L'amico della mia amica

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L'amico della mia amica
Emmanuelle Chaulet ed Eric Viellard in una scena del film
Titolo originaleL'ami de mon amie
Paese di produzioneFrancia
Anno1987
Durata102 min
Generecommedia
RegiaÉric Rohmer
SceneggiaturaÉric Rohmer
ProduttoreMargaret Menegoz
Casa di produzioneLes Films du Losange
FotografiaBernard Lutic
MontaggioMaría Luisa García
MusicheJean-Louis Valéro
ScenografiaSophie Mantigneux
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

L'amico della mia amica (L'ami de mon amie) è un film del 1987 scritto e diretto da Éric Rohmer.

È la sesta ed ultima parte del ciclo Commedie e proverbi (Comédies et proverbes).

La caratteristica principale del film è quella di essere girato in presa diretta, anche se rispetto al consueto, Rohmer lascia poco spazio all'improvvisazione dei suoi attori.[1] Questa peculiarità si inserisce perfettamente nell'abituale stile del regista e nella stessa Nouvelle Vague, che ha in Rohmer uno dei suoi fondatori. Il film è stato girato nella cittadina a nord-ovest di Parigi di Cergy-Pontoise il cui comune si è avvalso di moderne soluzioni architettoniche e urbanistiche per delle migliori qualità dell'ambiente e stili di vita.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

«Gli amici dei miei amici sono miei amici»

Blanche si è da poco trasferita a Cergy-Pontoise, cittadina satellite alla periferia di Parigi; un giorno conosce Léa, una studentessa che si siede al suo stesso tavolo a pranzo, e in breve diventano amiche intime. Blanche, che non ha amici in città, si offre di insegnare a nuotare a Léa; in piscina incontrano Alexandre, un giovane ingegnere che ha molto successo con le donne e che fa colpo anche su Blanche.

Léa frequenta un ragazzo, Fabien, ma afferma di essere incerta sul proprio amore. Cerca di creare occasioni perché la nuova amica conosca Alexandre; un giorno lo incontrano in un caffè ma Blanche è così paralizzata dall'emozione che non riesce a esprimersi. Alexandre, inoltre, esce con Adrienne, una studentessa d'arte.

Lea è insoddisfatta del rapporto con Fabien e decide di partire in vacanza con un altro, senza farglielo sapere. Consegna all'amica il proprio biglietto per un incontro di tennis del Roland-Garros dove avrebbe dovuto recarsi con Fabien, Alexandre e Adrienne. Dopo l'incontro Blanche torna a casa, ma in seguito incontra alla stazione ferroviaria Adrienne, che le dice quanto Fabien parli bene di lei. Blanche continua a incontrare per caso Fabien, finché lui la invita a fare windsurf. Nei giorni successivi i due si frequentano e scoprono di aver parecchie cose in comune: cenano insieme, nuotano e fanno lunghe passeggiate. Durante una di queste Blanche scoppia a piangere senza ragione, lui capisce che lei è combattuta e le confessa di amarla, poi la bacia. Blanche resiste, poi si lascia andare. La sera vanno a letto insieme, ma al mattino Blanche dice che non possono andare avanti perché, anche se lui e Léa si sono lasciati, si tratta comunque della sua migliore amica.

Léa torna dalla vacanza, con l'altro uomo non ha funzionato e si rimette con Fabien; il ragazzo, dopo che Blanche gli ha detto che la loro storia non può continuare, si ritiene libero. Partecipano tutti e tre a una festa, arriva anche Alexandre che si è lasciato con Fabienne, Blanche si convince di essere ancora innamorata di lui.

Nel giro di qualche giorno Léa lascia definitivamente Fabien e poi rivela a Alexandre che Blanche è innamorata pazza di lui. Però Blanche non sembra il tipo di Alexandre, che confessa invece di avere sempre avuto un debole per Léa. Lei è titubante, non vorrebbe ferire i sentimenti dell'amica, ma non ci vuole molto a capire che è innamorata. Anche Fabien e Blanche si rivedono, lui confessa di non amare da tempo Léa, l'attrazione è così forte che i due decidono di partire insieme in vacanza.

Léa e Alexandre sono a passeggio mano nella mano, vedono Blanche al tavolo di un ristorante; non possono sapere che sta aspettando Fabien. Alexandre si tiene in disparte, Léa va a chiedere scusa all'amica di essersi messa con l'uomo che le piace, ma nasce un malinteso: Blanche trattiene le lacrime perché crede che stiano parlando di Fabien, sono tutte e due sollevate quando scoprono la verità. Sopraggiunge Fabien, i quattro si riuniscono: domani entrambe le nuove coppie partiranno per le vacanze.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Ho sentito che quella che amavo non era una persona, era un’immagine. Avevo un’immagine di uomo che mi perseguitava, come un sogno infantile che si protrae un po’ troppo a lungo»

In L'amico della mia amica il colmo della sincerità raggiunge il colmo della perversione.[2]. Il film che conclude il ciclo “Commedie e proverbi” è uno dei più rigidamente programmatici di Rohmer, che cerca una sintesi del percorso nella “moralità” dei personaggi.[1] Il risultato è un delizioso e finissimo esercizio di cinema giocato sulle combinazioni sentimentali.[2] Per l'occasione il regista torna al 35 millimetri.

Rohmer dirige con la consueta delicatezza e attenzione alle sfumature questa storia di amori giovanili e estivi.[3] I cinque protagonisti sono figli della società in cui sono vissuti, una società che ipertrofizza la banlieue parigina dove edifica cittadine modello come Cergy-Pontoise, una città dove si vive per lavorare, ambientazione perfetta per il vuoto edonismo della seconda metà degli anni Ottanta[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Zappoli, p. 111.
  2. ^ a b ”Il Morandini” 2013, Biblioteca Elettronica Zanichelli vers. 301e14.4 del 17/4/2012
  3. ^ Paolo Merechetti (a cura di), Dizionario dei Film, Baldini & Castoldi, 1998, ISBN 978-88-8089-195-6.
  4. ^ Zappoli, p. 112.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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