Franca Franzosi

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Franca Franzosi nel 2024

Franca Franzosi (Milano, 10 febbraio 1960[1]) è un'insegnante e storica dell'arte italiana, conosciuta per gli studi sulle arti figurative novaresi nel Medioevo[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Milano nel 1960, figlia di Caterina Gattoni e Giovanni, dirigente d'azienda nell'industria degli pneumatici per Pirelli e Firestone, sorella di Massimo[3].

Anni '80[modifica | modifica wikitesto]

Visione di Sant'Eustachio - Oratorio di Santa Maria, Garbagna N.
Madonna con Bambino, due angeli e San Francesco - Oratorio di Santa Maria, Garbagna N.

Nel 1985 si laurea in Lettere Moderne all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo una tesi sugli affreschi dell'oratorio di Santa Maria di Garbagna Novarese, con relatrice la professoressa Maria Luisa Gatti Perer, autorità nell'ambito della storia dell'arte lombarda. L'autrice apre la trattazione constatando la lacuna bibliografica sulla cultura figurativa tardogotica novarese, sia nelle opere più generali, che trattano solo sporadicamente il Novarese, che in quelle locali, sovente troppo specifiche. Studiando i documenti del fondo dell'Ospedale Maggiore presso l'Archivio di Stato di Novara, individua i committenti degli affreschi nei locali possidenti rurali. Inquadra poi i temi degli affreschi nel contesto storico, cercando gli eventi che possono averne influenzato la scelta, ad esempio: San Rocco e l'infuriare delle pestilenze, la Madonna e la rinnovata presenza francescana nell'Abbazia di San Nazzaro della Costa. Dalle relazioni delle visite pastorali conservate presso l'Archivio Storico Diocesano, inoltre, sono riemersi dettagli dell'edificio persi nel tempo, quali un'icona laterizia sopra l'altare e l'affresco della Madonna sulla facciata. Segue l'approfondimento sulla figura di Tommaso Cagnola e della sua bottega, il cui corpus di opere risulta notevolmente ampliato dall'analisi e dall'attribuzione degli affreschi absidali. Oltre l'innegabile contributo alla storia dell'arte, la tesi ha l'ulteriore merito di colmare la lacuna di approfondimenti storici sul Quattrocento novarese, essendo gli studi disponibili a quel tempo concentrati sul Medioevo più antico. Data la rilevanza dell'opera, l'anno seguente è segnalata sul Bollettino Storico per la Provincia di Novara[4], nel 1990 sulla rivista Arte Lombarda[5] e negli anni seguenti è citata come fonte bibliografica in numerose opere[6][7][8][9][10][11][12].

Alla fine degli anni '80, parallelamente all'attività di insegnamento, inizia a studiare approfonditamente l'ambone romanico dell'isola di San Giulio[13]. Segue nel frattempo corsi di perfezionamento, ottenendo una borsa di studio offerta dalla "Fondazione Fratelli Confalonieri" di Milano[14][15].

Anni '90[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 sposa Savio Renato Fornara, medico a Borgomanero[16], firmando i propri scritti da quel momento come Franca Franzosi Fornara.

L'Uomo di Orta, la cui identità costituisce l'enigma di San Giulio
L'Uomo di Orta, la cui identità costituisce l'enigma di San Giulio

Nel 1990 il critico Roberto Cicala pubblica sul periodico novarese L'Azione un articolo sulla tesi di perfezionamento recentemente discussa dalla Franzosi. La tesi, frutto di una ricerca condotta nuovamente sotto la supervisione della professoressa Maria Luisa Gatti Perer, propone una rivoluzionaria risposta all'enigma di San Giulio, vale a dire l'identità della figura maschile scolpita sull'ambone della Basilica di San Giulio di Orta nel XII secolo. Sono dapprima esaminate le precedenti interpretazioni, che suggeriscono si tratti dell'imperatore Ottone I di Sassonia[17], di Giulio di Orta[18], di Paolo di Tarso, dell'abate benedettino Guglielmo da Volpiano[19] (quest'ultima interpretazione, proposta dalla studiosa romana Beatrice Canestro Chiovenda nel 1955, è stata per lungo tempo assai popolare e citata in numerose opere[20]). Riprendendo dunque l'idea del novarese Mario Perotti del 1974, secondo cui le sculture in questione non corrispondono a figure storiche ma costituiscono rappresentazioni simboliche[21], esclude tutte le proposte precedenti e, analizzando l'abbigliamento, l'aspetto e gli attributi, ragionando sulle ricorrenze del tema nei secoli XII e XIII, giunge ad identificare la figura col profeta Daniele[22][23]. Dalla tesi sarà tratto un articolo sulla rivista Novara - Notiziario economico nel 1993 e una sezione dell'opera Segni sul territorio nel 1995 (vedi sez. Opere), inaugurando molti anni di vivaci confronti tra gli studiosi. Nel 1991 la Canestro Chiovenda pubblicherà una nuova opera sull'isola di San Giulio, in cui riesaminerà le proposte di identificazione successive alla propria pubblicazione del 1955, inclusa quella della Franzosi. Pur accettando che la raffigurazione possa avere significati simbolici, rimarrà convinta dell'identificazione con l'abate benedettino[24][25], idea che troverà sostenitori fin oltralpe, nel 1995, durante un convegno su Guglielmo da Volpiano tenuto a Digione[26]. A favore della Franzosi si schiereranno Giancarlo Andenna, che nel 1997 confermerà che la scultura raffigura un laico[27], e lo storico dell'arte Giovanni Rodari, che nel 2012 confuterà l'identificazione con Guglielmo da Volpiano, adducendo a motivazione che nel Medioevo era inammissibile raffigurare un abate benedettino su un ambone, oltretutto collocato in una chiesa gestita da un collegio canonicale, non trovando per altro alcun nesso con le altre figure scolpite[20]. L'ultimo contributo alla discussione giungerà nel 2013 dagli studiosi Piero de Gennaro e Angelo Marzi, con la terza monografia sull'ambone, ove prenderanno le distanze da tutte le proposte precedenti, affermando che il significato delle raffigurazioni era per certo comprensibile ai pellegrini del XII secolo, ma fu in seguito dimenticato, giungendo a noi come incomprensibile espressione di un linguaggio ormai sconosciuto[28][29][30].

Nel 1992, nell'ambito dell'iniziativa culturale "Mercoledì del Liceo Gobetti" di Omegna, durante la quale hanno luogo diversi eventi inerenti l'Isola di San Giulio, cura la visita guidata alla basilica[31].

Coltivando i propri interessi, negli anni '90 è membro della Società dei Verbanisti, gruppo di studiosi e appassionati di storia, arte e cultura delle terre circostanti il lago Maggiore[32][33].

Anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000, in occasione dell'inaugurazione ufficiale dell'affresco di Tommaso Cagnola appena restaurato, interviene alla manifestazione di Garbagna Novarese assieme all'architetto Angela Malosso. La Franzosi espone una sintesi della storia dell'oratorio di Santa Maria dall'XI secolo sino ai nostri giorni, mentre la Malosso ripercorre le opere realizzate per la conservazione del relativo patrimonio[34][35][36].

Dal 2007 è incaricata della docenza di lettere e latino presso il liceo scientifico "E. Fermi" di Arona, incarico che mantiene per almeno un decennio[1][37].

Riprendendo l'argomento della propria tesi di laurea, lo stesso anno interviene al convegno di studi sulla famiglia Cagnola tenuto a Gozzano, i cui atti confluiscono in una pubblicazione l'anno successivo (vedi sez. Opere).

Nel 2008 è riportato alla luce un affresco nella chiesa di San Quirico del cimitero di Orta San Giulio. Franca Franzosi è incaricata di studiarlo e lo stima risalente al XIV secolo, quindi fra i più antichi del Cusio, identificandolo come parte della raffigurazione di un matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria. Allo studio segue la pubblicazione di un saggio di cui la Franzosi tratta gli aspetti artistici, mentre Fiorella Mattioli quelli del culto[38].

Lo stesso anno perde il padre[3].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Tesi di laurea[modifica | modifica wikitesto]

  • Franca Franzosi, Un episodio della cultura figurativa novarese: Santa Maria di Garbagna e i suoi affreschi quattrocenteschi, relatore Maria Luisa Gatti Perer, correlatore Franco Mazzini, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, a.a. 1984-1985.
  • Franca Franzosi, Il pulpito di S. Giulio d'Orta, relatore Maria Luisa Gatti Perer, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, a.a. 1988-1989.

Articoli[modifica | modifica wikitesto]

  • Franca Franzosi, S. Eustachio nel Novarese. Iconografia e culto durante il XV secolo, in Novarien., n. 16, Novara, Interlinea, 1986, pp. 96-103.
  • Franca Franzosi, Il pulpito di San Giulio d'Orta, in Novara. Notiziario economico, n. 2, 1993, pp. 43-104.
  • Franca Franzosi, Affreschi in Santa Maria della Rama in Monteregio, in Novarien., n. 32, Novara, Interlinea, 2003, pp. 131-136.
  • Franca Franzosi, Le tavole della Colletta di Luzzogno, in Le Rive, n. 6, Gravellona Toce, Press Grafica, 31 dicembre 2004, pp. 45-50. URL consultato il 31 dicembre 2023.

Capitoli[modifica | modifica wikitesto]

  • Franca Franzosi, Il pulpito di San Giulio d'Orta, in Segni sul territorio. Dieci anni di arte e storia nella rivista della Camera di Commercio di Novara, Novara, Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura, 1995, pp. 43-104.
  • Franca Franzosi, Santa Maria di Campagna a Garbagna, in La pianura novarese dal Romanico al XV secolo. Percorsi di arte e architettura religiosa, Novara, Interlinea, 1996, pp. 122-125, ISBN 88-8212-116-X.
  • Franca Franzosi, San Pietro di Marzalesco, in Battista Beccaria (a cura di), Cureggio. Un importante esempio di continuità storica nel novarese dalle origini al XVI secolo, collana Le colonne, Interlinea, 1998, pp. 363-399, ISBN 978-8882-121-50-1.
  • Franca Franzosi, La cella di Santa Maria a Proh, L'oratorio di Santa Maria de Agris a Garbagna Novarese, in Gian Piero Colombo e Maria Grazia Porzio (a cura di), Segni e tracce di architettura romanica nel novarese. Rilievi e immagini, collana I segni, Interlinea, 2001, pp. 71-96, 177-, ISBN 978-8882-123-19-2.

Conferenze[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Canali e Franca Franzosi, La Colletta di Luzzogno. Arte e fede nei secoli, collana Fragmenta, Novara, Stampa Diocesana Novarese, 2015.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Tempo parziale a.s. 2014/2015 personale docente e ATA (PDF), su Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, p. 10. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  2. ^ Rocco Fornara, "I Cagnola: una famiglia di pittori novaresi fra '400 e '500", Atti del convegno di studi, Convegno di studi, Gozzano, 19 maggio 2007, Gozzano, Comune di Gozzano, Biblioteca pubblica "Antonio Mazzetta", 2008, pp. 9, 208. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  3. ^ a b La scomparsa di Giovanni Franzosi, di Luigi Gattone e di Carlo Nespolo, in L'Azione, n. 23, Novara, 12 giugno 2008, p. 21. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  4. ^ Segnalazioni di tesi di laurea (PDF), in Bollettino Storico per la Provincia di Novara, n. 2, Novara, Società Storica Novarese, 1986, pp. 198-201. URL consultato il 2 gennaio 2024.
  5. ^ Enrico Asti e Franco Barbieri, Borse di studio I.S.A.L. - Lions Club Milano - Al Cenacolo, in Arte Lombarda, vol. 92/93, n. 1-2, 1990, p. 8. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  6. ^ Mario Perotti, Affreschi dell'area novarese. Forme pittoriche e messaggi figurativi dal secolo XI al secolo XV: annotazioni e spunti per una ricerca, in La pianura novarese dal Romanico al XV secolo. Percorsi di arte e architettura religiosa, Novara, Interlinea, 1996, p. 74, ISBN 88-8212-116-X.
  7. ^ Sofia Boesch Gajano (a cura di), Santità, culti, agiografia. Temi e prospettive, Atti del I Convegno di studio dell'Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell'agiografia - Roma, 24-26 ottobre 1996, Viella, 1997, p. 294, ISBN 978-8883-346-72-9. URL consultato il 7 gennaio 2024. Ospitato su Google Libri.
  8. ^ Dominique Rigaux (a cura di), Memoria per l'avvenire, collana I segni, vol. 6, Novara, Interlinea, 1997, pp. 220, 243, ISBN 978-8882-121-08-2. URL consultato il 7 gennaio 2024. Ospitato su Google Libri.
  9. ^ Centro studi "Agostino Trapè" e Marisa Allegrini Teodori (a cura di), Per corporalia ad incorporalia. Spiritualità, agiografia, iconografia e architettura nel Medioevo agostiniano, Tolentino, Biblioteca Egidiana, 2000, p. 184, ISBN 978-8898-033-17-1. URL consultato il 7 gennaio 2024. Ospitato su Google Libri.
  10. ^ San Nicola da Tolentino nell'arte. Corpus iconografico, vol. 1, Tolentino, Biblioteca Egidiana, 2005, p. 437. URL consultato il 7 gennaio 2024. Ospitato su Google Libri.
  11. ^ Fabio Bisogni e Chiara Calciolari (a cura di), Affreschi novaresi del Trecento e del Quattrocento. Arte, devozione e società, Novara, Silvana, 2006, pp. 159, 367, ISBN 978-8836-606-51-1. URL consultato il 7 gennaio 2024. Ospitato su Google Libri.
  12. ^ (FR) Eckart Conrad Lutz, Dominique Rigaux e Stefan Matter (a cura di), Paroles de murs. Peinture murale, littérature et histoire au Moyen Age - Sprechende Wände. Wandmalerei, Literatur und Geschichte im Mittelalter, collana Les cahiers du CRHIPA, vol. 10, Grenoble, Université Pierre Mendès France, Grenoble 2, CRHIPA - Université de Fribourg, Suisse, 2007, p. 117. URL consultato il 7 gennaio 2024. Ospitato su Academia.
  13. ^ «In speculo et aenigmate» mostra a Borgomanero, in L'Azione, n. 6, Novara, 11 febbraio 1989, p. 24. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  14. ^ Borse di perfezionamento, su Fondazione Fratelli Confalonieri. URL consultato il 30 dicembre 2023.
  15. ^ Iscritti alla XX settimana di studi aquileiesi 22-28 aprile 1989, in Aquileia e l'arco adriatico, collana Antichità Altoadriatiche, XXXVI, Udine, Arti grafiche friulane, 1990, p. 11. URL consultato il 31 dicembre 2023. Ospitato su Internet Archive.
  16. ^ Stato civile, in L'Azione, n. 25, Novara, 23 giugno 1990, p. 17. URL consultato il 30 dicembre 2023.
  17. ^ Interpretazione tratta da una tradizione presente sull'isola, secondo la quale l'imperatore beneficiò i canonici di San Giulio d'Orta dopo la vittoria su Berengario II d'Ivrea del 962.
  18. ^ (EN) Arthur Kingsley Porter, Lombard architecture, I, New Haven, Yale University Press, 1917. URL consultato il 1º gennaio 2024. Ospitato su Internet Archive.
  19. ^ Beatrice Canestro Chiovenda, L'ambone dell'isola di San Giulio, collana Monografie e studi d'arte antica e moderna, vol. 10, Roma, Del Turco, 1955. A pagina 61 è citata inoltre l'interpretazione dello studioso Giulio Bonola Lorella relativa a Paolo di Tarso, specificando che essa è contenuta unicamente in una comunicazione scritta tra lo studioso e la stessa Canestro Chiovenda.
  20. ^ a b Giovanni Rodari, Il segreto dell'ambone di San Giulio: il "finto" abate è un profeta, in Arona & Borgo - Eco Risveglio, n. 46, 16 maggio 2012, p. 42. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  21. ^ Mario Perotti, Una predica per immagini, in L'Azione, n. 4, Novara, 26 gennaio 1974, p. 6. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  22. ^ Roberto Cicala, Per l'enigma dell'«uomo di Orta» nuova ipotesi: è il profeta Daniele?, in L'Azione, n. 25, Novara, 23 giugno 1990, p. 3. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  23. ^ Paolo Monticelli, Tesi di laurea, su Archivio Storico Diocesano di Novara, Novara, 16 novembre 2021, pp. 10, 14. URL consultato il 6 gennaio 2024.
  24. ^ Roberto Cicala, Per san Giulio un'isola scrigno d'arte: un volume di Beatrice Chiovenda. Segreti tra storia e fede, in Il Verbano, n. 4, Verbania, 1º febbraio 1992, p. 3. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  25. ^ Beatrice Canestro Chiovenda, L'isola di San Giulio, Anzola d'Ossola, Fondazione Enrico Monti, 1991, ISBN 978-8885-295-39-1.
  26. ^ Roberto Cicala, In Francia: «E' Guglielmo da Volpiano il personaggio dell'ambone di Orta», in L'Azione, n. 27, Novara, 1º luglio 1995, p. 31. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  27. ^ Piero de Gennaro, L'ambone della basilica dell'isola San Giulio, in Le Rive, n. 1, Gravellona Toce, 28 febbraio 2014, p. 22. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  28. ^ Luca Manghera, L'Ambone di San Giulio d'Orta, ecco la monografia, in Eco risveglio - Verbania e Omegna, n. 65, 21 agosto 2013, p. 30. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  29. ^ Piero de Gennaro e Angelo Marzi, L'ambone di San Giulio d'Orta. Per una riconsiderazione, Torino, Trauben, 2013, ISBN 978-8866-980-28-5.
  30. ^ Con il convito di Italia Nostra nuova "luce" per l'ambone, in Corriere di Novara, Novara, 5 dicembre 2013, p. 44. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  31. ^ Attività culturali al Liceo Gobetti - Storia locale, in Il Verbano, n. 11, Verbania, 21 marzo 1992, p. 17. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  32. ^ Società dei Verbanisti - Soci, in Verbanus, n. 12, Intra, Alberti, 1991, p. 491. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  33. ^ Società dei Verbanisti - Soci, in Verbanus, n. 18, Verbania-Intra, Alberti, 1997, p. 524. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  34. ^ R. S., S'inaugura l'affresco restaurato, in La Stampa, n. 238, Torino, 2 settembre 2000, p. 33. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  35. ^ Severino Trevisan, Si elegge il Garbagnese dell'anno, in L'Azione, n. 31, Novara, 2 settembre 2000, p. 10. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  36. ^ Severino Trevisan, Al gruppo Alpini il premio per il "Garbagnese dell'anno", in L'Azione, n. 32, Novara, 9 settembre 2000, p. 19. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  37. ^ Elenco docenti in servizio con regime di part-time - Secondo grado (PDF), su I.I.S. "G. Bonfantini", p. 3. URL consultato il 31 dicembre 2023.
  38. ^ R. Fornara, A San Quirico di Orta emerso affresco del '300, in L'Azione, n. 7, Novara, 22 febbraio 2008, p. 54. URL consultato il 31 dicembre 2023.