La Madre di Dio

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La Madre di Dio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Piemonte
Provincia  Cuneo
Altezza2 800 m s.l.m.
CatenaAlpi
Coordinate44°10′11.71″N 7°17′22.75″E / 44.169919°N 7.289653°E44.169919; 7.289653
Data prima ascensione19 settembre 1901
Autore/i prima ascensioneV. De Cessole, J. Plent, A. Ghigo
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
La Madre di Dio
La Madre di Dio
Mappa di localizzazione: Alpi
La Madre di Dio
Dati SOIUSA
Grande ParteAlpi Occidentali
Grande SettoreAlpi Sud-occidentali
SezioneAlpi Marittime e Prealpi di Nizza
SottosezioneAlpi Marittime
SupergruppoCatena Argentera-Pépoiri-Matto
GruppoGruppo dell'Argentera
SottogruppoMassiccio dell'Argentera
CodiceI/A-2.I-B.6.a/b

La Madre di Dio è una montagna delle Alpi Marittime alta 2.800 m s.l.m., in provincia di Cuneo, parte del massiccio dell'Argentera.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Si trova in comune di Valdieri, in alta valle Gesso della Valletta, su uno sperone secondario della serra dell'Argentera. Questo sperone scende dalla cima Genova in direzione est-sud-est, passa per la cima Purtscheller e la punta de Cessole ed arriva alla cima della Madre di Dio, da dove si biforca: un breve sperone digrada rapidamente nella stessa direzione, mentre un secondo sperone digrada più lentamente in direzione nord-ovest, costeggiando il vallone dell'Argentera.

A nord si trova il Vallone dell'Argentera, a sud il Vallone di Assedras. Sulla cresta est-nord-est la montagna è delimitata dal Colletto della Madre di Dio (2720 m s.l.m.), mentre sulla cresta nord-ovest il limite è dato dalla Bassa della Madre di Dio (2455 m s.l.m.).

La montagna presenta una vetta bifida; delle due cime, la più alta è quella occidentale.

Dal punto di vista geologico, la montagna appartiene al massiccio cristallino dell'Argentera. Si tratta essenzialmente di gneiss di varia composizione e diverso grado di scistosità.[1]

Ascensione alla vetta[modifica | modifica wikitesto]

La prima ascensione fu effettuata per la cresta est da Victor de Cessole, Jean Plent ed Andrea Ghigo il 19 settembre 1901.[2]

Lo stesso de Cessole realizzò sulla stessa montagna altre due prime: la parete sud-est con G. Barel e Jean Plent (24 settembre 1903) ed il versante nord con Plent e A. Ghigo (5 luglio 1907).[2]

La via normale si sviluppa a partire dal canalone sud, raggiungibile dal rifugio Remondino. Si risale il canalone fino al colletto sommitale, da dove si procede per cenge, seguendo ometti e segni di vernice, fino alla base di un secondo canalone, risalendo il quale ci si trova tra le due cime; da qui, scendendo dal versante sud, si segue una traccia di sentiero che porta ad un ultimo canalino, seguendo il quale ci si trova sulla cresta, a breve distanza dalla cima principale. Il percorso è di tipo alpinistico, con grado di difficoltà PD, ed alcuni passaggi esposti sui quali è opportuno assicurarsi.[3]

Rifugi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carta Geologica d'Italia scala 1:100.000 - foglio 90 - Demonte, su apat.gov.it. URL consultato il 4 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  2. ^ a b (FR) Association Montagne et Patrimoines - Les premiers alpinistes
  3. ^ Normale alla Madre di Dio, su gulliver.it. URL consultato il 22 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Michelangelo Bruno - Jean Charles Campana, In cima. 90 normali nelle Alpi Marittime (vol. 2), Blu Edizioni, 2004, ISBN 9788887417852

Cartografia[modifica | modifica wikitesto]

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