Zarafa

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Zarafa in un'illustrazione del 1827

Zarafa (1825 - 21 gennaio 1845) era una femmina di giraffa nubiana che visse nel Jardin des Plantes a Parigi per 18 anni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Zarafa al museo de La Rochelle

Zarafa fu un regalo del sultano Muhammad Ali d'Egitto al re di Francia Carlo X, in seguito all'aiuto prestato dalla Francia ai greci nella guerra di indipendenza greca. Tale regalo mirava a scoraggiare i francesi dall'inviare ulteriori aiuti ai greci. Il sultano donò altre due giraffe, una a Francesco I di Austria e l'altra a Giorgio IV del Regno Unito (la cosiddetta cameleopard).

Il suo arrivo fu inusuale in Europa: l'ultima giraffa vista nel continente era stata la giraffa Medici fatta regalare a Lorenzo de' Medici a Firenze nel 1486. Ai tempi era nota come le bel animal du roi ("il bell'animale del re")[1], mentre il nome Zarafa ("giraffa" in arabo) le venne dato dallo scrittore statunitense Michael Allin nel 1998 nel suo libro Zarafa: A Giraffe's True Story, from Deep in Africa to the Heart of Paris.

Fatta sbarcare a Marsiglia nel novembre del 1826 e arrivata a Parigi nella primavera del 1827, essa divenne una delle principali attrazioni della capitale (vennero a vederla più di 600.000 spettatori).

La morte per via di una tubercolosi bovina la colpì nel 1845; il suo corpo imbalsamato fa parte oggi della collezione di zoologia del Museo di Storia Naturale de La Rochelle[2].

Le altre giraffe donate[modifica | modifica wikitesto]

Jacques-Laurent Agasse, The Nubian Giraffe (1827)

La giraffa austriaca venne portata via mare a Venezia e poi a Fiume per proseguire sino a Vienna via terra dove arrivò il 7 agosto 1827 e venne alloggiata nella ménagerie imperiale al castello di Schönbrunn[3], l'animale sopravvisse meno di un anno. La sua breve permanenza nella capitale imperiale fu però di grande impatto sulla popolazione e, come a Parigi, scoppiò una vera e propria mania che coinvolse l'abbigliamento, l'arte e persino la pasticceria con la creazione dei Giraffeln, pasticcini a forma di giraffa[4].

La giraffa inglese, ribattezzata cameleopard anglicizzando il termine latino usato da Plinio il Vecchio per denominare l'animale, fece tappa prima a Malta per poi essere imbarcata per Londra, dove arrivò il giorno 11 agosto 1827[5]. L'animale venne portato nel parco del castello di Windsor e dopo poco più di due anni, nell'autunno del 1829, morì a causa del mancato adattamento e delle sofferenze patite durante il trasporto dall'Africa. Il corpo della giraffa fu impagliato da John Gould[5]. Fu ritratta nel dipinto The Nubian Giraffe del 1827 ad opera di Jacques-Laurent Agasse, il quadro raffigura anche Edward Cross, sovraintendente della ménagerie reale e, sullo sfondo, le mucche giunte con lei dall'Egitto[6].

Nella cultura contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La giraffa ha ispirato molti caratteri del Carnevale di Parigi: Le girafe et son cornac.

Nel febbraio del 2012 è stato pubblicato un film di animazione sulla storia della giraffa, chiamato Le avventure di Zarafa - Giraffa giramondo e diretto da Remi Bezançon e Jean-Christophe Lie. Tale film ha raggiunto gli 1,4 milioni di spettatori nelle sale francesi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Geoffroy Saint-Hilaire, Quelques Considérations sur la Girafe in Adolphe Brongniart, Annales des sciences naturelles, Vol. XI-XII, Crochard., 1827, pag. 213
  2. ^ (FR) Parcours, su museum-larochelle.fr, Muséum d’histoire naturelle La Rochelle. URL consultato il 18 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2015).
  3. ^ (EN) Vernon N. Kisling, Zoo and Aquarium History: Ancient Animal Collections To Zoological Gardens, CRC Pres, 2000, pag. 85.
  4. ^ (DE) Als die Giraffe Wien eroberte, su wiev1.orf.at, ORF, 7 agosto 2008. URL consultato il 18 novembre 2015.
  5. ^ a b (EN) The true story of George IV’s giraffe, su regencysociety.org, Regency Society. URL consultato il 18 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  6. ^ (EN) Jacques-Laurent Agasse (1767-1849), The Nubian Giraffe Oct 1827, su royalcollection.org.uk, Royal Collection. URL consultato il 18 novembre 2015.

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Controllo di autoritàVIAF (EN175144647695255647000 · LCCN (ENno2015123506 · BNF (FRcb162442329 (data) · J9U (ENHE987012469375605171
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