Dio è donna e si chiama Petrunya

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Dio è donna e si chiama Petrunya
Titolo originaleГоспод постои, името ѝ е Петрунија
Gospod postoi, imeto i e Petrunija
Lingua originalemacedone
Paese di produzioneMacedonia del Nord, Belgio, Slovenia, Croazia, Francia
Anno2019
Rapporto2,39:1
Generecommedia, drammatico
RegiaTeona Strugar Mitevska
SceneggiaturaElma Tataragić, Teona Strugar Mitevska
ProduttoreLabina Mitevska
Casa di produzioneSisters and Brother Mitevski, Entre Chien et Loup, Vertigo, Spiritus Movens, Deuxième Ligne Films, Ez Films
Distribuzione in italianoTeodora Film
FotografiaVirginie Saint-Martin
MontaggioMarie-Hélène Dozo
MusicheOlivier Samouillan
ScenografiaVuk Mitevski
CostumiMonika Lorber
Interpreti e personaggi
  • Zorica Nuševa: Petrunya
  • Labina Mitevska: Slavica
  • Simeon Moni Damevski: ispettore Milan
  • Suad Begovski: parroco
  • Stefan Vujisic: agente Darko
  • Violeta Šapkovska: madre di Petrunya
Doppiatori italiani

Dio è donna e si chiama Petrunya (Gospod postoi, imeto i e Petrunija) è un film del 2019 diretto da Teona Strugar Mitevska.

È stato presentato in concorso al 69º Festival di Berlino.

Ogni anno nella città di Štip si svolge una festa religiosa durante la quale una croce viene lanciata nel fiume. Per tradizione solo gli uomini della comunità partecipano alla competizione per recuperare la croce e avere giovamento della buona sorte che il possesso dell'oggetto sacro porta per un intero anno. Petrunya è una giovane donna di 32 anni, laureata in storia, in sovrappeso e disoccupata, che vive ancora con i genitori subendo le umiliazioni della madre. Petrunya trovandosi lì per caso, di ritorno da un umiliante colloquio di lavoro, partecipa in modo istintivo e impulsivo alla competizione riuscendo inaspettatamente a vincere la concorrenza maschile e quindi a recuperare la croce prima di tutti. La tradizione religiosa risulta, però, violata e nessuno tra i partecipanti alla competizione ha intenzione di lasciare l'oggetto sacro nelle mani di una donna. La ragazza decide allora di fuggire con la croce, suscitando grande scandalo e riprovazione da parte della sua comunità, anche a seguito della diffusione della notizia in televisione. Petrunya viene quindi individuata dalla polizia locale che la conduce nella locale centrale di polizia, pur senza che le vengano formalmente formulate delle accuse o che venga arrestata, poiché alcune riprese video pubblicate su YouTube provano come la ragazza abbia regolarmente conquistato la croce. Qui si susseguono interrogatori, dialoghi e discussioni con (e tra) le autorità laiche e religiose, senza trovare una soluzione, mentre all'esterno si raduna una folla violenta di uomini che vorrebbe fare giustizia sommaria di questo scandalo contro la tradizione religiosa. Dall'esterno, una giornalista che aveva documentato gli eventi prova ad aiutare la ragazza a riconquistare la libertà denunciando i segni di un perdurante sistema patriarcale, che limita le possibilità di autoaffermazione per le donne. Petrunya nel corso della vicenda acquisisce consapevolezza di sé e, sempre più sagace e caparbia, non cede alle richieste e alle proposte delle autorità fino a essere liberata senza accuse. La croce a quel punto ha, però, già mostrato i suoi benefici effetti sulla vita della ragazza, che quindi una volta libera decide di restituirla al capo locale della Chiesa e si incammina verso casa.

Riconoscimenti

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Il film ha, inoltre, vinto il Premio LUX 2019, riconoscimento attribuito dal Parlamento europeo ad "opere cinematografiche europee che si distinguono per la capacità di trattare temi rilevanti nel dibattito sociopolitico e dunque di contribuire alla costruzione di una comune identità europea".[1][2]

  1. ^ Premio LUX 2019: annunciati a Roma i tre finalisti, su europarl.europa.eu. URL consultato il 21 settembre 2019.
  2. ^ Premio LUX 2019. “Petrunya mostra il potere del cinema di cambiare le cose” | Attualità | Parlamento europeo, su europarl.europa.eu, 28 novembre 2019. URL consultato il 16 dicembre 2019.

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