Mesocricetus auratus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Criceto dorato)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Criceto dorato
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
(clade) Glires
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Famiglia Cricetidae
Sottofamiglia Cricetinae
Genere Mesocricetus
Specie M. auratus
Mesocricetus auratus, il criceto dorato.
Razza a pelo lungo.

Mesocricetus auratus Waterhouse, 1839, conosciuto come criceto dorato o criceto siriano, è un roditore appartenente alla famiglia Cricetidae[2] ed è stato il primo criceto in assoluto ad essere allevato. In cattività sono state selezionate numerose razze.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Ha un areale molto ridotto, e proviene soltanto dalla Siria e da parte della Turchia[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il criceto dorato può raggiungere anche i 13-18 cm di lunghezza. La vita media è di tre anni[3]. La colorazione è marrone dorata fittamente punteggiata di nero su tutto il corpo; il ventre è bianco sporco, gli occhi e le orecchie sono neri. Il dimorfismo sessuale non è molto marcato; le femmine hanno tuttavia il corpo più arrotondato e sul ventre sono visibili i capezzoli.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

È onnivoro[1]; può portare il cibo al nido grazie a due tasche guanciali ai lati del collo: da queste viene fatto uscire premendo con le zampe anteriori.

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

I criceti hanno abitudini crepuscolari e notturne. Come altri roditori, assumono nel sonno una posizione raggomitolata nelle stagione fredda.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La femmina va in calore un giorno ogni 4. La riproduzione in natura avviene solitamente tra febbraio e marzo[1], mentre in cattività può avvenire in qualsiasi periodo dell'anno; la gestazione è assai breve e non dura mai più di 18 giorni. Il parto avviene generalmente di notte; i piccoli appena nati hanno occhi e orecchie chiusi.

Allevamento[modifica | modifica wikitesto]

Gli esemplari domestici di oggi discendono da un'unica femmina, catturata nel 1930 da una spedizione nei pressi di Aleppo, in Siria; quattro esemplari, di cui tre maschi, vennero portati all'Università di Gerusalemme. L'università cominciò a distribuirli ad altri istituti di ricerca, in alternativa a topi e ratti. Dal primo istituto che li ricevette, nel nord di Londra, alcuni esemplari giunsero allo zoo e anche nelle mani di privati. Nel 1938 i primi criceti arrivarono negli USA.[4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie fu descritta dal naturalista inglese George Robert Waterhouse nel 1839; la località tipo è Aleppo[2] e l'olotipo è una femmina, oggi conservata al Museo di storia naturale di Londra.[5]

Razze[modifica | modifica wikitesto]

Ne sono state selezionate diverse, anche albine e senza pelo. Alcuni colori selezionati tramite incroci sono il nero, cannella, bianco e nero, crema e nero, rosso rubino e pezzato o "tartarugato". Quest'ultimo è spesso dovuto ad un'anomalia genetica. In commercio si trovano anche esemplari a pelo lungo.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è classificata come "vulnerabile" (VU) dalla lista rossa IUCN a causa della riduzione e del deterioramento del suo habitat, dovuto all'espansione degli insediamenti umani[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Baillie, J. 1996, Mesocricetus auratus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b M. auratus, su Mammal Species of the World. URL consultato il 12 gennaio 2014.
  3. ^ Hamsters For Dummies, Hoboken, Wiley Publishing, 2007, p. 8.
  4. ^ Bryan Sykes, "Le sette figlie di Eva" Saggi Mondadori 2003, pagine 62 -- 69 passim.
  5. ^ (EN) Chris C. Henwood, The Discovery of the Syrian Hamster, Mesocricetus auratus, in The Journal of the British Hamster Association, n. 39, 1985.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 41378 · LCCN (ENsh87001258 · GND (DE4131562-5 · J9U (ENHE987007539012105171
  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi