Ernesto La Polla

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ernesto La Polla
NascitaMatera, 12 settembre 1872
MorteNapoli, 23 ottobre 1951
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
GradoColonnello
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Battaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Comandante diIII Gruppo aeroplani
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Ernesto La Polla (Matera, 12 settembre 1872Napoli, 23 ottobre 1951) è stato un militare e aviatore italiano, considerato uno dei padri dell'aviazione da bombardamento italiana durante la prima guerra mondiale.

Si distinse particolarmente tra il 1917 e il 1918, come comandante del Raggruppamento bombardieri durante la battaglia del solstizio, e fu tra organizzatori e pianificatori del volo su Vienna compiuto da Gabriele D'Annunzio.

Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia e una Medaglia d'argento al valor militare, nel 1919, dopo la fine della guerra, fu organizzatore del Raid Roma-Tokyo portato a termine da Guido Masiero e Arturo Ferrarin.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Matera il 12 settembre 1872. Arruolatosi nel Regio Esercito, fu assegnato all'arma di fanteria, corpo dei bersaglieri. Con il grado di sottotenente e poi di tenente (conseguito il 12 gennaio 1900) prestò servizio nel 7º Reggimento bersaglieri[2] e poi nel 10º Reggimento bersaglieri.[3]

Conseguì il brevetto di pilota sul campo d'aviazione di Pordenone, volando a bordo di un apparecchio Farman MF.7 l'11 giugno 1913, partecipando poi alle grandi manovre tenute dai reparti di cavalleria.[1] Nel novembre dello stesso anno eseguì un volo Pordenone-Pesaro-Foggia-Napoli-Roma di 1 050 km.[1]

In forza all'11º Reggimento bersaglieri, l'8 aprile 1915 venne assegnato a prestare servizio presso il battaglione aviatori.[4]

Il 1º gennaio 1916 il Capitano La Polla assunse il comando del ricostituito III Gruppo aeroplani, formatosi sul campo di aviazione di Verona-Tombetta, destinato a operare con la 1ª Armata. Mantenne tale incarico fino al 10 aprile 1917 quando venne sostituito dal maggiore Ferdinando De Masellis.

Alla fine dell'agosto 1917 un gruppo di ufficiali piloti delle varie squadriglie presenti sul campo di Aviano progettò segretamente di bombardare Vienna.[5] Senza avere alcuna autorizzazione ufficiale il tenente Raffaele Parravicini, coadiuvato dai parigrado Edoardo Scavini, Ignazio Thaon di Revel, Arrigo Abba e Virgilio Sala fece preparare due bombardieri Caproni della 4ª Squadriglia Caproni, dotandoli dei serbatoi ausiliari necessari al lungo volo verso la capitale austriaca.[5] La missione, considerata praticamente senza ritorno, prevedeva di sganciare le due bombe da 25 kg in dotazione sulle officine aeronautiche di Wiener Neustadt,[6] nei sobborghi della capitale austriaca, e per alleggerire al massimo gli aerei essi erano stati privati del carrello anteriore.[5] Qualcosa dei preparativi trapelò ed egli si precipitò ad Aviano per fermare la missione suicida,[5] infliggendo a Parravicini, quale ufficiale più anziano tra quelli coinvolti, 10 giorni di arresti di rigore.[6] Venutolo a sapere Gabriele D'Annunzio espresse il desiderio di effettuare egli stesso tale missione, con i fidi Maurizio Pagliano e Luigi Gori, e il Comando Supremo fece effettuare prove di autonomia modificando un bombardiere Caproni Ca.40.[6]

Promosso tenente colonnello, nel corso del 1918 assunse il comando del Raggruppamento bombardieri.[1] Alla testa dello stesso prese parte alla battaglia del solstizio (giugno 1918) facendo intervenire la cosiddetta "massa da bombardamento", composta da 56 aerei Caproni, che lanciò complessivamente 67 tonnellate di bombe, contribuendo a frenare l'impeto delle forze avversarie.[7] Per questo fatto il 18 ottobre successivo fu insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[8] Si adoperò fortemente per la costituzione della 1ª Squadriglia navale S.A., voluta da D'Annunzio, cui vennero assegnati sia bombardieri Caproni Ca.33 sia nuovi monomotori biplani SIA 9b,[9] e fu tra i pianificatori del volo su Vienna (9 agosto 1918) compiuto da 8 velivoli Ansaldo SVA 5 guidati da D'Annunzio.[10] Al ritorno degli apparecchi sul campo d'aviazione di San Pelagio l'11 agosto successivo emise un ordine del giorno[N 1] che celebrava gli eroici piloti.[10]

Dopo la fine del conflitto fu comandante del 2º Raggruppamento aeroplani da bombardamento, prestò servizio presso il Ministero della guerra, e il 1 novembre 1922 fu assegnato in servizio presso il Comando Superiore Aeronautica.[11] Nel 1919 fu tra gli organizzatori del Raid Roma-Tokyo portato a termine da Guido Masiero e Arturo Ferrarin.[12]

Si spense a Napoli il 23 ottobre 1951.[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale comandante dell'aeronautica a disposizione del Comando Supremo, si rivelò fervido ed intelligente cooperatore delle autorità superiori nel razionale impiego a massa degli apparecchi da bombardamento portando in tale arduo compito largo, apprezzato, contributo di esperienza, di fede, di opera. Partecipò a numerosi bombardamenti diurni e notturni, mostrandosi ognora comandante avveduto ed energico, esempio luminoso di virtù militari e di saldezza d'animo per i suoi dipendenti. Cielo del Piave e degli Altipiani, 15-30 giugno 1918.[8]»
— Regio Decreto 18 ottobre 1918[13]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Mirabile esempio di virtù militari, resse sempre con intelligenza importanti comandi a lui affidati. Compì numerosi voli come pilota e come osservatore, dimostrando spiccata capacità capacità e sereno ardimento. Comandante del raggruppamento squadriglie da bombardamento, fu prezioso interprete delle direttive del Comando Supremo, attuandole con infallibile volere e trasfondendo nei dipendenti il suo inestimabile entusiasmo, l'eroica abnegazione e l'alto sentimento del dovere. Trentino, novembre 1915-marzo 1916; Fronte Giulia, aprile-settembre 1917
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 31 dicembre 1915[14]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • La Tecnica dell'Aviatore, S. Lattes & C. Editori, Milano, 1916.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tale ordine del giorno recitava: A tutti i comandi dipendenti. Il giorno 9 del corrente mese un gruppo di prodi comandati da Gabriele D'Annunzio affermava, con magnifico volo, la potenza delle Ali d'Italia. Il superbo ardimento fu coronato da pieno successo, per la tenacia, per la fede magnifica, per la preparazione paziente e cosciente di quanti parteciparono all'impresa., per la disciplina di questo stormo di valorosi. Solamente per ciò e per la grandezza dell'animo col quale tutti si accinsero al cimemto, fu possibile aver ragione delle difficoltà atmosferiche, dei pericoli e delle insidie del lunghissimo volo, che fu come la celebrazione della nostra potenza sugli sconfinati domini del cielo: ponenza oramai non più superabile. Al Maggiore D'Annunzio animatore di ogni energia e duce d'eroi, che con animo fermo ed invitta fede fu capo nel volo superbo, a tutti i componenti la spedizione, vada il mio più alto plauso e la riconoscenza della Patria. Il Tenente Colonnello Comandante d'Aeronautica Ernesto La Polla.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
  • Ciro Paoletti, Dalla Libia al Ministero: l’evoluzione ordinamentale dell’Aeronautica dal 1911 al 1925, Roma, Associazione culturale Commissione italiana di Storia Militare, 2015.
Periodici
  • Notizie Italia, in Il Cielo, n. 19, Milano, 10 ottobre 1919, p. 199.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]