Università Silpakorn

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(TH) มหาวิทยาลัยศิลปากร
Università Silpakorn
Ubicazione
StatoBandiera della Thailandia Thailandia
CittàBangkok
Altre sedicentri delle province di Nakhon Pathom e Phetchaburi
Dati generali
MottoArs longa vita brevis
("L'arte è lunga, la vita è breve")
Fondazione12 ottobre 1943
Tipostatale
Mappa di localizzazione
Map
Sito web

L'Università Silpakorn (in lingua thai: มหาวิทยาลัยศิลปากร; trascrizione RTGS: Mahawitthyalai Silapakorn) fu fondata nel 1943 a Bangkok, la capitale della Thailandia, dall'italiano Corrado Feroci naturalizzato thailandese con il nome Silpa Bhirasri. È attualmente la principale università thailandese di belle arti ed offre corsi di laurea in 15 diversi istituti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Silpa Bhirasri.

Nel 1923 Feroci giunse in Siam, l'antico nome della Thailandia, come scultore di corte,[1] e nel giro di qualche anno gli fu affidata l'esecuzione dei più importanti monumenti della capitale.[2] Nel 1926 fu incaricato di avviare una scuola sperimentale di pittura e scultura ed i corsi ebbero un successo tale[3] che il governo gli propose di programmare una vera e propria scuola di formazione per giovani artisti. L'idea venne accantonata per mancanza di fondi e fu realizzata nel 1932 quando fondò la Scuola d'Arte Silpakorn,[4] della quale fu nominato direttore. La struttura fu istituita in uno degli edifici del Palazzo Tha Pra, dove tuttora si trova il campus principale dell'ateneo, proprio di fronte al Grande Palazzo Reale.

Strutturò la scuola ispirandosi all'Accademia di belle arti di Firenze dove si era diplomato,[5][6] e nel 1942 mutò il nome in scuola di belle arti. L'anno successivo divenne l'Università Silpakorn, di cui fu nominato rettore. All'inizio comprendeva corsi di diploma triennali e corsi di laurea quinquennali di pittura e scultura.[4] Fu la prima università di belle arti e la terza in assoluto della Thailandia, dopo la Chulalongkorn e la Thammasat. In omaggio a Feroci, la canzone Santa Lucia fu adottata come inno ufficiale. Fu proprio nel periodo in cui venne inaugurata l'università che Feroci prese la cittadinanza thailandese ed il nome locale Silpa Bhirasri, venendo quindi liberato dalla prigionia cui era stato costretto dalle forze di occupazione giapponesi.[2]

Espansione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1968, il Ministero dell'Istruzione diede i permessi per l'apertura di nuove facoltà e in quello stesso anno fu inaugurato il campus del Palazzo Sanam Chan di Nakhon Pathom, non lontano da Bangkok. L'aggiunta di altre facoltà portò a costruire la succursale denominata Phetchaburi IT, situata nei dintorni della località balneare di Hua Hin, nel sud del Paese. L'ufficio del presidente dell'università si trova attualmente nel distretto Talingchan di Bangkok, nella zona di Thonburi.

Facoltà, college e scuole di laurea[modifica | modifica wikitesto]

L'Università Silpakorn si compone di 13 facoltà, una scuola di laurea ed un college:

La Facoltà di Pittura, Scultura ed Arti Grafiche nel campus di Palazzo Thapra

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Silpa Bhirasri (Corrado Feroci)/1892-1962, su rama9art.org, web-site del museo di arte moderna e contemporanea Rama IX. URL consultato il 30 novembre 2010.
  2. ^ a b Tiziano Terzani, e Bangkok celebra Silpa il fiorentino, su archiviostorico.corriere.it, corriere.it, 1992. URL consultato il 29 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ (EN) Maneepin Phromsuthirak, Professor Silpa Bhirasri's Life and Works, su docs.google.com, giornale della Silpakorn University, 2003. URL consultato il 29 novembre 2010.
  4. ^ a b (EN) Krisana Honguten, PROFESSOR SILPA BHIRASRI AND SILPAKORN UNIVERSITY, su psgartgallery.su.ac.th, Galleria d'Arte dell'Università Silpakorn. URL consultato il 1º dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  5. ^ Alessandro Tempi, Corrado Feroci, su artonweb.it, Artonweb, 2007. URL consultato il 29 novembre 2010.
  6. ^ Elena Stancanelli, L' artista in fuga divinità d'Oriente, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica.it, 2010. URL consultato il 29 novembre 2010.

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Controllo di autoritàVIAF (EN143106612 · ISNI (EN0000 0001 2223 9723 · LCCN (ENn83158877 · WorldCat Identities (ENlccn-n83158877
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