Coordinate: 41°19′09.21″N 16°17′11.22″E

Chiesa di Santa Lucia (Barletta): differenze tra le versioni

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== Storia ==
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Le origini della chiesa di {{Chiarire|[[Santa Lucia]]|quale?}} risalgono agli inizi del [[XIII secolo]] quando, lungo l'attuale via Andria, dunque ''[[extra moenia]]'' vi era un edificio di culto omonimo appartenente alle monache di [[Regola di clausura|clausura]] dell'[[Ordine dei Frati Predicatori|Ordine di San Domenico]]. Il trasferimento delle monache nell'attuale complesso monastico non è databile in maniera certa ma, mediante documenti e pergamene storiche, è possibile affermare con certezza che già sul finire del [[XIV secolo]] queste avessero trovato rifugio più sicuro nella chiesa all'interno delle [[Mura di Barletta|mura cittadine]] erette dagli [[Angioini]]. La costruzione del monastero, e della relativa chiesa, è avvenuta per fasi, attraverso l'acquisto di porzioni di caseggiati appartenenti al quartiere marsicano e ha visto un primo posizionamento del portale d'ingresso lungo l'antica Strada del Cambio, in maniera laterale rispetto all'altare e all'[[abside]], orientata tradizionalmente verso [[Est|oriente]]. Scampato alla soppressione [[Gioacchino Murat|murattiana]] del [[1809]]<ref>Il giorno 8 agosto [[1809]] Murat, con decreto nº448, iniziò la soppressione degli ordini religiosi nel regno di Napoli ed in particolare dell'ordine dei domenicani e di quelli ad esso legati in maniera diretta, con la conseguente confisca di tutti i loro beni, la conversione dei conventi ad altro uso, spesso militare, e il passaggio delle chiese al clero diocesano.</ref>, avendo un numero superiore a quello minimo di dodici previsto dalla legge, nel [[1826]] la chiesa fu consacrata dal vescovo dell'[[arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie]], Gaetano Franci. Il 17 febbraio [[1861]], in seguito a [[decreto legislativo luogotenenziale]] il monastero fu soppresso e durante l'anno successivo gli edifici annessi passarono nelle mani del governo. Nel [[1901]] è stato demolito per cause di dissesto strutturale il torrione di [[Santa Lucia]] e dieci anni dopo fu infine chiuso al pubblico. Durante gli [[anni 1960|anni sessanta]] il portale d'accesso è stato spostato da via Cavour su vicoletto Santa Lucia e solo nel [[1966]] ha acquisito il titolo di [[parrocchia]].
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A dodici anni dal 1700° anniversario dal suo martirio e a otto anni dall'arrivo in città della reliquia della santa, custodita a Siracusa, la comunità diocesana ha ospitato dal 23 al 27 aprile 2016<ref>{{Cita web|url=http://www.barlettaviva.it/magazine/eventi/le-sacre-spoglie-di-santa-lucia-arrivano-a-barletta/|titolo=Le sacre spoglie di Santa Lucia arrivano a Barletta. Dal 23 al 27 aprile la comunità diocesana ospiterà le spoglie della santa protettrice della vista.|accesso=2016-09-09}}</ref> le sacre spoglie di Santa Lucia, attualmente custodite a [[Venezia]]. Sono state esposte e venerate nella parrocchia a lei dedicata a [[Barletta]]. L'eccezionalità dell'evento si lega fortemente al passato 2008, quando la comunità diocesana aveva accolto una parte dell'omero sinistro custodito a [[Siracusa]]. La cittadinanza ha partecipato con spirito di devozione in nome di un risveglio appassionato e serio di testimonianza di fede a Cristo e alla santa patrona, custode della vista. C'è stata una speciale liturgia celebrata dall'arcivescovo di Siracusa [[Salvatore Pappalardo (1945)|Salvatore Pappalardo]] che onorato che Sacre Spoglie ospitate nella città della [[Disfida di Barletta|Disfida]].<sup>[[Santa Lucia#cite note-13|[13]]]</sup>


== Note ==
== Note ==

Versione delle 10:10, 9 set 2016

Chiesa di Santa Lucia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
LocalitàBarletta
Coordinate41°19′09.21″N 16°17′11.22″E
ReligioneCattolica
DiocesiArcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
Consacrazione1826
Inizio costruzioneXIII secolo
CompletamentoXIV secolo
Questa voce fa parte della zona:
Santa Maria Maggiore
Voci principali

La chiesa di Santa Lucia è un luogo di culto cattolico sito nel territorio del comune italiano di Barletta in provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia. Si tratta di un complesso monastico risalente al XIV secolo, sito nel quartiere Santa Maria, precisamente a ridosso di via Cavour, antica strada del cambio[1] e vicoletto Santa Lucia.

Storia

Le origini della chiesa di Santa Lucia[quale?] risalgono agli inizi del XIII secolo quando, lungo l'attuale via Andria, dunque extra moenia vi era un edificio di culto omonimo appartenente alle monache di clausura dell'Ordine di San Domenico. Il trasferimento delle monache nell'attuale complesso monastico non è databile in maniera certa ma, mediante documenti e pergamene storiche, è possibile affermare con certezza che già sul finire del XIV secolo queste avessero trovato rifugio più sicuro nella chiesa all'interno delle mura cittadine erette dagli Angioini. La costruzione del monastero, e della relativa chiesa, è avvenuta per fasi, attraverso l'acquisto di porzioni di caseggiati appartenenti al quartiere marsicano e ha visto un primo posizionamento del portale d'ingresso lungo l'antica Strada del Cambio, in maniera laterale rispetto all'altare e all'abside, orientata tradizionalmente verso oriente. Scampato alla soppressione murattiana del 1809[2], avendo un numero superiore a quello minimo di dodici previsto dalla legge, nel 1826 la chiesa fu consacrata dal vescovo dell'arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, Gaetano Franci. Il 17 febbraio 1861, in seguito a decreto legislativo luogotenenziale il monastero fu soppresso e durante l'anno successivo gli edifici annessi passarono nelle mani del governo. Nel 1901 è stato demolito per cause di dissesto strutturale il torrione di Santa Lucia e dieci anni dopo fu infine chiuso al pubblico. Durante gli anni sessanta il portale d'accesso è stato spostato da via Cavour su vicoletto Santa Lucia e solo nel 1966 ha acquisito il titolo di parrocchia.

A dodici anni dal 1700° anniversario dal suo martirio e a otto anni dall'arrivo in città della reliquia della santa, custodita a Siracusa, la comunità diocesana ha ospitato dal 23 al 27 aprile 2016[3] le sacre spoglie di Santa Lucia, attualmente custodite a Venezia. Sono state esposte e venerate nella parrocchia a lei dedicata a Barletta. L'eccezionalità dell'evento si lega fortemente al passato 2008, quando la comunità diocesana aveva accolto una parte dell'omero sinistro custodito a Siracusa. La cittadinanza ha partecipato con spirito di devozione in nome di un risveglio appassionato e serio di testimonianza di fede a Cristo e alla santa patrona, custode della vista. C'è stata una speciale liturgia celebrata dall'arcivescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo che onorato che Sacre Spoglie ospitate nella città della Disfida.[13]

Note

  1. ^ Rita Ceci, Ruggiero Mascolo, Barletta, leggere la città, Barletta, Edizioni Libreria Liverini, 1986, pp. 65-66.
  2. ^ Il giorno 8 agosto 1809 Murat, con decreto nº448, iniziò la soppressione degli ordini religiosi nel regno di Napoli ed in particolare dell'ordine dei domenicani e di quelli ad esso legati in maniera diretta, con la conseguente confisca di tutti i loro beni, la conversione dei conventi ad altro uso, spesso militare, e il passaggio delle chiese al clero diocesano.
  3. ^ Le sacre spoglie di Santa Lucia arrivano a Barletta. Dal 23 al 27 aprile la comunità diocesana ospiterà le spoglie della santa protettrice della vista., su barlettaviva.it. URL consultato il 9 settembre 2016.

Bibliografia

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Collegamenti esterni