Felis silvestris ornata

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Gatto selvatico asiatico[1]
Stato di conservazione
Rischio minimo[2]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Sottordine Feliformia
Famiglia Felidae
Sottofamiglia Felinae
Genere Felis
Specie F. silvestris
Sottospecie F. s. ornata
Nomenclatura trinomiale
Felis silvestris ornata
Gray, 1832
Areale
Distribuzione del gatto selvatico asiatico nel 2020 secondo I dati dell'IUCN.

Il gatto selvatico asiatico (Felis silvestris ornata Gray, 1832) è una sottospecie di gatto selvatico diffusa dalle sponde orientali del Caspio fino all'India occidentale e, a nord, al Kazakistan, alla Cina occidentale e alla Mongolia meridionale. Dal momento che è la sottospecie più comune e diffusa di F. silvestris, non corre alcun rischio di estinzione[3].

È noto anche come gatto delle steppe asiatico e gatto del deserto indiano[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Pelle di gatto selvatico asiatico.

I gatti selvatici dell'Asia centrale si differenziano da quelli europei per lo sfondo color giallo-grigiastro o rossastro del mantello, ricoperto distintamente da piccole macchie nere o rosso-marrone. Talvolta le macchie si fondono insieme a costituire delle strisce, specialmente negli esemplari diffusi nelle regioni centroasiatiche a est dei monti Tien Shan[5].

In Pakistan e India, i gatti selvatici hanno mantelli dalla colorazione giallo-sabbia chiaro, sulla quale spiccano piccole macchie che tendono a disporsi in linee verticali su tronco e fianchi. La pelliccia è generalmente breve, ma la sua lunghezza varia a seconda dell'età dell'esemplare e della stagione. La coda ha sempre l'estremità nera e le piante dei piedi sono nere. Un piccolo ciuffo di peli si sviluppa sulla punta delle orecchie[6]. Il peso si aggira sui 3–4 kg[7][8].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il Caucaso viene generalmente considerato come la zona di transizione tra gli areali del gatto selvatico europeo (a nord e a ovest) e del gatto selvatico asiatico (a sud e a est). In questa regione, il primo è diffuso nelle foreste di montagna, mentre il secondo vive nelle aree desertiche e semidesertiche di bassa quota lungo le sponde del Caspio. Il gatto selvatico asiatico vive di solito in prossimità dei corsi d'acqua, ma è anche in grado di vivere tutto l'anno in deserti completamente privi di riserve idriche. Nelle regioni montuose si spinge fino a 2000–3000 m di quota, ovunque vi sia copertura vegetale sufficiente. In inverno, ai confini settentrionali dell'areale, la profondità del manto nevoso pone dei limiti alla sua espansione[9].

In Afghanistan, gatti selvatici asiatici sono stati avvistati prima del 1973 sui monti e nelle steppe dell'Hazaristan (regione centrale del Paese), nella zona del passo Shibar, presso Herat e nella Provincia di Bamiyan[10].

In India, questo animale è associato soprattutto ai deserti arbustivi[11]. Nel 1999, la sottospecie era considerata ancora presente in Rajasthan, nei distretti di Bikaner, Barmer, Jaisalmer, Pali e Nagaur[12].

Abita il deserto del Rajasthan e il Rann di Kutch, comprese le adiacenti distese erbose di Banni, in India, e le regioni desertiche del Sindh, in Pakistan. Il Santuario Naturale di Jalore, situato nei pressi dell'omonima città del Rajasthan, è una delle poche aree protette in cui questo animale è presente in gran numero.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

I gatti selvatici asiatici vengono avvistati più frequentemente nelle ore diurne. Riposano e allevano i piccoli all'interno di tane[9].

Nelle regioni arbustive del Rajasthan occidentale, si nutrono soprattutto di gerbilli del deserto, ma cacciano anche lepri, ratti, tortore, pernici grigie, grandule, pavoni, bulbul, passeri e mangiano uova di uccelli che nidificano al suolo. Sono stati visti anche uccidere cobra, vipere dalle squame a sega, boa delle sabbie, gechi, scorpioni e coleotteri[11].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine di gatto selvatico asiatico si accoppiano spesso con i gatti domestici e nei pressi dei villaggi ove vivono le prime è facile trovare nidiate frutto di ibridazioni[9]. In Afghanistan a questi animali è stata data una caccia assidua; nel 1977, nei bazar di Kabul erano in mostra più di 1200 articoli confezionati con la pelle di questo felino[10].

In Afghanistan esso è protetto dalla legge ed è stato posto, nel 2009, nella prima Lista delle Specie Protette del Paese; ciò significa che è vietata la caccia e la vendita di parti ricavate dall'animale. Inoltre, è stato proposto di considerarlo oggetto di una futura campagna di studi[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Felis silvestris ornata, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ Asiatic Wildcats, su bigcatswildcats.com.
  3. ^ a b (EN) Felis silvestris ornata, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  4. ^ Nowell, K., Jackson, P. (1996) Asiatic Wildcat Felis silvestris, ornata group (Gray 1830) Archiviato il 29 novembre 2012 in Internet Archive. In: Wild Cats: status survey and conservation action plan. IUCN/SSC Cat Specialist Group, Gland, Switzerland
  5. ^ Groves, C. P. 1980. The Chinese mountain cat (Felis bieti). Carnivore 3(3):35–41.
  6. ^ Sunquist, M., Sunquist, F. 2002. African-Asian wildcat Felis silvestris lybica and Felis silvestris ornata. In: Wild Cats of the World. The University of Chicago Press. isbn 0-226-77999-8. Pages 92–98.
  7. ^ Schaller, G. B. 1967. The deer and the tiger. Chicago University Press, Chicago.
  8. ^ Roberts, T. J. 1977. The Mammals of Pakistan. Ernest Benn, London.
  9. ^ a b c Geptner, V.G., Sludskii, A. A. 1972. Mlekopitaiuščie Sovetskogo Soiuza. Vysšaia Škola, Moskva. (In Russian; English translation: Heptner, V.G.; Sludskii, A.A.; Bannikov, A.G.; (1992) Mammals of the Soviet Union. Volume II, Part 2: Carnivora (Hyaenas and Cats). Smithsonian Institute and the National Science Foundation, Washington DC). Pages 398–497.
  10. ^ a b Habibi, K. 1977. The mammals of Afghanistan: their distribution and status. Unpublished report to the UNDP, FAO and Ministry of Agriculture, Kabul.
  11. ^ a b Sharma, I. K. 1979. Habits, feeding, breeding and reaction to man of the desert cat Felis libyca (Gray) in the Indian Desert. Journal of the Bombay Natural History Society 76(3): 498–499.
  12. ^ Sharma, S., Sharma, S. K., Sharma, S. 2003. Notes on mammalian fauna in Rajasthan Archiviato il 3 giugno 2018 in Internet Archive.. Zoos' Print Journal 18(4): 1085–1088.

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