I quattro sensi della Scrittura

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I quattro sensi della Scrittura sono un metodo di interpretazione che distingue quattro tipi o livelli di lettura nella Bibbia. Questo principio dal quadruplice significato, nato all'interno dell'Ebraismo, fu ripreso dai Padri della Chiesa cristiani e si sviluppò poi nel Medioevo. Caduto parzialmente in disuso nell’età moderna, conobbe un rinnovato interesse nel XX secolo.

Nella tradizione ebraica, questa forma di ermeneutica biblica prevede la distinzione di quattro significati nei testi biblici: letterale, allusivo, omiletico e mistico. La tradizione cristiana definisce questi quattro livelli in questi termini: letterale, allegorico, tropologico (o morale) e anagogico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini giudaiche e greche[modifica | modifica wikitesto]

Filone di Alessandria (20 a.C.-45 d.C.) è un ebreo ellenizzato noto per aver realizzato una lettura allegorica della Bibbia.[1] Secondo Fozio di Costantinopoli, Filone sarebbe all'origine dell'interpretazione allegorica della Bibbia adottata dai cristiani.[2]

Gli studiosi dibattono sul fatto che l’ermeneutica dei significati sia un portato del Giudaismo ovvero un influsso successivo del Cristianesimo sull’Ebraismo. Gershom Scholem, uno dei massimi studiosi della Kabbalah, si orientò verso un'influenza cristiana.[senza fonte] Tuttavia, già nella tradizione giudaica, esistono quattro livelli di interpretazione della Torah[3]:

  • il PShat: significato letterale o ovvio;
  • il Remez: significato allusivo (letteralmente: allusione);
  • il Drash: significato omiletico e metaforico;
  • il Sod: significato mistico (segreto).

I quattro metodi di esegesi biblici sono riassunti dall'acronimo PaRDeS. Il Midrash si adotta i metodi remez e drash'. Rashi usava spesso i quattro sensi nei suoi commenti. Il significato mistico o segreto (sod) è l'oggetto più in particolare degli studi cabalistici. La Cabala cristiana fu soppressa nel Medioevo perché vista come una fonte di occultismo esoterico.

Trasmissione al Cristianesimo[modifica | modifica wikitesto]

Nel III secolo, il teologo Origene, allievo della scuola di Alessandria, formulò il principio dei tre significati della Scrittura (letterale, morale e spirituale) dal metodo interpretativo ebraico (midrash) usato da Paolo di Tarso nell’Epistola ai Galati, al capitolo 4.[4]

Questa forma di ermeneutica serviva per interpretare la Bibbia durante la preghiera, come indicava Origene nel 238 in una lettera al suo discepolo Gregorio il Taumaturgo, che si preparava a partire per una missione evangelizzatrice.[5] Lo esorta alla lectio divina: «dedicati alla lettura delle divine Scritture. Applicati a questo con perseveranza...Dedicandoti così alla lectio divina, cerca con rettitudine e fiducia incrollabile in Dio il senso delle divine Scritture, che in essa sono contenute in abbondanza».

Origene usa generalmente tre significati nei suoi commenti alla Scrittura (letterale, morale e mistico), che corrispondono alla tricotomia umana "corpo, anima e spirito" (De principiis, IV, 11), sebbene segua spesso l'ordine corpo- spirito-anima, quindi corrispondente alla sequenza letterale-mistico-morale. Ad esempio, rispetto a Esodo 1,7[6], che afferma «Giuseppe morì (...) ei figli d'Israele crebbero e si moltiplicarono»:

  • il significato letterale (carnale, storico) è: Giuseppe morì, poi i fedeli divennero una grande moltitudine;
  • il significato mistico (spirituale, allegorico) è: Giuseppe annuncia Gesù, morto perché la Chiesa si diffonda sulla Terra;
  • il senso morale (che edifica le anime) è: la morte di Cristo si riproduce nell'anima di ogni cristiano di cui prolifera la fede (Omelie sull'Esodo, I, 4).

Nel IV secolo, il teologo Agostino d'Ippona sviluppò questa dottrina che divenne dei quattro significati della Scrittura.[7]

Nel V secolo, Giovanni Cassiano, citato da Karlfried Froehkich nel The Oxford Companion to the Bible, sistematizzò la dottrina dei quattro sensi. Nel suo XIV sermone (§ 8) afferma: «le quattro figure saranno unite, affinché la stessa Gerusalemme possa assumere quattro diversi significati: in senso storico, sarà la città degli Ebrei; in senso allegorico, la Chiesa di Cristo; in senso tropologico, l'anima umana”; in senso anagogico, la città celeste, 'che è nostra madre per tutti'».

Nella concezione dei Padri della Chiesa, le definizioni di allegoria e tropologia erano simili, fino al Medioevo quando la Chiesa fece una distinzione più netta tra il senso spirituale allegorico, il senso morale tropologico e gli stili interpretativi.[8]

All’inizio dell'VIII secolo Beda il Venerabile declina esplicitamente i "quattro livelli di significato delle Scritture": narrativo, allegorico (dogmi e misteri della fede), tropologico (morale, omiletico) e anagogico (spirituale, celeste).[9]

Nel XII secolo Bernardo di Chiaravalle utilizzò il metodo dei quattro sensi nei suoi Sermoni sul Cantico dei Cantici.[10]

Nel XIII secolo, secondo Henri de Lubac, Agostino di Dacia riassumeva in un distico l'ermeneutica sistematizzata in Tommaso d'Aquino: Littera gesta docet, quid credas allegoria, / moralis quid agas, quo tendas anagogia[11][12] (la lettera insegna i fatti, l'allegoria ciò che devi credere, la morale ciò che devi fare, l'anagogia ciò a cui devi tendere).

Il principio dei quattro sensi fu ripreso da san Girolamo, Agostino, Beda il Venerabile, Scoto Eriugena, Ugo di San Vittore e Riccardo di San Vittore, Alano di Lilla, Bonaventura da Bagnoregio, Tommaso d'Aquino[13] Tommaso d'Aquino non presenta una serie di quattro sensi, ma una dualità, la lettera e lo spirito; lo spirito si divide in allegoria, tropologia, anagogia (Summa Theologiae, I, qu. I, art. 10). Secondo tale articolo, «tutti i significati della Sacra Scrittura trovano il loro sostegno nel significato letterale».

Questo principio si sviluppò particolarmente durante il Rinascimento del XII secolo, con l'introduzione della filosofia di Aristotele in Occidente, la nascita della teologia scolastica (Abelardo, Ugo di san Vittore) e la nascita delle università. Fu nel XII secolo che la dottrina dei quattro sensi della Scrittura, che sostiene un'interpretazione plurale del testo della Bibbia, raggiunse il suo apice.

Praticamente abbandonato nei tempi moderni[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un periodo (dal 1515 al 1516) in cui fece uso personale della teoria dei quattro sensi, Lutero abbandonò i tradizionali quattro sensi nel 1519.[14] Melantone decostruì il metodo. La Riforma protestante abbandonerà l metodo dei quattro significati a favore della sola interpretazione letterale.

In ambito cattolico, il metodo è attestato ancora nel XVII secolo con l’esegesi di Cornelio a Lapide e nel distico di Agostino di Dacia, come ripreso dal Menochio. A cavallo fra il XIX e il XX secolo, il sistema cade in disuso.[15]

Rinnovato interesse nel XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

I papi Leone XIII e pio XII pubblicarono encicliche sugli studi biblici. Nella sua ‘’Providentissimus Deus’’ Leone XIII mise in guardia contro un'interpretazione esclusivamente letterale sottolineando l'importanza del significato allegorico.[16]:

«Non pensi però che gli venga per questo preclusa la via per cui, intervenendo una giusta causa, egli potrà anche procedere oltre nella ricerca e nel l'interpretazione, purché si mantenga religiosamente ossequioso al precetto sapientemente dato da sant'Agostino, e cioè di non allontanarsi per nulla dal senso letterale e ovvio, se non vi sia una qualche ragione che non permetta di tenerlo, o una necessità che imponga di lasciarlo: prescrizione questa a cui fa d'uopo attenersi con tanta più fermezza quanto maggiore, in così grande smania di novità e libertà di opinioni, sovrasta il pericolo di sviarsi. Si guardi parimenti lo studioso dal trascurare quei passi che furono volti dagli stessi Padri a un senso allegorico o simile, soprattutto quando partono dal senso letterale e sono sostenuti dall'autorità di molti. Tale modo di interpretare, infatti, la chiesa lo ricevette dagli apostoli, e lo approvò essa stessa, come appare dalla liturgia, col proprio esempio; non che i padri si studiassero per mezzo di esso di dimostrare per sé ì dogmi dì fede, ma perché conoscevano per esperienza quanto valesse ad alimentare la virtù e la pietà.»

La Divino Afflante Spiritu di Pio XII insiste sull'ispirazione divina delle Scritture, autorizzando il metodo storico-critico e distinguendo il significato letterale dal “significato spirituale”[17]:

«Certo non va escluso dalla Sacra Scrittura ogni senso spirituale, poiché quello che nel Vecchio Testamento fu detto o fatto, venne da Dio con somma sapienza ordinato e disposto in tal modo, che le cose passate prefigurassero le future da avverarsi nel nuovo Patto di grazia. Perciò l'esegeta come è tenuto a ricercare ed esporre il significato proprio o letterale delle parole inteso ed espresso dal sacro autore, così la stessa cura deve avere nella ricerca del significato spirituale, purché realmente risulti che Dio ve lo ha posto. Solo Dio difatti poté sia conoscere sia rivelare a noi quel significato spirituale.»

Nel 1992 il Catechismo della Chiesa Cattolica (§ da 115 a 119)[18] fa riferimento al principio dei quattro sensi, che corrisponde alla Lectio divina.[19]

La teologia evangelica moderata, comparsa negli anni ’40 negli Stati Uniti[20][21] I teologi moderati hanno assunto posizioni di rilievo all’interno degli istituti teologici evangelici, mentre posizioni teologiche moderate sono state adottate nelle chiese evangeliche.[22][23]

Dopo l'opera di Henri de Lubac sull'esegesi medievale, la teoria dei quattro sensi sembra rinascere tra i teologi contemporanei.[24] Scrive Urs von Balthasar nel 1970:

(FR)

«Les quatre sens de l’Écriture célèbrent leur résurrection cachée dans la théologie d'aujourd’hui : en effet le sens littéral apparaît comme celui qu’il faut faire émerger en tant qu’historico-critique ; le sens spirituel en tant que kérygmatique, le sens tropologique en tant qu’essentiel et le sens anagogique en tant qu’eschatologique»

(IT)

«I quattro sensi della Scrittura celebrano la loro resurrezione nascosta nella teologia odierna: in effetti il senso letterale appare come quello che deve emergere in quanto storico-critico; il senso spirituale come kerygmatico, il senso tropologico come essenziale e il senso anagogico come escatologico

Sensi spirituali e virtù teologali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Virtù teologali.

Henri de Lubac stabilì una corrispondenza biunivoca fra i tre sensi spirituali e le tre virtù teologali, dove[26]:

  • l'allegoria è il significato della fede;
  • la tropologia è il significato della carità;
  • l'anagogia è il senso della speranza, che è rivolta al futuro.

In letteratura[modifica | modifica wikitesto]

La scrittura allegorica fu praticata per la prima volta dal poeta latino Prudenzio (348-410) nelle sue ‘’Psychomachie’’ ("Combattimento dell'anima").[27]. Conradus Hirschauensis (1070-1150) nel suo Dialogus super auctores evoca una quadruplice interpretazione, valida in primis per il testo sacro, ma applicabile anche alla letteratura profana.

Poi, per tutto il Medioevo, la letteratura cercò di adattarsi alle tecniche ermeneutiche. La letteratura allegorica si sviluppò particolarmente nel XIII secolo

Nel secondo trattato del suo Convivio, Dante espone la dottrina dei quattro sensi e invita il lettore a cercarli nel testo della Divina Commedia.

Collocazione nella Storia Sacra[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il sacerdote, medico e teologo Pascal Ide, i quattro sensi si possono associare ad altrettanti luoghi della Storia Sacra e trascendentali. L’associazione è illustrata con l’esempio del Tempio di Gerusalemme[28]:

I quattro sensi della Scrittura Senso letterale Senso allegorico Senso tropologico o morale Senso anagogico o escatologico
Definizione Eventi storici da riconoscere Il significato cristologico per credere Il senso pratico al quale adeguarsi Il significato ultimo in cui sperare
Exemple du Temple Il mosaico del tempio che si trova a Gerusalemme Il tempio di Cristo che è il Corpo di Gesù Il tempio mistico che è il cuore del credente Il tempio escatologico che è la Gerusalemme celeste
La Storia Sacra Tempi dell'Antico Testamento Tempi del Nuovo Testamento Tempo della Chiesa La fine del tempo e dell'eternità
I trascendentali Il bello La verità Il bene L'unità

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [https://books.openedition.org/pusl/6117?lang=fr JUIFS ET CHRÉTIENS : UN VIS-À-VIS PERMANENT | Bernard Dupuy, Gilbert Dahan, Jacques Cazeaux, et al., Chapitre IV. Être juif et parler grec : l’allégorie de Philon
  2. ^ Adam Kamesar (éd.), The Cambridge Companion to Philo, Cambridge, Cambridge University Press, 2009, p.73
  3. ^ Attali Michel, « Les contrées respectables. L'Universel et le Particulier dans la Kabbale », Pardès, 2011/1 (N° 49), p. 113-121. DOI : 10.3917/parde.049.0113. online
  4. ^ Kevin J. Vanhoozer, Dictionary for Theological Interpretation of the Bible, Baker Academic, USA, 2005, pp. 283-284
  5. ^ citato da B. Secondin, La lettura orante della Parola. « Lectio divina » in comunità e in parrocchia (Wladimir Di Giorgio, Padova, 2001) p. 15. (cfr. Sources Chrétiennes, n° 148, p. 192
  6. ^ Esodo 1,7, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Chad Brand, Eric Mitchell, Holman Illustrated Bible Dictionary, B&H Publishing Group, USA, 2015, p. 206-207
  8. ^ Alister E. McGrath, Christian Theology: An Introduction, John Wiley & Sons, USA, 2011, p. 132
  9. ^ Gershom Scholem, Le nom et ses symboles, Paris, Cerf, 1983, pp. 120-124
  10. ^ Bernard de Clairvaux, Sermons sur le Cantique, tomo 2, Sermoni da 16 a 32, tomo 3, Sermoni da 33 a 50. Testo latino di Sancti Bernardi Opera (SBO) a cura di Jean Leclercq, Henri Rochais e Charles H. Talbot. Introduzione, traduzione e note a cura di Paul Verdeyen et Raffaele Fassetta. Parigi, Les Éditions du Cerf (coll. « Sources chrétiennes » 431 et 452), 1998 e 2000, 495 e 407 p.
  11. ^ Henri de Lubac, « Sur un vieux distique : la doctrine du quadruple sens », in ‘’Mélanges offerts au R.P. Ferdinand Cavallera’’, Toulouse, Bibliothèque de l’Institut catholique, 1948, pp. 347-366
  12. ^ Henri de Lubac, Exégèse médiévale : les quatre sens de l’Écriture, t. I, Parigi, Aubier-Montaigne, 1959, p. 23.
  13. ^ Michel Leter, Apories de l'herméneutique, 1991
  14. ^ Jean-Denis Kraege, L'Écriture seule. Pour une lecture dogmatique de la Bible : l'exemple de Luther et de Barth, p. 108-109
  15. ^ Gilbert Dahan, Lire la Bible au Moyen Âge, Essais d'herméneutique médiévale, Droz, pp. 199-200
  16. ^ Providentissimus Deus, online
  17. ^ Soulen, Richard N. Soulen, R. Kendall Soulen, Handbook of Biblical Criticism (a ed.), 2001, Louisville, Kentucky, Westminster John Knox Press, p. 49.
  18. ^ Les sens de l'Écriture selon le catéchisme de l'Église catholique.
  19. ^ Bianchi, Lectio divina : fondamenti e prassi
  20. ^ Robert H. Krapohl, Charles H. Lippy, The Evangelicals: A Historical, Thematic, and Biographical Guide, Greenwood Publishing Group, USA, 1999, p. 197</ref, contempla un’ermeneutica e un’esegesi che fanno ricorso al metodo dei quattro sensi. ref> George Demetrion, In Quest of a Vital Protestant Center: An Ecumenical Evangelical Perspective, Wipf and Stock Publishers, USA, 2014, p. 128
  21. ^ Roger E. Olson, The Westminster Handbook to Evangelical Theology, Westminster John Knox Press, USA, 2004, p. 49
  22. ^ James Leo Garrett, Baptist Theology: A Four-century Study, Mercer University Press, USA, 2009, p. 45
  23. ^ Robert Warner, Reinventing English Evangelicalism, 1966-2001: A Theological and Sociological Study, Wipf and Stock Publishers, USA, 2007, p. 229
  24. ^ Les quatre sens de l’Écriture : la résurrection cachée d’une lecture de la Bible
  25. ^ Urs von Balthasar « Con occhi semplici. Verso una nuova coscienza cristiana » (« Avec des yeux simples. Vers une nouvelle conscience chrétienne », Herder-Morcelliana, 1970)
  26. ^ René Roques, « Henri de Lubac, Exégèse médiévale, les quatre sens de l'Écriture », Revue d'histoire des religions, p. 213, online
  27. ^ Letteratura allegorica, Università di Bucarest.
  28. ^ Pascal Ide, Les 4 sens de la nature, Éditions de Emmanuel, 2020, p. 25

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

in francese
  • Henri de Lubac, Histoire et Esprit : L'Intelligence de l'Écriture d'après Origène, 1ªedizione del 1950, ristampa a cura di Cerf nel 2002 (seconda edizione), 649 p. ISBN 2-20406-761-X
  • Henri de Lubac, Exégèse médiévale, les quatre sens de l'Écriture, Paris, paru en 1959-1964 chez Aubier, réédition Cerf en 1993, 4 volumes (épuisé)
  • Tanguy-Marie Pouliquen, La Parole, don de vie - lecture spirituelle à l'école de la Lectio Divina, éditions Béatitudes, 2006, 272 p. ISBN 978-2-84024-262-8 (épuisé)
  • Marc-Alain Ouaknin, Mystères de la Bible, Assouline, 2008, 367-371 pp.
  • Gilbert Dahan, Lire la Bible au Moyen Âge, Essais d'herméneutique médiévale, Droz, 2009, 448 p.
altre lingue
  • (EN) Karlfried Froehlich, Early Christian Interpretation, The Oxford Companion to the Bible, éd. Bruce Metzger, M.D. Coogan, Oxford, 1993
  • Leif Grane, Evangeliet for folket : drøm og virkelighed i Martin Luthers liv, København : Gad, 1983, 284 sider, DK5=27.16 (99.4 Luther, Martin). ISBN 87-12-24250-0
  • Jan Lindhardt, Middelalderens (og Renæssancens) Bibeludlægning in Fønix n. 3, 1979

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]