Utente:Holliereads/Sandbox/Vittorini

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Attività editoriale[modifica | modifica wikitesto]

L’attività editoriale di Vittorini cominciò negli anni Trenta, quando iniziò a lavorare come correttore di bozze a Firenze, dove si era trasferito dalla Sicilia. Prima per Solaria, e poi per La Nazione, scrisse diverse recensioni e articoli, affiancandoli al lavoro redazionale. Apprese l'inglese da autodidatta e, con l'aiuto di Mario Praz, avviò il lavoro di traduttore[1]. Nel 1933 uscì, per Mondadori, la sua prima traduzione, St Mawr di D. H. Lawrence (con il titolo Il purosangue), un testo raccomandato da Eugenio Montale. Da quel momento il lavoro di traduzione sostituì quello di correttore di bozze, anche per una intossicazione da piombo procurata dall'intenso lavoro alla linotype della Nazione[1].

Nel 1939 si trasferì da Mondadori a Bompiani, dove aveva più libertà di azione. Nel 1940 diresse per Bompiani la collana “Pantheon”, una grande collezione antologica. Per questa collana curò la famosissima antologia sulla letteratura statunitense contemporanea Americana, colpita dalla censura fascista e pubblicata solamente nel 1942, con tutte le note dell’autore soppresse (l’edizione integrale venne pubblicata solamente nel 1968). In questa antologia comparve per la prima volta nella scena culturale e letteraria italiana John Fante. Nel 1942 curò la collana “Corona”, che incarnava il suo ideale di cultura divulgativa e accessibile a tutti. La collana raccoglieva vari generi e autori, italiani e stranieri, riproposti nelle traduzioni affidate a scrittori contemporanei, tra cui Eugenio Montale e Corrado Alvaro.

Dopo Bompiani, Vittorini si legò alla casa editrice torinese Einaudi, con cui avviò nel 1945 Il Politecnico, periodico prima settimanale e poi mensile pubblicato fino al 1947. Il giornale, che si poneva di fondere tecnica e letteratura, ispirò Vittorini verso un progetto più sperimentale che risultò, nel 1951, nella collana “I gettoni”. Vittorini fece scelte molto precise riguardo agli autori da inserire nella collana, accogliendo soprattutto le opere di giovani scrittori come Italo Calvino e Beppe Fenoglio, ma rifiutando Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Vittorini successivamente rifiutò la pubblicazione de Il dottor Živago di Pasternak e Il tamburo di latta di Grass.qui una nota Nel 1959 fondò la rivista Il Menabò, edita da Einaudi, che diresse fino alla sua morte nel 1966, insieme con Italo Calvino. Iniziò nel 1960 a dirigere la collana "La Medusa" per Mondadori e in seguito la collana "Nuovi scrittori stranieri".

L’attività editoriale di Vittorini è stata sempre contraddistinta da un forte carattere autoritario: nelle scelte era impetuoso e categorico, sui testi era rigoroso e creativo e nel rapporto con gli autori era disponibile ma perentorio. La sua poetica editoriale era volta all’idea di divulgazione e, in nome di essa, le sue scelte erano volte all’attualizzazione e alla coesione del testo. nota


[1] Joy Hambuechen Potter, Elio Vittorini, Boston, Twayne Publishers, 1979

[2] ibidem



Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Joy Hambuechen Potter, Elio Vittorini, Boston, Twayne Publishers, 1979.


Come mai hai usato questo volume inglese per la nota?