Adriano d'Onier

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Adriano d'Onier
NascitaMoûtiers, 17 febbraio 1793
Morte?
Dati militari
Paese servitoFrancia (bandiera) Primo impero francese
Regno di Sardegna (bandiera) Regno di Sardegna
ArmaGrande Armata
Armata Sarda
CorpoCorpo dei Carabinieri
SpecialitàFanteria
Anni di servizio1811-1841
GradoTenente colonnello
GuerreGuerre napoleoniche
CampagneInvasione della Savoia del 3 febbraio 1834
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Adriano d'Onier (Moûtiers, 17 febbraio 1793 – ...) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente per aver contrastato brillantemente il tentativo di Invasione della Savoia del 3 febbraio 1834 da parte di rivoltosi capitanati da Girolamo Ramorino.

Nacque a Moûtiers, in Savoia, il 17 febbraio 1793, figlio di Stefano Innocenzo e Anna de Vignod.[2] Nel 1811 si arruolò nell'armata francese, entrando in servizio nel 67º Reggimento di linea, partecipando alle campagne napoleoniche fino 1814. Il 3 marzo di quello steso anno rimase ferito al piede sinistro da un colpo di arma da fuoco.[1] A seguito del crollo dell'Impero di Napoleone I, e alla ricostituzione della Regia Armata Sarda, il 3 luglio 1814 fu ammesso in servizio presso la Guardia del Corpo del Re, venendo promosso al grado di sottotenente.[1] Il 6 maggio 1816 fu trasferito in servizio presso il ricostituito Reggimento fanteria "Savoia",[N 1] passando in forza, nel mese di novembre, al Regio corpo dei Carabinieri dove rimase fino alla promozione a capitano, ottenuta il 22 luglio 1823. trasferito al servizio di piazza, il 7 maggio 1824 divenne aiutante maggiore del comando della piazza di Annecy, e qualche anno dopo assunse quello della piazza di Alessandria.[1] Divenuto maggiore nel 1829 assunse il comando della piazza di Hôpital e successivamente di quello di Pont-Beauvoisin.[1] Mentre si trovava al comando di quest'ultima piazza, il 3 febbraio 1834 fu messo a conoscenza che circa 100 rivoluzionari armati, capitanati da Gerolamo Ramorino,[N 2] provenienti dalla Savoia francese, avevano oltrepassato il confine con il Piemonte e avevano occupato il villaggio di Echelles. Partì subito al comando di un distaccamento di 43 fanti del 16º Reggimento e di cinque carabinieri per raggiungere Echelles, dove i rivoltosi avevano attaccato la caserma dei carabinieri, ucciso il carabiniere Giovanni Battista Scapaccino,[N 3][3] e si erano attestati a difesa all'ingresso del paese, sul ponte Beauvoisin.[1] Scendendo con le sue forze dalle colline circostanti sorprese i rivoltosi, che dopo essersi blandamente difesi, con qualche morto e alcuni feriti, si ritirarono rapidamente sulle montagne per rifugiarsi in territorio francese.[1] Per il coraggio dimostrato in questo frangente fu promosso luogotenente colonnello e decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente dal re Carlo Alberto con Regio Decreto in data 8 febbraio 1834.[1] Nel corso del 1835 fu trasferito al comando della piazza di Saint-Julien, e nel 1838 a quella di Boneville, venendo messo in posizione di riserva nel 1841.[2]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per essersi spontaneamente messo alla testa del distaccamento che si portò contro fuoriusciti presso il ponte des Echelles e, mediante le sue buone disposizioni e valore dimostrato, obbligato li medesimi ad abbandonare il territorio sardo. 3 febbraio 1834
— Regio Viglietto 8 febbraio 1834.[4]
  1. ^ Tale reggimento era stato formato con la fusione di due reggimenti provinciali, il "Genevese" e il "Moriana".
  2. ^ Divenuto poi generale dell'Armata Sarda nel corso della prima guerra d'indipendenza italiana fu ritenuto responsabile della disfatta di Novara del 1849 e, sottoposto a corte marziale, fu ritenuto colpevole e fucilato.
  3. ^ Anche Scapaccino fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
  • Gaetano Carolei e Guido Greganti, Le Medaglie d'oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, Roma, Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, 1950, ISBN 978-88-98485-95-6.
  • Giuseppe Governale, Accanto agli italiani. Carabinieri in azione due secoli fedele, Milano, A. Mondadori, 2014.
  • Virginio Ilari, Davide Shamà, Dario Del Monte, Roberto Sconfienza e Tomaso Vialardi di Sandigliano, Dizionario bibliografico dell’Armata Sarda seimila biografie (1799-1821), Invorio, Widerholdt Frères srl, 2008, ISBN 978-88-902817-9-2.
Periodici
  • Interno, in Gazzetta piemontese, n. 2, Torino, Tipografia di Giuseppe Favale, febbraio 1834, p. 83.

Collegamenti esterni

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