'Abdu'l-Bahá

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‘Abdu’l-Bahá

‘Abdu’l-Bahá, Servo della Gloria, in arabo عبد البهاء, al secolo `Abbás Effendí, in persiano عباس افندی (Teheran, 23 maggio 1844Haifa, 28 novembre 1921), figlio maggiore di Bahá'u'lláh, il fondatore della Fede bahai, e di Ásíyih Khánum, nel 1892 fu nominato dal padre suo successore e interprete dei suoi insegnamenti[1]. Nei testi bahá'í è indicato comunemente come il Maestro.

I suoi scritti e i suoi discorsi autenticati sono considerati una fonte della letteratura sacra baháʼí.[2]

‘Abdu'l-Bahá nacque nella stessa data e nella stessa ora in cui il Báb rivelò la sua missione[3]

Un avvenimento che colpì fortemente ‘Abdu'l-Bahá durante la sua fanciullezza fu l'ingiusto imprigionamento del padre e l'averlo visto con un pesante collare d'acciaio, [...] curvo sotto il peso delle catene[4]

La prigionia del padre ebbe effetti devastanti sulla famiglia e sui suoi beni che furono saccheggiati e confiscati: "La plebaglia saccheggiò la loro casa, la famiglia ebbe confiscato tutto ciò che possedeva e fu lasciata quindi in completa indigenza." [5]

Quando Bahá'u'lláh fu rilasciato ed esiliato, `Abdu'l-Bahá era con lui nel viaggio verso Baghdad. Appena decenne, a Bagdad, assistette la famiglia e gli altri seguaci nel periodo in cui Bahá'u'lláh si ritirò in eremitaggio tra le montagne di Sulaymaniyya, tra il 1854 e il 1856[5]

Durante quel periodo `Abdu'l-Bahá passò la maggior parte del tempo nello studio degli scritti del Báb, distinguendosi tra gli eruditi della città per la precoce conoscenza teologica[6].

Dopo il ritorno del padre a Bagdad si legò sempre di più a lui, aiutandolo anche con i numerosi visitatori che venivano a trovarlo."Da allora in poi egli divenne il compagno più intimo del padre e a volte anche il suo protettore."[7]

Nel 1863 le autorità ottomane ordinarono a Bahá'u'lláh di trasferirsi a Costantinopoli e, sebbene non fosse formalmente prigioniero, questo nuovo esilio forzato da Baghdad fu l'inizio di un lungo periodo che lo avrebbe visto subire altri esili ed essere alla fine relegato nella colonia penale di Acri[8].

`Abdu'l-Bahá, assieme alla famiglia e ad alcuni seguaci, seguì sempre il padre in questo suo confino, prima a Costantinopoli, poi ad Adrianopoli e alla fine ad Acri. In tale periodo assunse sempre più il ruolo di assistente del padre e di sostegno della famiglia[9].

Ad Acri parte della piccola comunità, compreso `Abdu'l-Bahá, si ammalò, a causa delle malsane condizioni degli alloggi forniti e a ciò si aggiunse il malvolere degli abitanti del posto a cui era stato detto che i nuovi arrivati eran nemici dello stato e della religione e con i quali si vietava ogni fraternizzazione.

Col passare del tempo `Abdu'l-Bahá ebbe la responsabilità nei rapporti tra la comunità bahá'í e il mondo esterno, che iniziò a riconoscere l'innocenza dei bahá'í fino ad arrivare al miglioramento delle condizioni della prigionia: alla fine fu permesso anche a Bahá'u'lláh di lasciare la città prigione e visitare il circondario[10].

ʻAbdu'l-Bahá restò un 'prigioniero d'opinione' e in più circostanze corse seri pericoli di vita fino a quando la Rivoluzione del giovani turchi non lo liberò nel 1908 all'età di 64 anni.

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

`Abdu'l-Bahá sposò, nel marzo 1873, Munírih Khánum, (1848-28 aprile 1938), figlia di Mírzá Muhammad `Alí Nahrí da Esfahan; dalla loro unione nacquero nove figli, quattro dei quali, tutte femmine, sopravvissero all'infanzia[11].

Dopo la morte del padre, Munírih Khánum, per sfuggire alle persecuzioni incombenti sui Bahai persiani, si recò ad Acri assieme al fratello Siyyid Yahyá, su invito di Bahá'u'lláh che le mostrò grande simpatia e manifestò il desiderio che sposasse il figlio, 'Abdu'l-Bahá[12]. Il matrimonio fu celebrato nella casa di `Abbud; lei aveva 24 anni e 'Abdu'l-Bahá 28[13].

La figlia maggiore della coppia, Díyá'íyyih Khánum, sarebbe diventata la madre di Shoghi Effendi, nipote ed erede spirituale e testamentario di `Abdu'l-Bahá. Le altre tre figlie erano Tuba Khanum, Ruha Khanum e Munavvar Khanum[13].

Centro del Patto[modifica | modifica wikitesto]

Bahá'u'lláh, il padre, indicò in diverse circostanze e con varie modalità che `Abdu'l-Bahá fosse il suo successore e che il fratellastro, Muhammad `Alí, fosse a lui subordinato. "In diverse occasioni fece menzione di `Abdu'l-Bahá come il Centro del Patto, il più grande Ramo, il Ramo dell'antica Radice. [...] e nel suo testamento lasciò esplicite istruzioni che tutti dovevano ricorrere a lui e obbedirgli"[14]

`Abdu'l-Bahá

La posizione di `Abdu'l-Bahá suscitò le gelosie del fratellastro che cercò di sostituirglisi nella guida del movimento. I suoi tentativi di stabilire la sua supremazia con alcuni seguaci sfociarono in calunnie contro `Abdu'l-Bahá, accuse che tuttavia non sortirono l'effetto sperato. La maggior parte dei Bahai seguirono `Abdu'l-Bahá e ne accettarono e confermarono la leadership[15]

Muhammad `Alí accusò `Abdu'l-Bahá di ritenersi una Manifestazione di Dio e di porsi così allo stesso livello teologico del padre, Bahá'u'lláh[16]. Fu proprio in quell'occasione che `Abdu'l-Bahá per mostrare la falsità di tale accusa assunse il nome di `Abdu'l-Bahá, che in arabo significa Servo di Bahá, per rendere a tutti manifesto che la sua posizione era quella del Servo e non di Manifestazione di Dio[17].

A seguito di tale tentativo del fratellastro, `Abdu'l-Bahá stabilì e chiarì nel suo testamento, per la successione, una struttura amministrativa che nell'essenza era già prevista da Bahá'u'lláh. Le due più alte istituzioni di tale struttura sono la Casa Universale di Giustizia e la Custodia della Causa di Dio a cui designò il nipote Shoghi Effendi[15]

Muhammad `Alí, nel frattempo, avendone visto crescere la popolarità internazionale, si adoperò nell'agosto 1901, presso le autorità ottomane, perché fossero rese più strette le condizioni di prigionia di `Abdu'l-Bahá[18].

Dal 1902 però, essendo stato nominato governatore ad Acri un ammiratore di `Abdu'l-Bahá, la situazione migliorò parecchio consentendo la ripresa delle visite dei credenti bahá'i ad `Abdu'l-Bahá[18].

Nel febbraio 1903 Badi'u'llah e Siyyid `Aliy-i-Afnan, due seguaci di Muhammad `Alí, dopo avere rotto i rapporti con lui stilarono delle note probanti i suoi complotti contro `Abdu'l-Bahá, testimoniandone così l'innocenza[18].

Muhammad `Ali perseverò anche nel 1904 con delle imputazioni contro `Abdu'l-Bahá, accuse che portarono alla convocazione di `Abdu'l-Bahá perché ne rispondesse davanti a una commissione ottomana, ma tutte le accuse caddero e l'inchiesta fu chiusa[19].

Mausoleo del Báb[modifica | modifica wikitesto]

Mausoleo del Báb

Alla fine del XIX secolo, mentre era ancora formalmente prigioniero e confinato ad Acri, `Abdu'l-Bahá organizzò il trasferimento dei resti del Báb dalla Persia a Bagdad e quindi anche l'acquisto del terreno sul Monte Carmelo, ad Haifa, per la costruzione del Mausoleo del Báb, in adempimento alle istruzioni di Bahá'u'lláh; tale iniziale costruzione di base, durò 10 anni[20].

Dal 1902 al 1904 oltre che della costruzione del Mausoleo del Báb si occupò dell'attuazione di altri due progetti: il restauro della casa del Báb a Shiraz[21], in Persia, e la costruzione del primo Tempio bahai a Aşgabat nel Turkmenistan[22].

`Abdu'l-Bahá indicò ad Aqa Mirza Aqa di coordinare i lavori in maniera tale che la casa del Báb fosse riportata allo stato in cui era quando il Báb vi fece la sua rivelazione a Mullá Husayn nel 1844[18].

Contatti internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile del 1890 un Professore dell'Università di Cambridge, Edward Granville Browne, poté incontrare Bahá'u'lláh ed 'Abdu'l-Bahá, trascorrendo cinque giorni presso di loro a Bahjí (nell'attuale Israele). Di 'Abdu'l-Bahá scrisse: Reputo che molto difficilmente si possa trovare, anche tra i più eloquenti, preparati e sagaci rappresentanti della sua razza, un più abile conversatore, un uomo maggiormente dotato di argomentazioni, più pronto a offrire delucidazioni e più profondamente versato nelle scritture sacre giudee, cristiane e islamiche... Nessuno che abbia conosciuto quest'uomo può intrattenere alcun dubbio sulla sua grandezza e sui suoi poteri. [23]

Verso la fine del 1898 molti occidentali iniziarono a recarsi ad Acri per incontrare `Abdu'l-Bahá, la cui fama iniziava a diffondersi anche in occidente. Fra questi visitatori ci fu la statunitense Phoebe Hearst, madre del magnate del giornalismo statunitense William Randolph Hearst[24], che sarebbe diventata una fervente Bahai.

Negli anni successivi Abdu'l-Bahá fu in costante contatto con le comunità bahai che si andavano formando in tutto il mondo, consigliandole nell'insegnamento religioso e nelle loro attività sociali.

Fra le personalità con cui ebbe frequenti contatti ci furono May Ellis Bolle, l'inglese Thomas Breakwell, gli statunitensi Herbert Hopper e Laura Clifford Barney, il francese Hippolyte Dreyfus, Auguste Forel (1848-1931), insigne medico, sociologo e filosofo svizzero, destinatario dì una lettera scritta nel 1921: in essa ‘Abdu’l-Bahá spiega, con linguaggio relativamente semplice e razionale, il valore della filosofia, il significato dell’intelligenza umana, la posizione dell’uomo nell’universo, l’esistenza di Dio e la Sua inconoscibilità, i rapporti tra Dio e le Sue creature, la necessità che queste si lascino guidare dalla Realtà universale dello Spirito Santo e, infine, la natura dell’anima. La lettera contiene anche un’originale dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio. [25] . Laura Clifford Barney scrisse il Testo: Some Answered Questions, basato sulle risposte alle domande che lungo gli anni aveva posto ad `Abdu'l-Bahá[26].

Viaggi in occidente[modifica | modifica wikitesto]

`Abdu'l-Bahá, durante il suo viaggio negli USA

Nel 1908 la rivoluzione dei Giovani Turchi, che sancì la caduta del regime monarchico ottomano, portò alla liberazione di tutti i prigionieri d'opinione e politici, e quindi anche `Abdu'l-Bahá venne liberato.

La prima azione di `Abdu'l-Bahá, dopo quella libertà, fu visitare il Mausoleo di Bahá'u'lláh nella periferia di Acri[27].

Dopo la sua liberazione `Abdu'l-Bahá si trasferì ad Haifa e, nel 1910, con la facoltà di lasciare il Paese, iniziò un viaggio di tre anni verso l'Egitto, l'Europa e il Nord America per diffondere il messaggio bahai[28].

Dall'agosto al dicembre 1911, `Abdu'l-Bahá visitò Londra, Bristol e Parigi per sostenere le comunità bahai che vi si erano formate e per diffondere gli insegnamenti del padre, Bahá'u'lláh[27].

Negli anni successivi intraprese un più ampio viaggio negli USA e nel Canada sempre per diffondere e sostenere la Fede bahai: arrivò a New York l'11 aprile del 1912. I suoi discorsi, caratterizzati da semplicità e chiarezza, trovando ampia risonanza anche sui giornali dell'epoca, divulgarono ampiamente gli insegnamenti di Bahá'u'lláh. Parlò in templi e chiese di tutte le denominazioni, sinagoghe, società per la pace, università, circoli femminili, associazioni scientifiche... I discorsi che fece in arabo e in persiano sono stati tradotti da esperti linguisti e stenografati sia nella lingua originale che nella sua traduzione, ne è nata una compilazione dal titolo: "La promulgazione della pace universale" che fu stampata inizialmente in due volumi, uno nel 1922 e il secondo nel 1925. Dal 2017 esiste anche una pubblicazione in italiano di tale speciale testo, ad opera della Casa Editrice bahai italiana. Negli Stati Uniti visitò, oltre a New York, Chicago, Cleveland, Pittsburgh, Washington, Boston e Filadelfia. Nell'agosto dello stesso anno si recò nel New Hampshire, nel Maine, a Montréal in Canada, quindi a Minneapolis, San Francisco, Stanford, e a Los Angeles. Il 5 dicembre 1912 ripartì per l'Europa[29].

In Europa visitò Londra, Parigi, dove soggiornò due mesi, Stoccarda, Budapest e Vienna, e poi, il 12 giugno 1913, partì per l'Egitto, dove rimase sei mesi prima di ritornare ad Haifa[29].

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Durante la prima guerra mondiale `Abdu'l-Bahá rimase in Palestina dove aiutò la popolazione, alleviandone le sofferenze causate dallo stato di guerra; per questi suoi aiuti umanitari il 27 aprile 1920 ricevette l'onorificenza KBE dell'Impero britannico[30]. Da quel momento gli inglesi lo chiamarono Sir 'Abbàs Effendi. Ne parla un documento riservato del Foreign Office Britannico dove, come motivazione del decreto di nomina da parte del Re Giorgio V°, viene riportata la seguente dicitura: "per i validi servizi resi al governo britannico nei primi giorni dell'occupazione".[31]

`Abdu'l-Bahá trapassò[32] il 28 novembre 1921, fu sepolto nella stanza frontale del mausoleo del Báb sul monte Carmelo. Il 21 aprile 2019, nel suo messaggio di Ridvan ai baha'i del mondo, la Casa Universale di Giustizia ha annunciato l'avvio dei lavori per la costruzione del Mausoleo di 'Abdu'l-Bahá, non lontano dal Mausoleo di Bahá’u’lláh.

Nel suo testamento `Abdu'l-Bahá nominò il nipote Shoghi Effendi Rabbani come Custode della Causa di Dio[30].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il numero degli scritti di `Abdu'l-Bahá supera le 27.000 unità e di essi solo una piccola parte è stata tradotta dalla lingua originale[33].

Le sue opere possono essere suddivise in due gruppi: i suoi scritti; e le trascrizioni delle sue lezioni e dei suoi discorsi effettuate da altri.[34]

Il primo gruppo contiene il Secret of Divine Civilization scritto prima del 1875, Un racconto del viaggiatore scritto attorno al 1886, il Resāla-ye sīāsīya o Sermone sull'arte del governo scritto nel 1893, il Memorials of the Faithful e un grande numero di tavole indirizzate a diverse persone, compresi alcuni intellettuali occidentali.

Il secondo gruppo comprende Some Answered Questions, Conversazioni di Parigi, e La promulgazione della pace universale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ J. E. Esslemont, op. cit. in bibliografia, p. 74.
  2. ^ Peter Smith, Un'enciclopedia concisa della Fede baháí, Oxford, Oneworld, 2000, pp. 169–170, ISBN 1-85168-184-1.
  3. ^ J. E. Esslemont, op. cit., p. 71.
  4. ^ J. E. Esslemont, ibidem.
  5. ^ a b J. E. Esslemont, ibidem
  6. ^ H.M. Balyuzi, op. cit. in bibliografia, p. 14.
  7. ^ J. E. Esslemont, op. cit., p. 69.
  8. ^ J. E. Esslemont, op. cit.
  9. ^ J. E. Esslemont, op. cit., p. 70.
  10. ^ H.M. Balyuzi, op. cit., pp. 33-43.
  11. ^ A. Taherzadeh, op. cit. in bibliografia, p. 305.
  12. ^ J. E. Esslemont, op. cit., p. 72.
  13. ^ a b A. Taherzadeh, The Revelation of Bahá'u'lláh, op. cit. in bibliografia, pp. 206–209.
  14. ^ J. E. Esslemont, op. cit., p. 72.
  15. ^ a b J. E. Esslemont, op. cit.
  16. ^ E.G. Browne, Materials... op. cit. in bibliografia, p. 77.
  17. ^ H.M. Balyuzi, op. cit., p. 60.
  18. ^ a b c d H.M. Balyuzi, ibidem.
  19. ^ H.M. Balyuzi, ibidem, p. 111.
  20. ^ H.M. Balyuzi, op. cit., pp. 90-93.
  21. ^ La casa del Báb è stata distrutta nel 1979 durante la rivoluzione iraniana e nel 1981 il suo sito è stato trasformato in strada e piazza pubblica (Peter Smith, Shiraz, the House of the Báb, in A concise encyclopedia of the Bahá'í Faith. Oxford, Oneworld Publications, 2000, p. 314. ISBN 1-85168-184-1.
  22. ^ H.M. Balyuzi, op. cit., p. 107.
  23. ^ (Browne, A Traveller’s Narrative, XXXVIII-XL)
  24. ^ H.M. Balyuzi, op. cit., p. 69.
  25. ^ H.M. Balyuzi, ibidem
  26. ^ H.M. Balyuzi, ibidem.
  27. ^ a b H.M. Balyuzi, ibidem, p. 131.
  28. ^ Alessandro Bausani, ‘Abd-al-Bahā'. Life and work.
  29. ^ a b H.M. Balyuzi, ibidem, pp. 159-397.
  30. ^ a b Alessandro Bausani, ibidem.
  31. ^ (EN) Sen McGlinn, Abdu’l-Baha’s British knighthood, su senmcglinn.wordpress.com, 22 aprile 2011. URL consultato il 13 marzo 2022.
  32. ^ Trapasso di 'Abdu'l-Bahá, su lafedebahaiinitalia.wordpress.com.
  33. ^ Universal House of Justice, 2009.
  34. ^ Scritti e Discorsi di 'Abdu'l-Bahá tradotti in italiano, su bahai.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • H.M. Balyuzi, `Abdu'l-Bahá: The Centre of the Covenant of Bahá'u'lláh. Oxford, George Ronald, 2001. ISBN 0-85398-043-8
  • E.G. Browne, Materials for the Study of the Bábí Religion. Cambridge, Cambridge University Press, 1918.
  • J. E. Esslemont, Bahá'u'lláh e la nuova era. Roma, Edizioni Bahai, 1954/1975.
  • Munirih Khanum, Munirih - Memoirs and Letters. Kalimat Press, 1987. ISBN 0-933770-51-0.
  • Peter Smith, A concise encyclopedia of the Bahá'í Faith. Oxford, Oneworld Publications, 2000. ISBN 1-85168-184-1.
  • A. Taherzadeh, The Child of the Covenant. Oxford, George Ronald, 2000. ISBN 0-85398-439-5.
  • A. Taherzadeh, The Revelation of Bahá'u'lláh. Adrianople 1863-68. Oxford, George Ronald, 1977. ISBN 0-85398-071-3.
  • 'Abdu'l-Bahá, 'Abdul-Bahá e August Forel, Roma, 1984.

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