Francesco Agello

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Francesco Agello
NascitaCasalpusterlengo, 27 dicembre 1902
MorteBresso, 24 novembre 1942
Cause della mortecollisione in volo con un altro aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
UnitàScuola Alta Velocità
Anni di servizio1928-1942
GradoCapitano
DecorazioniMedaglia d'oro al valore aeronautico
Treccani.it[1]
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Francesco Agello (Casalpusterlengo, 27 dicembre 1902Bresso, 26 novembre 1942) è stato un militare e aviatore italiano, autore del primato mondiale di velocità su idrovolanti, raggiunto nell'ottobre 1934 ai comandi di un Macchi-Castoldi M.C.72 portato alla velocità media di 709,202 km/h, un valore, per la categoria idrovolanti con motore a pistoni, tuttora insuperato.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Agello posa accanto al Macchi-Castoldi M.C.72, Desenzano 10 aprile 1933.

Francesco Agello nacque a Borasca di Casalpusterlengo il 27 dicembre 1902. Praticò vari sport, come la ginnastica, il nuoto, la bicicletta, il calcio e, in particolare, si appassionò alle motociclette e alla velocità.[2] Conseguì il brevetto di pilota militare nel 1924 e quattro anni dopo fece domanda per la Scuola Alta Velocità della Regia Aeronautica che aveva sede a Desenzano del Garda, venendovi ammesso il 15 maggio 1928 prendendo quindi parte al primo corso per piloti d'alta velocità. Inizialmente col grado di sergente maggiore, e poi di maresciallo, collaudò quasi tutti i tipi di idrovolanti da corsa in uso presso la Scuola, al cui comando c'era il colonnello Mario Bernasconi.[1][2]

Nel 1929 fu tra i membri della squadra italiana a partecipare alla Coppa Schneider, gara internazionale di velocità pura per idrovolanti istituita nel 1913 dal pilota, ingegnere ed industriale francese Jacques Schneider. L'edizione fu alla fine vinta dal Regno Unito. Un anno dopo, nel 1930, Agello partecipò al giro aereo d'Italia per aerei da turismo, mentre nel 1932 vinse la Coppa Baracca.[1]

Il 10 aprile 1933, sul Lago di Garda, si aggiudicò il primato mondiale assoluto di velocità ad una media di 682,078 km/h sull'idrovolante Macchi-Castoldi M.C.72, dotato di un motore Fiat AS.6 da 2.500 HP. Poco più di un anno dopo, alle ore 14:56 del 23 ottobre 1934, superò il suo stesso primato raggiungendo la media di 709,202 km/h: il volo, consistente in quattro passaggi sopra la Scuola di Desenzano e durato non più di quindici minuti, si svolse con il medesimo idrovolante, ma con un motore più potente, un Fiat AS.6 da 3.000 HP.[2] Il record venne inviato dall'Aero Club d'Italia alla FAI per essere omologato: per la categoria idrovolanti con motore a combustione interna (sottoclasse C-2, Gruppo 1), il primato di Agello è ancora imbattuto.[3] L'M.C.72 del primato mondiale di velocità di Agello è conservato nel Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano.[4]

Francesco Agello davanti al Macchi-Castoldi M.C.72

Per i suoi primati del 1933 e del 1934, Agello venne promosso sottotenente e gli venne conferita la medaglia d'oro al valore aeronautico. Nel 1935 divenne tenente e fu trasferito al Centro sperimentale di Guidonia.[1] Nel 1936, già capitano, fu nominato collaudatore dell'ufficio di sorveglianza tecnica, quindi, dal 1938 al 1940, comandante della Scuola Alta Velocità.[5] Successivamente trasferito all'aeroporto di Milano-Malpensa come collaudatore,[5] mise a punto il Reggiane Re.2001bis nell'aprile[6] o nel luglio 1941.[7]

Perì in una collisione in volo il 24 novembre 1942 quando il Macchi M.C.202 che stava collaudando si scontrò con un caccia dello stesso tipo pilotato dal tenente colonnello Guido Masiero sull'aeroporto di Milano-Bresso,[8] allora campo di volo della Breda.

Agello venne sepolto nel Cimitero maggiore di Crema.

Dediche e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

L'Alitalia ha intitolato a Francesco Agello il Boeing 767 con marche I-DEIG, in servizio dall'aprile 1997 al settembre 2012.[9]

Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "I grandi aviatori", dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Agello tra di esse.[10]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'Alta Velocità di eccezionale valore ed ardire, dopo aver concorso con difficili e pericolosi voli sperimentali alla messa a punto del più veloce idrovolante del mondo, conquistava per due volte il record mondiale di velocità assoluta.[2]»
Medaglia di bronzo al valor aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Dizionario Biografico degli Italiani
  2. ^ a b c d Agello e il suo primato di velocità, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 14 maggio 2013.
  3. ^ La registrazione sul sito della FAI (Fédération Aéronautique Internationale), su fai.org.
  4. ^ Macchi MC.72, su aeronautica.difesa.it.
  5. ^ a b c Francesco Agello, su medagliedoro.org, Associazione Medaglie d'Oro al valore atletico. URL consultato il 14 maggio 2013.
  6. ^ Dimensione Cielo, p. 35.
  7. ^ Brindley, p. 218; Sgarlato, p. 19.
  8. ^ Masiero e Agello caduti durante voli di collaudo, in La Stampa, Torino, 27 novembre 1942. URL consultato il 24 giugno 2016.
  9. ^ (EN) I-DEIG Alitalia Boeing 767-33A(ER) - cn 27918 / ln 603, su planespotters.net. URL consultato il 14 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2013).
  10. ^ I grandi aviatori, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 31 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) John F. Brindley, Caproni Reggiane Re 2001 Falco II, Re 2002 Ariete & Re 2005 Sagittario, Aircraft Profile Number 244 Nr. 244, Profile Publications, 197x. URL consultato il 31 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2022).
  • Emilio Brotzu, Michele Caso, Gherardo Cosolo, Re.2001 Reggiane, in Dimensione Cielo - Aerei italiani nella 2ª guerra mondiale, Caccia assalto, n. 2, Roma, Bizzarri, pp. 31-40.
  • Nico Sgarlato, "Reggiane" 2001 Ariete I, in I Grandi Aerei Storici, n° 51, Parma, Delta Editrice, aprile 2011.

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