Fuþorc

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Il fuþorc (o futhorc) /fuθork/ è un sistema di segni che fu utilizzato dagli Anglosassoni e dai Frisoni per scrivere in antico inglese ed antico frisone a partire dal V secolo; esso discende dal fuþark antico, di 24 rune, e contiene tra le 26 e le 33 rune.

La parte sinistra del pannello frontale dello scrigno di Franks (VII secolo), che rappresenta la leggenda germanica di Weland il fabbro e contiene un enigma in rune fuþorc.

Vi sono teorie contrastanti sulle origini del Fuþorc anglosassone. Una teoria propone che si sviluppò in Frisia e da lì si diffuse più tardi in Inghilterra; un'altra afferma che le rune furono dapprima introdotte in Inghilterra dalla Scandinavia dove fu modificato (e si creò il fuþorc) ed esportato poi in Frisia. Entrambe le teorie hanno le loro debolezze interne, ed una risposta definitiva dovrà probabilmente aspettare nuove prove archeologiche.

Il primo fuþorc era identico al Fuþark antico, eccetto per la differenziazione della runa ansuz (, a) in tre diverse varianti, (āc), (æsc) e (ōs), per un totale quindi di 26 rune: ciò si rese necessario per tener conto dei nuovi fonemi prodotti dalla differenziazione ingaevonica degli allofoni delle a lunga e breve. Il più antico esempio di runa ōs () è stato trovato sul bratteato di Undley (V secolo); la runa āc () fu introdotta più tardi, nel VI secolo. La runa haglaz con due barre (, h) caratteristica delle iscrizioni continentali è attestata a partire dal 698, sulla tomba di San Cutberto; prima di tale data veniva utilizzata la variante scandinava a barra singola.

In Inghilterra il fuþorc fu esteso ulteriormente a 28 ed infine a 33 rune, e la scrittura runica in Inghilterra divenne strettamente legata agli scriptoria latini dal tempo della cristianizzazione degli Anglosassoni nel VII secolo. Il fuþorc cominciò ad essere sostituito dall'alfabeto latino durante il IX secolo; in alcuni casi, i testi sono stati scritti nell'alfabeto latino ma le rune sono utilizzate in luogo delle parole che rappresentano, e le lettere þorn e wynn divennero d'uso comune come estensioni dell'alfabeto latino. Dalla conquista normanna dell'Inghilterra del 1066 il fuþorc diventò sempre più raro e sparì del tutto poco dopo; da almeno cinque secoli di utilizzo, meno di 200 manufatti che portano iscrizioni in fuþorc sono sopravvissuti.

Il fuþorc.

Il poema runico anglosassone (Cotton Otho B.x.165) nomina le seguenti rune, elencate qui con il loro simbolo Unicode, il loro nome, la loro traslitterazione ed il loro valore fonetico approssimativo nella notazione IPA (ove differente dalla traslitterazione):

Runa UCS Nome antico inglese Significato Traslitterazione IPA
Feoh "ricchezza" f [f], [v]
Ur "uro" u [u]
Þorn "spina" þ, ð [θ], [ð]
Ós "dio" ó [o]
Rad "cavalcata" r [ɹ]
Cen "fiaccola" c [k]
Gyfu "dono" ȝ [g], [j]
Wynn "gioia" w, ƿ [w]
Hægl "grandine" h [h]
Nyd "bisogno" n [n]
Is "ghiaccio" i [i]
Ger "anno, raccolto" j [j]
Eoh "tasso" eo [e:o]
Peorð gioco p [p]
Eolh "alce" x [ks]
Sigel "Sole" s [s], [z]
Tiw "Týr" t [t]
Beorc "betulla" b [b]
Eh "cavallo" e [e]
Mann "uomo" m [m]
Lagu "lago" l [l]
Ing "Yngvi" ŋ [ŋ]
Éðel "patrimonio" œ [ø(ː)]
Dæg "giorno" d [d]
Ac "quercia" a [ɑ]
Æsc "frassino" æ [æ]
yr "arco" y [y]
Ior "anguilla" ia, io [jɑ], [jo]
Ear ("tomba"?) ea [ea]

Le prime 24 di queste sono una diretta continuazione delle lettere del Fuþark antico, esteso da 5 rune aggiuntive che rappresentano vocali lunghe e dittonghi (á, æ, ý, ia, ea), paragonabili alle cinque forfeda dell'alfabeto ogamico.

La Þ e la Ƿ furono introdotte in seguito nell'alfabeto latino inglese per rappresentare i suoni [θ] e [w], ma furono poi sostituiti con th e w nel medio inglese.

La sequenza delle rune non è fissata, e non lo è neppure il loro semplice elenco. Il poema runico riporta questa sequenza:

f u þ o r c ȝ w h n i j eo p x s t b e m l ŋ œ d a æ y io ea

ma lo scramasax di Beagnoth ne fornisce una diversa di 28 rune, con lievi differenze di ordine e la éðel mancante:

f u þ o r c ȝ w h n i io eo p x s t b e ŋ d l m j a æ y ea

Anche il Codex Vindobonensis 795 ha 28 lettere. La Croce di Ruthwell ne possiede 31. Il Cotton Domitianus A.ix (XI secolo) possiede, oltre alle 29 del poema runico, altre 4 rune aggiuntive:

30. "cweorð" (ᛢ, kw), una variante della runa peorð;
31. "calc" (ᛣ, k), che significa "calice" ed appare quando doppia (kk);
32. "stan" (ᛥ, st), che significa "pietra";
33. "gar" (ᚸ, g velare in opposizione alla palatale ȝ rappresentata dalla runa gyfu), che significa "lancia".

Queste quattro lettere aggiuntive non sono state ritrovate in alcuna epigrafe (la "stan" si ritrova sul bastone di Westeremden, ma probabilmente come spiegelrune). Il Cotton Domitianus A.ix raggiunge così un totale di 33 lettere, disposte secondo l'ordine:

f u þ o r c ȝ w h n i j eo p x s t b e m l ŋ d œ a æ y ea io cw k st g

Nel manoscritto le rune sono disposte in tre righe, con una glossa sul loro equivalente latino sotto di loro (nella terza riga sopra di loro) e con i loro nomi sopra (nella terza riga sotto). Il manoscritto reca tracce di correzioni risalenti al XVI secolo, che invertono la posizione di m e d; la eolh è chiamata erroneamente "sigel", ed al posto della sigel si trova una lettera simile ad una cen (ᚴ), corretta sopra con la vera sigel; la eoh è chiamata erroneamente "eþel". A parte "ing" ed "ear", tutti i nomi di rune sono dovute ad una mano più tarda, identificata in Robert Talbot (?-1558).

feoh ur þorn os rað cen gifu wen hegel neað inc geu{a}r sigel peorð ᛋ sig
f u ð o r c g uu h n i ge eo p x s
tir berc eþel deg lagu mann ᛙ pro ac ælc yr
t b e m{d} l ing ð{m} œ a æ y ear
{orent.}
io
{cur.}
q
{iolx}
k
{z}
sc{st}
{&}
g
ior cweorð calc stan ear

Un'altra riga di Fuþorc si trova sul Cotton Galba A.ii.

Walafrid Strabo riporta una riga di Fuþorc di 42 rune.

Corpus d'iscrizioni

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La serie del fuþorc sullo scramasax di Beagnoth.

Il progetto di catalogazione delle iscrizioni runiche in antico inglese ed antico frisone dell'Università Cattolica di Eichstätt-Ingolstadt (Germania) mira a raccogliere il corpus ritenuto autentico di tutte le iscrizioni in antico inglese con più di due rune nella sua edizione cartacea, mentre in quella elettronica include anche quelle di autenticità dubbia e fino a quelle a runa singola. Il corpus dell'edizione cartacea raccoglie circa un centinaio di oggetti (lastre di pietra, croci di pietra, ossa, anelli, spille, armi, urne, una tavoletta per scrivere, pinzette, una meridiana, pettini, bratteati, scrigni, una fonte, piatti e graffiti); il database include inoltre 16 iscrizioni a runa singola, diverse monete ed otto casi di caratteri runici dubbi (segni simili a rune, possibili lettere latine, rune rovinate dal tempo). Con poco meno di 200 iscrizioni, il corpus è considerevolmente più grande di quello del Fuþark antico continentale (circa 80 iscrizioni, V-VIII secolo) e di poco minore di quello del fuþark antico scandinavo (circa 260 iscrizioni, III-IX secolo).

I ritrovamenti runici in Inghilterra si concentrano lungo la costa orientale, con rari reperti sparsi nell'entroterra meridionale; i ritrovamenti frisoni si concentrano in Frisia occidentale. Looijenga (1997) ha elencato 23 iscrizioni inglesi (incluse due cristiane del VII secolo) e 21 frisoni che precedono il IX secolo.

Le iscrizioni in fuþorc attualmente conosciute includono:

  • Portapettine di Ferwerd, VI secolo; me uræ
  • Pettine di Amay, circa 600; eda
  • Pettine di Oostyn, VIII secolo; aib ka[m]bu / deda habuku (con una h a tre barre)
  • Pettine di Toornwerd, VIII secolo; kabu
  • Solido di Skanomody, 575610; skanomodu
  • Solido di Harlingen, 575625, hada (due rune ac, h a doppia barra)
  • Solido di Schweindorf, 575625, wela[n]du "Weyland" (o þeladu; da destra a sinistra)
  • Tremisse di Folkestone, circa 650; æniwulufu
  • Sceatta di Midlum, circa 750; æpa
  • Impugnatura di spada di Rasquert (impugnatura di osso di balena di spada simbolica), tardo VIII secolo; ekumæditoka, forse "Io, Oka, non matto" (cfr. ek unwodz dal corpus danese)
  • Spada di Arum, spada in miniatura in legno di tasso, tardo VIII secolo; edæboda
  • Westeremden A; adujislume[þ]jisuhidu
  • Bastone di Westeremden, bastone di legno di tasso, VIII secolo; oph?nmuji?adaamluþ / :wimœ?ahþu?? / iwio?u?du?ale
  • Bastone di Britsum; þkniaberetdud / ]n:bsrsdnu; la k ha la forma che possiede nel Fuþark recente e probabilmente rappresenta una vocale.
  • Piastra di Hantum in osso di balena; [.]:aha:k[; sull'altro lato vi sono le lettere latine ABA.
  • Asta di Bernsterburen in osso di balena, circa 800; tuda æwudu kius þu tuda
  • Garretto di Hamwick, 650-1025; katæ (catalogato come frisone sulla base di considerazioni linguistiche, da *kautōn "garretto")
  • Wijnaldum B, pendente d'oro, circa 600; hiwi
  • Portapettine di Kantens, primo V secolo; li
  • Pettine di Hoogebeintum, circa 700; […]nlu / ded
  • Wijnaldum A, pezzo di corno di cervo; zwfuwizw[…]
  1. ^ Bammesberger, Alfred, "The Brandon Antler Runic Inscription." Neophilologus 86 (2002), pagine 129–31. Copia archiviata, su ingentaconnect.com. URL consultato il 4 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2011).
  • A. Bammesberger (editore), Rune Antico-Inglesi e loro Retroterra Continentale, Anglistische Forschungen 217, Heidelberg (1991).
  • A. Bammesberger, "Das Futhark und seine Weiterentwicklung in der anglo-friesischen Überlieferung", in Bammesberger e Waxenberger (editori), Das fuþark und seine einzelsprachlichen Weiterentwicklungen, Walter de Gruyter (2006), ISBN 3-11-019008-7, pagine 171-187.
  • J. H. Looijenga, Rune intorno al Mare del Nord e sul Continente, 150-700, dissertazione, Università di Groninga (1997).
  • Odenstedt, Bengt, Sulle Origini e la Storia della Scrittura Runica, Uppsala (1990), ISBN 9185352209; capitolo 20: "La posizione delle forme runiche continentali ed anglo-frisoni nella storia del Fuþark antico"
  • R. I. Page, An Introduction to English Runes, Woodbridge, Boydell Press, 1999, ISBN 0-85115-768-8.
  • Orrin W. Robinson, Old English and its Closest Relatives: A Survey of the Earliest Germanic Languages, Stanford University Press, 1992, ISBN 0-8047-1454-1.
  • Rune frisoni e tradizioni limitrofe, Amsterdamer Beiträge zur älteren Germanistik 45 (1996).
  • H. Marquardt, Die Runeninschriften der Britischen Inseln (Bibliographie der Runeninschriften nach Fundorten, Bd. I), Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften in Göttingen, Phil.-hist. Klasse, dritte Folge, Nr. 48, Gottinga, 1961, pagine 10–16.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Testi runici anglosassoni sul sito dell'Università di Georgetown
  • Nytt om runer [collegamento interrotto], su ariadne.uio.no.
  • Prime iscrizioni runiche in Inghilterra
  • Fuþorc: Rune anglosassoni, su ansax.com. URL consultato il 4 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  • Austin Simmons, La Cifratura dello Scrigno di Franks (PDF).
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