraccianti il caule stesso. La lamina può essere dentata o divisa (pennatopartita o pennatosetta).

Infiorescenza. L'infiorescenza è composta da uno o più capolini terminali, solitari e annuenti. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro, glabro, ha una forma strettamente cilindrica ed è formato da due serie di brattee; in alcuni casi alla base è legnoso. Solitamente le due serie di brattee non sono uguali: la serie interna è eretta e più lunga con forme da lineari-lanceolate a lanceolate, mentre quella esterna è più o meno patente e più corta; raramente le brattee sono connate alla base. Il ricettacolo è piano e nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori). Alla fruttificazione le brattee si allargano e si dispongono in modo eretto (sono indurite e carenate). Dimensione dell'involucro: 7 mm.

Fiori. I fiori, (da 6 a 20 per capolino) tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, con delle forme da oblunghe a ellissoidi (subcompresse) e superficie pubescente, hanno da 10 a 13 coste disuguali (ossia 5 coste principali inframezzate da 1 - 2 coste minori); alcune coste si prolungano apicalmente in appendici uncinate. L'apice è troncato. Il pappo è assente.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo si trovano tutte in Asia orientale.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[8]

I caratteri più distintivi per questa sottotribù (e quindi per i suoi generi) sono:[7]

  • in queste piante non sono presenti i peli piccoli, morbidi e ramificati;
  • le brattee involucrali sono disposte in due serie ineguali;
  • i capolini contengono molti fiori;
  • le setole del pappo non sono fragili;
  • gli acheni alla base sono poco compressi.

La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[8] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Crepidiastrum-Lapsanastrum-Youngia clade".[9] Questo subclade, nell'ambito della sottotribù, occupa una posizione più o meno "basale" con il gruppo "Crepis-Lapsana-Rhagadiolus clade" (probabilmente formano un "gruppo fratello". Crepidiastrum, secondo le ultime analisi filogenetiche molecolari, comprende gli ex generi Paraixeris Nakai e Crepidifolium Sennikov. Youngia costituisce il "gruppo fratello" Crepidiastrum, mentre Lapsanastrum (recentemente ricavato dalle specie del genere Lapsana) è profondamente nidificato all'interno di Youngia, e quindi imparentato con quest'ultimo che risulta così un genere parafiletico). [La precedente configurazione filogenetica è basata sull'analisi di alcune particolari regioni (nrITS) del DNA; analisi su altre regioni (DNA del plastidio) possono dare dei risultati lievemente diversi.][9][17]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[7]

  • il ciclo biologico è annuo o bienne;
  • i fusti sono gracili;
  • gli acheni hanno da 10 a 13 coste disuguali;
  • il pappo è assente;
  • la distribuzione è asiatica orientale.

Il numero cromosomico di base della specie è: 2n = 18 (le specie sono diploidi e tetraploidi).[7][9]

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha 4 specie:[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 febbraio 2022.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  6. ^ Judd 2007, pag.517.
  7. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, pag.186.
  8. ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 350.
  9. ^ a b c d Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  13. ^ Judd 2007, pag. 523.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ Yin et al. 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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