Diocesi di San Gallo

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Diocesi di San Gallo
Dioecesis Sancti Galli
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
 
VescovoMarkus Büchel
Presbiteri154, di cui 84 secolari e 70 regolari
1.655 battezzati per presbitero
Religiosi73 uomini, 157 donne
Diaconi33 permanenti
 
Abitanti603.982
Battezzati254.900 (42,2% del totale)
StatoSvizzera
Superficie2.429 km²
Parrocchie142 (8 vicariati)
 
Erezione2 luglio 1823
Ritoromano
CattedraleSan Gallo
Santi patroniSan Gallo
Sant'Otmaro
IndirizzoKlosterhof 6b, Postfach 263, CH-9001 Sankt Gallen, Schweiz
Sito webwww.bistum-stgallen.ch
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Svizzera

La diocesi di San Gallo (in latino: Dioecesis Sancti Galli) è una sede della Chiesa cattolica in Svizzera immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2020 contava 254.900 battezzati su 603.982 abitanti. È retta dal vescovo Markus Büchel.

La diocesi di San Gallo gode in virtù del concordato tra Canton San Gallo e Santa Sede del 1845 del privilegio di una procedura di elezione del vescovo concordata fra i 13 membri del capitolo della cattedrale e il papa.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende i cantoni di San Gallo, Appenzello Interno e Appenzello Esterno, nella Svizzera nordorientale.

Sede vescovile è la città di San Gallo, dove si trova la cattedrale di San Gallo, antica chiesa dell'abbazia omonima.

Il territorio si estende su 2.429 km² ed è suddiviso in 142 parrocchie, raggruppate in 8 decanati: Altstätten, Appenzello, Gossau, Rorschach, Sargans, San Gallo, Uznach e Wil-Wattwil.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fino agli inizi dell'Ottocento, i territori dell'odierna diocesi facevano parte della diocesi di Costanza. Tuttavia, con l'affermazione del principato abbaziale di San Gallo (1613), gli abati vi esercitarono una effettiva giurisdizione non solo temporale, ma anche ecclesiastica; per esempio, data la vastità della diocesi di Costanza, erano gli abati che eseguivano le visite pastorali nei territori di loro competenza, in ottemperanza alle decisioni del concilio di Trento.

Con la soppressione della diocesi di Costanza, i territori dell'odierna diocesi furono annessi a quelli della diocesi di Coira (1819). Il mancato accordo sulla creazione di un'abbazia territoriale, determinò la Santa Sede all'erezione della diocesi di San Gallo il 2 luglio 1823 con la bolla Ecclesias quae antiquitate di papa Pio VII. La nuova diocesi, che comprendeva il solo canton San Gallo, fu tuttavia unita aeque principaliter a quella di Coira, senza cioè un proprio vescovo residenziale.

Questa situazione non riscosse molto successo. Alla morte del vescovo Karl Rudolf von Buol-Schauenstein (1833), il Gran Consiglio sangallese dichiarò unilateralmente la fine dell'unione con Coira, decisione che fu de facto riconosciuta dalla Santa Sede nel 1836, quando papa Gregorio XVI nominò per la diocesi di San Gallo un vicario apostolico nella persona di Johann Peter Mirer. La ripresa delle trattative tra le autorità cantonali e la Santa Sede, portarono al concordato del 7 novembre 1845[1], a seguito del quale papa Pio IX pubblicò l'8 aprile 1847 la Instabilis rerum. Con questa bolla il pontefice riorganizzava la diocesi di San Gallo, de iure separata da Coira, e nominava come primo vescovo il medesimo vicario Johann Peter Mirer.

Gli articoli 5-12 del concordato stabilirono anche la normativa che regola l'elezione del vescovo. Spetta infatti ai 13 membri del capitolo della cattedrale la nomina del nuovo vescovo, scelto fra una lista di sei nomi. Dal 1938 questa lista deve essere approvata preventivamente dalla Santa Sede; inoltre, papa Giovanni Paolo II stabilì nel 1995 una nuova restrizione, imponendo al capitolo l'obbligo di non rendere pubblico il nome del nuovo eletto, prima dell'istituzione canonica da parte di Roma.[2]

Nel 1866 i cantoni di Appezzello Interno e Appenzello Esterno furono ceduti dalla diocesi di Coira a quella di San Gallo. Su questi cantoni tuttavia, il vescovo di Coira esercita solo le funzioni di amministratore apostolico.[3]

Fin dal 1823 fu istituito il seminario diocesano, che nel 1839 venne trasferito nell'ex monastero delle suore benedettine a Sankt Georgen. Nel 1857 venne aperto anche il seminario minore, che fu chiuso durante il periodo del Kulturkampf. Nel 1932 si celebrò il primo sinodo diocesano, convocato e diretto dal vescovo Alois Scheiwiler; lo Scheiwiler fu anche l'unico vescovo svizzero a condannare apertamente l'antisemitismo e la persecuzione nazista degli ebrei.[3]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 603.982 persone contava 254.900 battezzati, corrispondenti al 42,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 188.553 344.340 54,8 480 340 140 392 200 829 132
1970 234.497 401.352 58,4 412 261 151 569 151 1.130 136
1980 275.800 452.000 61,0 294 240 54 938 54 750 141
1990 280.111 475.500 58,9 334 194 140 838 1 160 695 144
1999 282.256 498.532 56,6 191 151 40 1.477 13 52 115 142
2000 269.359 451.363 59,7 194 154 40 1.388 13 52 115 142
2001 275.070 435.902 63,1 255 135 120 1.078 13 174 446 142
2002 275.315 463.223 59,4 257 138 119 1.071 19 174 409 142
2003 266.900 517.745 51,6 250 136 114 1.067 17 167 320 141
2004 265.467 518.950 51,2 232 127 105 1.144 16 148 575 142
2010 261.400 533.000 49,0 212 113 99 1.233 24 128 404 142
2014 262.129 593.514 44,2 169 87 82 1.551 32 103 359 142
2017 261.690 650.134 40,3 171 101 70 1.530 37 73 208 142
2020 254.900 603.982 42,2 154 84 70 1.655 33 73 157 142

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Testo del concordato in: Angelo Mercati (a cura di), Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le Autorità Civili, Roma, 1919, pp. 747-750.
  2. ^ La nomina dei vescovi di San Gallo è pubblicata negli Acta Apostolicae Sedis solo a partire dal 1995, con la nomina di Ivo Fürer.
  3. ^ a b Franz Xaver Bischof, Dizionario storico della Svizzera.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN167815385 · ISNI (EN0000 0001 2300 3456 · GND (DE1135226407 · WorldCat Identities (ENviaf-167815385
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