Delitto d'onore
In diritto, il delitto d'onore è un reato commesso per vendicare l'onorabilità del proprio nome o della propria famiglia, reato caratterizzato dalla motivazione soggettiva di chi lo commette, volta a salvaguardare (nella sua intenzione) una particolare forma di onore, o, comunque, di reputazione, con particolare riferimento a taluni ambiti relazionali come ad esempio i rapporti sessuali, matrimoniali o comunque di famiglia.
Delitti contro l'onore e delitto d'onore[modifica | modifica wikitesto]
I delitti contro l'onore sono una categoria di delitti penali dove si attenta alla reputazione di una persona. Per esempio, la diffamazione o l'ingiuria: non danneggiano la persona concretamente, ma danneggiano la sua reputazione in società e quindi comunque le procurano un danno anche grave. Si considera che la persona offesa ha il diritto di difendersi, denunciando chi la sta offendendo.
Anche se oggi è difficile da capire, il "delitto d'onore" nasce come una forma di difesa della reputazione di una persona o di una famiglia. In questo senso si apparenta al duello, che veniva usato in Europa appunto per ottenere "soddisfazione", cioè ristabilire l'onore e la rispettabilità di una persona.
Concepito in questo modo, il delitto d'onore ha origini antichissime. È documentato fra gli altri nel Codice di Hammurabi, dove si stabilisce fra l'altro che se una donna sposata veniva colta in flagrante a tradire il marito con un amante, sia lei che l'amante dovevano essere uccisi tramite annegamento.
Femminicidio e delitto d'onore[modifica | modifica wikitesto]
La nozione di delitto d'onore può essere applicata sia a donne che a uomini.
Per esempio, nel caso di adulterio, si registrano storicamente casi di omicidio di entrambi gli amanti.
Anche i bambini nati fuori del matrimonio potevano essere uccisi per causa d'onore[1]: questi figli erano chiamati "prole illegittima"[2].
Tuttavia nel dibattito pubblico recente ci si è soffermati soprattutto sull'omicidio della donna.
A partire dagli anni 1990, Marcela Lagarde e altri sociologi hanno sviluppato la nozione di femminicidio, che intende inquadrare come un unico fenomeno i casi di omicidio di donne per motivi culturali legati al genere (femminicidio intimo, delitto d'onore, infanticidio delle neonate, stragi incel, ecc.).
Nel mondo[modifica | modifica wikitesto]
Nel mondo, i delitti d'onore avvengono principalmente quando la donna viene accusata di[3]:
- avere rapporti sessuali prima del matrimonio e dunque non essere più vergine al momento del matrimonio;
- rifiutare un matrimonio combinato o un matrimonio forzato[4];
- tradire il marito;
- chiedere il divorzio o separarsi dal marito;
- essere stata violentata[5].
Ordinamento italiano[modifica | modifica wikitesto]
In Italia, sino alla fine del XX secolo, la commissione di un delitto perpetrato al fine di salvaguardare l'onore (ad esempio l'uccisione della coniuge adultera o dell'amante di questa o di entrambi) era sanzionata con pene attenuate rispetto all'analogo delitto di diverso movente, poiché si riconosceva che l'offesa all'onore arrecata da una condotta "disonorevole" equivaleva a gravissima provocazione, e la riparazione dell'onore non causava riprovazione sociale[6].
1889 Codice Zanardelli[modifica | modifica wikitesto]
Nel Codice penale Zanardelli, l'articolo 377 prevedeva le circostanze attenuanti sia per i parenti maschi sia per le parenti femmine della donna uccisa:
«Per i delitti preveduti nei capi precedenti, se il fatto sia commesso dal coniuge, ovvero da un ascendente, o dal fratello o dalla sorella, sopra la persona del coniuge, della discendente, della sorella o del correo o di entrambi, nell'atto in cui li sorprenda in flagrante adulterio o illegittimo concubito, la pena è ridotta a meno di un sesto, sostituita alla reclusione la detenzione, e all'ergastolo è sostituita la detenzione da uno a cinque anni[7].»
1930 Codice Rocco[modifica | modifica wikitesto]
Nel Codice Rocco le circostanze attenuanti vengono riconosciute non solo al marito ma anche alla donna che uccideva il marito fedifrago.
- Codice Penale, art. 587
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
L'art. 587 del codice penale consentiva quindi che fosse ridotta la pena per chi uccidesse la moglie, il marito, la figlia o la sorella al fine di difendere "l'onor suo o della famiglia". La circostanza prevista richiedeva che vi fosse uno stato d'ira (che veniva in pratica sempre presunto). La ragione della diminuente doveva reperirsi in una "illegittima relazione carnale" che coinvolgesse una delle donne della famiglia oppure il marito. Anche l'altro protagonista della illegittima relazione poteva dunque essere ucciso contro egual sanzione.
A titolo di chiarimento sulle mentalità generali su queste materie, almeno al tempo della promulgazione del Codice Rocco (che però riprendeva concetti già presenti nel Codice Zanardelli), va detto che contemporaneamente vigeva l'istituto del "matrimonio riparatore", che prevedeva l'estinzione del reato di violenza carnale nel caso che lo stupratore di una minorenne accondiscendesse a sposarla, salvando l'onore della famiglia.
1968 Corte Costituzionale[modifica | modifica wikitesto]
Quanto all'ordinamento penale italiano, la prima innovazione venne dalla Corte Costituzionale, la quale aveva sancito l'incostituzionalità dell'art. 559 c.p., che prevedeva la punizione del solo adulterio della moglie e non anche del marito e del concubinato del marito (sentenze n. 126 del 19 dicembre 1968 e n. 147 del 3 dicembre 1969, ma in precedenza, nel 1961 si era già espressa in senso opposto). La prima sentenza era seguita, almeno temporalmente, ad un disegno di legge (n.4849, presentato alla Camera dei deputati il 6 febbraio 1968) dell'on. Oronzo Reale, ministro Guardasigilli, che proponeva l'abrogazione delle speciali previsioni sulle lesioni e sull'omicidio "a causa d'onore", proposte riprese pochi mesi dopo da un progetto di revisione dell'ordinamento penale affidato a Giuliano Vassalli. Le proposte erano restate senza effetto, sia per problemi di insufficiente durata delle legislature, sia per una certa posizione di "non sgradimento" da parte dell'opinione pubblica (stigmatizzata, con una certa eco, dal giurista Pietro Nuvolone, il quale sottolineò come non si potesse non tenerne conto).
1981 Legge 442[modifica | modifica wikitesto]
Dopo l'abrogazione del reato di adulterio nel 1968, dopo l'introduzione del divorzio nel 1970 (legge 898), dopo la riforma del diritto di famiglia nel 1975 (legge 151), dopo l'introduzione dell'aborto nel 1978 (legge 194), le disposizioni sul delitto d'onore sono state abrogate il 5 agosto 1981 (legge 442).[8]
Infanticidio della prole illegittima[modifica | modifica wikitesto]
Benché la dicitura "delitto d'onore" designi solitamente l'omicidio della moglie, l'articolo 369 del codice penale Zanardelli del 1889, riconosceva le attenuanti anche a chi commetteva un infanticidio per causa d'onore, uccidendo dei figli nati fuori dal matrimonio[1]. Questi figli erano chiamati "prole illegittima"[2]. Le attenuanti erano valide purché il bambino non fosse nato da più di cinque giorni e comunque non fosse iscritto nei registri dell'anagrafe[9]. Questa disposizione è stata abrogata nel 1930 con il Codice Rocco, tuttora in vigore.
Parricidio[modifica | modifica wikitesto]
Femminicidi come "esecuzioni" di donne adultere sono stati registrati di recente in Italia nelle organizzazioni di tipo mafioso, come la 'Ndrangheta, in particolare quando una donna ha avuto una relazione affettiva con un membro di un "clan" rivale. Questo è stato il caso di Francesca Bellocco, moglie di Salvatore Barone e madre di Francesco Barone, entrambi membri della cosca Bellocco[10]: poiché Francesca Bellocco intratteneva una relazione con Domenico Cacciola, esponente della cosca Cacciola, suo figlio la uccise con la complicità di due sicari[11]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Viola Mastronardi, 2014, Il reato di infanticidio, KEY Archiviato il 9 gennaio 2022 in Internet Archive. ISBN 978-88-96791-14-1
- ^ a b Gentilomo, Burgazzi, Bertolini, 2012, "L'infanticidio a Milano tra 1862 e 1930. Analisi di 65 dispositivi di sentenza", Rassegna italiana di criminologia, 6(4), 234-248
- ^ Cosiddetti reati d'onore, Istituto Europeo per l'eguaglianza di genere, Glossario, 2021
- ^ Delitto d’onore nel mondo: in Pakistan un quinto dei casi, Osservatorio diritti, 17 luglio 2020
- ^ Giordania. Delitto d'onore: uccisa dallo zio perché era stata stuprata, Il Corriere della Sera, 12 agosto 2009
- ^ "Dove si vede l'onore di un uomo?" da "Comizi d'amore" 1964 di P.P. Pasolini.
- ^ REGIO DECRETO 30 giugno 1889, n. 6133
- ^ LEGGE 5 agosto 1981, n. 442, su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 10 agosto 1981. URL consultato il 25 aprile 2018 (archiviato il 25 aprile 2018).«Abrogazione della rilevanza penale della causa d'onore. (GU Serie Generale n.218 del 10-08-1981)»
- ^ Infanticidio, Filodiritto, 17 Maggio 2012
- ^ Reggio, ‘ndrangheta: arrestato Francesco Barone, autore dell’omicidio della propria madre, su strettoweb.com, StrettoWeb, 15 aprile 2015. URL consultato il 17 novembre 2023.«una donna è stata barbaramente assassinata dal figlio in testa ad un commando di sicari, in ossequio ad arcaiche regole di‘ndrangheta in quanto protagonista arresto-con-manette1-300x250di una relazione fedifraga»
- ^ ‘NDRANGHETA, ARRESTATO BARONE FRANCESCO, su questure.poliziadistato.it, Questura di Reggio Calabria, 15 aprile 2015. URL consultato il 17 novembre 2023.«Le indagini hanno portato alla luce la centralità del ruolo avuto da BARONE Francesco nella pianificazione ed esecuzione dell'omicidio della madre.»
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Bruciata viva
- Codice di Hammurabi
- Delitti contro l'onore
- Divorzio all'italiana
- Duello
- Femminicidio
- Infanticidio
- Onore
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Raghu N. Singh e J. Douglas Dailey, honor killing, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Thousands of Women Killed for Family "Honor", su news.nationalgeographic.com.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 51887 · LCCN (EN) sh2003003469 · GND (DE) 7654088-1 · J9U (EN, HE) 987007544666305171 |
---|