Chiesa di Santa Maria Addolorata (Bardi)

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Chiesa di Santa Maria Addolorata
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàBardi
Indirizzopiazza Vittoria 13
Coordinate44°37′55.21″N 9°43′53.99″E / 44.632003°N 9.731663°E44.632003; 9.731663
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanta Maria Addolorata
Diocesi Piacenza-Bobbio
Consacrazione1934
ArchitettoCamillo Uccelli
Stile architettoniconeobizantino
Inizio costruzione1932
Completamento1934

La chiesa di Santa Maria Addolorata è un luogo di culto cattolico dalle forme neobizantine situato in piazza Vittoria 13 a Bardi, in provincia di Parma e diocesi di Piacenza-Bobbio; fa parte del vicariato della Val Taro e Val Ceno e conserva al suo interno la Pala di Bardi del Parmigianino.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sul luogo dell'attuale tempio sorgeva prima del 1455 l'ospedale di San Giacomo,[2] sulle cui rovine i padri serviti, stanziatisi a Bardi nel 1478,[3] edificarono un convento con annessa chiesa della Visitazione di Nostra Signora, consacrata nel 1489;[4] tra il 1500 e il 1503 i frati fondarono anche la vicina chiesa di San Giovanni Battista, che nel 1612 fu intitolata anche alla Beata Vergine Addolorata.[3]

Nel 1805 i decreti napoleonici sancirono la soppressione dell'ordine dei Servi di Maria e la confisca del monastero e dell'annessa chiesa della Visitazione di Nostra Signora, che fu reintitolata alla Beata Vergine Addolorata, a scapito della chiesa di San Giovanni Battista.[5]

Nel 1845 il convento, assegnato al Comune di Bardi, divenne sede di una scuola femminile, gestita dalle monache benedettine del monastero di San Raimondo di Piacenza.[6]

Nel 1873 il tempio fu elevato al rango di parrocchia, prendendo il posto della vicina chiesa di San Giovanni Battista.[3]

Nel 1932 l'antico edificio fu completamente abbattuto e furono avviati i lavori di costruzione dell'attuale luogo di culto neobizantino, progettato dall'architetto Camillo Uccelli; dopo due anni la nuova chiesa fu completata e il 16 giugno del 1934 fu solennemente consacrata.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e lato sud
Lato sud

La chiesa si sviluppa su un impianto basilicale a tre navate, affiancate su entrambi i fianchi da tre cappelle laterali.[2]

La simmetrica facciata a salienti, rivestita in laterizio, è preceduta dall'ampio sagrato, circondato da una scalinata in pietra a cinque rampe.[2]

Il corpo centrale, in lieve aggetto, è affiancato da larghe paraste, che si innalzano sul basamento in conci di pietra; nel mezzo è collocato il portale d'accesso principale, sovrastato da una trifora con colonnine e più in alto da una lunetta in marmo rosso, decorata con un motivo geometrico in marmo verde e, al centro, la rappresentazione del Sole raggiante; su entrambi i lati si eleva un doppio ordine di tre colonnine, con basi e capitelli scolpiti, a sostegno di un arco a tutto sesto in rilievo ornato con bassorilievi raffiguranti foglie d'acanto, medaglioni e, in chiave di volta, l'Agnello; a lato della trifora si aprono due monofore ad arco a tutto sesto, chiuse da lastre di pietra bianca traforata. Più in alto sono collocate altre cinque monofore ad arco, suddivise da colonnine binate; le due più esterne ospitano i mosaici raffiguranti la Madonna Addolorata e San Giovanni Battista. In sommità si staglia all'interno del timpano triangolare un grande dipinto a sfondo dorato, rappresentante la Madonna in trono che regge il modello della chiesa e ai lati la comunità di Bardi.[2]

I più bassi corpi laterali, delimitati anch'essi da larghe paraste, sono caratterizzati dalla presenza dei due portali d'ingresso secondari, delimitati da cornici in marmo rosa e sormontati da archi a tutto sesto, che contengono lunette decorate con mosaici a sfondo dorato; più in alto si aprono due trifore chiuse da lastre di pietra traforata e suddivise da colonnine.[2]

Navata centrale
Presbiterio e abside

I fianchi intonacati, scanditi da lesene e archetti pensili in laterizio, sono bucati da strette monofore ad arco a tutto sesto e, nella parte superiore, da finestre circolari.[2]

Sul retro il lungo presbiterio absidato è scandito da paraste a sostegno di archi a tutto sesto, che inquadrano sottili monofore a tutto sesto.[2]

All'interno la navata centrale, suddivisa in tre campate, è coperta da volte a crociera intonacate con costoloni in cotto; su ogni fianco si innalzano tre massicci pilastri ornati con lesene, alternati a coppie di colonne in marmo giallo coronate da capitelli corinzi in pietra e pulvini in marmo giallo, a sostegno di arcate a tutto sesto. Le navate laterali, suddivise in nove campate, sono coperte anch'esse da volte a crociera con costoloni; dai fianchi si affacciano le cappelle, chiuse da balaustre e arcate su colonne in marmo giallo.[2]

Il presbiterio, leggermente rialzato, è preceduto da un'ampia arcata a tutto sesto, retta da pilastri; coperto da volta a botte, è separato dalle due cappelle absidate poste al termine delle navate laterali da archi retti da colonne binate in marmo giallo, con capitelli corinzi e pulvini. Sul fondo l'abside, con catino decorato da mosaico raffigurante Cristo Pantocrator, è illuminata da una serie di monofore ad arco tutto sesto, suddivise da colonnine binate in marmo.[2]

Francesco Nuvolone, Busto della Vergine, XVII secolo
Parmigianino, Sposalizio di santa Caterina e i santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista, 1521-1522

Al centro si innalza l'altare maggiore, sovrastato da un'edicola contenente una seicentesca statua lignea raffigurante l'Addolorata, realizzata dallo scultore Berni.[7] Più avanti è collocato l'altare a mensa post-conciliare, sostenuto da colonnine in marmo rosso di Verona con capitelli, realizzato tra il 1960 e il 1970; alla stessa epoca risale anche l'ambone, ornato da un bassorilievo rappresentante l'Aquila di San Giovanni Evangelista, scolpito da Paolo Perotti.[2]

La chiesa conserva alcune opere d'arte di pregio, in parte provenienti dalla vicina chiesa di San Giovanni Battista;[7] all'inizio della navata laterale destra è appeso un crocifisso risalente al XV secolo,[8] mentre all'interno delle cappelle sono ospitati i dipinti raffiguranti Sant'Andrea, risalente alla metà del XVII secolo,[7] e il Busto della Vergine, realizzato nel XVII secolo da Francesco Nuvolone detto "il Panfilo".[9]

All'interno della cripta è inoltre conservato un crocifisso ligneo risalente alla fine del XV secolo, mentre nella sagrestia si trovano arredi e paramenti antichi, tra cui alcune pianete del XVIII secolo. La canonica occupa alcuni ambienti del soppresso convento dei serviti; una sala è decorata sulla volta di copertura con un affresco raffigurante l'Ultima Cena, risalente alla seconda metà del XVII secolo.[7]

La chiesa è sotto tutela della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Parma e Piacenza.[10]

Sposalizio di santa Caterina e i santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pala di Bardi.

La cappella a destra del presbiterio ospita l'opera di maggior pregio della chiesa: lo Sposalizio di santa Caterina e i santi Giovanni Evangelista e Giovanni Battista, meglio nota come Pala di Bardi, realizzata dal Parmigianino tra il 1521 e il 1522.[1]

Il quadro fu dipinto dall'artista manierista a Viadana, ove si era rifugiato col cugino Girolamo Bedoli all'epoca della guerra per il possesso del Ducato di Milano, che oppose l'imperatore Carlo V d'Asburgo e i Francesi; l'olio in seguito pervenne al principe Federico Landi, che lo espose con altre importanti opere all'interno del castello di Bardi.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Francesco Mazzola detto "Il Parmigianino", su valcenoweb.it. URL consultato il 3 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2013).
  2. ^ a b c d e f g h i j k Chiesa di San Giovanni Battista e Beata Maria Vergine Addolorata "Bardi", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 novembre 2016.
  3. ^ a b c Oratorio di San Giovanni Battista "Bardi, Bardi", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 novembre 2016.
  4. ^ Poggiali, pp. 92-93.
  5. ^ Collection FEF-EB-0003 - Corporazioni religiose soppresse - Conventi e monasteri, su archives.cendari.dariah.eu. URL consultato il 3 novembre 2016.
  6. ^ Raccolta generale delle leggi per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla, pp. 9-10.
  7. ^ a b c d Chiesa di Santa Maria Addolorata a Bardi, su vacanze.itinerarionline.it. URL consultato il 3 novembre 2016.
  8. ^ Bardi - Chiesa di Santa Maria Addolorata, su nonsoloeventiparma.it. URL consultato il 3 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2016).
  9. ^ Itinerario religioso - Luoghi d'anima: alla scoperta della chiesa parrocchiale di Bardi, su castellidelducato.it. URL consultato il 3 novembre 2016.
  10. ^ Chiesa di Santa Maria Addolorata Bardi,(?) sec XX - (?) sec XX, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 19 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raccolta generale delle leggi per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla, Semestre II - Tomo unico, Parma, Tipografia Ducale, 1845.
  • Cristoforo Poggiali, Memorie storiche di Piacenza, Tomo ottavo, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi con Privilegio di S.A.R., 1760.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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