Teatro romano di Guelma

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Teatro romano di Guelma

Il teatro romano di Guelma è un antico teatro romano di Calama, oggi Guelma, nell'Algeria nord-orientale, degli inizi del III secolo e ricostruito agli inizi del XX secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Resti del teatro di Guelma in una fotografia del 1893 di Séraphin-Médéric Mieusement

Come sappiamo grazie a due iscrizioni[1], il teatro fu costruito grazie all'evergetismo di Annia Elia Restituta, che spese 400.000 sesterzi per il divertimento dei suoi concittadini, i quali le eressero come ringraziamento cinque statue. Nelle iscrizioni Elia Restituta è identificata come flaminica Augustorum perpetua, ovvero come sacerdotessa del culto imperiale degli Augusti: la costruzione del teatro è stata dunque attribuita all'epoca di Marco Aurelio e Lucio Vero (161-169), oppure a quella di Settimio Severo e Caracalla, agli inizi del III secolo[2][3].

Andato distrutto, fu utilizzato come cava di pietre per la costruzione di altri edifici cittadini[4]. Tra il 1902 e il 1918 fu ricostruito ad opera dell'archeologo Charles Albert Joly[5] e ospita rappresentazioni teatrali e il museo archeologico della città di Guelma[6]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Orientato verso nord-ovest, si appoggia al pendio naturale e a uno spesso muro che circonda la cavea[3].

Ha una larghezza di 58,65 m, con una scena di 37 m di larghezza per 7,15 m di profondità[3]. Il prospetto della scena (pulpitum) è decorato da sette piccole nicchie, alternativamente quattro a pianta rettangolare e tre a pianta semicircolare: in origine le nicchie erano ornate da sculture, oggi scomparse.

Il frontescena era articolato in tre nicchioni semicircolari: quello centrale era inquadrato da coppie di colonne e recava al centro una porta, mentre i nicchioni laterali, contrariamente all'uso privi di porte laterali , erano decorati da statue.

Dietro il frontescena, fiancheggiato da due aule rettangolari, un portico colonnato fungeva da facciata[5].

L'orchestra, pavimentata in marmo bianco, aveva tre bassi gradini per i sedili (bisellia) dei personaggi di spicco[3].

Il portico in summa cavea nella ricostruzione novecentesca

La cavea aveva 27 gradini in totale: 9 ripartiti in 4 cunei nella parte inferiore (ima cavea), 6 articolati in 4 cunei e altri 6 ripartiti in 5 cunei irregolari nella parte intermedia (media cavea) e altri 6 nella parte superiore (summa cavea)[3][7]. In cima era un portico di colonne corinzie e al centro un piccolo tempio con cella absidata, forse dedicato al culto imperiale[3].

Alla cavea si accedeva mediante due vomitori laterali sovrapposti[2].

Il teatro poteva ospitare circa 3600 spettatori[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CIL VIII, 5365 e CIL VIII, 5366.
  2. ^ a b Lachaux 1970, pp.47-49.
  3. ^ a b c d e f Sear 2006, p.277.
  4. ^ Gsell 1901, pp.194-197.
  5. ^ a b Princeton Encyclopedia of Classical Sites, p.185.
  6. ^ a b (FR) Hassina Amrouni, Entre passé et avenir. Guelma et son patrimoine, in Mémoria, 29 gennaio 2014. URL consultato il 16 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2017).
  7. ^ Princeton Encyclopedia of Classical Sites, p.185: 10 gradini nella parte inferiore e 12 nella parte superiore.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stéphane Gsell, Les monuments antiques de l'Algérie, vol. 1, Paris, 1901.
  • Jean-Claude Lachaux, Théâtres et amphithéâtres d'Afrique proconsulaire, Aix-en-Provence, Édisud, 1970.
  • Frank Sear, Roman Theatres. An Architectural Study, Oxford, Oxford University Press, 2006.

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