Utente:Giulia Bellotti/Sandbox

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Gesualdo Pellegrini

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Gesualdo Pellegrini (Domusnovas 10 Gennaio 1921- Cagliari 7 Aprile 1985) è stato un flautista e compositore, titolare della cattedra di flauto presso il Conservatorio di Cagliari e docente di latino e greco presso le scuole superiori di secondo grado.

Gli anni di formazione

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Grazie al padre Enrico, che a Domusnovas era membro di un ottetto in qualità di chitarrista, Gesualdo Pellegrini entra in contato con la musica. Nel gruppo, infatti, era presente anche un flautista, che impartì al giovane Pellegrini i rudimenti della tecnica dello strumento.

Ad undici anni Pellegrini decide di proseguire lo studio del flauto presso il liceo musicale di Cagliari, ben consapevole dei sacrifici che ciò avrebbe comportato per sé e per la sua famiglia: il padre, infatti, era un calzolaio e aveva bisogno dell’aiuto del figlio in bottega. Per questa ragione, ogni mattina, prima di affrontare il lungo e disagevole percorso fino al liceo in bicicletta, il giovane Pellegrini lavora in bottega col padre. Nei primi anni è allievo di Pasquale Rispoli a Cagliari, ma si diploma poi nel 1944 a Palermo col massimo dei voti.

Gli studi umanistici e l’insegnamento

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Nel 1952 consegue anche la laurea in Lettere classiche con una Tesi sulla Storia delle incursioni barbaresche in Sardegna e si dedica all’insegnamento presso i licei classici, allo studio delle lingue e alla stesura di romanzi  e poesie.

Dal 1956 è docente di flauto presso il Conservatorio di Cagliari, ruolo che ricopre fino al 1985, anno della morte.

Attività artistica

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Parallelamente al ruolo di docente in Conservatorio, Pellegrini collabora in qualità di primo flauto con alcune delle più importanti orchestre italiane: in particolare dal 1954 al 1968 presso l'Orchestra di Cagliari, dal 1952 al 1960 presso l’orchestra dell’Arena di Verona; dal 1952 al ’58 presso il Teatro Regio di Torino. Si è esibito anche presso il teatro Verdi di Trieste, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Massimo di Palermo. Proprio qui, in occasione del concerto celebrativo per i 150 anni della fondazione del teatro, accompagna Maria Callas nella Scena della pazzia tratta da Lucia di Lammermoor di Donizetti.

Durante la sua intensa carriera ha suonato sotto la guida di alcuni dei più illustri direttori d’orchestra tra cui von Karajan, Celibidache, Giulini, Scherchen, Albert, Votto, de Sabata, Gavazzeni, Rossi, Fasano, Maazel, Pedrottil.

Durante il periodo scaligero ricevette gli apprezzamenti di von Karajan e Giulini, che hanno detto di lui: “… come primo flauto del Teatro alla scala apprezziamo le sue qualità artistiche e tecniche ed esprimiamo i più vivi elogi, rilevando le  sue migliori qualità concertistiche e professionali: bel suono, ottima intonazione, temperamento artistico di prim’ordine.”

Svolge una intensa attività cameristica in campo internazionale con “I Solisti di Düsseldorf” e “I Virtuosi di Roma”, con cui registra i concerti vivaldiani “II cardellino” e “La notte” diretto da Renato Fasano presso Fonit Cetra.

Nel 1958 partecipa all'esecuzione dell'Arte della Fuga di Bach, con Anna Paolone Zedda e Renato Giangrandi.

Nel 1962 esegue il Concerto per flauto ed arpa di Mozart, insieme ad Alba Schirinzi.

Nel 1966 suona nella compagine del “Trio di Cagliari”, con Franco Maggio e a Barbara Lunetta.

Attività compositiva: ”Aulos”

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A Gesualdo Pellegrini si deve la composizione di cinque brani per flauto solo ispirati alle trame di alcune delle più celebri tragedie greche. La genesi di queste cinque composizioni è coincisa con il tentativo di interpretare gli unici due frammenti di musica greca giunti fino ai nostri giorni sotto forma di reperti archeologici gravemente danneggiati e incompleti: un frammento del primo stasimo dell’Oreste di Euripide e un frammento di Ditirambo. Si tratta di due brevi sezioni di melodie eseguite durante la rappresentazione delle tragedie, genere letterario paideutico (dal greco paideutikos, educativo) per eccellenza della Grecia classica.

L’unione della grande passione per la Grecia antica e dell’amore per il flauto traverso hanno quindi portato alla composizione di cinque brani per flauto solo ispirati alle vicende e ai personaggi descritti da Euripide nelle tragedie “Medea”, “Alcesti”, e nel dramma satiresco “Il Ciclope”, e da Eschilo in “Eumenidi”.

Il compositore utilizza numerosi espedienti tecnici per rendere in musica le situazioni narrate nelle tragedie a cui si è ispirato, come ad esempio l’inseguimento, il lamento, le danze rituali e così via; non è raro, quindi, incontrare glissandi, frullati, suoni vocalici, suoni d’aria, armonici e oscillazioni di suono. Inoltre, tutti e cinque i brani sono scritti senza indicazione di tempo e quindi senza spezza battute, lasciando maggiore libertà esecutiva all’interprete.

L’opera, denominata “Aulos”, è stata trascritta e pubblicata solo dopo la morte dell’autore da Luigi Palmisano e Mauro Scappini.

Migliori allievi

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Tra i numerosi allievi di Pellegrini si ricordano Luigi Palmisano, primo flauto dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e membro del Sestetto di Bolzano, con cui ha svolto una intensa attività artistica internazionale; Francesco Pittau e Salvatore Saddi, rispettivamente nei ruoli di 1° flauto e  flauto e ottavino presso l’orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Enrico di Felice, concertista e docente presso il Conservatorio di Cagliari.