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Shay Frisch, Roma, 2000 (da sostituire con l'immagine definitiva)

Shay Frisch (Petah Tiqwa, 1963) è un artista italiano.

È noto per i suoi campi elettrici: opere e installazioni che indagano il tema dell’energia.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Shay Frisch (all’anagrafe Shay Frisch Peri) è un artista israeliano naturalizzato italiano che vive e lavora a Roma.

Industrial designer di formazione, studia alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme e all’Istituto Europeo di Design di Milano, per poi conseguire nel 1990 un Master alla Domus Academy sotto la guida di Andrea Branzi. Nel 1993 si stabilisce a Roma e fonda uno studio di design che negli anni realizza molteplici progetti nel mondo[2]. In quel periodo la sua ricerca si focalizza sull’obiettivo di favorire il rapporto dell’uomo con le nuove tecnologie, sperimentando un linguaggio esperienziale che le ancori ad un “codice atavico” di riferimenti culturali.[3]

Nel 1995, su invito di Plinio De Martiis della Galleria La Tartaruga di Roma, espone per la prima volta nell’ambito di una mostra d’arte presentando oggetti di uso quotidiano[4], abbinando tecnologia a riti e gestualità di passata memoria. Al contempo, in qualità di co-inventore e progettista, espone anche un sistema innovativo nel campo delle tecnologie ambientali per il disinquinamento delle acque[5], richiamando alla necessità di una nuova meta-progettualità.

Risalgono alla fine degli anni novanta le prime ricerche sull’energia e sui campi elettrici, un’indagine che, nell’arco di una decade, giunge ad un linguaggio iconico e personale basato sul principio delle connessioni. Artista dalla “paradigmatica essenzialità”[6][7], utilizza un modulo conduttore di corrente elettrica per dare vita a forme geometriche e ancestrali percorse dalla luce. Il suo lavoro si distingue per opere site-specific di grande formato.

Opera / campo[modifica | modifica wikitesto]

La pratica di Frisch indaga il tema dell’energia; le sue opere denominate campo sfruttano il passaggio dell’elettricità per generare un campo elettromagnetico che permea lo spazio circostante. Il campo è costituito da un assemblaggio sequenziale di adattatori elettrici di uso comune, imbrigliati all’interno di ripetizioni modulari e trasformati dall’elettricità in materia viva. La luce nelle opere rivela la carica elettrica incorporata, a testimonianza del fenomeno energetico in atto.

I monocromi di Frisch sono caratterizzati da forme geometriche primarie, proporzioni matematiche, segni essenziali e archetipici, spesso di origine arcaica; opere ed installazioni che abbinano una rilevante valenza immateriale ad un forte impatto visivo e si rivolgono all’inconscio collettivo[8][9].

Il titolo delle opere è sempre campo, seguito da un codice alfanumerico che indica il numero dei componenti impiegati e il loro colore. Lo stesso principio vale anche per i titoli delle sue mostre.

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

(Normalmente, le esposizioni sono raccolte nelle pagine Wikipedia in forma di elenco in ordine cronologico, riportante [anno], [titolo della mostra], [curatore], [luogo], [città], [stato (se non in Italia)].
Per la gran parte di queste, non sono presente informazioni riguardo il titolo e il curatore delle mostra: si prega di fornire, se presenti. Controllare inoltre se le mostre nell'elenco sottostante sono nel corretto ordine cronologico (rispetto alla data di inaugurazione). Inoltre, tutte le mostre dovrebbero sempre avere collegata una nota/fonte che possa "dimostrare" che sia avvenuta davvero (basta anche solo un catalogo, un articolo di giornale...). Si può guardare ad esempio come è citata la mostra del 2013 presso la GNAM o quella del 2017 presso la Fondazione San Fedele di Milano.

Recensione critica[modifica | modifica wikitesto]

«Il sistema di più campi tesi fa vibrare un unico campo magnetico che permea lo spazio espositivo… una superficie monocroma sotto cui cova l’elettricità. Si configura un’opera che mette in mostra l’elemento strutturale dell’arte, la luce, in tutto il suo ardore, definendone visivamente la natura interiore, energia che si espande, si cela e si fonde nella stesura modulare di una superficie leggermente increspata. La paradigmatica essenzialità di Shay Frisch e la riduzione dell’esercizio creativo lo porta alla limpidezza del gesto controllabile e ripetibile. Slancio eppure precisione chirurgica sostengono la strategia creativa che imprime forma alla materia e la smaterializza nella dimensione installativa. Shay Frisch opera sulla ambivalenza di un furor creativo che gioca tra sapiente svelamento e sublimazione dell’energia, tra il rumore della luce ed il silenzio del modulo, tra compostezza e potenza… accende insieme spiritualità della forma e modularità della ragione, sotto i nostri occhi appare un campo silenzioso abitato, una ragione profonda.»

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ministero per i beni e le attività culturali del turismo, Shay Frisch, Superficie assemblata 4616.B, su storico.beniculturali.it, 2007

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Prima di poter procedere con le lavorazioni relative a questa sezione, avrei bisogno di sapere se si desidera avere, per ciascun volume (ove possibile), i collegamenti ai sistemi nazionali e internazionali di bibliotecatura OCLC/OPAC. A titolo esemplificativo, riporto un volume con i collegamenti attivi, per visionarli basterà cliccare sul rispettivo codice:

Christian Boltanski – Shay Frisch, catalogo della mostra a cura di Lorenzo Madaro (Riso Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia) Skira editore, Milano 2021 (testi di Lorenzo Madaro, Rosaria Raffaele Addamo, Chiara Valerio) italiano/inglese. Shay Frisch – campo 60298_N, catalogo della mostra (MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma) Roma 2019, italiano. Shay Frisch – campo 121745_B/N, catalogo della mostra a cura di Achille Bonito Oliva (ZAC Zisa Arti Contemporanee, Palermo) Skira editore, Milano 2018 (testi di Achille Bonito Oliva, Andrea Cortellessa) italiano/inglese. Shay Frisch – Connessioni Luminose / campo 37586_B/N, catalogo della mostra a cura di Andrea Dall’Asta SJ e Dorothee Mack (Fondazione San Fedele, Milano) Silvana Editoriale, Milano 2017 italiano/inglese. Shay Frisch – campo 100535 B/N, catalogo della mostra a cura di Achille Bonito Oliva (GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma) Gli Ori, Pistoia 2012 (testi di Achille Bonito Oliva, Maria Vittoria Marini Clarelli, Michele Emmer) italiano/inglese. Shay Frisch – campo 82133 N, catalogo della mostra a cura di Achille Bonito Oliva (Herzliya Museum of Contemporary Art, Israele) 2011 (testi di Achille Bonito Oliva, Maria Silvia Farci) inglese/ebraico. The Times Of the Chimeras – 59a Biennale di Venezia – Padiglione Nazionale della Repubblica del Camerun, catalogo della mostra a cura di Paul Emmanuel Loga Mahop e Sandro Orlandi Stagl, Opero Editore, Milano 2022, italiano/inglese. Gibellina – Una Storia D’Arte, catalogo della collezione permanente a cura di Tanino Bonifacio (MAC Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, Gibellina) Edizioni Caracol, Palermo 2021 (testi di Tanino Bonifacio, Bruno Corà, Francesca Corrao, Enzo Fiammetta, Aurelio Pes, Massimo Recalcati) italiano. L’Albero della Cuccagna – Nutrimenti dell’Arte, catalogo della mostra a cura di Achille Bonito Oliva, (per Expo 2015 Milano - CIAC Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea, Castello Colonna, Genazzano) Skira editore, Milano 2017 (testi di Achille Bonito Oliva, Claudio Libero Pisano) italiano/inglese. Elettricità - dalla storia della tecnica alla storia dell’arte, libro a cura di Alberto Mugnaini, Antonio Savini, Silvana Editoriale, Milano 2017 (testi di Alberto Mugnaini, Antonio Savini) italiano. Cotroneo Roberto, Genius Loci – Nel teatro dell’arte, Contrasto, Roma 2017, italiano. Modus - 57th Biennale di Venezia, catalogo della mostra a cura di Martina Cavallarin and Eleonora Frattarolo, (Palazzo Ca’ Faccanon, Venice) Edizioni Galleria L’Affice, Milano 2017 (testi di Martina Cavallarin, Eleonora Frattarolo) italiano/inglese. Chiamata a Raccolta, catalogo della mostra a cura di Roberto Festi (MART Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto – Galleria Civica, Trento) MART - Temi, Trento 2014 (testi di Roberto Festi, Elio Grazioli, Margherita De Pilati) italiano. Israel Now, catalogo della mostra a cura di Micol Di Veroli (MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma) Drago, Roma 2013 italiano. Trasparenze, catalogo della mostra a cura di Laura Cherubini (MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma) Edizioni Carte Segrete, Roma 2010 (testo di Laura Cherubini) italiano. Fresco Bosco, catalogo della mostra a cura di Achille Bonito Oliva (Certosa di San Lorenzo in Padula) Prearo Editore, Milano 2010 (testi di Achille Bonito Oliva, Martina Cavallarin) italiano. Campolungo, catalogo della mostra a cura di Vittoria Coen (Complesso del Vittoriano, Roma) Gangemi Editore, Roma 2009 (testo di Laura Cherubini) italiano/inglese. Adotta un Disegno, catalogo della mostra a cura di Sergio Casoli e Elena Geuna (Complesso del Vittoriano Roma, Palazzo Ducale Genova, Palazzo della Regione Torino, Museo Marino Marini, Firenze) Fandango Libri, Roma 2008 (testi di Vauro, Elena Geuna, Sergio Casoli) italiano/inglese. Conversione di Saulo, catalogo della mostra a cura di Sergio Sarra (Palazzo Odescalchi, Rome) Edizione Arte Nova, Roma 2000 (testo di Maria Silvia Farci) italiano/inglese. 5 Personali, catalogo della mostra a cura di Plinio De Martiis (La Tartaruga, Castelluccio di Pienza) Editoriale Donchisciotte, San Quirico d’Orcia 1995 (testo di Maria Silvia Farci) italiano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (Qui Wikipedia preferisce un'introduzione un po’ più ampia, magari che riporti le peculiarità e le mostre più importanti. L'idea è quella di sintetizzare in poche frasi l'intera pagina. Guardare, ad esempio, la pagina di Sergio Sarra.)
  2. ^ (Qui aiuterebbe una fonte, esiste qualche progetto prodotto che può essere citato?)
  3. ^ (Anche qui, servirebbe una fonte, si tratta di una frase troppo soggettiva. Immaginiamo che questa pagina sia stata scritta da uno studente: dove ha trovato le informazioni che gli hanno permesso di scrivere questa frase? In generale questo punto di vista è sempre utile per capire quando e come citare su Wikipedia)
  4. ^ (Esiste una fonte? un articolo di giornale o qualcosa del genere)
  5. ^ MIXEP sistema per la separazione statico gravitazionale di liquidi, coperto da due brevetti d’invenzione internazionali e con molteplici applicazioni tra cui il recupero di fuoriuscite di petrolio nel mare. (esiste un articolo / numero di brevetto che può essere collegato a questa informazione?)
  6. ^ a b c Achille Bonito Oliva (a cura di), Shay Frisch campo 100535_B/N, Gli Ori (Pistoia), 2012, OCLC 824351542, OPAC IT\ICCU\RMS\2547777, ISBN 9788873364962.
  7. ^ (Ho il timore che Wikipedia possa giudicare queste frasi di natura troppo soggettiva, sarebbe bene riportare come fonti dei cataloghi o delle recensioni critiche che le riportino. In assenza di essi, riscriverei la parte così: Risalgono alla fine degli anni novanta le prime ricerche sull’energia e sui campi elettrici, in cui l’artista utilizza un modulo conduttore di corrente elettrica per dare vita a forme geometriche e ancestrali percorse dalla luce. Il suo lavoro si distingue per opere site-specific di grande formato.)
  8. ^ (Fonte? In particolare il riferimento al collegamento tra le sue opere e il concetto di "inconscio collettivo" di Jung, se fossi uno studente dove potrei reperire questa informazione? C'è un catalogo in particolare in cui si fa riferimento a questo legame?)
  9. ^ L'inconscio collettivo è un concetto della psicologia analitica coniato da Carl Gustav Jung, che rappresenta un contenitore psichico universale, parte dell’inconscio comune a tuti gli esseri umani. L’inconscio collettivo inferiore è legato alle radici arcaiche, al passato dell'umanità e contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture. Gli archetipi esisterebbero prima dell'esperienza e in questo senso sarebbero innati ed istintivi. (Fonte? C'è un libro in particolare di Jung in cui si riporta questa definizione di "inconscio collettivo"?)
  10. ^ (en) Achille Bonito Oliva, Shay Frisch Peri | campo 82133, su herzliyamuseum.co.il, 12 Febbraio 2011.
  11. ^ fonte mancante
  12. ^ fonte mancante
  13. ^ Archivio digitale della Galleria Nazionale, Shay Frisch campo 100535 B/N, su opac.lagallerianazionale.com, 2012
  14. ^ fonte mancante
  15. ^ fonte mancante
  16. ^ fonte mancante
  17. ^ fonte mancante
  18. ^ fonte mancante
  19. ^ Susanne Capolongo, Imbrigliare l’energia. Intervista a Shay Frisch, su artribune.com, 18 Marzo 2017.
  20. ^ fonte mancante
  21. ^ fonte mancante
  22. ^ fonte mancante
  23. ^ fonte mancante
  24. ^ Filmato audio Achille Bonito Oliva, Achille Bonito Oliva al ilSicilia.it, ilSicilia.it, Palermo, 2017.
  25. ^ Filmato audio Shay Frisch, Shay Frisch, MACRO ASILO, Roma, 2019.
  26. ^ Filmato audio Shay Frisch, Shay Frisch, MACRO ASILO, Roma, 2019.
  27. ^ fonte mancante
  28. ^ fonte mancante
  29. ^ Camerun (repubblica del), Il tempo delle Chimere, su labiennale.org, 2022