Ernesto Burzagli

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Ernesto Burzagli

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato3 novembre 1933 –
13 settembre 1944
LegislaturaXXVIII
Tipo nominaCategoria: 14
Sito istituzionale

Dati generali
ProfessioneMilitare di carriera
Ernesto Burzagli
NascitaModena, 7 giugno 1873
MorteMontevarchi, 13 settembre 1944
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regia Marina
Anni di servizio18921936
GradoAmmiraglio d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Comandante diRN Libia
DecorazioniMedaglia di bronzo al valor militare
Studi militariAccademia Navale
PubblicazioniManuale dell'Ufficiale di Rotta
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Ernesto Burzagli (Modena, 7 giugno 1873Montevarchi, 13 settembre 1944) è stato un ammiraglio e senatore italiano.

«Mio Ammiraglio,
oggi ho verso di voi due ragioni di riconoscenza marina: vi son grato di aver pensato al poeta intempestivo delle Odi marine, per la celebrazione di Simone de Saint Bon, e vi sono grato di avermi dato l'occasione di riabbracciare il mio dilettisimo compagno Guido Po. Scriverò, col medesimo fervore degli anni lontani, la pagina sul "Grande Ammiraglio" Disconosciuto. E oso, in compenso, chiedere un esemplare del volume di documentazione sopra la congiura degli Alleati navali nell'Adriatico. Stamani una salva di undici colpi salutava l'arrivo di Guido. La salva era rivolta, in onoranza ideale, a chi me l'avesse inviato.
E consentitemi - in mia fede e in mio amore - di abbracciarVi»

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A Yokohama per cominciare la visita del teatro di guerra di Port Arthur

Nonostante la famiglia Burzagli fosse una delle famiglie storiche di Montevarchi[2] e che fin dal Settecento risultasse residente al Poggiolo di Moncioni, Ernesto nacque a Modena in quanto suo padre Vincenzo, di natali moncionesi, vi si era trasferito nella seconda metà dell'Ottocento perché titolare della cattedra di Fisica presso la Reale Scuola Militare di Modena.

Ernesto comunque preferì il mare alla terraferma e dunque entrò all'Accademia Navale nel 1887 per uscirne guardiamarina nel 1892. Dopo le propedeutiche esperienze come ufficiale su numerose navi, dal 21 maggio 1904 al 21 aprile 1906 ricoprì l'incarico di addetto navale a Tokio. Proprio in questa veste diplomatica, tra il 29 dicembre 1904 e il 1º gennaio 1905, fu invitato a seguire le operazioni della guerra russo-giapponese nel teatro di Port Arthur appena caduta in mano nipponiche. Il suo soggiorno nella capitale giapponese non passò del tutto inosservato se, poco prima della sua partenza per l'Italia, fu ricevuto in udienza dall'imperatore Meiji.

Nel 1912 rientrò nel gruppo di capitani di corvetta che avrebbero comandato le nuove unità di cacciatorpediniere della classe Intrepido. Promosso al grado di capitano di fregata nel 1914, combatté la prima guerra mondiale prima sul campo come comandante di una squadriglia di cacciatorpediniere sul R.C.T. Orsini e poi, dal maggio 1916 al marzo 1917, come sottocapo di Stato Maggiore del comandante in capo dell'armata che gli valse la promozione, a scelta eccezionale, a capitano di vascello perché «assunta la carica [...] vi ha dedicato con devozione esemplare tutto il corredo delle sue qualità d'intelletto e della sua perizia militare e di comando riuscendo collaboratore prezioso del Comandante in Capo dell'Armata»[3].

Nell'ultimo scorcio del conflitto fu nominato capo di gabinetto del ministero della guerra e il 28 febbraio 1918 insignito dell'Ordine Militare di Savoia.

Ernesto Burzagli e i suoi ufficiali

Alla fine della guerra, nel 1919, fu inviato in Albania a comandare la Base navale di Valona e, allo scoppio dell'insurrezione albanese del 1920, monitorò il succedersi degli eventi come ufficiale osservatore su vari voli di ricognizione oltre le linee nemiche per i quali ricevette la medaglia di bronzo al valor militare. «Quale comandante della Base navale di Valona durante la rivolta albanese si è volontariamente offerto osservatore d'idrovolante compiendo numerosissime missioni di guerra, scendendo a bassa quota sulle posizioni nemiche, malgrado l'intenso e ben concentrato fuoco avversario dimostrando in ogni circostanza sangue freddo, coraggio ed alto sentimento del dovere»[4]. Tra il settembre e l'ottobre del 1920 fu anche presidente della commissione mista italo-albanese per la definizione dell'assetto dell'Albania.

Al comando dell'incrociatore Libia, dal febbraio 1921 al febbraio 1923, fu con successo protagonista di un viaggio di circumnavigazione del globo che gli fruttò il grado di contrammiraglio e il comando dell'Accademia Navale e dell'Istituto di Guerra Marittima.

Come accademico dedito agli studi sulla condotta della navigazione pubblicò a Genova, nel 1927, un trattato in quattro volumi dal titolo Manuale dell'Ufficiale di Rotta che divenne subito un classico e fu successivamente tradotto in varie lingue.

Lasciò il suo posto all'accademia nel 1927 per andare ad occupare quello di Capo di Stato Maggiore della Marina, dove restò fino al 1931. L'addetto navale britannico lo descriveva così:

«Devoto alla sua professione ha una visione chiara e moderna su tutte le questioni navali; energico, attivo e molto intelligente; parla francese e inglese correntemente; non sposato. Molto popolare , specialmente tra gli ufficiali inferiori che hanno servito con lui nell'accademia navale di Livorno. Un futuro ammiraglio della flotta.»[5]

Con alcuni diplomatici

Così, anche lui, fece parte della delegazione italiana, sezione marina, in qualità di consigliere tecnico dei delegati alla conferenza navale di Londra del 1930 per la riduzione degli armamenti. Passato ad essere ammiraglio di divisione già nel 1926, due anni più tardi ottenne il grado di ammiraglio di squadra che, nel 1934, si trasformò in quello di ammiraglio di squadra designato d'armata. Intanto il 3 novembre 1933 fu nominato senatore del Regno.

Si ritirò dal servizio attivo in marina, per raggiunti limiti d'età, il 7 giugno 1936. Dopo il ritiro a Montevarchi presso la tenuta di famiglia di Moncioni entrò in attrito con Mussolini per la sua netta opposizione all'entrata in guerra dell'Italia. Fu nominato Ammiraglio d'armata della riserva il 25 gennaio 1940.

Nella primavera del 1944, si rifiutò di collaborare con le autorità della Repubblica Sociale Italiana che infatti decisero il suo arresto. Si legge infatti in un rapporto dei Carabinieri di Montevarchi, datato 5 luglio 1951:

«Il sottoscritto maresciallo maggiore COLLIGIANI Otto, comandante titolare della stazione carabinieri di Montevarchi, a richiesta della Sig. Laura MANNOZZI TURINI Ved. BURZAGLI, raccolte le necessarie informazioni, è in grado di poter dichiarare che S.E. l'Ammiraglio BURZAGLI, nel periodo dell'emergenza, ebbe a patire sevizie fisiche e morali ad opera di elementi incontrollati, tali da determinare il suo collasso.
Mi risulta altresì che nella prima perquisizione fu, fra l'altro, presa la macchina di proprietà dell'allora Comandante Mimbelli, che aveva lasciata presso l'Ammiraglio BURZAGLI. In una delle successive perquisizioni, malgrado le risultanze negative delle immaginarie accuse, fu prelevato dalla propria abitazione e con maniere violente e volgari fu caricato in un camion che, a detta dei facinorosi, doveva condurlo ad Arezzo ove sarebbe stato immediatamente fucilato.
Mi resulta [sic] che poté aver salva la vita unicamente per l'intervento di un ex Ufficiale di Marina che in Arezzo aveva funzioni direttive nella Caserma Piave»

Rilasciato in considerazione della tarda età e delle precarie condizioni di salute, morì pochi mesi dopo. È sepolto in una tomba monumentale nel cimitero di Montevarchi.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ernesto Burzagli passa in rassegna i suoi uomini
Stemma araldico, concesso dall'Istituto Nazionale del Nastro Azzurro all'Ammiraglio Ernesto Burzagli.
Il Conte di Cavour, una delle navi su cui servì Burzagli

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 24 febbraio 1918.[6]
Medaglia di bronzo al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale comandante della Base navale di Valona durante la rivolta albanese si è volontariamente offerto osservatore d'idrovolante compiendo numerosissime missioni di guerra, scendendo a bassa quota sulle posizioni nemiche, malgrado l'intenso e ben concentrato fuoco avversario dimostrando in ogni circostanza sangue freddo, coraggio ed alto sentimento del dovere. Albania, giugno-agosto 1920.»
— Regio Decreto 9 dicembre 1920.
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Mauriziana per Merito Militare di 10 Lustri - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915–1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore per lunga navigazione - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore per lunga navigazione

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore di I classe dell'Ordine della Rosa Bianca (Finlandia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine del Sole Nascente (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine del Sacro Tesoro (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore Jugun Kisho della guerra Russo-Giapponese (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore Jugun Kisho della guerra Russo-Giapponese (Giappone)
Compagno dell'Ordine del Bagno (Gran Bretagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine Ouissam Alaouite (Marocco) - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine di Orange-Nassau (Paesi Bassi) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine del Sole del Perù (Perù) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia del centenario dell'indipendenza 1821-1921 (Perù) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia del centenario dell'indipendenza 1821-1921 (Perù)
Grande Ufficiale dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine della Stella di Romania - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Sant'Anna (Russia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito Navale (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
US Navy Cross (Stati Uniti d'America) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lettera indirizzata, su carta intestata della prima squadriglia navale, da Gabriele d'Annunzio a Ernesto Burzagli con dicitura: a S.E. il Capo di Stato maggiore della Marina, Ammiraglio di Divisione, Ernesto Burzagli, Il Vittoriale, 20 febbraio 1928. Archivio Privato della famiglia Burzagli
  2. ^ Leone Ugo Masini, Delle Antiche Famiglie Montevarchine in Montevarchi attraverso i secoli, Firenze, Bemporad Marzocco, 1960, pagg. 140-41
  3. ^ Ministero della Difesa, Estratto matricolare dell'Ammiraglio di Squadra Burzagli Ernesto, Roma, prot. 609/3-A, 26 ottobre 1950
  4. ^ Ibid.
  5. ^ The National Archives - Londra. Foreign Office. Graham to Henderson, Report on Leading Political figures in Italy - 21 febbraio 1930 pag. 135
  6. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fascicolo Personale di Ernesto Burzagli, Roma, Ufficio storico della Marina.
  • Discursos y documentos oficiales en el primer centenario de la Independencia, Ministerio de Relaciones Exteriores de Peru', 1922.
  • Almanacco italiano, Firenze, Marzocco, 1930.
  • Documents of the London Naval Conference, London, H.M.S.O., 1930.
  • Herbert Francis Wright, Proceedings of the London Naval Conference of 1930 and Supplementary Documents, U.S. Govt. print. off., 1931.
  • Fausto Leva, Storia delle campagne oceaniche della R. Marina, Roma, Ufficio Storico della Marina, 1936.
  • Emilio Canevari, La guerra italiana, retroscena della disfatta, Tosi, 1948.
  • Massimo Adolfo Vitale, L'Italia in Africa: serie storico-militare, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1959.
  • Romeo Bernotti, Cinquant'anni nella Marina militare, Milano, Mursia, 1971.
  • Alberto Rea, L'Accademia aeronautica: cronistoria dalle origini al 1975, Roma, Ufficio Storico SMA, 1977.
  • Lucio Ceva, Le forze armate, Torino, UTET, 1981
  • Claudio G. Segre, Italo Balbo: A Fascist Life, University of California Press, 1990.
  • Fabio De Ninno, Fascisti sul mare. La Marina e gli ammiragli di Mussolini, Bari, Laterza, 2017.

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