Chiesa di San Francesco (Crema)
Chiesa di San Francesco | |
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La facciata della chiesa in un disegno a penna conservato presso l'archivio comunale (dal libro Origine dei nomi delle strade di Crema di Mario Perolini, anno 1976) | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Crema |
Indirizzo | Via Civerchi |
Coordinate | 45°21′51.7″N 9°41′18.38″E |
Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
Titolare | San Francesco |
Fondatore | ordine dei frati minori osservanti di San Francesco |
Inizio costruzione | 1345 |
Demolizione | 1870 |
La chiesa di san Francesco era un luogo di culto cattolico di Crema retto dai frati minori osservanti di San Francesco. Prospiceva sull’attuale piazza monsignor Angelo Madeo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini del convento risalgono all’anno 1345 per la volontà dei fratelli Berzonino, Ardicino e Teobaldo, figli di Sergnano Benzoni[1] che donarono al ministro provinciale di Milano padre Andrea una propria casa, l’esistente chiesa di San Michele e la cessione dello giuspatronato sulla medesima[2] per permettere di stabilirvisi 12 frati[3]. La bolla di papa Clemente VI "Laudabilis" permise alla comunità di proseguire l’insediamento nonostante l’opposizione dei frati domenicani[1].
La nuova chiesa fu costruita dal 1379 dopo aver ottenuto da papa Urbano V l’assegnazione della vecchia chiesa di San Michele[4], quindi fu ampliata nel 1462[2]mentre il convento poté ritenersi compiuto nel 1498[2].
Nel 1475 su richiesta del Consiglio cittadino il convento fu visitato da frate Giuliano de Laudo sollecitato ad intervenire per le intemperanze dei religiosi[5]; negli anni successivi il convento ospitò una serie di capitoli provinciali e, in particolari condizioni, il Consiglio cittadino elargiva al convento doni o denaro[5].
Perotus di Piacenza, vicario del vescovo Catelano Trivulzio, ricordava ai frati che papa Leone X il 12 giugno del 1517 aveva imposto ai conventi francescani di osservare strettamente la regola ed era proibito loro di possedere terreni e qualunque altro bene[5].
Dal convento cremasco proveniva Massimiliano Beniamino che fu oratore a nome di tutti i francescani in molte occasioni, tra le quali il Concilio di Trento; fu nominato vescovo di Chioggia nel 1585 e ivi vi morì nel 1601[6].
La chiesa di San Francesco si sostituì alla cattedrale tra gli anni 1776 ed il 1780 quando il duomo fu oggetto di un intervento interno per trasformarlo in stile barocco[7].
Il complesso venne soppresso l’11 ottobre 1798 e alcune opere e arredi furono acquistati dal parroco Cerioli di Ombriano per completare ed abbellire la nuova chiesa parrocchiale di quella borgata[8].
Il convento fu utilizzato in epoca austriaca quale carcere per detenuti politici e ne sopravvivono i chiostri, seppur manomessi, ora proprietà privata[9] mentre la chiesa fu definitivamente abbattuta nel 1870 ai sensi di una delibera della Giunta comunale che accoglieva una richiesta dell’allora proprietario Giuseppe Conca[9].
Sul vuoto creatosi fu creato un giardino (casa Tosetti)[10] acquisito dall’amministrazione comunale per elevarvi il nuovo edificio destinato ad ospitare l’ufficio postale del centro storico progettato da Beppe Ermentini[11] e inaugurato il 19 ottobre 1962[10].
Lo slargo davanti alla chiesa era chiamato anticamente Piazzolo di San Francesco[12] ed ora è intitolato a monsignor Angelo Madeo, sacerdote fondatore a Crema dell’istituto Artigianelli e parroco della Cattedrale, incarico che lasciò nel 1969 per dedicarsi alle missioni, particolarmente nel Dahomey, dove organizzava centri di formazione professionale. Morì per una malattia tropicale nel 1984[13].
Nelle mappe catastali ottocentesche[14][15] il breve tratto tra lo slargo e l'attuale via Giovanni Bottesini è denominato Contrada San Michele a ricordo dell'antica chiesa.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Esiste un disegno a penna con il prospetto della facciata quattrocentesca, divisa in tre parti da lesene, con un elaborato portale centrale e rosone; nelle parti laterali vi erano due bifore verosimilmente poggianti su mensole ingentilite da archetti[10].
Nella relazione dell’ispettore delle pitture Giacomo Crespi del 1779, invece, è riportata la pianta; si trattava di una chiesa a tre navate con cinque cappelle laterali (di cui una priva di altare), mentre un altare era presente alla conclusione della navata destra, a lato del presbiterio. In una nota dello stesso Crespi venivamo a sapere che il presbiterio era chiuso da un coro[16].
Opere disperse
[modifica | modifica wikitesto]L’altare collocato nella cappella di San Ludovico fu acquistato dai nobili Monticelli per la nuova cappella del Sacro Cuore di Ombriano; è andata perduta, invece, la pala del santo opera di Gian Giacomo Barbelli[17].
A Ombriano giunsero la balaustra e l’altare seicenteschi della cappella di Sant’Antonio da Padova[18]; la prima fu collocata per delimitare il presbiterio, il secondo – un antico patronato della nobile famiglia Zurla – fu collocato nella nuova cappella di San Rocco[18][19]. Nella chiesa ombrianese fu trasportata anche la pala d’altare, Miracolo di sant’Antonio di Padova di Pietro Damini[20].
È assai probabile che anche i confessionali di Ombriano provengano da San Francesco: infatti, sono dotati di un timpano che reca uno stemma tripartito con tre chiodi, la corona di spine e due braccia incrociate, che rimanda al terzo ordine regolare di San Francesco[21].
Opere perdute
[modifica | modifica wikitesto]Elenco di opere certe di cui non se ne conosce la destinazione.
- San Ludovico, olio su tela di Gian Giacomo Barbelli, trasferita nella cappella di San Francesco di Paola di Ombriano e ivi ancora presente nel 1888[22].
- Sant’Anna, la Vergine Maria col Bambino e il Padre Eterno, olio su tela di Giovan Angelo Ferrario, collocata all’altare di Sant’Anna e trasferita a Ombriano dove era ancora presente nel 1888[22]
- Ancona del Suffragio dei Morti, collocata presso l’altare dei Morti del Suffragio, di Giovan Battista Lucini[23].
- San Carlo, di Giacomo Parravicino presso l’omonima cappella di pertinenza delle famiglie Griffoni Sant’Angelo e Tadini[24].
- Probabile quadro raffigurante Sant’Antonio da Padova di Andrea Celesti[25].
- Quattro Profeti di Giovan Battista Lucini, presso l’altare della Beata Vergine Annunciata[25].
Ma la chiesa era ricchissima di opere d'arte; in un inventario del 1797 compilato poco prima della soppressione dagli ispettori della Repubblica Cisalpina sono riportati: una vasta biblioteca (della quale 2 mila volumi finirono presso la biblioteca di Crema nella seconda metà del XIX secolo[26]), vari oggetti e suppellettili d'argento (reliquiari, ostensori, pissidi, candelieri), numerosi quadri e quadretti presenti tanto presso gli altari laterali quanto all'interno delle stanze conventuali, di cui tuttavia non viene riportato il soggetto[16][25].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b AA.VV., p. 102.
- ^ a b c Benvenuti, p. 302.
- ^ Lasagni, p. 59.
- ^ Benvenuti, p. 187.
- ^ a b c Lasagni, p. 60.
- ^ Benvenuti, p. 307.
- ^ Terni, p. 19.
- ^ Miscioscia, p. 50 e segg.
- ^ a b Perolini, p. 48.
- ^ a b c Perolini, p. 49.
- ^ Edallo, p. 22.
- ^ Perolini, p. 47.
- ^ Giorgio Zucchelli, La lunga esperienza dei missionari Fidei Donum della diocesi di Crema, in Il Nuovo Torrazzo, venerdì 21 aprile 2017.
- ^ Crema Città. Mappa originale. Foglio 1, su asmilano.it. URL consultato il 16 gennaio 2022.
- ^ Crema Città. Mappa. Foglio 1, su asmilano.it. URL consultato il 16 gennaio 2022.
- ^ a b Belvedere, p. 132.
- ^ Miscioscia, p. 46.
- ^ a b Miscioscia, p. 50.
- ^ Miscioscia, p. 69.
- ^ Belvedere, p. 135.
- ^ Miscioscia, p. 29.
- ^ a b Miscioscia, p. 75.
- ^ Belvedere, p. 134.
- ^ Belvedere, p. 137.
- ^ a b c Belvedere, p. 138.
- ^ AA.VV., p. 59.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Battista Terni, Cose di Crema degli anni 1780. 1781. 1782, Crema, Tipografia della ved. Campanini, 1852.
- Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema, vol. 1, Milano, Coi tipi di Giuseppe Bernardoni di Gio, 1859.
- Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema, vol. 2, Milano, Coi tipi di Giuseppe Bernardoni di Gio, 1859.
- Statistica delle biblioteche parte I - volume I Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto ed Emilia, Roma, Tipografia Nazionale, 1893.
- AA.VV., Studi francescani, 1915.
- Mario Perolini, Origine dei nomi delle strade di Crema, Crema, 1976.
- Ilaria Lasagni, Chiese, conventi e monasteri in Crema e nel suo territorio dall’inizio del dominio veneto alla fondazione della diocesi, Milano, Unicopli, 2008.
- Marianna Belvedere, Crema 1774. Il ‘Libro delli Quadri’ di Giacomo Crespi, Museo civico di Crema e del Cremasco, 2009.
- Edoardo Edallo, Crema dal dopoguerra a oggi, in Insula Fulcheria XLVII, Museo civico di Crema e del Cremasco, 2017.
- Annunziata Miscioscia, La chiesa di Santa Maria Assunta in Ombriano, Cremona, Centro Editoriale Cremasco, 2019.