Get Behind Me Satan

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Get Behind Me Satan
album in studio
ArtistaThe White Stripes
Pubblicazione7 giugno 2005
Durata44:07
GenereIndie rock
Blues rock
Garage rock
Punk blues
EtichettaV2 Records (U.S.A.)
XL Recordings (Europa)
ProduttoreJack White
RegistrazioneFebbraio 2005
NoteGrammy Award Miglior album di musica alternativa 2006
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera del Belgio Belgio[1]
(vendite: 25 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[2]
(vendite: 500 000+)
The White Stripes - cronologia
Album precedente
(2004)
Album successivo
(2005)
Singoli
  1. Blue Orchid
    Pubblicato: 30 maggio 2005
  2. My Doorbell
    Pubblicato: 3 settembre 2005
  3. The Denial Twist
    Pubblicato: 7 novembre 2005

Get Behind Me Satan è il quinto album in studio del gruppo statunitense dei The White Stripes, ed è stato pubblicato nel 2005. Ha venduto oltre 850 000 copie negli Stati Uniti.

Solo tre tracce sono basate sulla chitarra elettrica: Jack White, ormai stanco del solito Punk-Rock scrive la sua opera più stramba, quindi animata da pianoforte, marimba, chitarra classica e acustica. Segue un'altra stagione di concerti.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo dell'album si riferisce alla frase «Get Behind Me Satan» (letteralmente "Va' dietro a me, Satana!", più conosciuta in latino come "Vade retro Satana!") pronunciata da Gesù nel versetto 16:23 del Vangelo secondo Matteo. Nella versione della Bibbia di re Giacomo, la citazione è leggermente differente: «Get thee behind me, Satan» ("Vai dietro di me, Satana").[3]

Jack White dichiarò in un'intervista concessa allo show radiofonico Fresh Air che "la verità è la tematica principale dell'album Get Behind Me Satan." Mettendo in correlazione questo punto ai molteplici riferimenti all'attrice cinematografica Rita Hayworth presenti nel disco, White disse che lei divenne una "metafora onnicomprensiva" da quando cambiò il proprio cognome per nascondere la sue radici latine, e per il modo in cui la celebrità se ne appropriò.[4] White disse a Rolling Stone: «Rita Hayworth è diventata una metafora onnicomprensiva di tutto ciò a cui stavo pensando mentre realizzavo l'album. C'era un suo autografo: aveva baciato un pezzo di carta, vi aveva lasciato l'impronta di un labbro e sotto diceva: "Ho il cuore in gola". Ho adorato quella dichiarazione e mi chiedevo perché l'avesse scritta. C'era anche il fatto che era latina e aveva cambiato nome. Era diventata qualcosa di diverso, si era trasformata e stava cercando di lasciarsi alle spalle qualcosa. E c'era la superficialità della celebrità quando ti viene lanciata addosso. Tutto ciò stava accadendo in queste canzoni; quello che mi era stato buttato addosso, cose che non avevo mai chiesto. Ogni canzone di quell'album parla della verità».[5]

Sebbene sia ancora basilare nello stile di produzione, l'album segnò un netto cambiamento rispetto al suo predecessore del 2003, Elephant. Con la sua dipendenza da melodie guidate dal pianoforte e la sperimentazione con la marimba in The Nurse e Forever For Her (Is Over For Me), Get Behind Me Satan minimizza le influenze punk, garage rock e blues che hanno dominato i precedenti album dei White Stripes . Il frontman Jack White suona con una tecnica diversa rispetto al passato, sostituendo la chitarra elettrica con pianoforte, mandolino e chitarra acustica in quasi tutte le tracce, poiché il suo solito stile di chitarra solista attento ai riff è superato da un approccio prevalentemente ritmico.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Blue Orchid – 2:37
  2. The Nurse – 3:47
  3. My Doorbell – 4:01
  4. Forever for Her (Is Over for Me) – 3:15
  5. Little Ghost – 2:18
  6. The Denial Twist – 2:35
  7. White Moon – 4:01
  8. Instinct Blues – 4:16
  9. Passive Manipulation – 0:35
  10. Take, Take, Take – 4:22
  11. As Ugly as I Seem – 4:10
  12. Red Rain – 3:52
  13. I'm Lonely (But I Ain't That Lonely Yet) – 4:19

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

The White Stripes
  • Jack White – voce solista, chitarra, piano, basso, mandolino, marimba, tamburello
  • Meg White – batteria, percussioni, campane, triangolo, cori, voce solista in Passive Manipulation

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[6]
Entertainment WeeklyC+[7]
The Guardian[8]
Los Angeles Times[9]
NME8/10[10]
Pitchfork7.3/10[11]
Q[12]
Rolling Stone[13]
SpinB[14]
The Village VoiceA−[15]

Get Behind Me Satan entrò in classifica in terza posizione negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, posizione più alta di debutto in America rispetto ai precedenti dsichi, ma non nel Regno Unito rispetto a Elephant. Blue Orchid, il primo singolo, divenne una hit radiofonica negli Stati Uniti e il loro secondo successo da UK Top 10 in Gran Bretagna. Il secondo singolo My Doorbell e il terzo, The Denial Twist, raggiunsero entrambi la Top 10 britannica.

Nel 2006 l'album venne incluso nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die di Robert Dimery,[16] ma fu tolto dall'edizione del 2007.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (NL) GOUD EN PLATINA - albums 2007, su Ultratop. URL consultato il 24 novembre 2022.
  2. ^ (EN) The White Stripes - Get Behind Me Satan – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 16 marzo 2023.
  3. ^ King James Version: Matthew Chapter 16, su sacred-texts.com, verse 23. URL consultato il 24 settembre 2011.
  4. ^ David Fricke, White on White, su rollingstone.com, Rolling Stone, 25 agosto 2005. URL consultato il 20 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2008).
  5. ^ David Fricke, The Mysterious Case of the White Stripes: Jack White Comes Clean, in Rolling Stone, 8 settembre 2005. URL consultato il 7 marzo 2015.
  6. ^ Heather Phares, Get Behind Me Satan – The White Stripes, su allmusic.com, AllMusic. URL consultato il 24 settembre 2011.
  7. ^ David Browne, Get Behind Me Satan, in Entertainment Weekly, n. 824, 6 giugno 2005, ISSN 1049-0434 (WC · ACNP). URL consultato il 24 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
  8. ^ Alexis Petridis, The White Stripes, Get Behind Me Satan, in The Guardian, Londra, 3 giugno 2005, ISSN 0261-3077 (WC · ACNP), OCLC 60623878. URL consultato il 29 novembre 2015.
  9. ^ Robert Hilburn, Their fifth album proves they've earned their stripes, in Los Angeles Times, 5 giugno 2005. URL consultato il 29 novembre 2015.
  10. ^ Alex Needham, The White Stripes : Get Behind Me Satan, in NME, 25 maggio 2005, ISSN 0028-6362 (WC · ACNP). URL consultato il 24 settembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2012).
  11. ^ Matthew Murphy, The White Stripes: Get Behind Me Satan, in Pitchfork, 5 giugno 2005. URL consultato il 24 settembre 2011.
  12. ^ The White Stripes: Get Behind Me Satan, in Q, n. 228, luglio 2005, p. 108, ISSN 0955-4955 (WC · ACNP).
  13. ^ Rob Sheffield, Get Behind Me Satan, in Rolling Stone, 16 giugno 2005, ISSN 0035-791X (WC · ACNP). URL consultato il 24 settembre 2011.
  14. ^ Chuck Klosterman, The White Stripes: Get Behind Me Satan, in Spin, vol. 21, n. 6, giugno 2005, p. 101, ISSN 0886-3032 (WC · ACNP). URL consultato il 29 novembre 2015.
  15. ^ Robert Christgau, Laptop for Desktoppers, in The Village Voice, 12 luglio 2005. URL consultato il 29 novembre 2015.
  16. ^ Robert Dimery e Michael Lydon, 1001 Albums You Must Hear Before You Die: Revised and Updated Edition, Universe, 7 febbraio 2006, ISBN 0-7893-1371-5.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]