Dante Donegani

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Dante Vittorino Donegani

Dante Vittorino Donegani (Pinzolo, 1957) è un architetto e designer italiano co-fondatore del bolidismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si laurea in architettura a Firenze nel 1983 e nel 1986 ottiene il master in design presso la Domus Academy (Milano).

Lavora dal 1983 al 1985 al Superstudio di Firenze con l’Architetto Toraldo di Francia e nel 1986 è tra i fondatori del Bolidismo[1]. In quegli stessi anni collabora con Marco Zanuso e Andrea Branzi e dal 1988 al 1992 entra a far parte dello staff della Corporate Identity Olivetti con Hans Von Klier, progettando showrooms, mostre d'arte e sistemi di identità aziendale.[2]

Ricopre il ruolo di direttore del corso di Master in Design per Domus Academy dal 1992 al 2012, e dal 2013 al 2020 quello di direttore del Dipartimento di Product Design in Naba, dove è membro del Comitato Scientifico. [3] Insegna e tiene conferenze e workshop presso Atenei in tutto il mondo, tra cui Politecnico di Milano, East China Normal University (Shanghai), Yeditepe University (Istanbul), Temasek Politechnic (Singapore), Illinois Institute of Technology (Chicago), Sookmyung Women’s University (Seoul), Hongik University (Seoul), Holon Institute of Technology (Tel Aviv), Istanbul Technical University (Istanbul), Bilgi University (Istanbul).

Progetta prodotti per la casa e l’ufficio per Isuzu, Memphis, Stildomus, Radice, Play+, Cyrcus, JCDecaux, Viceversa, Gufram, Vitra, Kelebek, Luceplan, Edra e Rotaliana per la quale cura la direzione artistica dal 2001 realizzando prodotti di illuminazione che portano nel 2005 al premio IF Product Design Award per la sospensione Lisca[4] e, tre anni più tardi, la menzione al XXI Compasso d'oro del 2008 con Multipot, un vaso illuminante con altre funzioni quali svuota tasche e ricarica di apparecchi elettronici.[5]

La chaise longue Passepartout, omaggio alla mostra di Italy: The New Domestic Landscape del 1972, è disegnata per la casa Azioni a scomparsa, prodotta da Edra nel 1998, e ora presente nelle collezioni permanenti del Moma di San Francisco [6] e del Museo del Design della Triennale di Milano, oltre ad essere stata esposta alla National Gallery di Londra nel 2005 e al Victorian and Albert Museum nel 2007. Passepartout viene utilizzato per la copertina del singolo Survive dal cantante David Bowie nel 2000, nella pubblicità dell'azienda Filodoro con la miss Italia Anna Valle oltre che sulle confezioni delle calze a rete.[7]

Dal 1986 partecipa come curatore ad esposizioni italiane e internazionali come Italia Giappone: Design come stile di vita, Kobe e Yokohama (2001)[8]; Biennale di Architettura, Padiglione Italia nella mostra curata da Mirko Zardini: Notizie dall' interno, Venezia (2004).

Con Andrea Branzi realizza progetti di architettura quali Enciclopedia del ventesimo secolo, per il Muro di Berlino (1987), Manhattan Waterfront (1989) e Agronica (1995), il cui modello fa parte della collezione del Centro Georges Pompidou di Parigi.[9]

Dal 2020 è membro del consiglio di amministrazione del Museo Galileo a Firenze, su incarico del Ministero Italiano dei Beni Artistici e Culturali. [10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Prestinenza Puglisi, Architetti d’Italia. Massimo Mariani, il radical, su artribune.com.
  2. ^ DONEGANI & LAUDA LA CASA FREDDA – Forma Edizioni, su formaedizioni.it. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  3. ^ Docenti e Professori, su naba.it. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  4. ^ (DE) iF Design - LISCA, su ifdesign.com. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  5. ^ Dante Donegani, su living.corriere.it. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  6. ^ (EN) Passepartout, su sfmoma.org. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  7. ^ ImageBam, su imagebam.com. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  8. ^ (EN) Italia e Giappone: design come stile di vita, su zpzpartners.com. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  9. ^ Agronica, su centrepompidou.fr.
  10. ^ Organizzazione e staff, su museogalileo.it. URL consultato il 26 febbraio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Almerico De Angelis (a cura di), Design the italian way, Editoriale Modo, ISBN 889004067X.
  • Andrea Branzi, Design italiano 1964-2000, Electa, ISBN 9788837059781.
  • Andrea Branzi, La quarta metropoli: design e cultura ambientale, Domus Academy Edizioni, ISBN 8871840054.
  • Andrea Branzi, Una generazione esagerata, Baldini+Castoldi, ISBN 9788868656348.
  • Giampiero Bosoni, Italy: Contemporary Domestic Landscapes 1945-2000, Skira, ISBN 9788881189588.
  • Gianni Veneziano (a cura di), Il segno dei designer. Catalogo della mostra (Milano, 17 dicembre 2009-17 gennaio 2010), Mondadori Electa, ISBN 8837074638.
  • Italo Rota, Anthony Marasco e Diego Terna (a cura di), The Book Is a Small Architecture. Interior of an Interior, Quodlibet, ISBN 9788822903075.
  • Michele De Lucchi, International Design Yearbook 2001, Laurence King Publishing, ISBN 9072007840.
  • Nally Bellati, New Italian Design, Rizzoli, 1990, ISBN 0847812588.
  • Philippe Starck e C.Lloyd Morgan (a cura di), International Design Yearbook 1997, Laurence King Publishing, 1997, ISBN 1856690954.

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