Bozza:Pippo Patruno

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Pippo Patruno

Pippo Patruno, pseudonimo di Giuseppe Patruno (Monopoli, 22 marzo 1955Monopoli, 16 giugno 2023), è stato un artista e docente italiano Si è dedicato principalmente alla pittura, con opere che hanno esplorato vari movimenti, tra cui l’astrattismo e l’arte concettuale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver completato la sua formazione presso l'Istituto d'Arte di Monopoli e aver ottenuto il diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bari, ha iniziato la sua ricerca artistica attraverso diversi progetti, inclusi scavi archeologici e attività di restauro in varie località pugliesi.[1] Questo periodo formativo è stato significativo per lui, poiché l'essenzialità geometrica delle figure dipinte sui vasi messapici ha influenzato molte delle sue opere successive.[2]

Dalla sua prima mostra personale nel 1975 presso il Circolo Culturale "L'Ariete" di Monopoli, ha continuato a esporre sia individualmente che collettivamente in Italia e all'estero. I suoi primi lavori erano di natura espressionista, ma successivamente ha abbracciato forme geometriche minimali e ambigue nel suo percorso pittorico, come evidenziato nelle "Tradimensioni improbabili" del 1992.[3]

Ha esposto in diverse gallerie italiane, tra cui la Galleria Marilena Bonomo di Bari, dove ha tenuto mostre personali come "Le stanze del giardiniere" nel 1999 e "Indicativo transitivo" nel 2005. Ha anche presentato serie come "Edizioni Fuori Tempo" alla 54a Edizione della Biennale di Venezia nel 2011.

Nelle sue opere successive, ha esplorato la parola come forma di ricerca spirituale,[4] sperimentando con la scrittura e esplorando i limiti dell'astrazione e del concetto. Le sue ultime opere hanno incluso installazioni e collage, come evidenziato in "Futuro remoto".[5]

Ha collaborato con vari artisti italiani e internazionali nel corso della sua carriera, incluso Sol LeWitt.[6] Oltre alla sua produzione artistica, ha anche insegnato presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e l'Accademia di Belle Arti di Bari per oltre 20 anni. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private e sono state pubblicate in diversi cataloghi.

Il Percorso artistico: gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Pippo Patruno a Monopoli, fine Anni '70

Alla fine degli anni '70, Pippo Patruno, conosciuto con la firma "Giuseppe Patruno" sui suoi quadri, inizia la sua ricerca artistica concentrando l'attenzione sull'arte figurativa. Tuttavia, è con opere di natura espressionista che raggiunge una certa notorietà a livello nazionale. La sua mostra personale presso la Galleria Il Traghetto di Venezia nel 1982 presenta un segno pittorico potente e carico di rabbia, caratterizzato da un forte uso del colore in uno stile tipicamente espressionista.[7]

Il critico d'arte Enzo di Martino, già nel 1982, riconosce in lui una personalità autentica che, come profetizzato, si esprimerà in futuro attraverso percorsi artistici diversi da quelli finora intrapresi. Questo perché i segnali di valore e poesia presenti nell'esperienza espressiva di Patruno sono autentici e continueranno a svilupparsi nel tempo.[8]

Tradimensioni improbabili / Variazioni (1992, olio su tela cm 80x90)

Il 1986 rappresenta un anno significativo per Patruno: è incluso tra i giovani artisti presentati da Pietro Marino nella mostra collettiva "L'Altra Tigre", tenutasi presso il Museo Archeologico Santa Scolastica di Bari,[9] e tiene una mostra personale intitolata "Bambù" presso la Galleria Centrosei di Bari.

"Tradimensioni improbabili"[modifica | modifica wikitesto]

In un periodo successivo, Patruno evolve la sua ricerca artistica, allontanandosi dall'espressionismo pittorico dei suoi lavori precedenti e concentrandosi sulla sintesi geometrica e sulle interazioni tra forma e colore.

Nel 1992 a Monopoli presenta la mostra "Tradimensioni improbabili", segnando così un cambiamento radicale che lo porterà verso l'arte concettuale nei successivi anni. L'uso ambiguo di motivi ad arco nella sua pittura simula una sorta di realismo. L'organizzazione compositiva appare quasi spontanea, creando un gioco di combinazioni prospettiche e modulari insolite, sostenute dal colore che conferisce una consistenza plastica e volumetrica.[10]

Il sodalizio con la Galleria Bonomo[modifica | modifica wikitesto]

Le stanze del giardiniere / Le lune di Shanghai (1999, acrilico su tavola cm 80x120)

La sperimentazione delle forme geometriche elementari caratterizza la produzione successiva di Patruno, evidenziando la ripetizione rituale del gesto artistico. Nel 1997, Marilena Bonomo presenta una selezione dei suoi lavori nel catalogo "Comporre l'infinito", seguito da una mostra personale presso l'Associazione Culturale Modì di Bari all'inizio del 1998. Nei successivi anni, Patruno partecipa a numerose mostre collettive in Italia e all'estero, inclusi paesi come la Svizzera, l'Egitto, la Siria e il Belgio.

"Le stanze del giardiniere" (1999), la sua prima mostra personale presso la Galleria Bonomo di Bari, segna un cambiamento nelle rigidità geometriche dei suoi lavori precedenti, abbracciando scansioni coloristiche e curve orientaleggianti che conferiscono una sensazione di fluttuazione nello spazio e di illuminazione anche nel vuoto.[11]

Indicativo transitivo / Indicativo (2005, acrilico su tavola cm 130x80)

"Indicativo transitivo" (2005), un'altra mostra personale presso la Galleria Bonomo, presenta un'evoluzione ulteriore della sua ricerca, introducendo un approccio più "caldo" al concettuale. Le opere non sono più astratte presenze verbali, ma piuttosto lemmi, frasi famose e calembour che coinvolgono lo spettatore in un'esperienza ludica di identificazione delle lettere e dei vocaboli.[12]

I numerosi incontri con artisti nelle gallerie ispirano Patruno a lavorare sui contenuti e a interpretare i linguaggi del mondo.[13] In particolare, i commenti ricevuti da artisti come Sol LeWitt, Kosuth e Boetti influenzano il suo approccio artistico. Sol LeWitt rimane colpito dal lavoro di Patruno, tanto da acquisire due sue opere per la sua collezione a New York.[14]

Il tentativo di fondere forma e parola progredisce ulteriormente nel tempo. Nel 2010, pubblica "Capoverso" con la Galleria Bonomo e realizza l'installazione "Nauta" nel borgo antico di Polignano a Mare per "Extrabilia", utilizzando l'acrilico su tavola e la luce per enfatizzare le cinque lettere di una parola. Durante il soggiorno alla Residenza d'Artista di Sol LeWitt a Spoleto, Patruno si ispira al lavoro di LeWitt e alla musica di Philip Glass per creare "Solglass", una serie di quadri caratterizzati da elementi geometrici eterei e in continua evoluzione.

"Edizioni Fuori Tempo" e "Flores"[modifica | modifica wikitesto]

Flores (2014, installazione EdicolaRara, Terlizzi)

Con la serie "Edizioni Fuori tempo" (2011), esposta nel Museo Archeologico Santa Scolastica di Bari per il distaccamento pugliese del Padiglione Italia durante la 54a Edizione della Biennale di Venezia, Patruno crea quadri che raffigurano ipotetiche copertine di libri. Questa serie rappresenta una collezione di libri-quadro che riflette la dimensione biografica dell'autore, suggerendo una trama narrativa personale attraverso le immagini e i titoli delle copertine.[15] Patruno invita gli osservatori a coinvolgersi attivamente nell'interpretazione delle opere, immaginando i contenuti dei libri e partecipando così a un processo narrativo coinvolgente.

La sospensione del tempo diventa sempre più evidente come caratteristica distintiva della creatività di Patruno. La sua pratica artistica diventa sempre più mentale e la pittura stessa assume un ruolo meno predominante.[16] Con la serie "I pensieri di Dio", Patruno si impegna a combinare il linguaggio scritto e la forma geometrica in una risoluzione metafisica, poiché considera entrambi come linguaggi generati dal pensiero umano.[17]

La fase finale della sua carriera artistica è caratterizzata da una completa sperimentazione, abbracciando la fotografia, l'installazione e il collage oltre alla pittura. Durante le Giornate FAI di Primavera del 2014, presso Palazzo Palmieri di Monopoli, presenta "Flores". Quest'opera propone un concept che include anche un'installazione floreale nell'antica EdicolaRara di Terlizzi: un tappeto di "fiori veri" disposti sul pavimento che, destinati alla morte, riflettono l'immortalità dei "fiori scritti", simboleggianti la dimensione del pensiero e non della natura, e annullando così la caducità del tempo.[18]

Le "Capsule del tempo"[modifica | modifica wikitesto]

Patruno continua la sua ricerca artistica e sorprende il pubblico con un nuovo percorso. Inizialmente, partecipa a diverse mostre collettive, tra cui spicca quella al Santa Monica Art Studios in California nel marzo 2019. Pochi mesi dopo, presenta la mostra personale "Futuro remoto" presso il Museo "Nuova Era" di Bari, introducendo le sue particolari e originali "capsule del tempo".

Futuro Remoto (2019, Museo Nuova Era, Bari)

Queste capsule del tempo rappresentano una modalità peculiare di archiviazione, caratterizzata da una sorta di segretezza che nasconde piuttosto che rivelare, conservando ma non rendendo completamente accessibili i contenuti. Patruno assembla inviti, riviste, cartoline, vecchie fotografie e lettere in pacchetti eterogenei chiusi con uno spago da imballaggio. Questi oggetti oscillano tra riferimenti personali e collettivi, selezionati dall'artista come testimonianze di esistenze che rischiano di essere dimenticate.[19] Concettualmente antinomico è il gesto dell'artista che, da un lato, porta alla luce questi reperti preziosi e, dall'altro, li seppellisce nuovamente nella sovrapposizione sistematica degli incartamenti, evocando uno sforzo archeologico.[20]

All'interno dello stesso contesto espositivo, Patruno presenta anche alcune fotografie stampate su legno, con al centro una parola traforata. Questi lavori sono nati dalla lettura di "La scrittura del dio" contenuta in "L'Aleph" di Jorge Luis Borges, riflettendo sull'idea che una sola parola possa contenere l'interità delle cose, esplorando così il potere e la complessità della parola stessa.[21]

L'insegnamento[modifica | modifica wikitesto]

Pippo Patruno ha unito l’attività artistica con l’insegnamento. È stato docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano (1998/2000) e dal 2000 al 2022 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, insegnando Anatomia Artistica e Tecniche Pittoriche. Ha dedicato particolare attenzione ad indirizzare correttamente il percorso artistico degli studenti, presentandone il lavoro a critici e curatori.[22]

“Mi piacerebbe che della mia arte venga riconosciuto il percorso. Un percorso che non è stato mai scelto! È nato con me”. Pippo Patruno.[23]

Eredità artistica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2024 nasce l’Associazione Culturale “Pippo Patruno”, con l’obiettivo di tutelare, valorizzare e rendere fruibile a tutti il patrimonio artistico di Pippo Patruno.

Principali mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1975: “Giuseppe Patruno”, Circolo Culturale “L’Ariete”, Monopoli
  • 1979: “Giuseppe Patruno”, Sala Rappresentanza delle Relazioni, Selva di Fasano
  • 1982: “Patruno”, Galleria Il Traghetto, Venezia
  • 1986: “Bambù”, Galleria Centrosei, Bari
  • 1992: “Tradimensioni improbabili”, Chiesa San Martino, Monopoli
  • 1995: “Installazioni”, Museo Comunale, Praia a Mare (Cs)
  • 1995: “Trenta giorni”, Associazione Culturale Grafema, Brindisi
  • 1996: “Dialoghi”, Chiesa Santa Maria Amalfitana, Monopoli
  • 1998: “Comporre l’infinito”, Associazione Culturale Modì, Bari
  • 1999: “Le stanze del giardiniere”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2005: “Indicativo transitivo”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2008: “Artistaastrattistadistratto”, Galleria Vialafieracontemporanea, Cisternino (Br)
  • 2014: “Flores”, EdicolaRara, Terlizzi
  • 2019: “Futuro Remoto”, Museo Nuova Era, Bari

Principali mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]

  • 1982: “Expo Arte”, Spazio Giovani, Fiera del Levante, Bari
  • 1982: Chiesa di Santa Maria Amalfitana, Monopoli
  • 1983: “Xilografie”, Accademia di Belle Arti, Bari
  • 1983: “La declinazione”, CeSACooP Arte, Barletta
  • 1986: “L’Altra Tigre”, Santa Scolastica, Bari
  • 1987: “Il piccolo principe”, Associazione Culturale Italo Francese, Bari
  • 1988: “Fase d’Oriente”, Palazzo di Città, Corato (Ba)
  • 1989: Galleria Marilena Bonomo, Bari
  • 1991: “Dissoluzione e risoluzione”, Tempio di San Giovanni al Sepolcro, Brindisi
  • 1991: “Quattro lustri”, Galleria Centrosei, Bari
  • 1991: “Emblemi”, Chiesa di San Martino, Monopoli
  • 1992: “Tavole fuori testo”, Galleria Extra, Taranto
  • 1993: “La foresta dei sacrilegi”, Galleria Corso d’Opera, Bari
  • 1993: “Collezione di farfalle”, Galleria Roma & Arte, Roma
  • 1993: “Carte”, Galleria Dino Del Vecchio, Monopoli
  • 1994: “In forma di versi”, Galleria Neos, Santeramo in Colle
  • 1994: “Egovisioni”, Galleria Campioli, Monterotondo (Rm)
  • 1994: “Artisti per Opening”, Accademia Britannica, Roma
  • 1994: “Cose”, Associazione Culturale “Il Politecnico XX Arte”, Roma
  • 1994: “Expo Arte”, Galleria Bonomo, Fiera del Levante, Bari
  • 1995: “Mascherazioni”, Galleria Campioli, Monterotondo (Rm)
  • 1995: “In punta di piedi”, mostra itinerante a Monopoli, Roma, Altomonte (Cs)
  • 1995: “Tutte le Madonne del mondo”, mostra itinerante a Taormina, Bari, Roma, Brindisi
  • 1996: “Expo Arte”, Galleria Bonomo, Fiera del Levante, Bari
  • 1996: “Art 27'96”, Galleria Bonomo, Messe Basel; Basilea (Svizzera)
  • 1996: “Artisti alla finestra”, Galleria Zelig, Ostuni
  • 1996: “Ritorno al mare”, omaggio a Pino Pascali, Galleria Zelig, Polignano a Mare
  • 1996: “Edition imagination”, Alliance Française, Bari
  • 1997: “I nodi dell’Arte”, Gallerie Zelig e Dordoni, Bari
  • 1997: “Arte Fiera”, Galleria Bonomo, Bologna
  • 1997: “Passo doppio”, Galleria “Il Polittico”, Roma
  • 1998: “Il sogno, il colore, il segno”, mostra itinerante presso l’Istituto Italiano di Cultura per la R.A.E., Il Cairo (Egitto) e la Biblioteca Al Assad, Damasco (Siria)
  • 1999: “Carte italiane”, mostra itinerante, Rappresentanza permanente d'Italia presso l’UE, Bruxelles (Belgio); Galleria Pino Casagrande, Roma
  • 2000: “Dentro lo spazio”, Luiss Management, Roma
  • 2002: “Grandidisegnigrandi”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2002: “La chiave del Duemila”, Museo Nuova Era e Associazione Culturale Modì, Bari
  • 2002: “Quando l’arte si sposta in un vano scala”, Casa Innocenti, Viareggio
  • 2004: “Artisti in scatola”, Galleria Spaziosei, Monopoli
  • 2004: “Cavalli di razza”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2006: “Profumo di donna”, Galleria Spaziosei, Monopoli
  • 2006: “Il Giardino di Babele”, Teatro Kismet, Bari
  • 2007: “Corte d’amore”, Castello Svevo, Bari
  • 2008: “L’Arca”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2009: “1 + 1”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2010: “Extrabilia”, installazioni diffuse, Polignano a Mare
  • 2011: “Scritture”, Galleria Bonomo, Bari
  • 2011: “Edizioni Fuori Tempo”, “La Biennale” di Venezia - 54a Edizione, Padiglione Italia / Regione Puglia, Museo Archeologico Santa Scolastica, Bari
  • 2014: “Palmitum”, Giornate FAI di Primavera, Palazzo Palmieri, Monopoli
  • 2015: “Dimensioni parallele”, Museo Archeologico, Bitonto (Ba)
  • 2015: “Memoria, identità, futuro. Ricordando Hrand Nazariantz”, Chiesa Sant’Andrea degli Armeni, Taranto
  • 2016: “Iconografia dello spirito”, Regione Puglia, MAAAC, Cisternino (Br)
  • 2016: “Archeomodernitas”, Palazzo dell’Ateneo Università Aldo Moro, Bari
  • 2016: “Ragione e sentimento” e “Progetto per una Galleria di Arte Moderna Contemporanea”, MAAAC, Cisternino (Br)
  • 2016: “Il segno della passione”, Accademia di Belle Arti, Bari e Madrid (Spagna)
  • 2016: “Di pagina in pagina”, Galleria Spaziosei, Monopoli
  • 2017: “Us and them. Tra significato e significante”, Fondazione Studio Carrieri Noesi, Martina Franca (Ta)
  • 2018: “Dimensione fragile”, Biblioteca Vallicelliana, Roma
  • 2019: “Between two seas”, Santa Monica Art Studios, Arena 1 Gallery, Santa Monica (USA)
  • 2019: “Se combiner / 2”, Alliance Française, Bari
  • 2020: “Mascherine d’artista”, Museo Pino Pascali, Polignano a Mare
  • 2021: “Di luce propria”, Fare Futuro, Fiera del Levante, Bari

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Varie lettere di referenze, Achivio Associazione Culturale "Pippo Patruno", Monopoli
  2. ^ Pippo Patruno, catalogo "Comporre l'infinito", Galleria Marilena Bonomo, Bari, 1997
  3. ^ Antonella Marino, "Pippo Patruno", in "Verso il Museo. Per una collezione di Arte Contemporanea dell'Accademia di Belle Arti di Bari", Gangemi Editore, Roma, 2015
  4. ^ Antonella Marino, "Addio a Pippo Patruno: cercò la sintesi tra forma e parola", La Repubblica, 17.06.2023
  5. ^ Marilena Di Tursi, "Pippo Patruno, Futuro Remoto", su museonuovaera.com
  6. ^ Pietro Marino, "L'arca sull'Adriatico", in "...but, where is Bari?", Umberto Allemandi & C., Torino, 2010
  7. ^ Enzo De Martino, "Mostre d'Arte", Il Gazzettino / Cronaca di Venezia, 03.11.1982
  8. ^ Enzo De Martino, catalogo "Patruno", Galleria d'Arte Il Traghetto, Venezia, 1982
  9. ^ Pietro Marino, "Parole, parole come architettura", La Gazzetta del Mezzogiorno, 20.10.2005
  10. ^ Antonella Marino, catalogo “Tradimensioni improbabili”, Chiesa San Martino, Monopoli, 1992
  11. ^ Vinicio Coppola, “Patruno sulle orme di Poliziano”, quotidiano “Roma”, 10.03.1999
  12. ^ Marilena Di Tursi, “Pippo Patruno, le parole di un concettuale caldo”, Corriere del Mezzogiorno, 16.10.2005
  13. ^ Intervista a Pippo Patruno “Il Museo diffuso come dispositivo didattico. Arte pubblica contemporanea per la cittadinanza attiva”, 2016, Archivio Associazione Culturale “Pippo Patruno”, Monopoli
  14. ^ Pietro Marino, “L’Arca sull’Adriatico”, in “…but, where is Bari?”, Umberto Allemandi & C., Torino, 2010
  15. ^ Massimo Saverio Ruiu, catalogo “Edizioni Fuori Tempo”, Galleria Bonomo, Bari, 2011
  16. ^ Antonella Marino, “Addio a Pippo Patruno: cercò la sintesi tra forma e parola”, La Repubblica, 17.06.2023
  17. ^ Antonella Marino, “Pippo Patruno”, in “Verso il Museo. Per una collezione di Arte Contemporanea dell'Accademia di Belle Arti di Bari”, Gangemi Editore, Roma, 2015
  18. ^ Maria Vinella, presentazione dell’installazione “Flores”, EdicolaRara, Terlizzi, 2014.
  19. ^ Carmelo Cipriani, “Nei ricordi impacchettati il futuro remoto di Patruno”, Quotidiano di Puglia, 02.11.2019
  20. ^ Marilena Di Tursi, catalogo “Futuro Remoto”, Museo Nuova Era, Bari, 2019.
  21. ^ Carmelo Cipriani, “Nei ricordi impacchettati il futuro remoto di Patruno”, Quotidiano di Puglia,  02.11.2019
  22. ^ Carmelo Cipriani, “L’arte come ricerca incessante. La Puglia piange Pippo Patruno”, Quotidiano di Puglia, 19.06.2023
  23. ^ Intervista a Pippo Patruno “Il Museo diffuso come dispositivo didattico. Arte pubblica contemporanea per la cittadinanza attiva”, 2016, Archivio Associazione Culturale “Pippo Patruno”, Monopoli