Civita (Bagnoregio)

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Civita
frazione
Civita – Veduta
Civita – Veduta
Panorama di Civita
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Provincia Viterbo
Comune Bagnoregio
Territorio
Coordinate42°37′48″N 12°05′21″E / 42.63°N 12.089167°E42.63; 12.089167 (Civita)
Altitudine443 m s.l.m.
Abitanti11
Altre informazioni
Cod. postale01022
Prefisso0761
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Civita
Civita
Sito istituzionale

Civita è una frazione di 11 abitanti del comune di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel Lazio, facente parte dei borghi più belli d'Italia, famosa per essere stata definita "La città che muore"[1] dallo scrittore Bonaventura Tecchi, che vi trascorse la sua giovinezza.

Geografia fisica e antropica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Valle dei Calanchi vista da Civita di Bagnoregio verso nord est

Si trova nella valle dei calanchi, un'area situata tra il lago di Bolsena a ovest e la valle del Tevere a est, nel comune di Bagnoregio. È costituita da due valli principali: il Fossato del Rio Torbido e il Fossato del Rio Chiaro. In origine questi luoghi dovevano essere più dolci e accessibili ed erano attraversati da un'antica strada che collegava la valle del Tevere al lago di Bolsena.

La morfologia di quest'area è stata provocata dall'erosione e dalle frane. Il territorio è costituito da due formazioni distinte per cronologia e tipo. Quella più antica è quella argillosa, di origine marina e costituisce lo strato di base, particolarmente soggetto all'erosione. Gli strati superiori sono invece formati da materiale tufaceo e lavico. La veloce erosione è dovuta all'opera dei torrenti, agli agenti atmosferici, ma anche al disboscamento.

Abitata da sole sedici persone (al 2011) e situata in posizione isolata, Civita è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965[2]. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi ma il comune di Bagnoregio, venendo incontro alle esigenze di chi vive o lavora in questo luogo, ha emesso una circolare in cui dichiara che, in determinati orari, residenti e persone autorizzate possono attraversare il ponte a bordo di cicli e motocicli. La causa del suo isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che continua ancora nel ventunesimo secolo, rischiando di far scomparire la frazione, per questo chiamata anche "la città che muore" o, più raramente, "il paese che muore".

Panorama di Civita di Bagnoregio con vista della Valle dei Calanchi

Flora[modifica | modifica wikitesto]

Veduta del borgo

La vegetazione dei calanchi, a causa della loro natura argillosa, è limitata a poche specie, disposte in piccoli e radi gruppi. Anche in primavera, quando la flora è al massimo rigoglio, il terreno rimane per buona parte scoperto. Nella fascia più bassa dei calanchi si trova una zona cespugliosa, costituita da rovi, canne, ginestre, qualche arbusto di olmo e, talvolta, rosa canina. All'interno della valle la vegetazione è costituita da piante arboree, da arbusti e da erbe palustri. La vegetazione delle rupi tufacee dello sperone roccioso sul quale si erge Civita, risulta limitata a poche specie con copertura esigua.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio del paese
Civita di Bagnoregio

Civita venne fondata 2500 anni fa dagli Etruschi. Sorge su una delle più antiche vie d'Italia, congiungente il Tevere (allora grande via di navigazione dell'Italia centrale) e il lago di Bolsena.

All'antico abitato di Civita si accedeva mediante cinque porte, mentre oggi la porta di Santa Maria o della Cava, ne rappresenta quella principale, inoltre è possibile accedere a Civita dalla valle dei calanchi attraverso una galleria scavata nella roccia. La struttura urbanistica dell'intero abitato è di origine etrusca, costituita da cardi e decumani secondo l'uso etrusco e poi romano, mentre l'intero rivestimento architettonico risulta medioevale e rinascimentale. Numerose sono le testimonianze della fase etrusca di Civita, specialmente nella zona detta di San Francesco vecchio; infatti nella rupe sottostante il belvedere di San Francesco vecchio è stata ritrovata una piccola necropoli etrusca. Anche la grotta di San Bonaventura, nella quale si dice che san Francesco risanò il piccolo Giovanni Fidanza, che divenne poi san Bonaventura, è in realtà una tomba a camera etrusca. Gli Etruschi fecero di Civita (di cui non conosciamo l'antico nome) una fiorente città, favorita dalla posizione strategica per il commercio, grazie alla vicinanza con le più importanti vie di comunicazione del tempo.

Del periodo etrusco rimangono molte testimonianze: di particolare suggestione è il cosiddetto "Bucaione", un profondo tunnel che incide la parte più bassa dell'abitato, e che permette l'accesso, direttamente dal paese, alla valle dei calanchi. In passato erano inoltre visibili molte tombe a camera, scavate alla base della rupe di Civita e delle altre pareti di tufo limitrofe che, nel corso dei secoli, furono in gran parte fagocitate dalle innumerevoli frane. Del resto, già gli stessi Etruschi dovettero far fronte ai problemi di sismicità e di instabilità dell'area, che nel 280 a.C. si concretarono in scosse telluriche e smottamenti. All'arrivo dei Romani, nel 265 a.C., furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane e di contenimento dei torrenti avviate dagli Etruschi.

Antiche opere di Etruschi e Romani contro l'erosione[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Donato a Civita di Bagnoregio

Come detto sopra, il problema dell'erosione era già all'epoca degli Etruschi molto importante. Quindi misero in atto alcune opere che avevano il preciso scopo di proteggere Civita dai terremoti e dagli smottamenti, arginando fiumi e costruendo canali di scolo per il corretto deflusso delle acque piovane. I Romani ripresero le opere dei loro predecessori, ma dopo di loro queste furono trascurate e il territorio ebbe un rapido degrado che portò, infine, all'abbandono della Civita.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del borgo rimangono varie case medievali, la chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e al cui interno è custodito il S.S. Crocefisso ligneo, Palazzo Alemanni, sede del Museo Geologico e delle Frane, il Palazzo Vescovile, un mulino del XVI secolo, i resti della casa natale di san Bonaventura e la porta di Santa Maria, con due leoni che tengono tra le zampe una testa umana, a ricordo di una rivolta popolare degli abitanti di Civita contro la famiglia orvietana dei Monaldeschi.

Nel 2005 i calanchi di Civita sono stati proposti come sito di interesse comunitario[3].

Economia e turismo[modifica | modifica wikitesto]

Interno della Chiesa di San Donato

Il vecchio paese è iscritto all'associazione de I borghi più belli d'Italia. Per la sua posizione geografica suggestiva e il suo impianto medievale è ogni anno meta di numerosi turisti ed è stata diverse volte utilizzata come set cinematografico.

Da giugno 2013 l'accesso al Borgo di Civita è divenuto a pagamento.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il S.S. Crocifisso di Civita[modifica | modifica wikitesto]

Il giorno del Venerdì santo avviene il più sentito appuntamento della cittadina di Civita, quando all'interno della Chiesa di San Donato, durante una commovente cerimonia, viene deposto il S.S. Crocifisso che viene adagiato su una bara per essere trasportato nella secolare processione del Venerdì santo di Bagnoregio. La leggenda vuole che durante un'epidemia di peste che nel 1499 riguardò tutto il territorio intorno a Bagnoregio, il Crocifisso abbia parlato a una pia donna, la quale si recava ogni giorno al cospetto della venerata Immagine chiedendo con le sue preghiere che avesse fine lo strazio. Un giorno, mentre la donna pregava "il Cristo", udì una voce, che la rassicurava e l'avvertiva che il Signore aveva esaudito le sue preghiere e che la pestilenza avrebbe a breve avuto fine, come puntualmente avvenne dopo qualche giorno contemporaneamente alla morte della pia donna.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Casa a Civita di Bagnoregio
  • Nel periodo natalizio vi si tiene un presepe vivente; le vicende di Maria e Giuseppe sono ambientate nelle vie medievali.
  • La prima domenica di giugno e la seconda di settembre viene allestito nella piazza principale il secolare Palio della Tonna ("tonda" nel dialetto locale), in cui le contrade di Civita si sfidano a dorso di un asino, sostenuti dal tifo degli abitanti.
  • La prima domenica di giugno vi è la prima festa patronale, detta di Maria SS. Liberatrice.
  • L'ultima settimana di luglio e la prima di agosto si tiene il Tuscia in Jazz Festival con concerti, seminari e jam session.
  • La seconda domenica di settembre si tiene la seconda festa patronale, detta del SS. Crocifisso.[La rilevanza "almeno nazionale" degli eventi deve essere messa in luce da fonti terze e autorevoli]

Nella televisione e nel cinema[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Civita di Bagnoregio: la città che muore, in SiViaggia, 5 luglio 2017. URL consultato il 12 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2017).
  2. ^ Opera del genio civile
  3. ^ Decreto 25 marzo 2005 (G.U. della Repubblica Italiana numero 157 dell'8 luglio 2005) recante Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea, ai sensi della direttiva 92/43/CEE.
  4. ^ CIVITA DI BAGNOREGIO: UN BORGO DA FILM [1] Archiviato il 6 aprile 2018 in Internet Archive.
  5. ^ Recensione del film: Puoi baciare lo sposo
  6. ^ Cinquant’anni fa l’armata Brancaleone conquistava la Tuscia
  7. ^ Civita di Bagnoregio: il set cinematografico a cielo aperto che ha ospitato Totò e Sordi. E ispirato Miyazaki, su la Repubblica, 7 marzo 2021. URL consultato il 25 luglio 2021.
  8. ^ Il nuovo spot di “Subito” girato a Civita di Bagnoregio

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Diario notturno", Adelphi, 2002, Piccola Biblioteca 323, p. 191-192

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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