Walter Barberis

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Walter Barberis al XXIX Salone internazionale del libro 2016

Walter Barberis (Torino, 27 dicembre 1950) è uno storico e editore italiano, presidente della Giulio Einaudi Editore a partire dal 2014.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formatosi a Torino, ha avuto al Liceo Gioberti insegnanti che ne hanno orientato gli studi futuri: Giuliana Fiorentino Tedeschi, Lidia De Federicis, Albino Galvano[1]

Su incoraggiamento di Giulio Bollati, ha dunque seguito i corsi universitari di Corrado Vivanti, con il quale si è laureato. Assunto dalla Casa editrice Einaudi il 7 gennaio del 1975 come redattore della Storia d’Italia, ha poi continuato un doppio percorso nel lavoro editoriale e nel mondo degli studi.

Nel corso degli anni Settanta e Ottanta, ha curato i libri di storia, divenendo poi responsabile della intera saggistica e delle Grandi Opere di Einaudi (1988-1997).

Contemporaneamente, ha conseguito a Parigi, presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales, il D.E.A. (Diplome d’Études Approfondies) sotto la direzione di Jacques Le Goff (1983) e quindi il Doctorat sotto la direzione di Ruggiero Romano (1988).

Nel 1994 ha vinto il concorso per la cattedra di Storia moderna[2], prendendo dapprima servizio all’Università del Piemonte Orientale (1994), passando poi all’Università di Torino, dove ha insegnato Metodologia della Ricerca Storica (1999-2020).

Nel 1997 ha lasciato le cariche operative in Einaudi per assumere la funzione di Segretario Generale; entrato nel Consiglio di Amministrazione della Casa editrice alla scomparsa di Giulio Einaudi nel 1999, è stato nominato Vice-Presidente nel 2012 e Presidente nel 2014[3].

Sempre in ambito editoriale, ha diretto le Edizioni di Comunità, ha collaborato con Electa (editore) e con la EL edizioni , di cui è oggi Presidente.

Nell’ambito della sua attività di studioso ha sviluppato ricerche sulla formazione delle classi dirigenti e sulla cultura militare in ambito italiano ed europeo.

Ha fatto parte del Comitato Direttivo della Fondazione Filippo Burzio[4].

È stato rappresentante dell’Università di Torino nel CdA del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'Architettura Militare del Piemonte. [1][5].

Su indicazione del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, ha fatto parte del Comitato dei Garanti per le Celebrazioni del 150° dell’Unità nazionale [2](2009-11)[6]; e quindi del successivo Comitato Storico Scientifico per gli Anniversari di Interesse Nazionale [3](2012-18) della Presidenza del Consiglio[7].

Ha curato con Giovanni De Luna la Mostra celebrativa del 150° dell’Unità Nazionale “Fare gli Italiani” [4](Torino, OGR, 17 marzo – 20 novembre 2011)[8].

In rappresentanza della Città di Torino ha fatto parte del CdA del Salone Internazionale del Libro di Torino[9] (2010-2012).

Ha fatto parte del CdA della Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura [5], ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo, prima come consigliere poi come vicepresidente (2013-2019).

È stato cooptato nel Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo (2016-2020) e nominato coordinatore della Commissione Arte e cultura[10].

Fa parte del Comitato dei Garanti della Fondazione Gramsci (2018-oggi).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

Cataloghi[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Premio Biblioteche di Roma (sezione saggistica), 2004, per il volume Il bisogno di Patria.

Premio Biella Letteratura e industria (2014) per il volume La Compagnia di San Paolo 1563-2013, Einaudi, Torino 2013, curato con Anna Cantaluppi.

Premio Nazionale di Cultura Benedetto Croce (2020), per il libro Storia senza perdono, 2020[11]

“Benemerito” della Scuola di Applicazione d’Arma – Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, 7 ottobre 2022

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Cittadino onorario di Cervo Ligure (IM), 27 giugno 2023[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesca Bolino, Walter Barberis. “Conquista la fiducia di Giulio Einaudi dopo un viaggio nel silenzio”, La Repubblica, Cronaca, 29 settembre 2018.
  2. ^ Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, DD.MM. 16.4.92 e 6.8.92.
  3. ^ Barberis nuovo presidente dell’Einaudi editore,, su torino.repubblica.it, 15 aprile 2014.
  4. ^ Costituita il 10 marzo 1992, con il patrocinio della Città di Torino, dell’Università, del Politecnico, della Scuola di Applicazione dell’Esercito, della casa editrice UTET e della Stampa.
  5. ^ Costituito nel maggio 1995 con Legge Regionale 10 novembre 1992, n. 48.
  6. ^ D.P.C.M. 18 aprile 2009, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 15 maggio 2009.
  7. ^ D.P.C.M. 3 agosto 2012 e poi D.P.C.M. 6 giugno 2013 Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per il coordinamento amministrativo.
  8. ^ Mario Baudino, E fatta l’Italia, così si sono fatti gli Italiani, su lastampa.it, 17 marzo 2011.
  9. ^ Costituita nel 1994 come Fondazione Salone del Libro ha poi preso il nome di Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.
  10. ^ Diego Longhin, Compagnia di San Paolo, inizia l’era Profumo: in consiglio c’è anche il presidente della Einaudi Barberis, su torino.repubblica.it, 9 maggio 2016.
  11. ^ Il Prof. Walter Barberis ha vinto il Premio “Benedetto Croce” per la Saggistica, su unitonews.it, 27 luglio 2020.
  12. ^ Delibera del Consiglio Comunale, 27 giugno 2023. Cfr. Maurizio Tagliano, Walter Barberis, presidente della Giulio Einaudi Editore, sarà cittadino onorario di Cervo, su ilsecoloxix.it, 27 giugno 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Salvatore Scarpino, Savoia! E si moriva, Il Giornale 18 settembre 1988
  • Gianni Oliva, Piemontesi “guerrieri per forza”, Stampa Sera 10 ottobre 1988
  • Giorgio Boatti, Ordini piemontesi dal principe all’avvocato, Manifesto 13 ottobre 1988
  • Antonino Ronco, Quei nostri prussiani. Da Emanuele Filiberto all’alba del Regno d’Italia, Il Secolo XIX, 22 ottobre 1988
  • Sergio Romano, Lo Stato sabaudo in divisa. Generali tuttofare, La Stampa, 10 novembre 1988
  • Ulisse Jacomuzzi, I bellicosi sabaudi, Il Mondo 14 novembre 1988
  • Mario Sanfilippo, Se lo Stato produce guerra, Il Messaggero, 9 dicembre 1988
  • Gian Carlo Jocteau, Tutte le armi del Principe, Il Sole 24 ore, 18 dicembre 1988
  • Cesare Mozzarelli, Miti di caserma, L’indice dei libri del mese, n. 5, 1988
  • Valerio Castronovo, Tre secoli di guerra, La Repubblica, 6 gennaio 1989
  • Silvio Bertoldi, La nostra Prussia parlava piemontese, Il Corriere della Sera, 15 gennaio 1989
  • Luigi Mascilli Migliorini, E gli eserciti fecero l’unità, Il Mattino, 31 gennaio 1989
  • Elio Franzin, Sudditi e soldati dello Stato sabaudo, Avanti!, 11 febbraio 1989
  • Stuart J. Woolf, A military mith, Times Literary Supplement, 23-29 June 1989
  • Paolo Mieli, Cortigiano sì ma politico, La Stampa, 19 aprile 1998
  • Lina Bolzoni, Con nostalgie da cortigiano, Il Sole – 24 Ore ,31 maggio 1998
  • Carlo Carena, A corte, con messer Castiglione, Corriere del Ticino, 6 giugno 1998
  • Alberto Asor Rosa, Principi imparate a regnare, la Repubblica, 9 luglio 1998
  • Giuseppe Galasso, Il mondo perduto del Cortegiano, Corriere della Sera, 2 settembre 1998;
  • Laura Strano, L’Italia, pallida patria, sia almeno modello di convivenza, Il Piccolo, 18 maggio 2004
  • Bruno Gravagnuolo, L’”identità italiana”? Inquinata da un’idea stracciona di Autorità, l’Unità, 22 maggio 2004
  • Valerio Castronovo, L’idea di patria. I campanili hanno lasciato troppe ombre, Il Sole-24 Ore, 23 maggio 2004
  • Enzo Siciliano, Quel vizio molto particolare, L’espresso, 24 maggio 2004
  • Eugenio Scalfari, Una patria, tre patriottismi, L’espresso, 27 maggio 2004
  • Giovanni De Luna, Mamma abbiamo perso lo Stato, La Stampa, 1 giugno 2004
  • Sergio Luzzatto, Cercando una patria all’ombra delle sequoie, Corriere della Sera, 23 giugno 2004
  • Pasquale Chessa, Il bisogno di patria, Panorama 10 giugno 2004
  • Gabriele Pedullà, Patrie Plurali. À propos de l’essai de Walter Barberis, Laboratoire Italien – Politique et societé, 6- 2005
  • Alberto Papuzzi, Indietro Savoia!, La Stampa, 5 settembre 2007
  • Valerio Castronovo, Dynasty subalpina, Il Sole – 24 Ore, Domenica, 23 settembre 2007
  • Angelo d’Orsi, I Savoia: dieci secoli di storia, due buoni, gli altri da buttare, Liberazione, 9 gennaio 2008
  • Ezio Mauro, La memoria e la storia divise dal Male, la Repubblica, 16 settembre 2019
  • Ferruccio De Bortoli, Il diritto di non perdonare. Shoah, una memoria collettiva, Corriere della Sera, 7 ottobre 2019
  • Massimo Giuliani, Shoah, testimoni di una storia senza perdono, Avvenire, 1 ottobre 2019

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