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Domenico Farias (Reggio Calabria, 14 Luglio 1927 - Reggio Calabria, 7 Luglio 2002) è stato un autorevole presbitero dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova (Italia), giurista e filosofo del diritto, assistente ecclesiastico della FUCI, del MEIC,dell’AMCI, dell’UGCI, Vicario per la cultura e canonico del Capitolo della Cattedrale di Reggio Calabria.

Il prof. D.Farias insieme al prof. T.Martines

Biografia[1][modifica | modifica wikitesto]

Dal 1927 al 1963: la formazione scientifica e spirituale[modifica | modifica wikitesto]

Domenico Farias nacque a Reggio Calabria il 14 luglio del 1927. Ultimo di tre figli – il maggiore Giuseppe (fisico ed esperto di istruzione professionale, altoatesino di adozione e impegnato politicamente con L.Menapace, morto dopo Domenico) e la sorellina Lucrezia (venuta a mancare a sette anni) – da Mario, ferroviere (figlio di ignoti) e Maria Mazzacuva, casalinga (morta a 105 anni, di cui il figlio Domenico si prese cura fino alla fine). Domenico si formò nell’associazione dei Fanciulli Cattolici e poi presso l’allora Congregazione Mariana dei Gesuiti, conseguendo brillantemente – studiando da privato, per la sua precocissima crescita intellettuale – la maturità al liceo classico ad appena 16 anni, in coincidenza con l’entrata in Reggio del nuovo, giovane e brillante arcivescovo mons. Antonio Lanza, cui si legò subito in un vincolo di reciproca stima. Si iscrisse a Messina al corso di laurea in Fisica, l’unico in cui avrebbe potuto coltivare i suoi reali e maggiori interessi di filosofia della scienza. Sotto la guida e col sostegno di Mons. Antonio Lanza maturò la vocazione al sacerdozio e negli ultimi giorni del 1946 raggiunse Roma, dove frequentò i corsi di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana e fu ospitato presso l’Almo Collegio Capranica, per rimanervi stabilmente fino all’estate del 1950. Tra gli altri, ebbe come convittori ed amici del medesimo collegio: Giovanni Franzoni, Franco Monterubbianesi, Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Camillo Ruini, Alberto Prunas e Ivan Illich[2](con cui intrattenne sempre continui e fecondi rapporti e che fu spesso suo ospite a Reggio). Farias rientrò a Reggio Calabria dopo la precoce morte dell’illuminato arcivescovo Lanza (avvenuta il 23.6.1950), riprendendo la frequenza della facoltà di Fisica nella dirimpettaia Università di Messina (frequenza che aveva interrotto prima di andare a Roma per gli studi teologici), dove si laureò nel 1954 con una tesi su “La relatività” (relatore l’autorevole Prof. Giovanni Lampariello). Frutto della sua esperienza capranicense e della frequenza dei corsi romani della Gregoriana sono anche il baccellierato in Filosofia e la licenza in Teologia Dogmatica con una tesi su “Perché Gesù non ha scritto”, in parte poi oggetto di pubblicazione in Divus Thomas (Piac.) 1956, 20-37. Ordinato presbitero il 4 luglio 1954 a Reggio Calabria dal venerabile Arcivescovo Mons. Giovanni Ferro, fu subito inviato al Seminario regionale S. Pio X di Catanzaro, presso il quale si trasferì per risiedervi stabilmente fino al 1963, insegnando Matematica, Fisica e Chimica nel “Corso liceale filosofico” e Pensiero contemporaneo nelle scienze nel “Corso superiore di Filosofia”.

Dal 1963 al 2002: l’accademico[3] al servizio della Chiesa reggina[modifica | modifica wikitesto]

Rientrato infine a Reggio Calabria nel 1963, vi rimase fino alla morte, avvenuta il 7 luglio 2002. La celebrazione del funerale – in una Cattedrale di Reggio stracolma di gente comune venuta da tutta la Calabria, tre vescovi, presbiteri e colleghi venuti da Messina – è stata presieduta dall’Arcivescovo metropolita di Reggio, Mons. Vittorio Mondello, con un’omelia che ne ricordava l’incondizionato amore alla sua Chiesa locale, insieme alla grande cultura e all’estrema umiltà. A Reggio frequentò, divenendone allievo, il filosofo del diritto Rodolfo De Stefano, che lo accompagnò nella sua carriera accademica nell’Università di Messina, dove nella facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo peloritano Farias divenne buon amico del costituzionalista messinese Temistocle Martines, pur legandosi scientificamente soprattutto alla scuola civilistica e al giusprivatista Angelo Falzea. Assistente nel 1963, Associato nel 1982, poi Straordinario nel 1986, divenne infine Professore ordinario di Filosofia del diritto nel 1989, mantenendo anche l’insegnamento di Dottrina dello Stato. Nello stesso ateneo messinese, ma presso la facoltà di Scienze Politiche, dal 1970 al 1973 era stato incaricato stabilizzato pure di Sociologia politica e, dal 1971 al 1980, di Metodologia delle scienze sociali. Farias – che nel 1982/83 aveva insegnato Filosofia del diritto anche nella facoltà di Giurisprudenza di Reggio Calabria (sede di Catanzaro) – concluse definitivamente la sua carriera accademica nel 1999 con una "Lectio Magistralis sul tema Della gratitudine nel diritto[4]". In contemporanea ai suoi impegni accademici messinesi fu, a Reggio Calabria – città in cui viveva – assistente della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), dei Laureati di Azione Cattolica poi denominati MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), dell’AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiani), dell’UGCI (Unione Giuristi Cattolici Italiani), del Centro culturale S. Paolo, Vicario episcopale per la cultura e responsabile dei beni culturali ecclesiali – ispirando la costituzione del Museo Diocesano di Arte Sacra “ Mons. A. Sorrentino” – nonché Canonico del Capitolo della Cattedrale. Docente presso diversi centri di formazione reggini – fra cui l’ISESP (Istituto Superiore Europeo di Studi Politici) e l’ISFPS (Istituto Superiore di Formazione Politico-Sociale) “Mons. Antonio Lanza”, di cui è stato fondatore – ha insegnato Ermeneutica e Antropologia filosofica presso l’ISSR (Istituto Superiore di Scienze Religiose) e l’Istituto Teologico del Seminario arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria.

L’alto magistero intellettuale e spirituale di don Domenico Farias[modifica | modifica wikitesto]

Pur amico di tante figure autorevoli del cattolicesimo internazionale (ex multis l’islamista e teologo Maurice Borrmans) e italiano – don Giuseppe Dossetti, per esempio, lo avrebbe voluto a Bologna – ha dedicato generosamente e interamente la sua vita al servizio della sua Diocesi di origine[5], riuscendo comunque a mantenere proficui rapporti con Giuseppe Alberigo, Alberto Altana, Luigi Pedrazzi, Giorgio Campanini, Ezio Franceschini, ecc.: fra tutti, si segnala la piemontese serva di Dio Leletta d’Isola, sostenitrice dei partigiani di cui è in corso la causa di beatificazione. Attorniato da alcuni laici qualificati (per tutti, si ricordano la prof.ssa Maria Mariotti[6], generosa benefattrice, figura preminente della Chiesa reggina, già presidentessa della Deputazione di storia patria ed il medico Pasquale, detto Lucio, Raffa, direttore di un operoso consultorio familiare[7]) ha esercitato – con umiltà e discrezione, ma eccezionale autorevolezza intellettuale e spirituale – una straordinaria influenza su diversi giovani, futuri presbiteri e su intere generazioni di intellettuali laici cattolici reggini[8] . Interessato all’antropologia filosofica rosminiana, si occupò soprattutto di “politica e scienza”, “verità e ideologia”, “interpretazione e demistificazione”. Lettore onnivoro e dai multiformi interessi (teologici, filosofici, scientifici), era un attento studioso della c.d. “questione meridionale” (per la quale amava la sintetica formula di “modernità senza sviluppo”) e dell’“ecclesiologia” del Sud Italia (auspicando, in particolare, l’accorpamento delle numerose piccole diocesi calabresi). Studiato[9] e stimato[10] quale filosofo del diritto a livello nazionale, ma non privo di contatti internazionali[11], Farias fu – con Rodolfo De Stefano – una delle figure più incisive, benchè in forme discretissime, della scuola giuridica messinese risalente a Salvatore Pugliatti. Soprattutto nell’ultimo decennio del suo originale percorso di sperimentazione ecclesiale fu molto impegnato, oltre che profeticamente nella cura pastorale dei numerosi immigrati presenti in Reggio (segnatamente filippini, per i quali celebrava Messa in inglese)[12] , nelle relazioni con le suore veroniche del Volto Santo (fondate da San Gaetano Catanoso, presbitero reggino morto nel 1963, anno di rientro a Reggio di Farias), nella cura pastorale del Diaconato permanente, nella promozione del Dialogo Interreligioso e dell’Ecumenismo, instaurando preziosi contatti con le Chiese ortodosse calabresi e con le Chiese cristiano-cattoliche presenti in Terra Santa e soprattutto in Turchia (significativi sono stati i suoi rapporti diretti con i Vicari apostolici dell’Anatolia, prima Ruggero Franceschini e poi padre Luigi Padovese, compianto martire, suo ospite a Reggio)[13].

Morì, dopo un breve soggiorno ospedaliero, nella sua piccola ma centralissima casa reggina ricolma di libri, affettuosamente accompagnato dal canto Nada te turbe e attorniato dai suoi amatissimi amici del Meic. Post mortem a lui è stata intitolata la Biblioteca diocesana reggina, la più importante della Calabria (con più di 100.000 volumi, in gran parte acquistati direttamente proprio da Farias), e l’Aula Magna dell’ISSR dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova. La sua abitazione privata, da lui donata alla Chiesa reggina, è attualmente destinata alla pastorale dei migranti.

Premi e Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio della Regione Sicilia intitolato a Piersanti Mattarella 1983
  • Premio “Prof. Luigi Tartufari”, Accademia Nazionale dei Lincei 1997

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio Domenico Farias (in fase di riordino) presso l' Archivio Storico Diocesano di Reggio Cal.-Bova
  2. ^ DOMENICO FARIAS, All'ombra di Girolamo, in Le sfide di Ivan Illich: una riflessione collettiva, a cura di Lee Hoinacki, Carl Mitcham.
  3. ^ DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI GIURISTI ITALIANI (XII-XX secolo), diretto da I.Birocchi, E.Cortese, A.Mattone, M.N.Miletti, vol. I, Il Mulino, pp. 821-822.
  4. ^ A. SPADARO, Domenico Farias e il mondo accademico: un rapporto “stretto” e “distaccato”, in La Chiesa nel tempo, vol. 85, n. 2-3/2003.
  5. ^ Per esempio partecipando attivamente al 26° Sinodo della Chiesa Reggina-Bovese (1998-1999), celebrando Messa in inglese alle prime Suore di Madre Teresa di Calcutta presenti in Diocesi e collaborando costantemente sul piano pastorale con tutti i presbiteri diocesani (spec., fra i defunti, don Raimondo Lico, mons Vincenzo Lembo, don Lillo Spinelli, mons. Italo  Calabrò). Traccia evidente del suo impegno nella Chiesa locale è la collaborazione con il settimanale diocesano, i cui testi si ritrovano in D. FARIAS, Mietendo e seminando. Articoli per l’“Avvenire di Calabria” (1947-2002), a cura del Meic di RC, Laruffa editore, Reggio Calabria 2010.
  6. ^ Con la quale, nel periodo dei suoi soggiorni romano e catanzarese, intreccia un prezioso carteggio di circa 170 lettere: cfr. M. MARIOTTI, Don Domenico Farias: schegge per una biografia, in  La Chiesa nel tempo, n.2-3/2003, 29  ss., spec. 7.
  7. ^ consultorioraffa.it, https://www.consultorioraffa.it/.
  8. ^ M. FOTIA, Sacerdozio, spiritualità, cultura in Domenico Farias, in La Chiesa nel tempo, n. 3, 2005, pp. 7 ss.
  9. ^ L. PALLANZANI,  Percorsi e riflessioni sul diritto negli scritti di Domenico Farias, in Rivista internazionale di Filosofia del diritto, vol. 77, n.1/2001.
  10. ^ Si segnala, per esempio, l’assegnazione a Domenico Farias dei Premi  intitolati a “Piersanti Mattarella” (1983) e “Prof. Luigi Tartufari” dell’Accademia Nazionale dei Lincei (1997). A lui – su iniziativa e col sostegno dei filosofi del diritto F. Viola e F. Mercadante – è “dedicato” anche un intero numero speciale (n. 5/2005) della Rivista internazionale di Filosofia del diritto, dove si trova un utile saggio biografico di M. LA TORRE, Ricordo di Domenico Farias (1927-2002), 9 ss. Esplicitamente dedicato a D. Farias è anche il volume AA.VV., La ragionevolezza del diritto, a cura di M. La Torre e A. Spadaro, Torino, Giappichelli, 2002.
  11. ^ A parte i suoi contatti con vari studiosi stranieri (per esempio il filosofo polacco Z. Ziembiñski e il suo carissimo amico Ivan Illich), si segnala, per esempio, la collaborazione con l’Università cattolica di Lovanio (Belgio) – di cui però non si ha  al momento traccia ufficiale – che comunque non ebbe seguito per la forte e determinata scelta di Farias di rimanere sempre al servizio della sua Arcidiocesi di origine
  12. ^ A.SABATINI, Tracce di una presenza (La sollecitudine per i migranti di don Domenico Farias, a vent’anni dalla morte), in La Chiesa nel tempo, n.I-IV, 2021.
  13. ^ G.BELLIENI,Terra Santa, da don Farias un contributo ancora attuale orientato alla pace, su avveniredicalabria.it.

Opere principali (monografie)[modifica | modifica wikitesto]

  • Saggi di Filosofia politica, Milano Giuffrè, 1977
  • Idealità e indeterminatezza dei principi costituzionali, Milano Giuffrè, 1981
  • (con A. Monticone), Azione cattolica e beni culturali nelle Chiese locali, Roma AVE, 1983
  • Il laico nella Chiesa nel magistero di Giovanni Paolo II, Roma Ave, 1984
  • Situazioni ecclesiali e crisi culturali nella Calabria contemporanea, Cosenza Marra, 1987
  • Esigenze di unità. Note della Chiesa nelle diocesi calabresi, Cosenza Marra, 1988
  • Interpretazione e logica, Milano Giuffrè, 1990
  • L’ermeneutica dell’ovvio. Studio sull’esplicitazione dei principi più evidenti, Milano Giuffrè, 1990
  • Crisi dello Stato, nuove diseguaglianze e marginalità, Milano Giuffrè, 1993
  • Studi sul pensiero sociale di Filone di Alessandria, Milano Giuffrè, 1993
  • Dimensioni dell’uomo (I e II), II ed., Soveria Mannelli (CZ) Rubbettino, 1996
  • La biblioteca di Gerusalemme. Libri e documenti della vita della Chiesa, Soveria Mannelli (CZ) Rubbettino, 1996
  • Emergenze della cultura contemporanea e coscienza dei principi del diritto, Soveria Mannelli (CZ) Rubbettino, 1997

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]