Latte di cammella

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Il latte di cammella (specie bactrianus), o latte di dromedaria (specie dromadarius), è usato da secoli come alimento di base dai popoli nomadi del deserto.

Latte di cammella

Appena munto, si presenta bianchissimo, con una schiuma densa e alta e con un sapore leggermente più salato rispetto al latte di mucca.

Possiede un elevato valore nutritivo: rispetto al latte vaccino, infatti, contiene il triplo di vitamina C [1] ed è più ricco di grassi e proteine[2].

Dal punto di vista della salute, si ritiene che il latte di cammella possa rinforzare il sistema immunitario. In India, il latte di cammello è usato anche come medicinale e anche i beduini del Medio Oriente credono nei suoi poteri curativi[2].

Il latte di cammella è ancora in gran parte un prodotto di sussistenza: infatti, il cammello, per la sua capacità di resistere fino a 21 giorni senza bere acqua e di produrre latte anche alimentandosi con foraggio di bassa qualità, rappresenta una scelta sostenibile per la sicurezza alimentare in condizioni ambientali difficili; la produzione industriale di latte di cammella è comunque un settore in crescita[3]. La produzione media giornaliera per capo è di 5 litri nel caso di cammella bactrianus e di 20 litri in quello di dromedaria[2].

Il maggior produttore di latte di cammella è la Somalia[3] seguita dall'Arabia Saudita.

Importazione in Europa

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Da marzo 2013, le importazioni nell'Unione europea di prodotti a base di latte crudo di dromedaria sono autorizzati solo se provenienti dall'emirato del Dubai dove gli allevamenti sono esenti da afta epizootica e sottoposti ad adeguate misure sanitarie[4].

Formaggio di cammella

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La realizzazione di formaggi a base di latte di cammella è più difficoltosa rispetto a quella che usa il latte di altri mammiferi[5].

In Mauritania[3], nel 1998, è stato creato il primo caseificio dell'Africa dell'ovest: con il marchio Tiviski (primavera, in mauritano), l'azienda produce yogurt, formaggi freschi chiamati Caravane e latte a lunga conservazione venduti principalmente nei supermercati di Nouakchott.

In Etiopia, nel distretto di Fantalle (regione di Oromia), è stato costituito un presidio slow food[6] per salvaguardare la cultura dei pastori karrayyu, uno degli ultimi gruppi oromo che ancora vivono di pastorizia, minacciato da un estremo degrado ambientale. Nell'ambito di questo progetto slow food, a partire dal 2010 gli allevatori della comunità karrayu si sono costituiti in cooperativa per produrre latte di cammella e carne di qualità.

  1. ^ (EN) Farah, Z; Rettenmaier, R; Atkins, D , Vitamin content of camel milk, International journal for vitamin and nutrition research. Internationale Zeitschrift fur Vitamin- und Ernahrungsforschung. Journal international de vitaminologie et de nutrition, 1992, PubMed 158705
  2. ^ a b c (EN) Bactrian & Dromedary Camels Archiviato il 22 settembre 2012 in Internet Archive. Factsheets. San Diego Zoo Global Library, marzo 2009, aggiornamento in aprile 2013.
  3. ^ a b c (IT) Sito della FAO - Latte di cammella: un tesoro ancora da sfruttare, aprile 2006 Archiviato l'8 settembre 2013 in Internet Archive.
  4. ^ (IT) Regolamento di esecuzione (UE) n°300/2013 che modifica il regolamento (UE) n° 605/2010 che stabilisce le condizioni sanitarie e di polizia sanitaria e la certificazione veterinaria per l'introduzione nell'Unione europea di latte crudo e prodotti a base di latte destinati al consumo umano - Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 90/71 del 28 marzo 2013.
  5. ^ (FREN) Ramet, J. P. (2011). Methods of processing camel milk into cheese, The technology of making cheese from camel milk (Camelus dromedarius)... Roma: Food and Agriculture Organization of the United Nations
  6. ^ Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus - I Presìdi Slow Food internazionali: Latte di cammello dei pastori karrayux, su fondazioneslowfood.it. URL consultato il 20 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2013).

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